Laudato si’ Uno sguardo etico e teologico Leopoldo Sandonà Facoltà Teologica del Triveneto, Festival Biblico.

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Laudato si’ Uno sguardo etico e teologico Leopoldo Sandonà Facoltà Teologica del Triveneto, Festival Biblico

PREMESSE Papa Francesco apre il suo ministero con il riferimento alla custodia di se stessi, dell’altro e del creato (Omelia per la Solennità di San Giuseppe, 19 marzo 2013), opponendo l’umile, silenziosa e saggia figura di Giuseppe al potere di Erode, sempre riemergente nelle dinamiche della storia Da subito quindi l’attenzione al creato si fonde con l’attenzione al rispetto dell’uomo nelle sue dinamiche personali, interpersonali, comunitarie e sociali. Le scelte sagge sono fatte di ascolto, silenzio, comprensione non solo personale. Gli spunti di questo intervento sono quindi stimoli per una riflessione che si fa discernimento e cammino

PREMESSE In Evangelii Gaudium la prospettiva dialogica è descritta in pochi ma ficcanti numeri, (nn ) che permettono di comprendere il dialogo non solo come strumento per risolvere questioni ma molto di più come contesto di vita, di conoscenza e di vita che apre anche a concreti accordi e strategie Evangelii Gaudium, n. 236: “Il modello è il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità. Sia l’azione pastorale sia l’azione politica cercano di raccogliere in tale poliedro il meglio di ciascuno. Lì sono inseriti i poveri, con la loro cultura, i loro progetti e le loro proprie potenzialità. Persino le persone che possono essere criticate per i loro errori, hanno qual- cosa da apportare che non deve andare perduto. È l’unione dei popoli, che, nell’ordine universale, conservano la loro peculiarità; è la totalità delle persone in una società che cerca un bene comune che veramente incorpora tutti”

PANORAMA Complessità e semplicità La tecnologia semplifica mentre l’essere umano complessifica; insieme i diversi sistemi nella loro relazione sono fonte di complessità; il cammino della scienza tende ad arrivare a risultati teorici sempre più semplici e raffinati, che non escludono ma anche aumentano le questioni di impatto sia sull’uomo che sulla natura. Siamo così al paradosso di un’immagine scientifica del mondo che appare fonte di semplicità per l’uomo che si scontra invece, nella sua quotidianità, proprio con la complessificazione derivante dall’impatto tecnico- scientifico sul vivere

PANORAMA Interdipendenza ecologica Il contesto attuale disegna non solo un’interdipendenza dei saperi, nessuno dei quali può pretendersi come assoluto, ma anche un’interdipendenza degli scambi, delle economie, delle vite Parlare di ecologia quindi significa, a partire dai temi ambientali, recuperare il senso di uno stare nel contesto, recuperando la valenza centrale dell’uomo nel suo rapporto al contesto ed evitando l’anonimato del sistema che fagocita l’uomo, ma anche il creato

PANORAMA Interdipendenza ecologica Laudato si’, n. 110: “ La specializzazione propria della tecnologia implica una notevole difficoltà ad avere uno sguardo d’insieme. La frammentazione del sapere assolve la propria funzione nel momento di ottenere applicazioni concrete, ma spesso conduce a perdere il senso della totalità, delle relazioni che esistono tra le cose, dell’orizzonte ampio, senso che diventa irrilevante. Questo stesso fatto impedisce di individuare vie adeguate per risolvere i problemi più complessi del mondo attuale, soprattutto quelli dell’ambiente e dei poveri, che non si possono affrontare a partire da un solo punto di vista o da un solo tipo di interes­si. […] Perciò non si possono nemmeno riconoscere dei veri orizzonti etici di riferimento. La vita diventa un abbandonarsi alle circostanze condizionate dalla tecnica, intesa come la principale risorsa per interpretare l’esistenza ”

PANORAMA Una coscienza comunitaria? Nell’interdipendenza globale dei fenomeni umani, diviene così necessaria un’assunzione cosciente da parte dei saperi nella direzione di un’interdipendenza ecologica. Il dialogo tra i saperi è richiesto dalla loro stessa natura, dalla natura dell’oggetto globale, ma anche dalla necessità per i saperi di non divenire insignificanti. Nella formazione di una coscienza ecologica del soggetto globale del sapere si giocano, nel breve o nel lungo termine, molte sfide decisive per l’umanità Molte scelte etiche, delineate in passato solo in sede personale-individuale, passano sempre più da un discernimento e da un giudizio etico che matura, si affina e si compie in gruppi, comunità, equipe di lavoro

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ZOOM “Noi non siamo Dio” – Vangelo della Creazione Di fronte allo scenario la riflessione del Vangelo della Creazione riconosce il legame originario di Dio, Mondo e Uomo, che fa dell’uomo un umile servitore: “Noi non siamo Dio” (n. 67) La rottura delle relazioni con l’altro e con Dio (Caino- Abele) porta ad una rottura delle relazioni con la terra “La novità qualitativa implicata dal sorgere di un essere personale all’interno dell’universo materiale presuppone un’azione diretta di Dio, una peculiare chiamata alla vita e alla relazione di un Tu a un altro tu” (n. 81).

ZOOM L’uomo decentrato La situazione contemporanea è l’esito di un lungo processo partito con la Modernità; l’uomo, che si poneva al centro della scena, si trova decentrato e spaesato dentro il sistema tecnico In tale contesto la relazione con l’altro diviene forma e strumento di un recupero di un’umanità dell’uomo e per l’uomo, che implica una connessione profonda dei vari contesti etici che l’uomo abita

ZOOM L’unità delle questioni etiche Se tutto è connesso l’ecologia non potrà essere solo ambientale ma anche sociale, quotidiana, culturale Da una scissione dei vari ambiti dell’etica, con attenzione di volta in volta più alle questioni sociali o a quelle bioetiche, la prospettiva dell’ecologia umana e dell’ecologia integrale pongono la questione dell’unità dell’etica, pur nelle specifiche differenze

ZOOM L’appello etico Il messaggio di Francesco diviene in questo contesto appello etico, rivolto ai singoli (se tutto è connesso ma il mio valore è irripetibile nessuno può agire al posto mio), alle famiglie (la “miccia” di una conversione degli stili), come alle comunità (nell’implementazione di reti) e alle nazioni (politiche adeguate) L’Enciclica si dona quindi come un testo aperto affinché ognuno possa scrivere pagine oltre la lettera

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ORIZZONTI (aperti…) Dialogo In questo quadro il dialogo non è una strategia per tendere ad un risultato ma una modalità costante di relazionarsi e di agire. Così anche nell’analisi delle relazioni tra Paesi e nelle grandi istituzioni internazionali il dialogo non viene invocato come una strategia strumentale, ma come la modalità essenziale con cui pervenire ad alcuni risultati e soprattutto con cui rinsaldare legami e prospettive sempre più chiare. Si passa in questo senso dall’idea di un dialogo emergenziale per paura di catastrofi e di scelte irreparabili al dialogo come percorso per costruire il futuro (n. 163) Il dialogo così prende forma come una reciproca conoscenza dei partecipanti al dialogo stesso, in cui si fa posto all’altro non tanto per relativizzare le proprie posizioni, quanto per non assolutizzarle, nella comprensione di un arricchimento e di un’apertura sempre possibile

ORIZZONTI (aperti…) Pace Laudato si’, n. 225“Nessuna persona può maturare in una felice sobrietà se non è in pace con sé stessa. E parte di un’adeguata comprensione della spiritualità consiste nell’allargare la nostra comprensione della pace, che è molto più dell’assenza di guerra. La pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacità di stupore che conduce alla profondità della vita” La pace è così pace integrale e sempre da raggiungere, non solo condizione stabilita una volta per tutte, ma compito quotidiano e progressivo, che comprende le relazioni con se stessi, con l’altro e appunto con la creazione

ORIZZONTI (aperti…) Educazione Le implicazioni di questo dialogo non vengono svolte soltanto ai massimi livelli ma nella concretezza di un’ecologia quotidiana che è anzitutto conversione ecologica (nn ). Il soggetto nel far propri stili di vita rinnovati si educa nel lavoro (n. 127), nel superare le sirene del consumismo (n. 203), nel far propria una proposta di ascesi dal potere e dai poteri della tecnica, nell’invocazione del riposo sabbatico (n. 69; 71; 237) come indicazione di un riposo della terra e degli uomini in vista di una condivisione terrena ed escatologica con il povero. Il riposo apre anche alla fruizione della bellezza del creato, che riporta l’uomo ad un equilibrio con i suoi simili e in rapporto a Dio. Gli stili di vita nella loro costanza attuano feconde abitudini (n. 208; 210)

ORIZZONTI (aperti…) Educazione Gli stili quotidiani non sono tanto gesti banali ma semi gettati per un futuro diverso. Su questo versante Francesco richiama i diversi ambiti dell’educazione su cui spicca la centralità della famiglia “luogo della formazione integrale” (n. 213), ma anche il ruolo insostituibile della scuola e l’urgenza che della formazione negli ambiti cristiani L’educazione conduce ad una cittadinanza ecologica (n. 211) secondo il senso dell’habitus che si acquista con le piccole azioni quotidiane. Da qui ci si può incamminare verso un’autentica conversione ecologica, fatta di gratuità e gratitudine, sobrietà e umiltà, verso stili di vita profetici e contemplativi (n. 222) che ci fanno riscoprire l’essere fratelli in relazioni fondate nella Trinità (n. 240) L’educazione è chiamata ad iniziare processi più che a definire programmi

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CONCLUSIONE …per rilanciare Viviamo nell’interdipendenza Le risposte non sono definitive ma processuali, ed insieme tutte collegate Siamo chiamati all’umiltà cosmica ma anche etica e decisionale, aprendo processi e non inseguendo risposte chiuse L’appello etico è rivolto a tutti gli uomini e a tutto l’uomo Il dialogo rappresenta l’ambiente fondamentale in cui condividere esistenze, amicizia di vita ed insieme costruire soluzioni continuamente verificabili e non compromessi

Grazie! Leopoldo Sandonà