POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA COMUNE
PRINCIPI La politica estera e di sicurezza dell’Unione europea «si fonda sui principi che ne hanno informato la creazione, lo sviluppo e l'allargamento e che essa si prefigge di promuovere nel resto del mondo: democrazia, stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana, principi di uguaglianza e di solidarietà e rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. L‘Unione si adopera per sviluppare relazioni e istituire partenariati con i paesi terzi e con le organizzazioni internazionali, regionali o mondiali, che condividono i principi di cui al primo comma. Essa promuove soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell'ambito delle Nazioni Unite.» (Art. 21 TUE) «L'Unione conduce, stabilisce e attua una politica estera e di sicurezza comune fondata sullo sviluppo della reciproca solidarietà politica degli Stati membri, sull'individuazione delle questioni di interesse generale e sulla realizzazione di un livello sempre maggiore di convergenza delle azioni degli Stati membri.» (Art. 24.2 TUE) «Gli Stati membri sostengono attivamente e senza riserve la politica estera e di sicurezza dell'Unione in uno spirito di lealtà e di solidarietà reciproca e rispettano l'azione dell'Unione in questo settore. Gli Stati membri operano congiuntamente per rafforzare e sviluppare la loro reciproca solidarietà politica. Essi si astengono da qualsiasi azione contraria agli interessi dell'Unione o tale da nuocere alla sua efficacia come elemento di coesione nelle relazioni internazionali. » (Art. 24.3 TUE)
Obiettivi Gli obiettivi della politica estera comune e della cooperazione nel campo delle relazioni internazionali sono: Salvaguardia dei valori, degli interessi fondamentali, della sicurezza, dell'indipendenza e dell'integrità dell‘Unione europea. Consolidamento e sostegno alla democrazia, allo stato di diritto, ai diritti dell'uomo e ai principi del diritto internazionale. Preservazione della pace, dei conflitti e rafforzamento della sicurezza internazionale. Sviluppo sostenibile dei paesi in via di sviluppo sul piano economico, sociale e ambientale, con l'obiettivo primo di eliminare la povertà. Incoraggiamento dell'integrazione di tutti i paesi nell'economia mondiale. Contributo all'elaborazione di misure internazionali volte a preservare e migliorare la qualità dell'ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali mondiali, al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile. Aiuti alle popolazioni, ai paesi e alle regioni colpiti da calamità naturali o provocate dall'uomo. Promozione di un sistema internazionale basato su una cooperazione multilaterale rafforzata e del buon governo mondiale. Art. 21.2 TUE
UN PO’ DI STORIA… Cooperazione Politica Europea (1970): prima forma di coordinamento tra le politiche estere degli Stati membri. Riunioni e consultazioni periodiche ed elaborazione di posizioni comuni o rilascio di dichiarazioni congiunte. Atto Unico Europeo (1986): istituzionalizzazione. Trattato di Maastricht (1992): nascita dei tre pilastri, il secondo dei quali era proprio la Politica Estera e di Sicurezza Comune. Vi è un rafforzamento della cooperazione attraverso la definizione di posizioni e azioni comuni. Trattato di Amsterdam (1997): processo decisionale più efficiente che comprende l'astensione costruttiva e il voto a maggioranza qualificata. Istituzione dell'Alto Rappresentante per la PESC e creazione della cellula di programmazione politica e di tempestivo allarme. Riforma della procedura di finanziamento. Istituzione delle Missioni di Petersberg. Trattato di Nizza (2001): ulteriori modifiche per semplificare il processo decisionale. Il Comitato politico e di sicurezza (CPS) viene incaricato di esercitare il controllo politico e la direzione strategica delle operazioni di gestione delle crisi. Trattato di Lisbona (2007): rafforzamento della figura dell’Alto Rappresentante e creazione del Servizio europeo per l’azione esterna, un apparato diplomatico e amministrativo che gestisce la politica estera comune.
ALTO RAPPRESENTANTE PER GLI AFFARI ESTERI E LA POLITICA DI SICUREZZA Viene nominato dal Consiglio europeo, il quale delibera a maggioranza qualificata con l’accordo del presidente della Commissione. Può essere revocato con la stessa procedura. (Art. 18.1 TUE) Guida la Politica estera e di sicurezza comune dell’Unione, contribuisce alla sua elaborazione e la attua in qualità di mandatario del Consiglio. (Art. 18.2 TUE) Presiede il Consiglio «Affari esteri». (Art. 18.3 TUE) È uno dei vicepresidenti della Commissione. (Art. 18.4 TUE) È responsabile del portafoglio «Relazioni esterne» della Commissione e coordina gli altri aspetti dell’azione esterna dell’Unione di competenza della Commissione. (Art. 18.4 TUE) Contribuisce con proposte all'elaborazione della Politica estera e di sicurezza comune e assicura l'attuazione delle decisioni adottate dal Consiglio europeo e dal Consiglio. (26.1 TUE) Rappresenta l‘Unione per le materie che rientrano nella PESC. Conduce, a nome dell‘Unione, il dialogo politico con paesi terzi ed esprime la posizione dell‘Unione nelle organizzazioni internazionali e in seno alle conferenze internazionali. (art. 27.2 TUE)
SERVIZIO EUROPEO PER L’ AZIONE ESTERNA (SEAE) È il servizio diplomatico dell'Ue. Assiste il segretariato del Consiglio, la Commissione e i servizi diplomatici degli Stati membri, al fine di garantire la coerenza dell'azione esterna europea. Opera sotto l'autorità dell‘AR. Lo assiste nell'esecuzione dei suoi mandati per quanto riguarda: la guida e lo sviluppo della politica estera e di sicurezza comune dell'Ue; la presidenza del Consiglio «Affari esteri»; la vicepresidenza della Commissione nel settore delle relazioni esterne. Sostiene la Commissione nello sviluppo e nell'attuazione dei programmi e degli strumenti finanziari dell'azione esterna dell'Ue. Gestisce le relazioni diplomatiche e i partenariati strategici con i paesi extra Ue. È composto da funzionari dei servizi competenti del segretariato generale del Consiglio e della Commissione e da personale distaccato dai servizi diplomatici nazionali. L'organizzazione e il funzionamento del SEAE sono fissati da una decisione del Consiglio, il quale delibera su proposta dell‘Alto Rappresentante, previa consultazione del Parlamento europeo e previa approvazione della Commissione. (Art. 27.3 TUE)
POLITICA DI SICUREZZA E DIFESA COMUNE È volta ad assicurare che l’Ue disponga di una propria capacità operativa per contribuire a garantire il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale (art. 42.1 TUE). Detta politica comprende, in prospettiva, anche la graduale definizione di una difesa comune dell’Ue. (art. 42.2 TUE). Per la sua attuazione, gli Stati membri mettono a disposizione capacità civili e militari, per conseguire gli obiettivi indicati dal Consiglio dell’Unione europea e si impegnano a migliorare le proprie capacità militari, secondo le esigenze individuate dall’Agenzia europea per la difesa. (Art. 42.3 TUE; art. 45 TUE). Le decisioni sono adottate dal Consiglio dell’Unione europea all’unanimità, su proposta dell’AR, o su iniziativa di uno Stato membro. (Art. 42.4 TUE). A parte l’obbligo degli Stati membri di prestare aiuto a uno Stato membro che subisca un’aggressione armata sul suo territorio (art. 42.7 TUE), dette missioni comprendono: azioni congiunte in materia di disarmo, missioni umanitarie e di soccorso, di consulenza e assistenza in materia militare, di prevenzione dei conflitti e di mantenimento o ristabilimento della pace, nonché di stabilizzazione al termine dei conflitti; a tutte le tipologie di missioni l’Ue può fare ricorso anche per contribuire alla lotta contro il terrorismo internazionale. (Art. 43 TUE)
POLITICA EUROPEA DI VICINATO (PEV) «L’Unione sviluppa con i paesi limitrofi relazioni privilegiate al fine di creare uno spazio di prosperità e buon vicinato fondato sui valori dell’Unione e caratterizzato da relazioni strette e pacifiche basate sulla cooperazione.» (Art. 8.1 TUE) Elaborata nel 2004 per evitare l'emergere di nuove linee divisorie tra l'Unione europea allargata e i suoi vicini e rafforzare la prosperità, la stabilità e la sicurezza di tutti i soggetti interessati. Si fonda sui valori della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani e si applica a 16 dei paesi più vicini all'Unione: Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Georgia, Israele, Giordania, Libano, Libia, Moldova, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia e Ucraina. È prevalentemente una politica bilaterale tra l'Unione europea e ciascun paese partner. È completata da iniziative di cooperazione regionale: il Partenariato Orientale (PO) e l‘Unione per il Mediterraneo (UPM). L‘Ue offre ai paesi limitrofi una relazione privilegiata fondata sul reciproco impegno all'adesione a valori comuni. Comprende un coordinamento delle politiche e una integrazione economica rafforzata, maggiore mobilità e contatti più stretti tra i popoli. L‘Ue concorre alla realizzazione degli obiettivi della PEV tramite un sostegno finanziario e una cooperazione politica e tecnica.
IL RUOLO DEL CONSIGLIO EUROPEO «Individua gli interessi strategici dell‘Unione, fissa gli obiettivi e definisce gli orientamenti generali della politica estera e di sicurezza comune, ivi comprese le questioni che hanno implicazioni in materia di difesa. Adotta le decisioni necessarie» (Art. 26.1 TUE) Tra le specifiche priorità stabilite dal Consiglio europeo figurano: La migliore gestione di tutti gli aspetti connessi alla migrazione. La prevenzione e la lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il terrorismo. Assicurare la coerenza tra gli obiettivi di politica estera degli Stati membri e dell‘Ue. Promuovere la stabilità, la prosperità e la democrazia nei paesi più vicini all‘Ue. Avviare dialoghi con i partner mondiali su un'ampia gamma di questioni quali il commercio, la sicurezza informatica, i diritti umani e la gestione delle crisi. Rafforzare la politica dell‘Ue di sicurezza e di difesa comune. Il presidente del Consiglio europeo assicura la rappresentanza esterna dell'Unione per le materie relative alla politica estera e di sicurezza comune, fatte salve le attribuzioni dell‘AR. (Art. 15.6 TUE)
IL RUOLO DEL CONSIGLIO UE Elabora la politica estera e di sicurezza comune e prende le decisioni necessarie per la definizione e l'attuazione di tale politica in base agli orientamenti generali e alle linee strategiche definiti dal Consiglio europeo (Art. 26.2 TUE). Assicura, insieme all’AR, l'unità, la coerenza e l'efficacia dell'azione dell'Unione. Consiglio «affari esteri» Non è presieduto dal ministro dello Stato membro che detiene la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea, ma è sempre presieduto dall'Alto Rappresentante. Si occupa di tutte le politiche esterne dell'Unione europea, come la politica estera e di sicurezza comune, la politica europea di sicurezza e difesa, la politica commerciale e le politiche di cooperazione allo sviluppo. Può avviare azioni Ue di gestione delle crisi, sia civili che militari, per realizzare gli obiettivi dell'Ue in materia di pace e sicurezza. Può adottare misure intese ad attuare la PESC dell'Ue, comprese eventuali sanzioni.
IL RUOLO DELLA COMMISSIONE EUROPEA Gestisce da sola una serie di politiche esterne (sviluppo, allargamento, commercio, assistenza umanitaria), mentre in altri casi ne esercita la gestione insieme con il SEAE, come avviene ad esempio nel caso della Politica europea di vicinato. Riveste un ruolo importante nella gestione della dimensione esterna delle politiche interne, come ad esempio ambiente, energia, trasporti, immigrazione. È tenuta ad assicurare la rappresentanza esterna dell’Ue, ai sensi dell’art. 17 TUE. Servizio degli strumenti di politica estera Riferisce direttamente all'Alto Rappresentante. Lavora a stretto contatto con il SEAE e con delegazioni dell'Ue in tutto il mondo e ha il compito di preparare e attuare le azioni connesse alla politica estera in una serie di settori.
IL RUOLO DEL PARLAMENTO EUROPEO L‘AR consulta il Pe sui principali aspetti e sulle scelte fondamentali della PESC e della PSDC e lo informa dell'evoluzione di tali politiche. Il Pe può rivolgere interrogazioni o formulare raccomandazioni al Consiglio e all’AR. (Art 36.1 TUE) Viene consultato nel caso in cui il Consiglio prenda la decisione di stabilire procedure specifiche per garantire il rapido accesso agli stanziamenti del bilancio dell’Unione, destinati al finanziamento urgente di iniziative nel quadro della PESC e, in particolare, al finanziamento di una missione dell’Unione. (Art. 41.3 TUE) Commissione «affari esteri»: Decide come usare i finanziamenti europei per promuovere gli interessi e i valori dell'Ue all'estero e definisce, attraverso la supervisione del processo di allargamento, la futura configurazione dell'Unione. Segue da vicino il funzionamento delle altre istituzioni europee, in particolare la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna, per assicurare che la politica estera comune mantenga sempre in primo piano gli interessi dei cittadini europei. Svolge un ruolo attivo nell'avviare e migliorare le relazioni con i principali alleati, attraverso la diplomazia parlamentare. Contribuisce a definire le norme e le regole a livello mondiale e ad assicurare che la legislazione dell'Ue si integri compiutamente nell'ordinamento mondiale.
IL RUOLO DELLA CORTE DI GIUSTIZIA Il Trattato di Lisbona stabilisce l'incompetenza della Corte di Giustizia nel settore della PESC. (Art. 24 TUE) Tuttavia, esso prevede due eccezioni in cui la Corte può esercitare un controllo giurisdizionale: il controllo della legittimità delle misure restrittive adottate dall'Unione nei confronti di persone fisiche o giuridiche (Art. 275 TFUE); il controllo relativo al rispetto delle attribuzioni delle istituzioni europee relativamente all'attuazione della PESC (Art. 40 TUE). Inoltre, l'articolo 218 TFUE prevede che possa essere richiesto un parere della Corte di Giustizia sulla compatibilità di un accordo internazionale con i trattati istitutivi dell‘Ue.
PROCESSO DECISIONALE Il Consiglio europeo è l'istituzione responsabile di definire gli orientamenti generali e le strategie dell‘Ue, mentre il Consiglio dell‘Ue è responsabile per l'elaborazione e l'attuazione delle misure di applicazione. Gli Stati membri e l’AR possiedono un diritto di iniziativa. L‘AR esercita tale diritto con il sostegno della Commissione. Inoltre, l’AR deve informare e consultare regolarmente il Pe sull'attuazione della PESC. In particolare provvede affinché le opinioni del Parlamento siano debitamente prese in considerazione. Sulla base delle indicazioni del Consiglio europeo, il Consiglio dell’Ue prende le decisioni necessarie per la definizione e la messa in opera della PESC, adottando: Azioni dell’Unione: riguardano specifiche situazioni dove l'azione operativa dell'Ue è considerata necessaria, ne individuano gli obiettivi e indicano i mezzi che vanno messi a disposizione dell'Ue per conseguire tali obiettivi. Le azioni comuni impegnano tutti gli Stati membri. Posizioni dell’Unione: definiscono la posizione che l'Ue ha su certe questioni di tipo geografico o tematico e indicano le linee guida generali a cui le politiche estere degli stati membri devono conformarsi. L'unanimità rimane la regola generale per l'adozione delle decisioni del Consiglio e del Consiglio europeo. Tuttavia, il Trattato di Lisbona ha introdotto una specifica clausola passerella applicabile a tutta la PESC, fatte salve le decisioni con implicazioni militari o adottate nel settore della difesa. Grazie a questa clausola passerella, il Consiglio europeo può autorizzare il Consiglio a deliberare a maggioranza qualificata per l'adozione di talune misure. È esclusa l'adozione di atti legislativi. (Art. 24 TUE)
FINANZIAMENTO (ART. 41 TUE) Le spese amministrative sono a carico del bilancio dell‘Unione, così come le spese operative, tranne quelle derivanti da operazioni che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa, e a meno che il Consiglio decida diversamente. Nei casi in cui non siano a carico del bilancio dell‘Unione, le spese sono a carico degli Stati membri secondo un criterio di ripartizione basato sul prodotto nazionale lordo, a meno che il Consiglio non stabilisca diversamente. Per le spese derivanti da operazioni con implicazioni nel settore militare o della difesa, gli Stati membri i cui rappresentanti in Consiglio hanno fatto una dichiarazione formale, non sono obbligati a contribuire al loro finanziamento. Il Consiglio adotta una decisione che stabilisce le procedure per garantire il rapido accesso agli stanziamenti del bilancio dell‘Unione destinati al finanziamento urgente di iniziative nel quadro della PESC, in particolare ai preparativi di una missione. Esso delibera previa consultazione del Parlamento europeo. I preparativi delle missioni che non sono a carico del bilancio dell‘Unione sono finanziati tramite un fondo iniziale costituito da contributi degli Stati membri. Il Consiglio, su proposta dell’AR, adotta le decisioni che fissano: le modalità di costituzione e finanziamento del fondo iniziale, in particolare le dotazioni finanziarie assegnategli; le modalità di gestione del fondo iniziale; le modalità di controllo finanziario. Quando la missione prevista non può essere a carico del bilancio dell'Unione, il Consiglio autorizza l‘AR a ricorrere a detto fondo. L‘AR riferisce al Consiglio sull'esecuzione di tale mandato. (ART. 41 TUE)
DI COSA SI DISCUTE? Consiglio "Affari esteri", 16 novembre 2015 Siria L‘Alto Rappresentante ha sottolineato che trovare una soluzione politica al conflitto siriano creerebbe le migliori condizioni per sconfiggere il Daesh. L'Ue continuerà a fornire il suo contributo: a livello umanitario, tramite i progetti in corso - l'Ue è il principale donatore di aiuti umanitari in risposta alla crisi siriana; a livello politico, adoperandosi in particolare per portare i gruppi dell'opposizione al tavolo dei negoziati e per dare inizio alla transizione politica in Siria. Processo di pace in Medio Oriente Il Consiglio ha discusso della situazione in Medio Oriente, concentrandosi sul processo di pace, alla luce dell'aumento delle violenze, in particolare a Gerusalemme Est, in Cisgiordania e a Gaza. L'Ue è pronta a portare avanti il suo impegno per facilitare il rilancio di un processo politico credibile. L‘AR continuerà a collaborare con entrambe le parti, con i partner regionali e internazionali. Migrazione I ministri hanno proceduto a una discussione sul follow-up delle decisioni già adottate riguardo alla rotta del Mediterraneo centrale e alla rotta dei Balcani occidentali. Relativamente alla rotta orientale e dei Balcani occidentali, hanno discusso della cooperazione con Turchia, Libano e Giordania, la quale presenta molteplici dimensioni che vanno ben al di là della questione dei rifugiati e della gestione dei flussi di rifugiati e delle frontiere.
Consiglio "Affari esteri" - Difesa, 17 novembre 2015 "La Francia è stata attaccata. Tutta l'Europa è stata attaccata. La Francia ha chiesto oggi l'aiuto e l'assistenza di tutta l'Europa. E oggi l'Europa unita ha risposto sì". Federica Mogherini Si è discusso degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Il presidente francese Hollande ha invocato l'articolo 42, paragrafo 7 del TUE (Mutual defence clause), chiedendo l'aiuto e l'assistenza bilaterali degli altri Stati membri dell'Ue e i ministri hanno espresso sostegno alla Francia e disponibilità a fornire tutto l'aiuto e l'assistenza necessari. Creazione di capacità a sostegno della sicurezza e dello sviluppo I ministri hanno proceduto a un dibattito sugli sforzi per aiutare i paesi partner a prevenire e gestire le crisi. Sebbene l'UE e la NATO stiano facendo molto per lo sviluppo delle capacità, occorre fare di più. Infatti, l'aumento delle capacità nei paesi partner è il modo migliore per creare stabilità e ridurre la necessità di un intervento per la gestione delle crisi. L‘AR ha concluso il dibattito indicando che l'Ue affronterà tali questioni nei prossimi mesi: avviando l'attuazione di progetti pilota in alcuni paesi partner, tra cui il Mali, la Repubblica Centrafricana e la Somalia; lavorando sui diversi strumenti finanziari possibili, anche nell'ambito del Fondo per la pace in Africa e di un eventuale futuro strumento specifico. Operazioni PSDC I ministri hanno proceduto a una discussione sulle operazioni, in particolare su EUNAVFOR MED (Operazione Sophia), l'operazione militare dell'UE nel Mediterraneo centromeridionale. I ministri sono stati informati che l‘Operazione Sophia ha finora portato alla consegna di 42 trafficanti alle autorità italiane e ha salvato la vita di circa 5400 migranti.
LOTTA AL TERRORISMO Gli Stati membri dell'Ue si sono impegnati a contrastare il terrorismo e ad assicurare la migliore protezione possibile ai propri cittadini. A tal fine, nel 2005 il Consiglio ha adottato la strategia antiterrorismo dell'Ue. Essa è incentrata su quattro pilastri principali: Prevenzione: individuare e affrontare i fattori che contribuiscono alla radicalizzazione e i processi mediante i quali gli individui vengono reclutati per commettere atti di terrorismo. Protezione: protezione delle frontiere esterne, il miglioramento della sicurezza dei trasporti, la protezione degli obiettivi strategici e la riduzione della vulnerabilità delle infrastrutture critiche. Perseguimento: rafforzare le capacità nazionali, migliorare la collaborazione pratica e lo scambio di informazioni tra polizia e autorità giudiziarie, contrastare il finanziamento del terrorismo e privare i terroristi dei mezzi per organizzare attacchi e comunicare. Risposta: elaborazione di modalità di coordinamento per la gestione delle crisi, revisione del meccanismo di protezione civile, sviluppo della valutazione dei rischi e condivisione di migliori pratiche sull'assistenza alle vittime del terrorismo. Relazioni tra l'Ue e paesi terzi, tramite dialoghi politici, adozione di clausole e accordi di cooperazione o progetti di assistenza specifica e sviluppo di capacità con paesi strategici. Stretta collaborazione con altre organizzazioni internazionali e regionali con l’obiettivo di creare un consenso internazionale e promuovere norme internazionali per la lotta al terrorismo.
Vertice sulla migrazione di La Valletta, 11-12.11.2015 Ha riconosciuto che la migrazione rappresenta una responsabilità condivisa dei paesi di origine, di transito e di destinazione. I leader che hanno partecipato al vertice hanno adottato una dichiarazione politica e un piano d'azione teso a: affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e dello spostamento obbligato; migliorare la cooperazione sulla migrazione legale e la mobilità; rafforzare la protezione dei migranti e dei richiedenti asilo; prevenire e combattere la migrazione irregolare, il traffico dei migranti e la tratta di esseri umani; collaborare più strettamente per migliorare la cooperazione in materia di rimpatrio, riammissione e reinserimento. Hanno inoltre concordato un elenco di 16 azioni concrete da attuare entro la fine del 2016. Anche il fondo fiduciario di emergenza dell'Ue per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa è stato formalmente avviato in occasione del vertice di La Valletta.
Riunione informale dei capi di Stato o di governo, 12.11.2015 Il presidente Tusk ha convocato una riunione informale dei capi di Stato o di governo a seguito del vertice di La Valletta sulla migrazione. I leader dell’Ue hanno discusso gli ultimi sviluppi della crisi migratoria e le modalità per accelerare l’attuazione delle misure convenute in Settembre e Ottobre: l'intensificazione della cooperazione con i paesi terzi, compresa la Turchia; le decisioni sulla ricollocazione; la creazione di punti di crisi in Grecia e Italia e il rafforzamento di FRONTEX ed EASO; il rafforzamento efficace dei controlli alle frontiere esterne dell'Ue. Il presidente Tusk ha avvertito che è in gioco il futuro di Schengen. Ha ribadito la necessità che l’Ue riprenda il controllo delle sue frontiere esterne e proceda con efficacia alla registrazione dei migranti: "Deve essere chiaro che senza registrazione non vi saranno diritti", ha dichiarato il presidente Tusk. I leader dell’UE hanno incentrato le discussioni soprattutto sulla cooperazione con la Turchia. Il presidente Tusk ha annunciato la possibilità di organizzare quanto prima un vertice Ue - Turchia.
Soluzioni alla pressione MIGRATORIA Prevenire flussi migratori illegali Mantenimento pace e prevenzione dei conflitti; cooperazione allo sviluppo; piani di azione con Paesi limitrofi. Salvare vite in mare e lottare contro le reti criminali Operazione Triton e Poseidon; EUNAVFORMED; EUCAP Sahel Niger; cooperazione giudiziaria e di polizia. Rafforzare le frontiere esterne dell’Ue Risorse aggiuntive per Frontex, EASO e Europol; miglioramento controlli tramite nuove tecnologie. Rafforzare la solidarietà e la responsabilità interne Aumento aiuti d’urgenza a favore degli Stati membri; ricollocazione di richiedenti asilo; registrazione dei migranti. Offrire canali legali Sistema europeo comune di asilo; necessità di promuovere mobilità di studenti, ricercatori e imprenditori.
Henry Kissinger: «Who do I call if I want to speak to Europe?». ASPETTI CRITICI Procedure di tipo spiccatamente intergovernativo. Resistenze dei governi e delle diplomazie europee a compiere significative cessioni di sovranità. Ruolo secondario del Parlamento e della Commissione. Nessuna istituzione europea detiene un monopolio della PESC. Confusione su chi debba rappresentare l‘Ue all'esterno. Henry Kissinger: «Who do I call if I want to speak to Europe?».
FINE GRAZIE A TUTTI!