L’EVOLUZIONE STORICA E LE TEORIE SUL RUOLO DELLO STATO NELL’ECONOMIA E SULL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA Sintesi del paragrafo 4 dell’Unità sull’attività.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Altri modelli keynesiani
Advertisements

Lezione 7 Applicazione: la politica economica nel breve periodo
SESTO MODULO Elementi di economia.
Il “miracolo economico” ( )
1 I motivi di intervento dello Stato nelleconomia Scienza delle Finanze V ITT Prof.ssa Mariacristina Cristini.
Casi di fallimento del mercato Casi di fallimento del mercato Beni pubbliciEsternalità Mercati non concorrenziali Asimmetria delle informazioni.
I modelli di capitalismo
LA REGOLAZIONE DELLA SOCIETA E DELLECONOMIA SI AFFIDA AD UNA COMBINAZIONE DI CRITERI TRA CUI QUELLI POLITICI SI BASA SU UNA PLURALITA DI PRINCIPI DI REGOLAZIONE.
Concorrenza perfetta.
Ciclo economico, teoria keynesiana ed intervento dello Stato.
Lezione 4 IL MERCATO DEI BENI
Lezione 13 Applicazione: Il mix di politica economica
Corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche corso di POLITICA ECONOMICA Docente SAVERIA CAPELLARI Gorizia, a.a
Focus 4 Il patto di stabilità e crescita.
Saldo di bilancio, debito pubblico e investimenti
Lindustria Italiana Una breve sintesi Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni.
Legami economici internazionali
La Politica Agricola Comune (PAc). La metà delle risorse comunitarie è destinata alla PAC Parole chiave: sussidi, produttività, oscillazione dei prezzi.
CORSO DI ECONOMIA POLITICA MACROECONOMIA Docente: Prof.ssa M. Bevolo
REDDITO DI EQUILIBRIO NEL BREVE PERIODO
R.Capolupo-Appunti Macro21 Lezione 9 (Capitolo 14 De Long) Saldo di bilancio, debito pubblico e investimenti.
Lezione 8 La politica fiscale, il deficit ed il debito pubblico
La spesa pubblica ud 2 Prof. Colucci Donato
Capitolo 6 La disoccupazione
EVOLUZIONE, FORME E CRISI DELLO STATO
Il sistema a economia mista
IL CICLO ECONOMICO INTRODUZIONE E ANALISI DELLE VARIAZIONI ECONOMICHE
1 Corso di Analisi Finanziaria degli Enti Pubblici Le determinanti del funzionamento delle Amministrazioni Pubbliche Sergio Zucchetti Anno Accademico 2013.
Come studiare le politiche pubbliche
Il pericolo deflazione
Capitolo III. Il mercato dei beni.
Manifesto capitalista UNA RIVOLUZIONE CULTURALE CONTRO L’ECONOMIA CORROTTA.
CORSO DI ECONOMIA POLITICA MACROECONOMIA Docente: Prof.ssa M. Bevolo
Politica Fiscale, Inflazione, Ciclo economico
M A C R O E C O N O M I A Analisi dei meccanismi che determinano il funzionamento e la performance di un sistema economico nel suo complesso Fenomeni macroeconomici.
Macroeconomia ESERCITAZIONE V
1 Corso di Analisi Finanziaria degli Enti Pubblici Le determinanti del funzionamento delle Amministrazioni Pubbliche Sergio Zucchetti Anno Accademico 2014.
Esercizi di politica economica Per vedere graficamente i vari casi descritti in ciascuna slide è necessario far partire le animazioni Le risposte ai quesiti.
Leandro Conte Dipartimento Economia Politica e Statistica
Introduzione al corso Istituzioni di Economia Politica II Istituzioni di Economia Politica II (CLEA/CLAM )
I concetti fondamentali dell’economia
Capitolo 5 LA FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA
TEORIA KEYNESIANA ED INTERVENTO DELLO STATO IN ECONOMIA
LO STATO NEL SISTEMA ECONOMICO
Prof. Avv. Alessandro Giovannini
La politica fiscale, il deficit ed il debito pubblico
Diritto Stato, servizi, imprese.
Economia politica per il quinto anno
IL POTERE DEI GIGANTI PERCHÉ LA CRISI NON HA SCONFITTO IL NEOLIBERISMO COLIN CROUCH.
LA STORIA ANNO 2008 ANNO 2009 ANNO 2010 GLI ATTORI GLI ACCADIMENTI
I modelli di capitalismo Il dibattito negli anni ‘70.
La crescita del settore pubblico
L’ equilibrio del mercato dei beni: applicazioni Istituzioni di Economia Politica II.
La bozza di piattaforma di CGIL, CISL, UIL su LAVORO, FISCO, PREVIDENZA LA PROPOSTA VIENE ILLUSTRATA IN ASSEMBLEA NEI LUOGHI DI LAVORO; IL SINDACATO ASCOLTA.
PRODOTTO E REDDITO NAZIONALE Prof. Fabio Asaro. TRA LE GRANDEZZE AGGREGATE PIU’ IMPORTANTI ELABORATE DALLA CONTABILITA’ ECONOMICA NAZIONALE CI SONO.
ISTITUTO PROFESSIONALE SASSETTI-PERUZZI Sede coordinata di Scandicci A
Politica economica Parte seconda Valentina Meliciani.
L’INTERVENTO PUBBLICO NELL’ECONOMIA Prof. Fabio Asaro.
BILANCIO DI PREVISIONE 2015 DEL COMUNE DI FORLI’ Presentazione Marzo 2015.
La “Grande depressione” e la “Grande recessione” Una comparazione PROF. RICCARDO FIORENTINI.
I compiti dello Stato nella teoria economica. evoluzione del pensiero economico e definizione dell’estensione dei compiti dello stato: riconoscimento.
Scienza delle Finanze Università Federico II Facoltà di Giurisprudenza Prima cattedra (lett.A-L) a.a Prof. G. Stornaiuolo.
IL CAPITALISMO DEMOCRATICO. IL PASSATO IL COMPROMESSO TRA CAPITALISMO E DEMOCRAZIA REALIZZATO DURANTE IL FORDISMO VIENE OGGI VISTO COME UNA PARENTESI.
Abbiamo visto occupandoci di crescita e produttività che lavoro e capitale sono le principali determinanti della produzione nel lungo periodo. Questa parte.
E U R O PA Intervento Davide Bonagurio.
«Gli economisti si assegnano un compito troppo agevole e troppo poco utile se, nei periodi di tempesta, riescono a dirci soltanto che una volta passato.
IL SISTEMA E ECONOMICO GLI OPERATORI ECONOMICI
Transcript della presentazione:

L’EVOLUZIONE STORICA E LE TEORIE SUL RUOLO DELLO STATO NELL’ECONOMIA E SULL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA Sintesi del paragrafo 4 dell’Unità sull’attività finanziaria pubblica a cura di Sara Marsico Finanza neutrale Economisti di riferimento: classici e neoclassici Periodo storico 1700-1850 Lo Stato deve astenersi e dall’entrare nel mercato. Deve assicurare la pace sociale, attraverso le tre funzioni essenziali: ordine pubblico, amministrazione della giustizia, difesa dei confini. Deve essere arbitro e non giocatore e dettare leggi a tutela della concorrenza, per evitare la formazione dei monopoli. Il problema dei poveri non è un problema dello Stato L’IMPOSTA Più GIUSTA è QUELLA PROPORZIONALE (ad aliquota fissa e costante), con l’eccentrica posizione di Stuart Mill DOGMA DEL BILANCIO IN PAREGGIO La finanza neutrale entra in crisi dopo la metà del secolo scorso, a seguito degli attacchi dai pensatori della Scuola socialista, che osservano che l’astensione dello Stato favorisce le classi sociali più forti a danno dei lavoratori, invece lo Stato deve intervenire e perseguire obiettivi di redistribuzione della ricchezza fra le classi sociali Finanza della riforma sociale Economisti di riferimento: Marx e i pensatori socialisti Periodo storico dal 1850 in poi Rappresenta una reazione alla finanza neutrale; lo Stato deve intervenire a protezione delle classi sociali più deboli, garantendo uguaglianza nella distribuzione della ricchezza L’Imposta più equa è quella progressiva, che aumenta in modo più che proporzionale all’aumentare del reddito e ottiene la redistribuzione della ricchezza Si introduce l’imposta di successione, sempre al fine di redistribuire la ricchezza e di rimediare alle ingiustizie che si sono create nel mercato a causa dell’ avidità dei più ricchi e potenti. Il bilancio può essere in deficit

Finanza congiunturale Finanza funzionale L’EVOLUZIONE STORICA E LE TEORIE SUL RUOLO DELLO STATO NELL’ECONOMIA E SULL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA Finanza congiunturale Finanza funzionale Economisti di riferimento: pensatori scandinavi Periodo: 1900 Lo Stato deve agire per contrastare le onde del ciclo economico e per attutirne gli effetti. In periodi di espansione o boom deve aumentare il prelievo fiscale e diminuire la spesa pubblica; in periodo di depressione o recessione deve aumentare la spesa pubblica e alleggerire il prelievo fiscale. Si predilige l’imposta progressiva e si introducono le imposte di successione per rimediare alle disuguaglianze economiche e sociali. Economista di riferimento: Keynes Periodo: dal 1929 in poi, fino agli anni ‘70/’80 Lo Stato non deve agire solo in funzione anticongiunturale, ma deve avere un ruolo attivo nel sistema economico. Poiché la sfera malata del sistema è la sfera della domanda, lo Stato deve intervenire sostenendo i consumi e gli investimenti, in periodo di sottoutilizzazione dei fattori produttivi, avendo come obiettivo la piena occupazione e una più equa distribuzione del reddito nazionale, in modo che i consumi sostengano l’economia. Imposte scelte: progressiva e di successione Realizzazione di uno Stato sociale Il bilancio può essere anche in deficit e il debito pubblico non rappresenta un problema Questa teoria e questo insieme di politiche economiche entrano in crisi a causa dell’eccessivo debito pubblico che si è creato negli Stati che le hanno adottate indiscriminatamente. Dagli anni ‘80 in tutta Europa si ha quindi il venire meno della finanza funzionale.

Neoliberismo Lo Stato innovatore nel pensiero di Mariana Mazzucato L’EVOLUZIONE STORICA E LE TEORIE SUL RUOLO DELLO STATO NELL’ECONOMIA E SULL’ATTIVITA’ FINANZIARIA PUBBLICA Neoliberismo Lo Stato innovatore nel pensiero di Mariana Mazzucato Ispiratori: economisti monetaristi, Margaret Thatcher e Ronald Reagan Dopo la crisi dello Stato sociale, troppo costoso e spesso inefficiente, il neoliberismo ridimensiona gli obiettivi della finanza pubblica, fa della deregulation, in ogni campo, una parola d’ordine, ridimensiona lo Stato sociale, privilegia il mercato allo Stato. Si ritorna all’imposta proporzionale, laddove è consentita dalle Costituzioni, si persegue l’equilibrio di bilancio, riducendo il deficit pubblico e cercando di abbassare il rapporto debito/pil . Si privilegiano politiche di austerity, di riduzione e taglio della spesa pubblica e alleggerimento delle imposte, laddove è possibile. Allo Stato si riconosce il compito di correggere i cosiddetti fallimenti del mercato, o market failures. Dopo la crisi dei mutui subprime e dei derivati(2008) c’è una rinascita del pensiero Keynesiano La crisi del 2007/2008 è stata risolta negli Usa con interventi di politica monetaria espansiva, mentre nell’Unione Europea sono state adottate politiche di austerity,tendenti al pareggio di bilancio, che in Italia è entrato, pur se n modo temperato, in Costituzione. Solo recentemente la Banca Centrale Europea ha adottato politiche espansive, dette di Quantitative easing. Nel “dopo crisi”, vi sono osservatori, commentatori politici ed economisti che suggeriscono di ridurre il perimetro pubblico (ridurre la spesa pubblica per abbassare le tasse) con l’obiettivo di ridare ossigeno all’economia privata. Tali posizioni fanno presa sull’opinione pubblica, perché lo Stato viene dipinto “come un corpaccione inefficiente, buono soltanto a rimediare ai ‘fallimenti del mercato’”. IiL’impresa privata è considerata da tutti una forza innovativa, mentre lo Stato è bollato come una forza inerziale, troppo grosso e pesante per fungere da motore dinamico. Lo scopo del libro è smontare questo mito. Chi è l’imprenditore più audace, l’innovatore più prolifico? Chi finanzia la ricerca che produce le tecnologie più rivoluzionarie? Qual è il motore dinamico di settori come la green economy, le telecomunicazioni, le nanotecnologie, la farmaceutica? Lo Stato. È lo Stato, nelle economie più avanzate, a farsi carico del rischio d’investimento iniziale all’origine delle nuove tecnologie. È lo Stato, attraverso fondi decentralizzati, a finanziare ampiamente lo sviluppo di nuovi prodotti fino alla commercializzazione. E ancora: è lo Stato il creatore di tecnologie rivoluzionarie come quelle che rendono l’iPhone così ‘smart’: internet, touch screen e gps. Ed è lo Stato a giocare il ruolo più importante nel finanziare la rivoluzione verde delle energie alternative. Ma se lo Stato è il maggior innovatore, perché allora tutti i profitti provenienti da un rischio collettivo finiscono ai privati?(tratto dalla presentazione del libro sul web)

Lo Stato innovatore nel pensiero di Mariana Mazzucato Lo Stato non serve solo per aggiustare i fallimenti del mercato. Lo stato fa scuole ed ha altre funzioni. Ma non è conosciuta da tutti la sua funzione più importante per l'innovazione, soprattutto negli Usa. Chi ha finanziato quei pensieri inauditi che generano innovazioni radicali? Per esempio quelle dell'iPhone? Lo Stato. Gps, Siri, touch screen e molte altre innovazioni sono nate grazie agli investimenti dello Stato. Nella farmaceutica le ricerche di fondo che hanno generato le ultime rivoluzioni sono finanziate dallo Stato. La maggior parte delle innovazioni del settore farmaceutico sono pagate dallo Stato. E non parliamo di internet. In questi casi, lo Stato ha dato forma e ha creato nuovi mercati. Dice Mazzucato: il venture capital ( QUELLLO DEGLI IMPRENDITORI)ha una visione di breve termine. Lo Stato si è occupato della visione di lungo termine. Dobbiamo dunque rivalutare il ruolo dello Stato, senza sopravvalutare il ruolo dell'imprenditoria, altrimenti la narrazione resta distorta e non si comprende come l'innovazione si sviluppa. Il che rende difficile attivare e replicare altrove un sistema innovativo. Lo Stato si assume i rischi maggiori. Le imprese si prendono i vantaggi. Lo Stato si indebita. Le imprese fanno profitti. Non dovrebbe esserci un ritorno per lo Stato? Per esempio lo Stato non dovrebbe avere una quota del capitale delle imprese che nascono dall'investimento statale? In Finlandia, o in Brasile, questo avviene. Si può pensare a un "innovation fund" pubblico che si occupa di questi investimenti rischiosi? Anche perché, dice Mazzuccato, lo Stato può chiedere che ci siano ritorni dal suo investimento non solo in termini finanziari. Ma può chiedere anche impegni alle imprese sulla salvaguardia dell'ambiente, l'inclusività del sistema e altre priorità sociali e civili. (da un’intervista all’autrice sul web)