L’ELEGIA.

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Transcript della presentazione:

L’ELEGIA

L’elegia: etimologia e origine Per elegia si intende un componimento poetico costituito da una sequenza di distici elegiaci, coppie di versi formate da un esametro e un pentametro. Varie le etimologie proposte per spiegare l’origine del termine: èlegos: indica un canto di lamento accompagnato dall’aulòs (attestato nella tragedia e nella commedia); elegn: parola frigia che vuol dire “flauto”; e e lègein: “dire ahi ahi”, cioè lamentarsi.   È probabile che la culla geografica dell’elegia sia stata l’Asia Minore. Suonatrice di aulòs L’elegia > L’elegia: etimologia e origine

L’elegia nel sistema della comunicazione Ecco le coordinate che permettono di inquadrare la poesia elegiaca nel sistema della comunicazione della Grecia arcaica: elementi della comunicazione elegia mittente un aristocratico o un poeta di professione destinatario l’eteria aristocratica occasione il simposio codice lingua dell’epos con elementi ionici canale recitativo affidato a una voce solista accompagnata da strumento a corda o a fiato temi parenesi militare, politica, riflessioni esistenziali, considerazioni etiche, amore L’elegia > L’elegia nel sistema della comunicazione

I rappresentanti dell’elegia Ecco i rappresentanti (quelli a noi noti, almeno) dell’elegia in età arcaica: elegiaci cronologia ambiti tematici Tirteo VII sec. a.C. elegia parenetica Callino Mimnermo elegia erotica e mitistorica (tratta argomenti mitologici e storici) Solone VII-VI sec. a.C. elegia politica Teognide VI sec. a.C. elegia gnomica Focilide ? L’elegia > I rappresentanti dell’elegia

Callino e Tirteo: l’elegia parenetica Callino e Tirteo sono accomunati dalla scelta di uno stesso tema, preponderante nei loro frammenti: la parenesi (esortazione) al valore militare. Tuttavia si differenziano sotto alcuni aspetti: Callino Tirteo contesto geografico Efeso Sparta contesto storico invasione di Cimmeri e Treri seconda guerra messenica tecniche belliche singolar tenzone falange oplitica destinatari aristocrazia corpo civico occasione simposio cittadino simposio militare L’elegia > Callino e Tirteo: l’elegia parenetica

Soldato spignote a Omero: tali forme artano Lingua e stile La lingua di Callino e di Tirteo è fortemente caratterizzata dalla dizione epica; nei frammenti di Tirteo colpisce l’uso di formule omeriche per esortare a combattere secondo la tattica della falange oplitica. Entrambi però presentano forme dialettali (ionismi in Callino, dorismi in Tirteo) potrebbero spiegarsi con la volontà dei poeti di inserire nella nobile e prestigiosa lingua dell’epos elementi di lessico e di morfologia familiari al loro pubblico. Soldato spignote a Omero: tali forme artano L’elegia > Lingua e stile

Mimnermo: amore e pessimismo Mimnermo vive nella seconda metà del VII secolo a.C., originario di Colofone o di Smirne. Secondo la Suda sarebbe stato auleta, cioè suonatore di flauto; è più probabile che sia stato aulodo, cioè cantore con l’accompagnamento del flauto. Oltre a vari frammenti, ci sono stati tramandati due titoli: Nannò e Smirneide. La vena poetica di Mimnermo presenta un ampio arco di temi, dall’attualità politica alla storia remota, dall’amore alla malinconia della vecchiaia; su tutto domina un profondo pessimismo esistenziale. Agorà di Smirne L’elegia > Mimnermo: amore e pessimismo

Le opere e i temi È difficile attribuire i frammenti superstiti di Mimnermo alla Smirneide o alla Nannò, come pure ricostruire i contenuti di entrambe. Si pensa che: la Smirneide fosse una lunga elegia mitistorica che narrava lo scontro tra Smirne e Gige re di Lidia, fondendo elementi storici e mitici; la Nannò fosse una raccolta di elegie che trattavano temi storici ed etico-politici. Sulla base dei contenuti e di un celebre passo callimacheo possiamo individuare due tendenze in Mimnermo: una tradizionale, che lo spinge a trattare temi simposiali, la vecchiaia, l’amore; una innovativa, che lo porta a trattare temi storici, mitologici e fondazioni di città. Scena di simposio L’elegia > Le opere e i temi

Solone: il poeta legislatore Solone è il primo poeta ateniese di cui si conservi memoria. Nei suoi versi si riflette il suo impegno politico: le sue elegie esprimono il punto di vista di un riformatore appartenente a una fazione vincente.   La sua vita (640-560 a.C.) è stata vissuta nel segno dell’attività politica: arconte e diallaktès (arbitro con pieni poteri col compito di placare le tensioni sociali e politiche), abolisce la schiavitù per debiti e attua una svalutazione monetaria; promuove una riforma istituzionale, che ripartisce obblighi militari e diritti politici su base censitaria e prevede la divisione dei cittadini in quattro classi. Prima dell’arcontato propugna la riconquista dell’isola di Salamina, di grande importanza strategica per Atene. L’elegia > Solone: il poeta legislatore

Le opere e i temi Tra i numerosi frammenti giunti fino a noi ce ne sono tre particolarmente significativi: l’Elegia per Salamina, l’Elegia alle Muse, l’Eunomia.   L’Elegia per Salamina: Solone, fingendosi pazzo, avrebbe declamato pubblicamente i versi di questa elegia per incoraggiare i concittadini a riconquistare Salamina. In realtà: la pazzia di Solone è frutto di propaganda politica avversa; l’elegia era destinata verosimilmente al simposio. Solone L’elegia > Le opere e i temi

Le opere e i temi L’Elegia alle Muse si articola in varie sezioni: invocazione alle Muse; considerazioni etiche: il desiderio di felicità deve essere guidato dalla giustizia, pena la punizione divina; elencazione di mestieri: il messaggio etico è indirizzato in modo particolare ai membri dei ceti artigiani.   L’Eunomia: l’elegia riflette sui danni arrecati dal malgoverno, in particolar modo dalla guerra civile; la punizione è affidata a una divinità, Dike. L’Acropoli di Atene L’elegia > Le opere e i temi

Senofane: il rapsodo antiomerico Senofane nasce nel 565 a.C. a Colofone, città da cui viene bandito (da Creso nel 555 o dai Persiani nel 540?). Partecipa alla fondazione di Elea, dove sarebbe stato l’iniziatore della scuola eleatica. Muore verso il 470 a.C.   Rapsodo itinerante, Senofane canta nei suoi versi i contenuti enciclopedici dell’epos omerico, per contestarli con spirito polemico e dissacrante. Tre gli ambiti tematici presenti nella sua produzione, non sempre associabili a generi letterari distinti: etico-simposiale, storico, filosofico-teologico. L’elegia > Senofane: il rapsodo antiomerico

La produzione elegiaca Due aspetti spiccano nella produzione elegiaca di Senofane: il “galateo” del simposio, che ne descrive i rituali (corone floreali, vini, incenso, gli inni per gli dèi, le libagioni) e raccomanda il piacere all’insegna della moderazione, nella bevuta e nella conversazione (evitare la mitologia e i riferimenti alle lotte civili); la polemica contro l’ideale atletico: a meritare lode, poiché utile alla città, è la sapienza poetica (conoscenza filosofica e tecnica poetica), non la forza degli atleti. Scena di pugilato L’elegia > La produzione elegiaca

Cratere prodotto in Magna Grecia I Silli I Silli sono composizioni satiriche basate sulla parodia omerica: l’epos è criticato per la rappresentazione antropomorfica delle divinità e per l’attribuzione agli dèi di comportamenti eticamente riprovevoli. La critica alla religione tradizionale si avvale di un razionalismo dissacrante. I Silli fungeranno da modello, seppure attraverso alcune mediazioni, per la satira di Lucilio e di Orazio. Cratere prodotto in Magna Grecia L’elegia > I Silli

Il tempio di Nettuno a Paestum Il poema sulla natura Secondo Platone e Aristotele, Senofane sarebbe stato maestro di Parmenide e fondatore della scuola eleatica; secondo altri invece dovrebbe essere inquadrato nell’ambito della filosofia ionica. Avrebbe composto un poema sulla natura, nel quale esponeva le proprie teorie: la terra è finita e delimitata dall’aria nella parte superiore, infinita nella parte inferiore; gli esseri umani sono un miscuglio di terra e acqua; la divinità ha i caratteri dell’unicità, eternità, immobilità (ma Senofane ammette l’esistenza di divinità minori). Il tempio di Nettuno a Paestum L’elegia > Il poema sulla natura

Simposiasta canta un verso di Teognide Teognide di Megara Teognide nasce a Megara Nisea e la sua akmè cade tra il 544 e il 541 a.C. (59°Olimpiade). Viene esiliato dalla sua patria, forse dal tiranno Teagene, e potrebbe aver trascorso una parte del suo esilio a Megara Iblea (dove secondo Platone sarebbe nato). La vicenda dell’esilio e alcune tematiche della sua produzione indicano in Teognide un aristocratico. Simposiasta canta un verso di Teognide L’elegia > Teognide di Megara

Il corpus elegiaco e la sfraghìs Sotto il nome di Teognide di Megara ci è stato trasmesso un corpus elegiaco che costituisce un prontuario di canti per il simposio; ai carmi autentici, che riflettono l’ambiente megarese, se ne sono aggiunti di apocrifi, legati soprattutto all’Attica.   Un problema aperto è quello della sphraghìs, che il poeta dichiara di aver apposto ai propri carmi come garanzia di autenticità: in che cosa consiste? forse della formula “questi versi sono di Teognide di Megara”, più volte ripetuta? forse si tratta del nome di Cirno? forse del nome dell’autore apposto su una copia ufficiale depositata in un santuario? Il gioco del kòttabos L’elegia > Il corpus elegiaco e la sfraghìs

Struttura e ordinamento del corpus Il corpus è costituito da due libri, il secondo dei quali è una selezione di materiale pederotico estratto dal corpus a fini di moralizzazione in età bizantina (IX sec.).   La collocazione delle elegie all’interno del corpus dimostra la destinazione simposiale di questo prontuario: in posizione iniziale troviamo infatti gli inni, destinati ad aprire il simposio; molte sequenze elegiache si presentano come coppie o catene simposiali, cioè proposte seguite da una o più risposte tematicamente e formalmente simili. Fanciulli a scuola L’elegia > Struttura e ordinamento del corpus

Le tematiche L’elegia di Teognide viene spesso definita gnomica, cioè sentenziosa, in quanto fornisce insegnamenti di natura etica e politica sotto forma di sentenze. Ecco le tematiche principali: dicotomia della società in esthloi/agathoi (i nobili conservatori) e kakoi/deiloi (le classi in ascesa, viste come sovvertitrici dell’ordine sociale); condanna di ogni commistione tra aristocratici e ceti emergenti, compresi i matrimoni misti; etica del polipo: il nobile deve saper trattare con chiunque; la nostalgia provata durante l’esilio e spunti di pessimismo esistenziale (inquietudine e annichilimento dell’uomo nella morte); l’educazione all’eros come componente della paideia aristocratica: Cirno è esortato alla lealtà e alla reciprocità; precettistica sulla conversazione durante il simposio. L’elegia > Le tematiche

Focilide Focilide fu un poeta apprezzato dagli antichi per la ricchezza degli insegnamenti etici dei suoi testi, qualità che ne ha permesso l’accostamento a Teognide e a Esiodo. Di lui conosciamo con certezza solo la patria, Mileto; incerta è la cronologia, che oscilla tra la prima e la seconda metà del VI secolo a.C. Di Focilide leggiamo 16 frammenti, di cui uno in distici elegiaci, gli altri in esametri. Interessante il fr. 2 G.-P. perché ripropone il motivo della classificazione di varie tipologie di donne in base ad accostamenti con animali (cfr. Semonide). Sei dei frammenti superstiti recano una sphraghìs iniziale comprovante la paternità focilidea dei testi. La stoà di Mileto L’elegia > Focilide