Euripide e la Sofistica

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Transcript della presentazione:

Euripide e la Sofistica

La Sofistica V secolo: Profonde trasformazioni socioeconomiche declino dell’aristocrazia nuove classi mercantili Ad Atene nascita di un nuovo regime politico, quello democratico . Leggi affidate all’assemblea Sempre più importante convincere la maggioranza Diffusione del bisogno di istruzione, indirizzato alla retorica, l’arte del saper persuadere il pubblico verso la propria tesi .

( dal greco sophistés , che significa letteralmente : “ sapiente “). Ecco che in questo periodo nasce una corrente filosofica chiamata sofistica ( dal greco sophistés , che significa letteralmente : “ sapiente “).

Euripide il sofista Euripide nelle sue tragedie dà prova di una grande arte oratoria, sembra quasi che attraverso le tragedie voglia allenare la sua eloquenza persuasiva.

La tragedia Medea ci offre un esempio di quest’arte dialettica

Medea Giasone e Medea vivono a Corinto con i loro figli Giasone decide di lasciare Medea e di sposare la figlia di Creonte. Medea si rivolge alle donne di Corinto , che compongono il coro , per ottenere il loro aiuto (vv.214- 266). È qui che Euripide per la prima volta fa sfoggio della sua arte oratoria: Medea pronuncia un lungo monologo, che servirà a persuadere il coro.

La seconda volta è rappresentata dalla discussione tra Medea e Creonte (vv.292-305) , dove Medea riesce ad ottenere un giorno in più per compiere il suo piano .

La terza volta: quando Medea e Giasone si scambiano battute uguali in lunghezza (alla maniera dei tribunali) Medea sfrutta la sua eloquenza per sovrastare e persuadere il suo “nemico”.

Il monologo di Medea Quando Medea compare in scena, all’inizio del primo episodio , pronuncia un discorso sapientemente articolato con rigore logico, in cui dà prova di una grande perizia dialettica. Si tratta di un manifesto “femminista” ante litteram, in cui la vicenda personale di Medea diventa esemplare della condizione stessa di donna: «la creatura più disgraziata fra tutti gli esseri dotati di vita e di intelletto ».

Medea e Creonte Anche nel successivo dialogo con Creonte , Medea è nuovamente impegnata in una appassionata autodifesa . Per descrivere la sua situazione personale Medea ricorre a termini che rinviano al dibattito, vivo in Atene, riguardante la valutazione dei diversi tipi di sapere rispetto alla loro utilità sociale .

Medea e Giasone Nel primo grande contrasto tra Medea e Giasone quest’ultimo è l’uomo che calcola esclusivamente l’utile con l’ausilio dei sofismi della retorica , manifestando il suo greto egoismo che maschera come altruismo, come desiderio di avvantaggiare la stessa Medea e i figli .

Un altro esempio delle conoscenze dialettiche di Euripide è contenuto nella tragedia Le Troiane

Le Troiane La guerra di Troia è finita Troia è caduta Gli uomini sono stati tutti uccisi e le donne vengono prese come schiave dai greci Cassandra Agamennone Andromaca Neottolemmo Ecuba Odisseo

Cassandra predice i mali che lei e il suo padrone subiranno una volta tornati in Grecia . Ecuba predice le peripezie e il lungo viaggio che Odisseo dovrà subire prima di riuscire a rientrare a Itaca. Andromaca vede suo figlio Astianatte mentre viene buttato giù dalle mura dai greci – Funerale Troia viene completamente bruciata e le donne vanno via con i loro padroni.

Nel terzo episodio Ecuba e Elena si sfidano in una specie di agone giudiziario per stabilire le responsabilità dello scoppio della guerra. Elena si difende ricordando il giudizio di Paride e l’intervento della dea Afrodite Ecuba invece svela la colpevolezza della donna, che attratta dal lusso e dall’adulterio scappò con Paride Il confronto si conclude con la decisione di Menelao di punire Elena .

Un altro esempio delle grandi capacità retoriche di Euripide, si trova nella tragedia Ippolito

Ippolito Ippolito , figlio di Teseo , è un giovane che si interessa solo alla caccia e al culto di Artemide, trascura le donne e la famiglia Afrodite , dea dell’amore, decide di punirlo e fa scaturire in Fedra , la seconda moglie di Teseo, un insolito amore per il giovane

Fedra parla di questo amore con la sua nutrice La nutrice lo racconta a Ippolito Fedra in preda alla vergogna si toglie la vita, ma lascia un biglietto con scritto che Ippolito l’ha violentata Teseo scopre il corpo e la lettera Ripudia e maledice il figlio Ippolito .

Ippolito si difende ma lascia la città e mentre va via la maledizione di Poseidone lo colpisce e lo lascia in fin di vita Dea ex machina , Artemide racconta la verità Il padre perdona Ippolito che poi muore .

La parte dove è possibile intravedere la retorica di Euripide , è quella dove Ippolito si difende dalle accuse di Teseo Ippolito riesce a far comprendere allo spettatore e al lettore la sua innocenza

A cura di Francesco Pappalardo 2012