GIOVANNI BOCCACCIO Marta Caliari classe 3H Istituto Tecnico Statale “Marco Polo” A.S. 2012/2013
Sommario Biografia Pubblico Contesto - Storico - Ideologico - Letterario Canale Codice Messaggio
Biografia L’infanzia fiorentina (1313-1327) Giovanni Boccaccio nasce nel 1313 a Certaldo o a Firenze, da una famiglia di ricchi mercanti. Figlio illegittimo ma riconosciuto dal padre, studia a Firenze e successivamente viene indirizzato alla mercatura. La giovinezza napoletana (1327-1340) Nel 1327 Boccaccio si trasferisce a Napoli con il padre. Qui impara il mestiere di banchiere a cui però non è appassionato, per questo viene indirizzato allo studio canonico, dove egli può conoscere e approfondire la letteratura in volgare. In questo periodo Boccaccio frequenta la biblioteca reale, studia da autodidatta e compone le opere del Filocolo, del Filostrato e del Teseida. Primo decennio di attività fiorentina (1341-1350) Intorno al 1340 la famiglia rientra a Firenze, dove Boccaccio vive senza occupazione stabile e rimpiangendo la vita di corte napoletana. In questi anni compone la Commedia delle Ninfe, e l’ Elegia di Madonna Fiammetta. A causa della peste del ’48 Boccaccio perde il padre e alcuni amici letterati. Negli anni successivi comincia a comporre il Decameron e conosce anche Petrarca, con cui nascerà un’amicizia.
Secondo decennio di attività fiorentina (1351-1360) In questo periodo Boccaccio fortifica l’amicizia con Petrarca e ottiene dal comune di Firenze alcuni incarichi prestigiosi in campo culturale. Successivamente compie anche un viaggio a Napoli per trovare un incarico. Ritorna poi a Firenze dove scrive alcune opere erudite in latino. Il ritiro a Certaldo (1361-1365) Alla fine del 1360 Boccaccio si vede sospettato con alcuni amici di aver compiuto un vano colpo di stato. Per questo viene esonerato da ogni incarico. Vende la casa a Firenze e si ritira a Certaldo, dove comincia a scrivere il Corbaccio. Ultimo decennio fiorentino-certaldese (1365-1375) Migliorata la situazione politica a Firenze, Bocaccio può ritornarvici, e qui trascrive in un codice autografo il Decameron. In questo periodo accetta l’incarico dal Comune fiorentino di leggere e commentare in chiesa la Divina Commedia di Dante, ma solo dopo tre mesi è costretto a rinunciarvi per il peggioramento della salute. Boccaccio si ritira quindi a Certaldo dove muore nel 1375.