Approfondire le carni.

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Transcript della presentazione:

Approfondire le carni

La carne – Cenni storici In passato il consumo di carne non aveva grande rilevanza: un incremento si ebbe a seguito del contatto con le popolazioni seminomadi dell’Asia centro-occidentale. Dalla fine del Medioevo l’importanza della carne bovina aumentò. Tuttavia il suo consumo divenne preminente solo nell’Ottocento, e per i soli ceti borghesi. In Italia è aumentato notevolmente a partire dagli anni Sessanta, in contemporanea con la diminuzione di quello di pollo e di suino. Approfondire le carni > La carne – Cenni storici

Classificazione delle carni Carni bianche o rosee vitello agnello capretto pollo tacchino coniglio suino Carni rosse manzo bue montone castrato cavallo Carni scure o nere selvaggina oca anatra piccione faraona Adatte a tutte le cotture, purché complete Adatte alle cotture al sangue (grigliatura, cottura arrosto) Carni con fibre muscolari consistenti, hanno bisogno di cotture lente e miste Approfondire le carni > Classificazione delle carni

Destinazione e frollatura delle carni Visite veterinarie accertano lo stato di salute degli animali e stabiliscono il diverso utilizzo delle carni: - il libero consumo; - la bassa macelleria; la distruzione. La carne destinata al consumo deve essere sottoposta alla maturazione o frollatura, per permettere alle fibre muscolari di superare l’irrigidimento che si produce dopo l’abbattimento. Approfondire le carni > Destinazione e frollatura delle carni

La carne bovina 1 Vitello Se per legge si distingue unicamente tra vitello (peso vivo inferiore ai 300 kg) e bovino adulto (peso vivo superiore ai 300 kg), dal punto di vista commerciale si ha una classificazione più dettagliata della seconda categoria, arrivando a distinguere sette tipologie Vitello Maschi o femmine macellati all’età di 8 mesi circa. Carni tenere ma non molto succulente. Rilevante è il calo di peso in cottura, che perciò deve essere preferibilmente breve ed eseguita a calore medio-alto. Alto valore commerciale. Approfondire le carni > La carne bovina 1

La carne bovina 2 Vitellone Manzo Maschi o femmine macellati all’età di 16-24 mesi. Massa muscolare morbida, colore della carne rosso tenue o rosato. Carni versatili e adatte a cotture differenti. Valore commerciale piuttosto elevato. Manzo Maschi castrati subito dopo lo sviluppo e mattati tra i 24 e i 48 mesi. Carni adatte a tutte le cotture; in quelle a temperature medio-alte si gustano al meglio se al sangue. Alto valore commerciale, ma meno diffuso rispetto al vitello e al vitellone. Giovenca, manza o scottona Femmine macellate prima di aver partorito, a un’età compresa tra i 24 e i 36 mesi. Carne rossa, soda, con grana fine gustosa e tenera. Eccellente per qualsiasi cottura, valore commerciale elevato ma difficile reperibilità. Approfondire le carni > La carne bovina 2

La carne bovina 3 Vacca Femmine generalmente da latte che hanno già partorito e superato i 4 anni. Carni rosso intenso, con grana molto grossa. Adatte a cotture lunghe e lente. Scarso valore commerciale. Toro Maschi adulti utilizzati per la riproduzione macellati non prima dei 2 anni. Carne di colore variabile dal rosato al rosso intenso, dura e con una pessima grana. In genere non è destinata all’alimentazione umana. Bue Maschi castrati oltre i 4 anni. Carni rosso scuro, consistenza compatta e grana grossa. Adatte a cotture lunghe e lente. Hanno una discreta qualità commerciale ma è difficile trovarle. Approfondire le carni > La carne bovina 3

Caratteristiche nutrizionali e organolettiche La carne bovina è composta principalmente da acqua (circa il 75% del peso), contiene una elevata quantità di proteine nobili (attorno al 15%) e una discreta quantità di lipidi (attorno al 9%; si tratta di grassi saturi, per circa 1/3 colesterolo), mentre ciò che resta è costituito da vitamine e sali minerali. Sue principali caratteristiche organolettiche, la cui corretta valutazione aiuta a identificare una materia prima di buona qualità, sono: - l’odore - il sapore - il colore - la consistenza e tenerezza - la succosità Approfondire le carni > Caratteristiche nutrizionali e organolettiche

Tagli e utilizzo in cucina I tagli del vitello e del bovino adulto sono simili, ma le denominazioni commerciali dei tagli cambiano da una zona all’altra, e anche la sezionatura. Dopo la macellazione, i vitelli vengono sezionati in due metà lungo la colonna vertebrale, chiamate mezzene; suddivise con un taglio trasversale tra la sesta e la settima costola per ottenere i due quarti. Per bovini adulti, le carcasse vengono sezionate nelle due mezzene e la colonna vertebrale viene eliminata. Il taglio trasversale può essere effettuato anche tra la decima e l’undicesima costola. Approfondire le carni > Tagli e utilizzo in cucina

La carne suina 1 Lattonzolo (maialino da latte o porchetta) Non svezzati attorno ai 25-30 Kg. Carni di alto valore commerciale, colore rosato, tenere, sapore delicato, adatte a cotture arrosto e allo spiedo. Magrone leggero Maschi svezzati e castrati di circa 5 mesi e peso di 50-80 Kg. Carni rosa pallido, morbide e con grana fine, poco grasse; idonee alle cotture arrosto, alla griglia e allo spiedo. Alto valore commerciale. Approfondire le carni > La carne suina 1

La carne suina 2 Suino adulto Maschi castrati e femmine che ancora non hanno partorito, tra i 6 e gli 8 mesi e di peso medio superiore ai 90 Kg. Massa muscolare compatta, colore rosa variabile e buona quantità di grasso. Il valore commerciale è pregevole e si adattano a tutte le cotture. Suino adulto non castrato Animali destinati alla riproduzione. Valore commerciale maggiore per la femmina, che ha carni rosa pallido di compattezza molle e grana grossolana. Le cotture più adatte sono quelle miste e lunghe. Approfondire le carni > La carne suina

Sezionatura e classificazione La prima sezionatura avviene longitudinalmente lungo la schiena (2 mezzene). L’animale viene quindi eviscerato, privato della pancetta e del lardo, infine suddiviso secondo le necessità e le consuetudini. Le carcasse vengono contrassegnate con marchiature che indicano: - la categoria di peso (H = heavy e L = light); - la classe di carnosità. La carne di maiale è saporita e versatile. Nella cucina tradizionale italiana è impiegata in primi e secondi piatti di origine povera o contadina. Coscia, scannello, pancetta, coppa, stinco e guanciale vengono impiegati anche per la produzione di salumi. Approfondire le carni > Sezionatura e classificazione

Le carni ovine Agnello da latte (nel Lazio, abbacchio) Macellati non oltre i 2 mesi e con un peso di circa 14 Kg. Carni rosa pallido, di consistenza tenera, grana molto fine e ricche di grasso. Sapore delicato ma deciso; le cotture più adatte sono quelle al salto e arrosto. Altissimo valore commerciale. Agnello o agnellone Macellati dopo i 3-4 mesi e prima del compimento del primo anno di vita, con peso tra i 25 e i 60 Kg. Carni rosso tenue, tenere e con grana fine. Ben si adattano alle cotture rapide e arrosto. Sono le carni ovicaprine più diffuse, di alto valore. Approfondire le carni > Le carni ovine

Le carni ovine 2 Castrato Maschi castrati macellati tra i 18 e i 30 mesi. Carni rosso scuro, compatte e ben fornite di grasso, adatte a cotture lunghe e lente. Valore scarso. Ovino adulto Montoni e pecore macellati tra 1 e 3 anni. Carni rosso scuro, consistenza tenace, limitato sviluppo muscolare e molto grasso; prima dell’utilizzo devono subire una corretta frollatura. Si addicono a cotture miste e lunghe, ma il valore è basso. Approfondire le carni > Le carni ovine 2

Le carni caprine Capretto Macellato non oltre i 2 mesi. Carni rosa chiaro, massa muscolare tenera e grasso quasi inesistente. Valore medio-alto; le cotture più adatte sono quelle arrosto. Capra Femmine che hanno partorito, di età tra 1 e 3 anni. Carni rosse, di consistenza dura, con molto grasso e odore intenso. Basso valore commerciale. Becco Maschi da riproduzione, di età tra 1 e 3 anni. Carni rosso scuro, massa muscolare tenace, grasso abbondante e odore accentuato. Basso valore. Approfondire le carni > Le carni caprine

Utilizzo in cucina Le carni ovicaprine non incontrano un grande favore, in quanto il loro caratteristico odore e sapore è giudicato da molti troppo intenso. Tuttavia sono carni versatili e ben accostabili a elementi aromatici forti. Alcune tradizioni gastronomiche locali prevedono che gli agnelli da latte e i capretti vengano cotti interi allo spiedo. Nelle cucine di alcune regioni hanno una certa importanza le interiora. La scelta del sistema di cottura più adatto dipende dal taglio della carne. Approfondire le carni > Utilizzo in cucina

Le carni degli animali da cortile 1 I sistemi di allevamento incidono sulle caratteristiche organolettiche: allevamento in semilibertà o al suolo: gli animali crescono lentamente sviluppando ossa forti, muscoli compatti e saldi, carni di colore intenso. Dopo l’abbattimento è necessaria la frollatura; allevamento in batteria: determina uno sviluppo più rapido ma una struttura ossea più fragile, carni cedevoli, più insipide, grasso abbondante e colore smorto. Approfondire le carni > Le carni degli animali da cortile 1

Le carni degli animali da cortile 2 L’allevamento del pollame richiede particolari attenzioni igienico-sanitarie in quanto: - le carni avicole possono ospitare batteri pericolosi (Salmonella, Listeria Campylobacter); - la pelle è parte commestibile; spesso queste carni, più economiche ma di buon valore nutrizionale, sostituiscono quelle bovine nella refezione sociale. Gli animali uccisi devono essere immediatamente eviscerati. Le carni avicole vanno consumate sempre ben cotte. Approfondire le carni > Le carni degli animali da cortile 2

La selvaggina 1 La selvaggina oggi proviene per lo più da allevamenti, e può avere caratteristiche differenti rispetto agli animali che vivono allo stato brado. - l’animale che vive allo stato libero ha un buon tessuto connettivo e un più alto contenuto di proteine rispetto alla carne bovina, un minore apporto di grassi. Buona, invece, la presenza di ferro; - l’alimentazione più o meno controllata degli animali allevati può condizionare il gusto e la consistenza della carne, così come la presenza di grasso. Approfondire le carni > La selvaggina 1

La selvaggina 2 Classificate come carni nere, il loro odore è intenso, forte, di selvatico. La scarsa digeribilità le rende poco adatte ai bambini e per l’apporto proteico alto sono sconsigliate a chi soffre di problemi digestivi, gastriti, dispepsia, alle persone anziane e a chi soffre di gotta e uricemia. La selvaggina da penna si presta alle stesse tecniche di cottura del pollame: in casseruola, al forno, allo spiedo. La selvaggina grossa da pelo viene spesso sottoposta a marinatura. Approfondire le carni > La selvaggina 2

La selvaggina 3 Selvaggina da pelo Selvaggina da penna Camoscio, capriolo, cervo, daino, cinghiale, lepre Beccaccia, fagiano, quaglia, pernice, starna Approfondire le carni > La selvaggina 3

Le carni alternative Oggi per carni alternative si devono intendere tutte quelle che finora era impensabile trovare sulle nostre tavole perché non appartenenti al nostro mondo gastronomico: ad esempio lo struzzo, il canguro, il bisonte, il bufalo, l’antilope e il cammello. L’interesse verso alimenti si deve alle caratteristiche nutrizionali importanti, alla crescente curiosità del pubblico in ambito gastronomico e non da ultimo ai vari “scandali” legati alle carni tradizionali . Approfondire le carni > Le carni alternative

Il “quinto quarto” Sono gli organi interni e altre parti commestibili non pregiate derivanti dalla macellazione (frattaglie). Devono essere consumate freschissime e provenire da animali giovani e sani. Ricche di vitamine e sali minerali, contengono sensibili quantità di colesterolo e di basi puriniche per cui è bene limitarne il consumo. Negli animali da macello vi sono: animelle, cervella, cuore, fegato, trippa, lingua e coda. Negli animali da cortile (rigaglie): cuore, maghetti, fegato. Approfondire le carni > Il “quinto quarto”