L'Italia rimane neutrale

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Transcript della presentazione:

L'Italia rimane neutrale Nonostante l’Italia facesse parte della triplice alleanza, con Germania e Austria, l’Italia non intervenne subito perché tale alleanza aveva carattere difensivo e l’Austria aveva attaccato la Serbia. Maggioranza della popolazione e del parlamento condivideva questa posizione. Tuttavia l’opinione pubblica era divisa in due schieramenti: i neutralisti: contrari all’intervento (giolittiani, socialisti e cattolici). Gli interventisti: a favore dell’ingresso dell’Italia in guerra (sindacalisti rivoluzionari, nazionalisti, irredentisti, liberal-conservatori).

Questi ultimi erano una minoranza ma molto rumorosa ed organizzarono diverse manifestazioni pubbliche in piazza.

Inoltre, avevano l’appoggio del re Vittorio Emanuele III e del Primo Ministro Salandra, il quale, all’insaputa del parlamento, si accordò con l’Inghilterra per l’ingresso a fianco della Triplice Intesa. Il Patto di Londra, infatti, prevedeva diverse concessioni territoriali all’Italia in caso di vittoria (Terre irredente, Dalmazia, Dodecanneso; Parte dell’Albania)

La Prima Guerra Mondiale è definita: guerra totale, guerra psicologica, guerra di posizione o guerra di trincea. 26 aprile 1915 In Italia Sonnino, ministro degli Esteri, e Salandra, capo del Governo, con la complicità di Vittorio Emanuele III e tenendo all’oscuro il Parlamento, stipulano il PATTO DI LONDRA Con cui l’Italia esce dalla Triplice Alleanza e aderisce alla Triplice Intesa. I motivi sono: la sconfitta tedesca; il desiderio di riprendersi il Trentino e la Venezia Giulia, territorio su cui l’Alleanza aveva fatto solo generiche promesse.

Di conseguenza, il 23 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria fra il tripudio di parlamentari e molti italiani.

L’intervento dell’Italia A favore della guerra: nazionalisti irredentisti per la neutralità: socialisti cattolici giolittiani 24 maggio 1915 Patto di Londra 24 aprile 1915

Il patto di Londra prevedeva: intervento entro un mese in caso di vittoria: Trentino e Alto Adige fino al Brennero Trieste, l’Istria e parte della Dalmazia Valona e il protettorato in Albania sovranità su Rodi e sulle isole del Dodecaneso, Adalia compensi coloniali

L’inizio delle operazioni militari Il fronte italiano nel 1915 all’inizio delle operazioni militari La guerra comincia come guerra di posizione lungo un confine di 600 Km assai complesso e accidentato arco alpino valli altipiano carsico guerra difensiva in Trentino e tattica delle “spallate” sull’Isonzo e sul Carso Giugno-dicembre 1915: quattro offensive sull’Isonzo che costarono all’Italia 250.000 perdite tra morti e prigionieri guadagna posizioni ma non riesce la conquista di Gorizia

Gli schieramenti dopo l'ingresso dell'Italia

SUL FRONTE ITALIANO Il fronte si stabilizza su una linea di 600 km da Trieste alla Svizzera. Il capo di Stato maggiore, LUIGI CADORNA, vuole giungere in Lubiana e poi a Vienna con una guerra di movimento, ma si arena di fronte alla resistenza austriaca. La guerra si trasforma da guerra di movimento a guerra di trincea. 1915-1917: 11 sanguinose battaglie lungo l’Isonzo. L’unico risultato si registra il 9 novembre 1916: la conquista di Gorizia

Prima guerra mondiale Disciplina repressiva di Cadorna: fucilazioni nell’esercito italiano per insubordinazione, codardia, diserzione. «Il superiore – dice Cadorna – ha il sacro potere di passare per le armi i calcitranti e i vigliacchi». 1917: disastrosa disfatta dell’esercito italiano a Caporetto. Linea di difesa sul monte Grappa e sul fiume Piave. 8 novembre 1917-Il generale ARMANDO DIAZ sostituisce Cadorna ed introduce un trattamento più umano per i soldati italiani.

La guerra in trincea

I soldati vivevano in trincee scavate nel terreno I soldati vivevano in trincee scavate nel terreno. Di fronte, separata da una terra di nessuno coperta da filo spinato, si trovavano le trincee del nemico.

Il fronte italo-austriaco: le Alpi Nel 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, si aprì un nuovo fronte lungo il confine italo-austriaco. Anche qui i due eserciti si fronteggiarono in una guerra di trincea.

Gli austriaci attuano ritorsioni contro gli irredentisti

L'irredentista Cesare Battisti viene giustiziato

Il 1916 sul fronte Italiano Strafexpedition: offensiva 15 maggio 1916 fermata dalla resistenza sulle linee italiane e dalla controffensiva russa nei Carpazi che impegna l’Austria sul fronte orientale 25 giugno: gli austriaci arrestano l’offensiva in Trentino e arretrano 6 – 9 agosto: le truppe italiane conquistano Gorizia 28 agosto: in ottemperanza agli impegni di Londra, l’Italia dichiara guerra alla Germania

Il 1917 il crollo del fronte orientale la rivoluzione in Russia l’intervento degli Stati Uniti: 6 aprile sul fronte italiano: Caporetto

Ma nel momento i cui la Russia si ritirò dal conflitto, l’Austria spostò le sue truppe dal fronte orientale a quello italiano e grazie, a questa superiorità, riesce a sfondare a Caporetto.

Caporetto il 24 ottobre il fronte italiano è sfondato a Caporetto; determinanti nella disfatta sono: l’usura delle spallate gli errori tattici e organizzativi dovuti anche alle rivalità tra i generali la ritirata disorganizzata aggravata dal maltempo l’esperienza nella guerra di movimento acquisita sulle linee orientali dai reparti tedeschi, affluiti sul fronte italiano il cedimento del fronte russo, in seguito alla rivoluzione, consente a tedeschi e austriaci di concentrare le forze sul fronte italiano

Gen. Luigi Cadorna Cadorna, il generale italiano vecchio e impreparato, non riuscì a guidare la resistenza di un esercito mal equipaggiato e armato. L’Italia subì una dura disfatta e dovette ritirarsi.

La vittoria italiana la disfatta di Caporetto dà vigore al sentimento nazionale: si costituisce un governo di unità nazionale presieduto da Vittorio E. Orlando Cadorna è sostituito da A. Diaz che sa ricostruire il morale delle truppe, abbandona la tattica delle spallate e fissa l’obiettivo della resistenza estrema sulla linea del Piave

Gen. Armando Diaz Al suo posto venne nominato Capo di Stato Maggiore, il Generale Armando Diaz

Dopo alcuni giorni l’avanzata degli austriaci fu arrestata lungo il fiume Piave. L’esercito dovette chiamare alle armi i giovani del 1899.

1918: l’offensiva sul fronte italiano 15 giugno: offensiva austro-ungherese sul Grappa e sul Piave vittoria italiana sulla linea del Piave 24 ottobre: offensiva italiana dal Piave su Vittorio Veneto 3 novembre: sfondamento su tutto il fronte e ritirata dell’esercito austriaco 4 novembre: firma della resa senza condizioni (armistizio di Villa Giusti)

1918 Agosto 1918 – Gli inglesi vincono i tedeschi ad Amiens. Le truppe italiane vincono a VITTORIO VENETO. Entrano a TRIESTE E TRENTO. Il 4 novembre viene firmato l’armistizio. La Germania capitola. La guerra è finita. Scoppia un’epidemia influenzale chiamata «spagnola», che miete milioni di vittime in tutto il mondo. La Prima Guerra Mondiale è costata 25 milioni di vite umane.

1919 Si svolge la CONFERENZA DI PARIGI, che prelude ai trattati di pace 18 giugno 1919 Trattato di Versailles Stabilisce condizioni umilianti per la Germania: ridimensionamento dell’apparato militare, pagamento di 132 miliardi di marchi oro come indennità di guerra ai Paesi vincitori 10 settembre 1919 Trattato di Saint Germain-en-Laye Smembramento dell’Austria-Ungheria. Formazione di nuovi Stati: Austria, Polonia, Ungheria, Romania, Cecoslovacchia, Jugoslavia. 28 aprile 1919 Creazione della SOCIETA’ DELLE NAZIONI