Realizzato dalla classe III B a cura della prof.ssa Mannino Hannah Arendt Realizzato dalla classe III B a cura della prof.ssa Mannino
BIOGRAFIA Hannah Arendt nasce nel 1906 a Hannover, in una famiglia benestante appartenente alla borghesia ebraica. A Koningsberg, dove nel frattempo la famiglia si è trasferita consegue il diploma di maturità, quindi decide di iscriversi all’Università di Marburg. Nel 1929 sposa Gunther Stern, un filosofo conosciuto anni prima a Marburg. Dopo l’avvento al potere del nazionalsocialismo e l’inizio delle persecuzioni nei confronti delle comunità ebraiche, Hannah abbandona la Germania nel 1933 attraversando il cosiddetto “confine verde” delle foreste della Erz. Passando per Praga, Genova e Ginevra giunge a Parigi, dove conosce e frequenta, tra gli altri, lo scrittore Walter Benjamin e il filosofo e storico della scienza Alexander Koirè. Nel 1940 si sposa per la seconda volta, con Heinrich Blucher. Ma gli sviluppi storici del secondo conflitto mondiale la portano a doversi allontanare anche dal suolo francese. Dopo varie peripezie, riesce a salpare dal porto di Lisbona alla volta di New York.
Nella sua intensa attività, Hannah Arendt è costantemente supportata da una particolare famigliarità con la scrittura: possiede infatti il talento non comune di unire, con fluidità, il pensiero alla penna. Le riflessioni vengono proposte attraverso uno stile personale,rigoroso e discorsivo al tempo stesso: in quanto scrittrice avversa al dogmatismo culturale, Hannah non vuole la passività del lettore, ma al contrario ricerca e richiede un suo coinvolgimento attivo, attento, dialogico. La sua opera fondamentale è “The Origins of Totalitarianism” (1951), frutto di un’accurata indagine storica e filosofica. In tale contesto, particolarmente interessante risulta essere l’analisi della cosiddetta “ideologia”, intesa come uso indebito della facoltà razionale umana e perciò crogiolo potenziale di ogni dinamica totalitaria.
Dal 1957 comincia la carriera accademica vera e propria: ottiene insegnamenti presso le Università di Berkeley, Columbia, Princeton e, dal 1967 fino alla morte, anche alla New School for Social Research di New York. Nel 1963 pubblica “On Revolution”, saggio politologico dalle cui pagine emergono giudizi negativi sia sulla Rivoluzione francese sia su quella russa. Altre opere significative sono “The Human Condition” del 1958 e il volume teoretico “The Life of the Mind”, uscito postumo nel 1978, attraverso cui Hannah, sulla scia originaria della migliore filosofia greca, riporta al centro dell’esistenza umana la “meraviglia”. Il 4 Dicembre 1975 muore a New York, dopo aver vissuto Una vita densa non solo di studi e letture, ma anche di incontri, luoghi ed eventi.
“I lager sono i laboratori dove si sperimenta la trasformazione della natura umana. Finora la convinzione che tutto sia possibile sembra aver provato soltanto che tutto può essere distrutto. Ma nel loro sforzo di tradurla in pratica, i regimi totalitari hanno scoperto, senza saperlo, che ci sono crimini che gli uomini non possono né punire , né perdonare. Quando l’impossibile è stato reso possibile, ed è diventato il male assoluto, impunibile e imperdonabile, che non poteva più essere compreso e spiegato coi malvagi motivi dell’interesse egoistico, dell’avidità, dell’invidia, del risentimento; e che quindi la collera non poteva vendicare, la carità sopportare, l’amicizia perdonare, la legge punire.” (Le Origini Del Totalitarismo)
Il quadro storico: il novecento Il novecento è fortemente caratterizzato dalla guerra: inizia con la prima guerra mondiale(1914-1918) e termina con la fine della guerra fredda(1991). Si è trattato del secolo indubbiamente più sanguinario che la storia ricordi, per la dimensione, per la frequenza e la lunghezza delle guerre che lo hanno costellato;ma anche perché esso ha prodotto catastrofi umane senza precedenti, dalle più grandi carestie mai avvenute nella storia ali stermini sistematici e di massa. Nel novecento la politica estera degli stati ha una motivazione ideologica, in quanto è improntata su principi ritenuti irrinunciabili e incompatibili con quelli degli avversari. Trattandosi di guerre ideologiche, esse non si concludono solo con il raggiungimento di scopi concreti, ma necessitano di un più rilevante obiettivo:la sottomissione o l’eliminazione, anche fisica, dell’antagonista.
L’Europa del ‘900 era attraversata da una profonda crisi nei riguardi di quei valori fondamentali che a partire dal XVIII secolo l’avevano resa grande ed evoluta: il liberismo e il parlamentarismo. Al loro posto si avvertiva una forte simpatia per le soluzioni decise e spesso apertamente antidemocratiche, nonché la propensione verso governi forti e autoritari. Le libertà individuali, considerate sacre dalla Rivoluzione americana e da quella francese venivano eliminate. Conciliare gli ideali di libertà e di uguaglianza non è certo facile e la storia dei secoli XIX e XX lo ha mostrato chiaramente.
L’Europa dopo la prima guerra mondiale
Le Origini del Totalitarismo
DATA DI PUBBLICAZIONE E TEMATICA Hannah Arendt pubblica “The Origins of Totalitarianism” nel 1951, in seguito ad un’ attenta indagine storica e filosofica. L’opera si fonda in particolar modo sui concetti di TOTALITARISMO,IDEOLOGIA e TERRORE, affermando che “l’ideologia totalitaria mira alla trasformazione della natura umana che, così com’è, si oppone al processo totalitario”.
TOTALITARISMO Il totalitarismo è un fenomeno “essenzialmente diverso da altre forme conosciute di oppressione politica come il dispotismo, la tirannide e la dittatura. Dovunque è giunto al potere(…), ha trasformato le classi in masse, sostituito il sistema dei partiti con un movimento di massa, trasferito il centro del potere dall’esercito alla polizia e perseguito una politica estera apertamente diretta al dominio del mondo”.
LE ORIGINI E LE CONDIZIONI CAUSALI DEL TOTALITARISMO (“Amalgama” di certi elementi presenti in tutte le situazioni politiche del tempo) Antisemitismo (Affaire Dreyfus); Imperialismo; Razzismo. CAUSE Tramonto della società classista; Masse indifferenziate; Propaganda delle èlites; Decadimento dello stato nazionale; Espansionismo fine a se stesso; Alleanza fra il capitale e le masse.
“Dietro ciascuno di questi elementi si nasconde un problema irreale e irrisolto...” Antisemitismo Decadimento dello stato nazionale Razzismo Espansionismo Questione ebraica Disorganizzazione dei popoli Mancanza di una nuova concezione del genere umano Disorganizzazione di un mondo “che diventa sempre più piccolo”
“La grande attrazione esercitata dal totalitarismo si fondava sulla convinzione diffusa, e spesso consapevole, che esso fosse in grado di dare una risposta a tali problemi, e potesse quindi adempiere ai compiti della nostra epoca.”
PILASTRI DEL TOTALITARISMO Apparato statale direttamente dipendente dal “capo”; Polizia segreta; Campi di concentramento per gli oppositori al regime.
CONSOLIDAMENTO DEL TOTALITARISMO Attraverso due strumenti di dominio, l’IDEOLOGIA e il TERRORE, il regime totalitario distrugge le istituzioni precedenti e, naturalmente, tutti i tipi di libertà.
IDEOLOGIA(RAZZISMO,NAZISMO, COMUNISMO) Definizione: Strumento per realizzare consenso di massa, indifferenziato, su basi “ideali” di tipo naturalistico – deterministico - razzista, proposte con una “logica” che mostra il carattere necessario del totalitarismo stesso. “L’ideologia tratta il corso degli avvenimenti come se seguisse la stessa legge dell’esposizione logica della sua idea. Essa pretende di conoscere i misteri dell’intero processo storico- i segreti del passato, l’intrico del presente, le incertezze del futuro- in virtù della logica inerente alla sua idea.”
FUNZIONE DELLE IDEOLOGIE Esse impongono una visione del mondo in cui le idee incarnate nel regime totalitario vengono imposte come direttrici di un cammino fatale, inevitabile, naturale e storico insieme.
TERRORE Definizione: Strumento per imporre obbedienza e impedire qualsiasi tipo di critica e di opposizione. Nessun governo totalitario può sussistere senza terrore e il terrore non può essere edificato e mantenuto senza i campi di concentramento, nei quali gli individui sono ridotti a entità superflue.
PER QUALI RAGIONI È STATO POSSIBILE IL REALIZZARSI DEL TOTALITARISMO? La risposta data dalla Arendt individua due punti fondamentali: L’ ISOLAMENTO DEI SINGOLI nella sfera politica; La loro conseguente ESTRANIAZIONE SOCIALE. “Essere sradicati significa non avere un posto riconosciuto e garantito dagli altri; essere superflui significa non appartenere al mondo.”
ESTRANIAZIONE SOCIALE e ISOLAMENTO POLITICO Essi sono divenuti fenomeni di massa: “Quel che prepara così bene gli uomini moderni al dominio totalitario è l’estraniazione che da esperienza al limite, usualmente subita in certe condizioni sociali marginali come la vecchiaia, è diventata un’esperienza quotidiana delle masse crescenti del nostro secolo. L’inesorabile processo in cui il totalitarismo inserisce le masse da esso organizzate appare come un’evasione suicida da questa realtà.”
CONCLUSIONE L’atteggiamento dell’autrice appare nella conclusione pessimista, dal momento che indicando come tipica del nostro tempo la condizione di estraniazione sociale delle masse e di isolamento politico dei singoli sembrava non molto fiduciosa nel futuro nonostante la sconfitta militare di almeno uno dei due totalitarismi più importanti.
sopportare, l’amicizia perdonare, la legge punire.” “ Finora la convinzione che tutto sia possibile sembra aver provato soltanto che tutto può essere distrutto. Ma nel loro sforzo di tradurla in pratica, i regimi totalitari hanno scoperto, senza saperlo, che ci sono crimini che gli uomini non possono né punire né perdonare. Quando l’impossibile è stato reso possibile, è diventato il male assoluto, impunibile e imperdonabile, che non poteva più essere compreso e spiegato coi malvagi motivi dell’interesse egoistico, dell’avidità, dell’invidia, del risentimento; e che quindi la collera non poteva vendicare, la carità sopportare, l’amicizia perdonare, la legge punire.”
Il totalitarismo: un rischio sempre attuale Perché leggere Hannah Arendt nel XXI secolo
La tentazione del totalitarismo “Male radicale”, evento inaudito che costringe a ripensare tutte le categorie politiche, il totalitarismo non è per Arendt una parentesi infausta nella storia, ma un esito possibile della moderna società di massa: in particolari condizioni, dalla somma degli individui, ridotti ad atomi isolati, nasce “un unico uomo di proporzioni gigantesche”, pronto a seguire fanaticamente un’ideologia che distorce la realtà e minaccia la condizione umana. La tentazione del totalitarismo è perciò un rischio sempre presente, non cancellato dal crollo dei regimi totalitari.
Il totalitarismo oggi Dopo il totalitarismo rosso, basato sulla lotta di Classe, il bruno, sulla lotta delle Razze, l’Occidente deve affrontare il totalitarismo verde (colore dell'islamismo), che si fonda sulla lotta tra le Civiltà e tra le Religioni.
Il fondamentalismo islamico non è un semplice «integralismo» come gli altri, ma un’ideologia di distruzione di massa, un imperialismo guerriero e conquistatore a pretesa religiosa. Al fanatismo spirituale viene sommata la pericolosa volontà di rivincita di un mondo arabo-islamico «umiliato» dal colonialismo. Si tratta, dunque, di un totalitarismo teocratico e patologicamente anti-occidentale e giudeofobo, come lo si vede nei discorsi razzisti e violentissimi sia di Mahmud Ahmadinegiad che di Osama Bin Laden, Ayman al Zawahiri o il leader di Hezbollah Cheikh Nasrallah.
Il totalitarismo verde non è che al suo esordio Il totalitarismo verde non è che al suo esordio. Perché non è solo terroristico, ma prima di tutto ideologico. Per questa ragione sarà ancora più difficile da sconfiggere dei precedenti. Il nome di Allah in lingua araba
“In ogni uomo sonnecchia un tiranno” Platone Che cosa fare, dunque, per non cadere ancora una volta nelle grinfie del totalitarismo?
… che non solo tolleri ma stimoli la libertà dei singoli e dei gruppi Levare un grido forte … DEMOCRAZIA … che non solo tolleri ma stimoli la libertà dei singoli e dei gruppi … che non sia imposta dall’alto … che assicuri alla minoranza la possibilità di lavorare per un cambiamento pacifico … per una “società aperta”, basata sull’esercizio critico della ragione umana … in vista della soluzione di problemi sociali, cioè in vista di continue riforme
“La democrazia non può compiutamente caratterizzarsi solo come governo della maggioranza, benché l’istituzione delle elezioni generali sia della massima importanza. Infatti una maggioranza può governare in maniera tirannica. In una democrazia, i poteri dei governanti devono essere limitati ed il criterio di una democrazia è questo: in una democrazia i governanti – cioè il governo – possono essere licenziati dai governati senza spargimento di sangue”. Karl R. Popper
Ma la difesa della “società aperta” contro la “società chiusa” – ossia, come spiega Popper, una società totalitaria concepita organicisticamente ed organizzata tribalmente secondo norme non modificabili – è possibile solo se conosciamo i nemici della “società aperta”.
Ecco perché leggere “Le origini del totalitarismo”. L’ambizione di Hannah Arendt è quella di presentarci il nemico e di farcelo riconoscere. Ecco perché leggere “Le origini del totalitarismo”.
... perché è un contributo fondamentale all’analisi degli eventi più tragici della nostra epoca, un’analisi destinata ad assumere valore paradigmatico, perché condotta, per la prima volta, considerando anche le implicazioni culturali e filosofiche del totalitarismo, oltre a quelle storiche e politiche …
… perché è un’opera di educazione politica e civile, che si propone come un antidoto contro il possibile riemergere nella società contemporanea di tendenze totalitarie e della volontà di rendere schiavi gli uomini in nome di astratte e perverse ideologie di trasformazione integrale dell’umanità.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre”. Primo Levi
BIBLIOGRAFIA Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, 1951; AA.VV., www.filosofiaedintorni.net; Franco Restaino, Nuovi Sviluppi della filosofia analitica.