Analisi della conversazione Un innovatore: PAUL GRICE ( ) fare luce sulle componenti cognitive “nascoste” della comunicazione le implicature convenzionali
Che cos’è l’implicatura convenzionale (attraverso risorse linguistiche) es. 1. Giovanni è proprio testardo. Che vuoi farci, è sardo… implicazione di senso comune: “I sardi sono testardi” es. 2 Luisa è bella, ma è intelligente Implicazione di senso comune: “Spesso la bellezza non si accompagna a intelli- genza”
Principio di cooperazione implicature conversazionali Sono le proposizioni che, in un determinato contesto, possono essere comunicate senza essere dette in modo esplicito, senza fare riferimento a convenzioni sociali.
Implicature conversazionali Es. 1. A. «Andiamo al cinema?» B. «Sono stanca» Domanda: andranno al cinema? Perché sì/no? Es. 2 (Gianni De Michelis) Hai mai pensato di iscriverti al Partito socialista? (Massimo Cacciari) No, grazie, sono ricco di famiglia Cosa ha voluto dire Cacciari?
Massime conversazionali “sponde” socialmente condivise della comunicazione interpersonale massime di quantità dà un contributo tanto informativo quanto effettivamente richiesto non dare un contributo più informativo di quanto effettivamente richiesto (Se mi chiedi se ho pranzato, non ti attendi una spiegazione di 5 minuti) massime di qualità non affermare ciò che credi essere falso non affermare ciò di cui non hai prove adeguate (Se non ammetto questo principio non posso neanche chiederti che ore sono…)
Le altre due massime massima di relazione sii pertinente (Se ti chiedo se i musei sono aperti la risposta «Bisogna vedere se Alemanno prende la pala» può apparire non pertinente) massime di modo (sii perspicuo) evita di esprimerti con oscurità evita di essere ambiguo sii breve sii ordinato nell’esposizione
Che succede quando si violano le massime? viol. Max A Pippo: “Ti piace il corso di diritto?” Paola: “È un corso di diritto” Cosa ha voluto dire Paola? viol. Max C Tizio: “Sai se Gianni e Laura stanno insieme?” Caio: “Hai visto che bella giornata?” Cosa ha voluto dire Caio?
Conclusione provvisoria Le massime funzionano anche quando vengono violate Il loro potere comunicativo sta nel gioco fra la massima e le possibili implicature sollecitate dal contesto Per giocare il gioco delle massime è necessario mettere in funzione Il principio di carità: quel che è stato detto deve avere un senso L’inferenza logica: se… allora
La teoria della pertinenza (Sperber e Wilson 1986, 1995, 2004) Principio Comunicativo di Pertinenza In generale: La comunicazione, secondo il modello inferenziale, è produzione ed interpretazione di indizi. il parlante produce un indizio di ciò che intende ed il destinatario inferisce il senso inteso dal parlante a partire da quell'indizio e dal contesto.
Un esempio pratico Es. Tu e io siamo al bar e voglio pagare io. Senza dire nulla, e senza la minima esitazione, mi dirigo alla cassa. Cosa succede in termini di comunicazione? – ho offerto uno stimolo ostensivo; e tu – dato lo stimolo e – dato il contesto (siamo al bar e abbiamo appena consumato) – inferisci che voglio pagare io.
Come si è comportato il ricevente? Secondo i teorici della pertinenza, nel corso della comprensione verbale il ricevente usa una procedura guidata da un principio comunicativo del tipo illustrato nella colonna di destra Nel processare gli effetti cognitivi, segui il percorso che minimizza lo sforzo: controlla le ipotesi interpretative (del proferimento del comunicatore) in ordine d'accessibilità; Fermati quando le tue aspettative di pertinenza sono soddisfatte.
Uno scenario alternativo Supponiamo invece che io non mi sia diretto verso la cassa e abbia i) detto “Ah sì dobbiamo pagare” ii) guardato la cassa senza muovermi Come cambierebbe il percorso di comprensione del ricevente? Ne inferirebbe che è invitato a pagare lui/lei
Principio Comunicativo di Pertinenza: In sostanza, utilizzando uno stimolo ostensivo, il comunicatore sollecita nei suoi destinatari l'aspettativa che quello stimolo sia sufficientemente pertinente da essere trattato. L'uso di uno stimolo ostensivo, quale un enunciato, un gesto o altro, genera aspettative di pertinenza sufficienti a guidare l'ascoltatore al voler dire del parlante. Queste considerazioni sono sintetizzate nel principio di pertinenza Ogni proferimento (ogni atto di comunicazione ostensivo – inferenziale) comunica la presunzione della propria pertinenza ottimale Si presenta cioè come sufficiente affinché il ricevente intenda nella maniera attesa l’indizio offertogli dal mittente Ciò non significa peraltro che la comunicazione vada necessariamente a buon fine
Più analiticamente…. La pertinenza ottimale dello stimolo ostensivo è ciò che un destinatario di un proferimento può attendersi dal comunicatore, data la definizione di pertinenza in termini di sforzo ed effetti cognitivi. Più precisamente, uno stimolo ostensivo è ottimamente pertinente se e solo se: a) È abbastanza pertinente da meritare di essere processato; b) È il più pertinente, compatibilmente con le capacità e le preferenze del comunicatore (è quello che genera il maggior numero di effetti con il minor sforzo). Un esempio applicativo 1. Paola chiede a Franca: “Credi che Gianni verrà alla festa in discoteca?” 2. Franca risponde: “Gianni è un orso!” Cosa farà Gianni? …………………………………………………… …………………………………………………… Perché abbiamo risposto così? …………………………………………………… …………………………………………………… ……………………………………………………
Applichiamo lo schema di lavoro della pertinenza: Alla domanda 1. Franca risponde con un enunciato 2. che è un atto di comunicazione ostensivo – inferenziale nel senso che, intendendo rispondere a 1., comunica la presunzione della propria pertinenza ottimale Franca ipotizza – cioè – che l’enunciato 2. soddisfi le seguenti condizioni: a) È abbastanza pertinente da meritare di essere processato (=analizzato alla ricerca di una pertinenza); b) È il più pertinente, compatibilmente con le capacità e le preferenze del comunicatore (è quello che genera il maggior numero di effetti con il minor sforzo). Come si comporta adesso Paola? Nella sua mente, l'enunciato di Franca darà luogo a varie possibili implicazioni: implicazioni 1.Gianni è riservato. 2.Gianni è pigro. 3.Gianni è solitario. 4.Gianni non ama uscite di gruppo (a cena, in discoteca o altrove). 5.Gianni è ghiotto di miele. 6.Gianni ha la pelliccia. 7.Gianni è un mammifero di grandi dimensioni della famiglia degli Ursidi. 8.…………………………..
Come Paola fa lavorare l’inferenza Guidata da aspettative di pertinenza, Paola, considerando queste possibilità in ordine d'accessibilità, giunge all'interpretazione 4), un'interpretazione metaforica, e qui si ferma. Non esamina ulteriori implicazioni possibili 5) – 7). Segue la via del minimo sforzo e si arresta quando gli sforzi d'elaborazione sono compensati dagli effetti ottenuti, avendo soddisfatto le proprie aspettative di pertinenza.