Immigrazione: valvole di sfogo e motivi di speranza.

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Transcript della presentazione:

Immigrazione: valvole di sfogo e motivi di speranza

Gli immigrati sono persone che si muovono principalmente alla ricerca di migliori condizioni di vita: molti hanno un regolare permesso di soggiorno, altri arrivano clandestinamente.

Le disuguaglianze economiche e le diverse situazioni politiche e sociali spingono un numero sempre maggiore di persone a considerare l’emigrazione una strada obbligatoria per garantire a se stessi e ai propri figli un futuro migliore.

L’immigrazione Italiana è un fenomeno recente I fenomeni migratori ricoprono un ruolo centrale nelle situazioni economiche e sociali che caratterizzano un Paese come l'Italia che si è trasformata negli ultimi venticinque anni da paese di emigrazione in paese di immigrazione. Per ragioni naturali, infatti, la nostra penisola è stata per secoli predisposta a divenire terreno di incontro di correnti migratorie ed esperienze culturali disparate, che hanno caratterizzato e conformato la vita sociale e culturale. Fino agli anni ’70 non si parla mai di immigrazione, ma semplicemente di presenza straniera. A partire dagli anni ottanta, ma soprattutto negli anni novanta, c'è stata un'inversione di tendenza; i flussi migratori verso il nostro Paese si sono significativamente intensificati rendendo l'Italia un punto d'approdo per i cittadini provenienti dal terzo mondo. Nel corso degli anni ottanta il ruolo dell'Italia nel sistema delle migrazioni internazionali muta profondamente: se prima era coinvolta solo marginalmente dal fenomeno immigrazione, ora ne è pienamente investita. E' in questi anni che l'opinione pubblica presta sempre più attenzione a questa situazione.

Una volta cominciata, l’immigrazione ha assunto un andamento tumultuoso anche per l’iniziale mancanza di controlli da parte del governo Italiano. Lo Stato Italiano infatti, si è trovato completamente impreparato di fronte al fenomeno dell’immigrazione. L’Italia è stato sempre un paese che ha esportato manodopera all’estero. La situazione inversa -importazione di manodopera straniera- rappresentava quindi per l’Italia un fenomeno del tutto nuovo.. Questo flusso si caratterizza fin dall’inizio come conseguenza di fattori di espulsione dai paesi di esodo e non di attrazione da parte del tessuto produttivo e sociale italiano, investito della crisi economica tanto quanto il resto d’Europa e impreparato all’accoglienza di nuova popolazione immigrata.

Le prime comunità Giovani donne (filippine, eritree, somale, capoverdiane, latinoamericane) impiegate nel lavoro domestico nelle grandi città; Lavoratori maghrebini, in particolare tunisini, impiegati nel settore della pesca in Sicilia; Marocchini dediti al commercio ambulante su tutto il territorio nazionale; Egiziani impiegati nella piccola impresa del nord; Cinesi, richiamati dalle attività già avviate da connazionali negli anni ’60; Jugoslavi impiegati nella ricostruzione del dopo- terremoto in Friuli (1976).

Caratteristiche della prima immigrazione in Italia Molteplicità delle componenti etnico - culturali; Forte concentrazione territoriale – rapporto stretto fra area geografica di immigrazione e paese di provenienza; Direzione verso regioni a diverso grado di sviluppo, anche con alti tassi di disoccupazione, e di urbanizzazione; Mobilità degli immigrati all’interno del paese, anche di intere comunità; Elevata scolarizzazione.

L’immigrazione negli anni ’80 Tra gli anni ’80 e ’90 si comincia a parlare più seriamente del fenomeno, anche se, da un punto di vista statistico, permangono le carenze e le stime azzardate. Il problema principale è rappresentato dagli irregolari. Non si tratta di clandestini, ma di overstayers: persone entrate in Italia regolarmente, quasi sempre con visto turistico, e che alla scadenza si ritrovano in condizione di illegalità. Manca una normativa specifica. L’immigrazione è regolata dal Testo Unico di polizia del 1931, che si limita a imporre un controllo sugli stranieri.

L’immigrazione cambia Tra gli anni ’80 e i primi anni ’90 l’immigrazione in Italia cambia: La percentuale di stranieri provenienti dai paesi della CEE e dai paesi “avanzati” si riduce drasticamente, sebbene gli ingressi aumentino. Oltre la metà degli immigrati nel 1994 proviene dai paesi del sud del mondo, a forte pressione migratoria Dopo il 1989, cresce la percentuale degli europei dell’est: all’inizio si tratta prevalentemente di rifugiati politici o religiosi, poi di immigrati per lavoro.

L’andamento negli anni ‘90 1992: diminuzione dei permessi. Molti regolarizzati non riescono a trovare un lavoro ufficialmente dichiarato e non sono in grado di attestare il reddito minimo richiesto per il rinnovo del permesso di soggiorno. Negli anni successivi gli aumenti, molto contenuti, avvengono per effetto delle quote programmate e dei ricongiungimenti familiari.

Inserimento lavorativo Nord: Lavoro industriale nelle piccole e medie imprese. Lavoro domestico e di assistenza nelle aree urbane. Centro-Sud: Lavoro stagionale in edilizia e agricoltura. Pagamento a cottimo, con paghe molto inferiori ai minimi sindacali. Molto rari gli impieghi a salari fissi

Da dove arrivano gli immigrati?

Dove vivono gli immigrati La carta illustra, attraverso una serie di grafici per ogni regione italiana, l'entità numerica di cittadini stranieri e immigrati residenti. Si può notare come le regioni che ospitano il maggior  numero di persone immigrate sono la Lombardia ed il Piemonte, seguite dal Veneto. Una conseguenza naturale, come è possibile osservare sulla mappa, è che il Nord è l'area dove maggiore è l'impatto dell'immigrazione. Grazie ai grafici, possiamo intuire facilmente che, fra le varie etnie e popolazioni immigrate, quella romena è la più numerosa con una particolare concentrazione nel Lazio ed in Piemonte. Al secondo posto, in termini di entità numerica, troviamo i marocchini, residenti soprattutto al Nord, in particolare in Emilia Romagna. Seguono gli albanesi (in Puglia, Lombardia e nelle regioni centrali) ed infine i cinesi, sparsi in maniera abbastanza omogenea su tutto il territorio italiano. 

Diversi tipi di immigrazione Immigrati per lavoro Immigrati stagionali o lavoratori a contratto Immigrati qualificati e imprenditori I familiari a seguito Rifugiati e richiedenti asilo (il “rifugiato” è una persona che risiede al di fuori del suo paese di origine e che non può o non vuole ritornare a casa per il timore di persecuzioni) Immigrati irregolari, clandestini, vittime del traffico di esseri umani Migranti di seconda generazione Migranti di ritorno (coloro che rientrano nei luoghi di origine dopo avere trascorso un periodo della vita in un altro paese).

Specializzazione su base etnica Un altro dato che caratterizza l’immigrazione in Italia è la specializzazione occupazionale su base etnica: Senegalesi e marocchini: maschi giovani non accompagnati dalla famiglia, si dedicano soprattutto al commercio ambulante (vu cumprà); Egiziani: spesso accompagnati dalle famiglie e insediati stabilmente al nord, lavorano nell’industria; Cinesi: attività imprenditoriale. Ristoranti in tutto il territorio nazionale e laboratori di abbigliamento e pelletteria Il lavoro domestico rimane prerogativa femminile. Alle provenienze tradizionali si aggiungono indiane e cingalesi; Tra gli europei dell’est, i polacchi sono generalmente impiegati nel lavoro domestico e di assistenza e i rumeni nell’edilizia

Il lavoro degli immigrati è: REGOLA DELLE 5 P: Il lavoro degli immigrati è: PRECARIO PESANTE

PERICOLOSO POCO PAGATO

PENALIZZANTE

La prima legge 1986 Nel 1986 viene emanata la legge 943 – “Norme in materia di collocamento e di trattamento dei lavoratori extracomunitari immigrati e contro le immigrazioni clandestine”: è la prima regolamentazione normativa dell’attività lavorativa straniera. La legge reca alcune importanti norme in tema di collocamento, trattamento dei lavoratori stranieri, ricongiungimento familiare e sanzioni per l’immigrazione clandestina.

La Sanatoria La legge 943/86 prevede una sanatoria per tutti gli immigrati che, entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge, dimostrino di risiedere a qualsiasi titolo in Italia. Un’altra regolarizzazione era stata ordinata nel 1981, ma aveva riguardato solo alcune migliaia di persone. Anche i datori di lavoro possono denunciare gli immigrati assunti irregolarmente.

La Legge Martelli Per far fronte all’emergenza, il governo predispose un decreto poi convertito in legge dal parlamento,la legge 39/90 (Legge Martelli). La legge prevedeva una sanatoria: gli extracomunitari entrati clandestinamente in Italia fino al 31 Dicembre 1989 potevano regolarizzare la loro situazione entro tre mesi. Avrebbero avuto cosi la possibilità di usufruire dell’Servizio Sanitario Nazionale, di scriversi al collocamento, di partecipare all’assegnazione degli alloggi popolari. La legge regolava anche gli interessi futuri prevedendo che il governo ogni anno emanasse un decreto per precisare a quali persone era permesso l’ingresso in Italia. La legge Martelli disciplinava anche la concessione dei permessi di soggiorno e prevedeva l’espulsione delle persone pericolose per la sicurezza dello stato, delle persone condannate per gravi reati e quelle sprovviste di mezzi di sostentamento. La legge Martelli non riuscì a bloccare gli ingressi clandestini e ad evitare che molti espulsi restassero clandestinamente in Italia.

I decreti Dini e la legge del 1996 Dal 1992 al 1996 vengono emanati sei decreti legge nel tentativo di adeguare l’impianto della legge del ‘90 alle esigenze concrete della società. Il decreto emanato dal Governo Dini nel 1995, contiene un provvedimento di regolarizzazione, ma non viene convertito in legge. È necessaria la legge n. 617/1996 per fare salvi gli effetti della regolarizzazione iniziata nel dicembre del 1995. Tre possibilità offerte come occasione di regolarizzazione: per lavoro subordinato, per iscrizione nelle liste di collocamento (con l’impegno a trovare un lavoro entro un anno), per ricongiungimento familiare.

La legge Turco - Napolitano Legge 6 marzo 1998 n. 40 “Disciplina dell’immigrazione e della condizione dello straniero”, recepita e integrata nel decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286, Testo Unico. Programmazione dei flussi di ingresso per lavoro; contrasto dell’immigrazione clandestina (istituzione dei Cpt); aggravamento delle sanzioni penali per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; disciplina della carta di soggiorno; norme a tutela della famiglia; integrazione scolastica; parità di assistenza sociale e sanitaria; repressione della discriminazione e parità della tutela giurisdizionale.

Legge Bossi-Fini La legge n. 189 del 30 luglio 2002, detta anche legge Bossi-Fini, è uno degli ultimi testi approvati dal Parlamento italiano in materia d'immigrazione. Tale legge regola la condizione degli stranieri in Italia e modifica la normativa precedente, riunita nel decreto legislativo n. 286 del 25 luglio 1998, Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero. Le modifiche introdotte dalla legge intendono sia rafforzare le misure di contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani, sia favorire l'inserimento dell'immigrato che risiede e lavora regolarmente in Italia. Con queste modifiche, la legge Bossi-Fini è intervenuta su numerosi punti del Testo Unico. Ecco qualche esempio.   Rilascio del permesso di soggiorno. (art 9) Lavoro per gli stranieri in Italia. (art6 ) Procedimento di espulsione e immigrazione clandestina. (art11) Richieste d'asilo.( art32)

L’Italia attira immigrazione irregolare per la peculiare espansione dell’economia informale, un tessuto di piccole imprese in cui il lavoro nero si cela più facilmente. Le regioni interessate al fenomeno sono il Lazio, la Campania, la Calabria, la Puglia, la Basilicata e la Sicilia.

Caratteristiche evolutive del fenomeno migratorio in Campania Da terra di partenze a luogo d’arrivi, da area di passaggio a regione di insediamento stabile. Cambiamenti in termini quantitativi: Peso numerico, classi di età e di studio. Sesso,titolo Cambiamenti in termini qualitativi: Etnici: caratteristiche dei gruppi etnici,modelli migratori,modalità relazionali.

Modello Campano di Immigrazione Modello Metropolitano (Donne nel settore della collaborazione domestica e familiare); 2. Modello periferico - rurale (Uomini nel settore del terziario dequalificato e lavoro agricolo stagionale).

ETNICIZZAZIONE DEL LAVORO IN CAMPANIA Commercio: Cina, Nigeria, Pakistan , Sri Lanka, Senegal, Pizzerie/Ristoranti: Maghreb ,Egitto, Cina, Sri Lanka Agricoltura: Maghreb, Sud - Africa Sub Sahariana, Romania, Albania Collaborazione Domestica: Ucraina, Polonia, Filippine, Sri Lanka, Romania Allevamenti: India, Bangladesh Edilizia: Romania, Bulgaria, Albania, Maghreb.

Problematiche connesse al lavoro irregolare Morti Bianche Fratture al bacino e agli arti inferiori Interruzioni di gravidanza Disagio Psicologico Etilismo Molestie Sessuali Snaturamento Identitario.

Fattori che influiscono sull’immigrazione irregolare Sopravalutazione dei controlli alla frontiera Attività di vigilanza inadeguata sui posti di lavoro Impermeabilità alle ispezioni di determinati settori Forte bisogno di manodopera aggiuntiva Meccanismi inefficienti per l’ingresso di nuovi lavoratori

Conseguenze negative del lavoro irregolare Sulla dignità dell’uomo Sul livello retributivo Sul contributo previdenziale Sul bilancio di Stato Sul livello di legalità Sull’immagine del Paese

Strategia per superare l’immigrazione irregolare e il lavoro nero Impegno culturale Quote annuali di ingresso adeguate Meccanismo di collocamento più agibile Permessi per la ricerca del posto di lavoro Attenuazione del peso della burocrazia Normativa sull’imprenditoria più percorribile Potenziamento delle ispezioni Inquadramento dell’immigrazione come fattore strutturale

Legge regionale sull’immigrazione Gli elementi principali della legge sull’immigrazione approvata dal Consiglio regionale della Campania sono: Pari opportunità di accesso al sistema di tutela e di garanzia di cui godono i cittadini italiani; misure speciali volte a colmare la situazione di svantaggio; garanzia dei diritti fondamentali per tutti, indipendentemente dalla posizione giuridica, prevenendo e rimuovendo ogni forma di razzismo e xenofobia. Di recente in Campania è stata approvata la legge regionale sull’immigrazione

La scommessa dei prossimi anni è accompagnare questo processo epocale ancorando il percorso di integrazione e di convivenza a criteri di accoglienza, tutela dei diritti, garanzia di sicurezza e di legalità per tutti. Leggere la lettera 34

“Il viaggio per una vita Migliore“ Il mio viaggio comincia così. Per primo parti mio padre, io ancora non ero nata, sono nata dopo un mese che mio padre andò in Italia per cercare lavoro. Quando io sono nata sono cresciuta 1 anno e 7 mesi senza conoscere mio padre. Nel 1999 mio padre è tornato a casa ma non è rimasto tanto con noi, dopo due settimane è partito di nuovo io e mia madre siamo rimaste per la seconda volta da sole. Il 2001 papà è tornato a casa ma quando partì, partì insieme a mia madre e io sono rimasta in Romania con mia nonna per 1 anno. In questo anno io mi sono ammalata, tutti i giorni mi mettevo seduta con una foto di mamma e papà e la guardavo con occhi tristi e sofferenti di una bambina di tre anni. Dopo un anno mio padre tornò in Romania per portarmi in Italia. Avevo 4 anni questo viaggio era la più difficile esperienza della mia vita, era freddo, neve, vento e io non vedevo l’ora di vedere mia madre.

Ero contentissima perché finalmente ero vicina a mamma e papà. Questo viaggio durò 2 giorni, e di tanto in tanto mio padre mi dava il telefonino per parlare con mia madre. Io cominciai a piangere e chiedevo a mio padre quando arriviamo in Italia. Finalmente sono arrivata, io dormivo e mio padre mi ha svegliata. …. Mi sono alzata e ho saltato in braccia di mia madre. Ero contentissima perché finalmente ero vicina a mamma e papà. Arrivata in Italia per me era tutto strano: la lingua, città tutto – ma ho cominciato ad andare a scuola. Piano, piano, ho imparato la lingua, a piacermi la città, tutto intorno a me. Io sono contentissima che sono venuta in Italia, mi piace tutto in Italia. La gente, la scuola, tutto quello che c’è in torno a me. Questo viaggio mi ha insegnato che la vita non è così difficile come sembra. Al mio paese torno volentieri, ma la mia vita ormai è cominciata qui in Italia. Mi mancano tanto, tanto le mie nonne, ma tutte le vacanze di estate vado da loro. Io in questo momento sono felicissima che mi trovo nel più bel paese del mondo” Stefania

Bibliografia Speraddio “STORIE DI OGGI E DI DOMANI” 2002,Medusa editrice Ancora, Aveta, Palmieri “NOI CITTADINI DEL VILLAGGIO GLOBALE” 2005, Loffredo editore. Klaus j. Bade “L’EUROPA IN MOVIMENTO:LE MIGRAZIONI DAL SETTECENTO AD OGGI” 2001 La Terza editore Della Valentina, Brambati, Cremaschi “IL NOVECENTO” Minerva Italica