AL CASTELLO DI TORRECHIARA

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Transcript della presentazione:

AL CASTELLO DI TORRECHIARA Classe IV D - maggio 2004 Testi di Francesca e Michol Fotografie di Maria Grazia Presentazione di Anna

Ieri 13 maggio siamo andati al castello di Torrechiara Ieri 13 maggio siamo andati al castello di Torrechiara! Alle otto siamo partiti con il pullman ed ho osservato che il paesaggio era diverso: era composto soprattutto di campi di diversi colori a seconda della coltivazione. Poi dopo circa due ore e mezza siamo arrivati e abbiamo incontrato la nostra guida, Cristina, che ci ha portato a vedere il monastero.

e formò il perimetro della chiesa. Come prima cosa abbiamo visitato il chiostro, un cortile interno chiamato così dal latino “claustrum”, dove al centro c’era una fonte battesimale, più a sinistra c’era un pozzo. Come confine c’era un corridoio che girava tutto intorno al cortile e questo corridoio aveva un sacco di colonne con capitelli diversi. Poi abbiamo visto una campana che risale al 1400 circa, dopodiché siamo andati a vedere la chiesa e qui abbiamo osservato un dipinto che rappresentava la storia di “Santa Maria della Neve” (anche nome del monastero). La leggenda narra la storia della notte tra il 4 e 5 agosto dell’anno 352. Comparve a Roma su una nuvola Maria e disse al Papa di costruire un monastero nel punto più alto in cui il giorno dopo sarebbe nevicato e, infatti, il giorno dopo nevicò su una delle tante colline di Roma e formò il perimetro della chiesa. Poi abbiamo visto il coro che aveva dei bellissimi disegni fatti con intarsi di legni diversi.

Da lì ci siamo spostati sul Belvedere, una costruzione all’aperto da cui si godeva di un bellissimo panorama con la vista del torrente Parma e delle colline intorno, con dei piccolissimi paesini. Lì abbiamo incontrato due monaci che mi sembravano amanuensi ma non sono sicura. Abbiamo saputo che quel monastero era uno dei pochi monasteri ancora abitati dei monaci. Questo monastero è stato costruito da Pier Maria Rossi……

Che bello! Finalmente andiamo a visitare il castello: abbiamo preso il pullman e abbiamo fatto un pezzo di strada a piedi, che fatica! Era tutta in salita! Wow! Siamo alla prima porta d’entrata, un grande portone dove una volta al posto del pavimento c’era il ponte levatoio. Il castello era molto difeso: oltre al ponte levatoio c’erano anche tre cinte di mura e le pareti del castello erano oblique per deviare il corso delle palle di cannone, così erano difese al meglio le parti basse del castello. Ma proprio dietro a questo castello c’è una storia d’amore: Pier Maria Rossi, il padrone del castello, aveva un’amante, Bianca Pellegrini, così lui costruì questo castello per lei dato che lui ne aveva altri trenta.

Dopo un po’ di strada siamo arrivati davanti al castello Dopo un po’ di strada siamo arrivati davanti al castello. La guida ci ha detto che esistevano due tipi di merlatura: uno a coda di rondine, che significava “con il Papa” e uno squadrato che significava “contro il Papa”. Questo castello aveva proprio il primo tipo di merlatura, quella con il Papa, così, quando arrivavano i cavalieri loro sapevano se erano amici o nemici del castello che era davanti a loro!

Ora stiamo entrando nel cortile interno dove al centro c’era un pozzo ben protetto nei sotterranei perché Pier Maria Rossi aveva paura che qualche nemico potesse avvelenare l’acqua del pozzo dato che l’acqua del pozzo era l’unica “fonte”. Ora stiamo entrando nella piccola cappella dove solo poche persone potevano entrare alla volta, e lì, proprio sotto ai nostri piedi c’erano, così si diceva, le tombe dei due innamorati. Siamo scesi da una porticina e abbiamo incontrato tre camere di forma uguale, ma con affreschi completamente differenti: uno rappresentava un pergolato d’uva, perché con le tante colline era ovvio che si facesse del vino, le altre due stanze rappresentavano dei mostri, o dei personaggi di fantasia.

Poi c’erano delle stanze che servivano ai servi per dormire Poi c’erano delle stanze che servivano ai servi per dormire. C’era anche la cucina molto simile alla nostra, e sopra la cucina c’era la stanza di Pier Maria Rossi, così il calore della cucina saliva fino a lì e riscaldava l’ambiente. Più avanti c’era la sala da pranzo e subito la camera d’oro di Pier Maria Rossi. Si chiama cosi perché tutti i disegni sbalzati erano ricoperti d’oro, c’erano le iniziali dei due innamorati e sul soffitto c’era raffigurata Bianca che lo cercava nei suoi 30 castelli e finalmente lo trova. Wow! E poi… Il cammino di ronda con le caditoie per buttare giù l’acqua bollente! Il salone dove i giocoliere divertivano la gente del castello. Che bella la stalla che poteva ospitare anche otto cavalli!

Che stanchezza, finalmente si va a mangiare Che stanchezza, finalmente si va a mangiare. Ora saliamo in pullman e andiamo in un posto dove ci possiamo divertire a giocare. Eccoci! Siamo arrivati! Ora si mangia e si gioca! Però c’è una cosa che non mi è chiara: se Bianca e Pier Maria si lasciavano prima o poi la camera d’oro sarebbe stata da rifare!