Evento del decennale del PEFC Italia Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011 La valorizzazione della filiera legno italiana e proposte di superamento.

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Evento del decennale del PEFC Italia Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011 La valorizzazione della filiera legno italiana e proposte di superamento dei limiti strutturali Filippo Brun - Bruno Giau Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria forestale e Ambientale Università di Torino Tel ,

Struttura della relazione Settore foresta-legno e caratteristiche del primo segmento delle filiere Ricchezza potenziale dei boschi italiani e limiti strutturali La gestione attiva delle risorse forestali L’ostacolo dimensionale Promuovere la gestione: azioni di lungo termine e altre di breve periodo Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Un inquadramento generale Il settore foresta legno è un sistema complesso che include attività e attori molto eterogenei Tradizionalmente : ◦ Gestione della risorsa bosco e arboricoltura da legno ◦ Utilizzazioni forestali ◦ Prima e seconda trasformazione Vanno ricondotti al sistema: ◦ Le intermediazioni commerciali ◦ La pubblica amministrazione (foreste e ambiente) ◦ Il vivaismo ◦ I trasporti, le assicurazioni, il credito, la ricerca, la formazione e i numerosi servizi alle imprese e ai proprietari dei boschi Possiamo allargare ulteriormente a prodotti non legnosi, legno-energia, industria delle macchine, ecc ecc. 3 Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Filiere di grande rilievo L’industria del Legno-Arredamento contava, nel 2008, 75’299 aziende con 408’464 addetti, un fatturato di 38 miliardi di €, di cui il 36,8% esportato. Il saldo commerciale era pari a 8 miliardi di €. Italia 2° esportatore mondiale L’industria della Cellulosa e della carta, rappresentata da Assocarta, con 139 imprese e 21’800 addetti, una produzione di 9,5 Mt di carte e cartoni ed un consumo di legname nazionale di 520’000 mc (1/3 del fabbisogno di fibre vergini) Il Commercio e l'indotto, nel cui ambito va segnalata l'industria delle macchine per la lavorazione del legno, che conta circa 300 aziende, in prevalenza associate all’ACIMALL, con 12’000 addetti, un fatturato complessivo di 2 miliardi di €, per l’80% esportato Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Il paradosso di un’industria dinamica in un sistema forestale debole e in declino Bosco e arboricoltura da legno occupano 100’000 addetti stabilmente ed una cifra non quantificabile ma certamente elevata di stagionali e di occupati in nero La produzione nazionale di legname da opera è stimata dall’Istat nella misura di 1,9 M di mc (2007): coprirebbe solo il 5% del consumo apparente industriale di legno, valutato attorno a 40 – 45 M di mc Tale contributo è calante nel tempo Molte sono le differenze regionali Il conseguente ricorso strutturale alle importazioni è rischioso, oneroso e non sostenibile Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

È ragionevole proporsi di valorizzare le risorse forestali interne (anche se sono comunque insufficienti rispetto al fabbisogno) Ma come farlo? E con quante probabilità di successo? Un obiettivo di fondo Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Consistenza dei boschi italiani L’estensione dei boschi italiani ha raggiunto il 34,7% della superficie territoriale, ed è in espansione L’inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio (INFC) stima al 2005 la superficie forestale totale in 10’673’583 ha Di questi: 8,8 Mha sono “boschi alti” composti per il 41,8% da cedui - al 90% maturi o stramaturi - e per il 35,1% da fustaie L’81,3% della superficie forestale sarebbe potenzialmente utilizzabile Sono circa 122’000 ha gli impianti di arboricoltura da legno fuori foresta, ed in particolare la pioppicoltura: forniscono un terzo della produzione nazionale di legname da lavoro Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Alcune informazioni aggiuntive L’Inventario Forestale Nazionale (IFNI) del 1985, con un’altra definizione di bosco e un altro metodo di rilevazione, indicava già molti dei problemi attuali: ◦ modesto accrescimento medio annuo: soli 3 mc/ha/anno ◦ modesto prelievo: circa 1/3 dell’accrescimento ◦ prevalente localizzazione montana e collinare ◦ polverizzazione delle proprietà forestali private ◦ conseguenti ridotte cure colturali ◦ inefficienze delle imprese di utilizzazione forestale Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

L’assenza di politiche di filiera L’attività economica che ruota intorno alla gestione delle foreste dipende largamente dall’intervento pubblico Il motivo è legato alla natura pubblica dei servizi prodotti, prevalentemente in un territorio fragile Le politiche per la gestione delle foreste sono essenzialmente politiche pubbliche di tutela: nessun significativo intervento gestionale da parte dei proprietari forestali può essere eseguito senza un’autorizzazione Ma l’intervento pubblico rivolto ai settori a valle della gestione forestale è molto meno incisivo Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

L’assenza di politiche di filiera “Filiera” non è sinonimo di integrazione verticale In alcuni settori si hanno casi di “filiere integrate”: quando gli attori delle diverse parti del “ciclo di vita” del prodotto sono integrati da “contratti di filiera” o da rapporti di interdipendenza Ma, a differenza di quanto accade per le filiere del settore agro-alimentare (parmigiano, prosciutto di Parma), ciò non avviene nel settore forestale In assenza di un’integrazione di filiera, la maggiore minaccia per i boschi italiani è oggi l’abbandono, fenomeno in crescita in parallelo all’espansione delle superfici agricole e pascolive non più coltivate e invase dai boschi Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Va considerata in termini di multifunzionalità essendo riduttivo considerare soltanto la funzione produttiva, data dalla ripresa potenziale di legname da lavoro e di biomassa da combustione Anche per la progressiva perdita d’importanza della produzione di legname da lavoro (la legna da combustione sta a sé) l’attenzione del legislatore e dell’opinione pubblica si è spostata verso le funzioni non produttive delle foreste, divenute lo strumento per raggiungere obiettivi di politiche diverse: agricola, rurale, ambientale e di contrasto ai cambiamenti climatici, difesa del territorio, montana, occupazionale, energetica, turistica, ecc. La ricchezza potenziale dei boschi italiani Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Il bosco è capace di produrre, congiuntamente, beni e servizi che hanno un prezzo (privati) e altri la cui utilità non è rilevata dal mercato (pubblici) ma mentre i beni privati richiedono un processo di produzione ed una iniziativa imprenditoriale esplicita, i secondi si hanno comunque, per il fatto stesso che il bosco esiste è opinione prevalente che per avere il massimo di tutte le capacità utili dei boschi, compresa la massa di beni e servizi pubblici, occorra gestirli questo soprattutto perché, in Italia, ci si riferisce a soprassuoli che derivano per circa il 70% da processi seminaturali GESTIRE vs NON GESTIRE Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Gestione attiva presuppone convenienza economica L’economicità della gestione forestale si è ridotta negli anni scorsi per effetto di due tendenze convergenti: ◦ la diminuzione dei prezzi internazionali del legname ◦ l’aumento dei costi di utilizzazione In Italia poi il quadro è ulteriormente complicato dalle insufficienti condizioni strutturali e dimensionali Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

La gestione attiva delle foreste deve essere una gestione sostenibile La seconda Conferenza Ministeriale sulla Protezione della Foresta in Europa (Helsinki 1993) definisce la gestione forestale sostenibile come: “la gestione corretta e l’uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e ad un tasso di utilizzo che consentano di mantenere la loro biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità e una potenzialità che assicuri, ora e nel futuro, rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello globale, nazionale e locale, e non comporti danni agli altri ecosistemi” Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

La gestione attiva è l’obiettivo di tutti i documenti di politica forestale degli ultimi trent’anni il Piano Forestale Nazionale del 1987 la strategia forestale dell’Unione europea del 1999 (Risoluzione 1999/C/56/01) il Piano d’Azione dell’Unione europea per le Foreste (COM 2006/302) il D.L. 18/05/01 n. 227 “Orientamento e modernizzazione del settore forestale” il Reg. (CE) 1698/05 (PSR 2007 – 2013) il Programma quadro per il settore forestale del 2008 che elenca tra le priorità strutturali: “l’incentivazione della gestione attiva e delle utilizzazioni forestali” e, più avanti, “l’incentivazione, la creazione e il consolidamento di nuovi modelli organizzativi idonei a garantire una gestione attiva e costante della proprietà forestale pubblica e privata” “l’incentivazione della gestione attiva e delle utilizzazioni forestali” e, più avanti, “l’incentivazione, la creazione e il consolidamento di nuovi modelli organizzativi idonei a garantire una gestione attiva e costante della proprietà forestale pubblica e privata” Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Formazione e informazione: alla base di un grave problema culturale L’integralismo verde, che trova le radici nei misfatti passati e attuali a carico delle foreste, considera la materia prima legno come il risultato dell’uccisione di esseri viventi e conseguente riduzione del patrimonio naturale dell’umanità Per confutare queste opinioni è necessaria un’attività di informazione chiara, sincera, non episodica, che partendo dal concetto di risorsa rinnovabile: ◦ rimuova i molti luoghi comuni sfavorevoli all’impiego del legno e della carta ◦ spieghi che esistono forme di gestione dei boschi che ne garantiscono la continuità nel tempo ◦ spieghi che tali forme si possono certificare Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

I primi attori della filiera legno: proprietari e utilizzatori Sono i soggetti chiave che intervengono nella produzione del legno, talora riuniti in un unico attore, più spesso separati e in concorrenza Sono i soggetti più deboli della filiera Perseguono scopi diversi: I proprietari operano per conservare e migliorare il valore patrimoniale e si muovono in una prospettiva di lungo periodo e al confine della logica d’impresa gli utilizzatori puntano al profitto con obiettivo imprenditoriale di breve Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Il problema dimensionale Tra le molte cause della scarsa gestione di gran parte dei boschi italiani una è più complessa da rimuovere: l’insufficiente dimensione di gran parte delle proprietà forestali La sostenibilità economica della gestione presuppone una dimensione adeguata, che consente di ottimizzare la produttività dei fattori impiegati e di operare sul mercato dei fattori e dei prodotti con una certa forza contrattuale La dimensione è economica ma nel settore forestale è anche importante la dimensione fisica ovvero gli ettari di boschi produttivi disponibili Il problema della ricerca della dimensione adeguata è risolto dai proprietari e dagli utilizzatori in modo differente Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

La ricerca della dimensione adeguata per le imprese di utilizzazione Gli utilizzatori acquistano dai privati – o si aggiudicano alle aste dei proprietari pubblici – lotti boschivi in misura tale da proporzionarli ai fattori produttivi posseduti: forza lavoro, attrezzature, capitale di anticipazione Data l’esigua grandezza fisica dei lotti in vendita sono costretti a raggiungere la dimensione cercata “per addizione” accettando l’inefficienza ed i maggiori costi impliciti in tale modo di procedere Tale esiguità spiega quindi anche perché in Italia le imprese di utilizzazione sono spesso piccole o piccolissime, con tutte le diseconomie che ne derivano Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

La ricerca della dimensione adeguata per i proprietari dei boschi Per i proprietari raggiungere una adeguata dimensione fisica ed economica è molto più complesso: o acquistano i boschi (fenomeno presente ma limitato, nonostante il modestissimo valore unitario dei suoli forestali in presenza di diffusi fenomeni di abbandono) o si associano. Le forme sono note: consorzi, cooperative, società di vario tipo, imprese associate Una nostra ricerca, basata sul valore di macchiatico dei lotti, stima la dimensione minima in 4-5’000 ha di boschi PRODUTTIVI Ma l’associazionismo implica una adesione volontaria e questa normalmente non c’è, sia per ragioni culturali, sia per difficoltà oggettive: ad esempio molti proprietari non sono più rintracciabili Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Le soluzioni coattive sono fallite E’ inapplicato l’articolo 9 della legge sulla montagna (n. 97/1994 "Nuove disposizioni per le zone montane”) che assegnava alle Comunità Montane il compito di provvedere alla gestione del patrimonio forestale, pubblico e privato, anche costituendo dei consorzi forestali in forma coattiva, alla condizione che lo richiedessero i proprietari di almeno i 3/4 della superficie interessata Era fallita in precedenza anche la legge 440/1978 sul recupero delle terre incolte, abbandonate o insufficientemente coltivate Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Manca quindi uno strumento normativo che permetta di forzare la volontà dei proprietari per costituire unità di gestione forestale dotate di: – vaste aree boscate – disponibili per un lasso di tempo adeguato e tale da – poter realizzare piani di miglioramento dei soprassuoli – e assicurare il ritorno degli investimenti Non sfugge la complessità e la quantità di ostacoli legali, finanziari e culturali che si frappongono all’operazione Operazione che, grazie a condizioni di partenza diverse è riuscita in gran parte dei Paesi europei Ci si deve dunque rassegnare all’idea che una gran parte dei boschi italiani non potrà esprimere il suo potenziale contributo all’economia e all’occupazione del Paese? Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Azioni immediatamente possibili finalizzate a favorire la gestione dei boschi Le molte misure del primo e del secondo asse del nuovo regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio sul “Sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)” Purtroppo tale regolamento non comprende più gli aiuti alla costituzione di strutture di gestione associativa su base volontaria, previsti in precedenza dal regolamento (CE) 1257/99 sullo sviluppo rurale nell’intervallo 2000 – Tale azione dovrebbe dunque essere sostenuta integralmente con risorse nazionali. Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Strumenti di valorizzazione – Formazione, divulgazione, informazione e consulenza (inventari e statistiche, osservatori) – Accorpamento dell’offerta (associazionismo, consorzi, aste di vendita, borsini del legno) – Snellimento burocratico (pianificazione semplificata, procedure autorizzative, procedure di vendita) – Promozione di forme contrattuali:“contratti tipo” fra proprietà e pubblica amministrazione: contratti di territorio, superamento della logica vincolistica (es. Francia); fra proprietà e gestore: contratti di gestione in conto terzi (pioppo), di compartecipazione; fra offerta e trasformazione: contratti di fornitura, contratti di vendita (legname allestito) 24

Il ruolo del settore pubblico Tale ruolo, fondamentale, va rivisto in un’ottica del tutto diversa da quella sinora adottata e andrebbe orientato con : – maggior orientamento al mercato – valorizzazione economica della gestione – sviluppo e sostegno all’imprenditorialità forestale – valorizzazione di tutti i prodotti e servizi del bosco, legno compreso – impiego di tutti gli “strumenti” a disposizione (non solo vincoli) Non basta una buona legge forestale regionale e neppure una buona legge quadro per fare una buona politica forestale 25

Necessità di linee guida sovra regionali Tutte le azioni di rilancio (rianimazione) trovano la loro dimensione finanziaria e autorizzativa a livello regionale (es. PSR) Si verificano marcate differenze tra le regioni, come è già accaduto nell’applicazione del regolamento 2080/92 Sarebbero necessari momenti di coordinamento fra Regioni e fra Stato e Regioni per fissare i punti chiave degli interventi, orientandoli verso obiettivi comuni, coerenti sotto il profilo selvicolturale, economico, ecologico, paesaggistico O, perlomeno, le regioni maggiormente attive dovrebbero riunire i propri sforzi per esercitare una pressione comune (un gruppo di interesse è già formato dagli attori qui presenti) Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Altre azioni a favore della gestione dei boschi Un modo per rendere più conveniente la gestione dei boschi da parte dei proprietari sarebbe quello di pagare loro i benefici pubblici che producono Non si ravvisa, per ora, la volontà di procedere lungo questa strada per quanto riguarda la pluralità dei benefici pubblici generati dalle foreste. Forse soltanto per la funzione di Carbon sink si potrebbero creare le condizioni di un riconoscimento monetario. Infatti, in attuazione del Protocollo di Kyoto, l’Italia ha assegnato alle foreste il compito di contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra addirittura nella misura di un quarto del totale e tale ruolo può essere legittimamente rivendicato dal settore. Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Le difficoltà del settore primario non interessano direttamente i settori a valle che trovano soluzioni più convenienti nel mercato (arrivando al limite a delocalizzare…) offerta L’offerta dovrebbe essere in grado di rispondere alle esigenze quantitative, qualitative, di prezzo e regolarità della domanda superando i vincoli di cui si è detto E la pubblica amministrazione dovrebbe migliorare la propria efficienza: riducendo i tempi di risposta, superando procedure tradizionali, adottando rapporti basati sulla fiducia e non sul sospetto 28 Occorre una soluzione di sistema Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

In conclusione … La valorizzazione del sistema “foresta legno” richiederebbe in primis la soluzione dei nodi strutturali di ciascun settore che lo compone I tentativi di “integrazione forzata” sono improponibili mentre è auspicabile la definizione di accordi contrattuali Per “far sistema” non sono tuttavia sufficienti né il mercato da solo né le politiche scollegate adottate sino ad oggi Sono al contrario necessarie strategie di valorizzazione che coinvolgano sia il pubblico che gli operatori privati

In conclusione … In attesa di rimedi alla patologia fondiaria, con grandi unità di gestione, e del riconoscimento ai gestori dei boschi del loro ruolo pubblico, ci sono pertanto numerose azioni che si potrebbero intraprendere subito grazie a norme e finanziamenti vigenti la condizione è che ciò avvenga con un disegno generale, capace di dare coerenza ai singoli interventi il progetto di rilancio della selvicoltura italiana va unito ad una ripresa della consapevolezza dei valori del bosco, mediante la comprensione del ruolo e del significato collettivo della gestione attiva e sostenibile insito nella certificazione Decennale del PEFC Italia - Milano, Palazzo Lombardia, 22 Novembre 2011

Nella direzione di questa necessaria crescita culturale la certificazione forestale può svolgere un ruolo decisivo