SCENARI DI CRESCITA IN PRESENZA DI UNA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA A cura del CER – 3 novembre 2015.

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SCENARI DI CRESCITA IN PRESENZA DI UNA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA A cura del CER – 3 novembre 2015

Il Dipartimento per la Funzione Pubblica quantifica in oltre 30 miliardi gli oneri amministrativi sopportati annualmente dal sistema delle PMI Una cifra equivalente al 2% del Pil Sempre secondo il dipartimento, circa un terzo di questi costi (8,9 miliardi) potrebbe essere eliminato Si tratta di oneri “impropri” determinati da complicazioni e inefficienze burocratiche che un programma di semplificazione consentirebbe di evitare Una cifra prudenziale, perché non contempla i risparmi associabili al tema della sicurezza sul lavoro

Quantificazione degli oneri amministrativi e risparmi conseguibili per aree di intervento (Fonte: Dipartimento Funzione Pubblica)

Il 60% delle PMI ritiene che l’incidenza degli oneri amministrativi sia aumentata negli ultimi anni, soprattutto a causa di norme più numerose e complicate Secondo la valutazione delle PMI, le giornate uomo dedicate ad adempimenti amministrativi sono aumentate nel corso della crisi: da 26 nel 2008 a 30 nel 2013 (+7%), passando per un massimo di 32 nel 2010 (+14% rispetto al valore pre-crisi)

Percentuale di imprese che ritiene aumentati gli oneri amministrativi e peggiorata la qualità dei servizi della PA (Fonte: Fondazione Promo PA)

L’immagine offerta dai dati è quella di un apparato pubblico che, in anni particolarmente critici per le PMI, ha trovato molte difficoltà nel dar seguito agli impegni di semplificazione Tanto che l’Italia continua a collocarsi nel fondo delle classifiche internazionali sulla facilità di fare impresa La classifica della Banca mondiale Doing Business, ad esempio, indica in 269 le ore necessarie in Italia per adempiere agli obblighi fiscali, contro le 177 della media OCSE (+52%) La classifica del World Economic Forum pone l’Italia al 138° posto su 140 con riferimento al peso degli oneri amministrativi

Ore annue necessarie per adempiere agli obblighi fiscali (Fonte: World Bank, Doing Business)

Posizionamento dell’Italia nella classifica del World Economic Forum

MENO BUROCRAZIA, PIÚ CRESCITA: L’IMPATTO ECONOMICO DELLA SEMPLIFICAZIONE

Quali effetti economici si otterrebbero se si riducessero di quasi 9 miliardi gli oneri burocratici impropri segnalati dal Dipartimento Funzione Pubblica? A questa domanda è possibile rispondere attraverso apposite simulazioni condotte col modello econometrico del CER Le stime mostrano come sia possibile ottenere risultati importanti in termini di aumento degli investimenti e di accelerazione della crescita, di riduzione del tasso di disoccupazione, di recupero della competitività

Nel dettaglio, la riduzione degli oneri burocratici impropri avrebbe un effetto diretto immediato sui bilanci delle imprese, all’interno dei quali si libererebbero risorse per 9 miliardi Queste maggiori risorse consentirebbero di aumentare gli investimenti, fornendo un impulso positivo al saggio di accumulazione (rapporto investimenti / Pil) Nell’arco di un quadriennio, il saggio di accumulazione aumenterebbe, rispetto allo scenario base disegnato dalla Nota di aggiornamento al DEF, di 0,4 punti

Rapporto investimenti / Pil dopo la semplificazione (componente in macchinari e attrezzature, valori a prezzi costanti) (Fonte: modello econometrico CER)

I maggiori investimenti, derivando da un miglioramento “esogeno” dei bilanci delle imprese, avrebbero natura interamente espansiva Sarebbero cioè aggiuntivi e non sostitutivi di forza lavoro Sempre nell’arco di un quadriennio, si registrerebbe quindi un calo della disoccupazione superiore di 0,5 punti rispetto allo scenario base

Tasso di disoccupazione dopo la semplificazione (Fonte: modello econometrico CER)

Il contestuale aumento di investimenti e occupazione innalza il potenziale di crescita La riduzione degli oneri burocratici impropri rende inoltre più efficiente il sistema Ciò comporta aumenti diffusi di produttività, che accompagnano l’aumento dei fattori di produzione impiegati e sospingono un aumento cumulato del Pil pari a un punto nel quadriennio

Tasso di crescita del Pil dopo la semplificazione. Valori cumulati nel quadriennio (Fonte: modello econometrico CER)

A fine periodo, il Pil sarebbe dunque maggiore di 16 miliardi rispetto allo scenario base Dal momento che la riduzione iniziale di oneri burocratici impropri è stata di 9 miliardi, ne risulta un moltiplicatore molto elevato, di valore quasi pari a 2 Questo impulso particolarmente robusto si spiega col fatto che un programma di semplificazione è capace di innescare, in successione, tre diversi canali di trasmissione, ognuno dei quali esercita un proprio effetto espansivo sul Pil

1. Effetto diretto sulle scelte di investimento delle imprese (0.4 punti di maggiore Pil) 2. Effetto indiretto sull’efficienza della PA, che dovrebbe destinare una quota minore di personale all’accoglimento di “pratiche burocratiche improprie” (0.2 punti di maggiore Pil) 3. Effetto di sistema (derivato dai primi due) sulla produttività totale dei fattori (0.4 punti di maggiore Pil)

Impulso sul Pil dei singoli canali di trasmissione attivati dalla semplificazione. Valori cumulati nel quadriennio (Fonte: modello econometrico CER)

Il terzo effetto è particolarmente importante, perché ha natura strutturale e non di solo impatto La sua presenza indica la possibilità di innalzare in via permanente la competitività dell’economia italiana Nel lungo periodo, il programma di semplificazione conserverebbe un valore di moltiplicatore elevato, pari a 0,8 Ciò conferma come la semplificazione sia uno dei canali da percorrere per consentire all’Italia di risalire nelle classifiche internazionali di competitività