Propaganda fascista Architettura fascista A pavia Anno Luca

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Transcript della presentazione:

Propaganda fascista Architettura fascista A pavia Anno 2010-2011 Luca Liceo Artistico “A. Volta” Pavia

Cenni Storici Contesto Storico-Politico Fascista (1922-1945): 1922 Marcia su Roma 1924 elezioni e il delitto Matteotti 15 Maggio 1934 primo incontro Mussolini con Hitler 9 Maggio 1936 proclamazione Impero 24 Novembre 1936 nasce l'Asse Berlino - Roma 19 Gennaio 1939 viene istituita La Camera dei Fasci e delle Corporazioni 22 Maggio 1939 firma Patto d'acciaio 10 Giugno 1940 Italia entra nel Conflitto Mondiale 20 Giugno 1940 attacco alla Francia 24 Giugno 1940 armistizio con la Francia 11 Dicembre 1941 dichiarazione di guerra agli Stati Uniti 25 Luglio 1943 il Re fa arrestare il Duce 12 Settembre 1943 il Duce viene Liberato dai Tedeschi 23 Settembre 1943 nasce la RSI repubblica sociale italiana (“governo fantoccio”) 25 Aprile 1945 il Duce fugge in Valtellina 27 Aprile 1945 il Duce viene arrestato dai partigiani 28 Aprile 1945 il Duce viene ucciso per ordine dei capi partigiani Contesto Storico-Culturale Fascista (1924-1937): 1924 Nasce l’Istituto Luce 1926 Leggi fascistissime 1932 Nasce la Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia 1935 Nasce il Centro sperimentale Cinematografia 21 Aprile 1937 Inaugurazione di Cinecittà   Cenni Storici

INFORMAZIONE PROPAGANDA ISTRUZIONE ARCHITETTURA

INFORMAZIONE MANIFESTI RADIO STAMPA CINEMA 1928 Ente Italiano Audizioni Radiofoniche (EIAR) 1925 Istituto nazionale L.U.C.E. (L’Unione Cinematografica Educativa) 1935 Ente Nazionale Industrie Cinematografiche 1937 Cinecittà Cinemobile Acquisto tra il 1911 e il 1925 delle maggiori testate giornalistiche "L’Ordine dei Giornalisti" 1937 “Ministero Della Cultura Popolare” Galeazzo Ciano

MANIFESTI La seconda guerra mondiale fu combattuta anche attraverso la diffusione di cartoline e manifesti, tali mezzi psicologici furono come delle vere armi, non meno importanti di quelle militari.

MANIFESTI La partecipazione dell'Italia nella campagna di Russia riveste un ruolo di rilievo per il carattere di guerra ideologica, ossia la lotta contro il comunismo.

MANIFESTI La propaganda relativa alla campagna d'Africa è legata alle operazioni sui due fronti etiopico e libico.

MANIFESTI Lo scontro nei cieli e nei mari conferisce al conflitto una nuova dimensione spaziale. La flotta e l'aviazione sono rappresentate come garanzia di salvaguardia delle coste e della libertà dei mari.

ISTRUZIONE 1925 programma di "nazionalizzazione" del tempo libero e creazione dell’Opera Nazionale Dopolavoro (OND) Tra il ‘27 e il ‘39 da ente per l’assistenza sociale diventò “movimento nazionale”, che vigilava sull’organizzazione del tempo libero le quali attività dei vari circoli erano suddivise in una serie di servizi sociali: Istruzione: cultura fascista e formazione professionale; Educazione fisica: sport e turismo; Educazione artistica: filodrammatica, musica, cinema, radio e folklore; Gioventù Italiana del Littorio (G.I.L.) e dell’Opera nazionale Balilla (O.N.B.)  Al G.I.L. fu affidato anche la preparazione sportiva, spirituale e premilitare delle nuove generazioni.

Edifici pubblici (poste, scuole, municipi, ecc…) caratterizzati da un’architettura inizialmente solo razionale per poi divenire monumentale, con grandi e marmorei edifici che avrebbero dovuto rispecchiare l’imponenza di un impero in tutto il mondo, lasciando un impronta nella storia; Nuove città sorte anche da zone bonificate (Pomezia, Aprilia, Pontinia, Sabauda, Latina, Guidonia)   ARCHITETTURA Un'immagine di Aprilia del 1937. Un'immagine di Littoria, oggi Latina, dall'alto del 1932.

ARCHITETTURA Alcune di queste opere hanno pura funzione propagandistica, altre rappresentano dei capolavori e altre ancora degli scempi, come nel caso di, al fine di dare un accesso retoricamente monumentale, Piazza S. Pietro, infatti, si abbatterono senza riguardo gli antichi borghi, il cui caratteristico e minuto tessuto costituiva una testimonianza storica e artistica).

ARCHITETTURA FASCISTA FASE RAZIONALISTA FASE MONUMENTALE

FASE RAZIONALISTA In Italia si volle far coincidere razionalismo e fascismo poiché il primo era lo stile architettonico privilegiato del partito. Questa nuova scuola intendeva abolite totalmente ogni sorta di legame col passato, ma a differenza con il razionalismo tedesco, si volle però recuperare alcuni elementi classici rendendoli in chiave nazionalistica, rifacendosi così sempre alla propaganda. Inoltre il Razionalismo è identificabile anche con la volontà di emancipare l’Italia in senso moderno, rendendola così in linea con le altre città europee, maggiormente sviluppate dal punto di vista economico. Giuseppe Terragni fu il principale esponente dell’architettura fascista nella sua prima fase, lo si ricorda anche per “La Casa del fascio” a Como (1932-1936), edificio con il lato del quadrato della pianta che è di 33,20 metri e ad esso corrisponde, dimezzata, l’altezza dei quattro diversi prospetti, giocati in un alternarsi di pieni e vuoti sulla partitura dei pilastri, che scandiscono un essenziale ma efficace gioco, dai suggestivi effetti chiaroscurali e di trasparenza.

FASE MONUMENTALE Il fascismo mirò sempre maggiormente a diffondere i propri ideali tra le masse e a trasmettere quindi l’idea di grandezza del proprio regime, pertanto gli edifici mutarono il loro aspetto, diventando sempre più scenografici e monumentali. L’intonaco è sostituito dal marmo e le proporzioni si fanno sempre più gigantesche. Inoltre la chiarezza delle composizioni, che caratterizzava il periodo razionalista, è sostituita da una sempre maggiore scenografia d’insieme. Il maggior architetto della fase monumentalista fu Marcello Piacentini, che progettò il “il Palazzo di Giustizia a Milano” (1939-40) completamente rivestito di marmo, con ampie e lunghe finestre, le retoriche scritte in rilievo e due altissimi setti all’entrata che ricordano due colonne di un tempio greco.

ARCHITETTURA FASCISTA A PAVIA Con la chiusura e lo smantellamento del poligono di tiro, nel 1928, si rese possibili l’utilizzo di appezzamenti di terreno per istituzioni di ordine fascista. Così lungo il tracciato delle mura demolite, sorsero in un biennio: la caserma della milizia; la casa del Balilla; l’Istituto tecnico Bordoni. Tutti esempi di architettura degli anni ’30 non volta a recuperi storici ma ispirata a moderne concezioni.

ARCHITETTURA FASCISTA A PAVIA Caserma della milizia (XXVIII Ottobre) 1935 La caserma, il primo dei tre edifici a essere realizzato e inaugurato (16 giugno 1935), presenta l’adozione di moduli stilistici anche di ascendenza futurista, ma rimanendo sempre con gli aspetti stilistici di chiave razionalista. Composto di un corpo a parallelepipedo d’ingresso, assemblato con un corpo semicilindrico dell’edificio meridionale (quasi nel ricordare una prua di una nave). Tra i 2 corpi, risaltata cromaticamente, vi è posta l’alta torre lamellare, percorsa da oblò e finestrature continue, disposte in orizzontale e verticale a sottolineare le valenze volumetriche dell’insieme. “Caserma della Milizia, ora comando dei vigili urbani”

ARCHITETTURA FASCISTA A PAVIA Casa del Balilla 1934-1936 Progetto dell’ingegner Zanetti, poi l’incarico definitivo passa ad Alberto Sacchi. Con l’edificio si intende creare una costruzione che sia anche moderna, con carattere severo, ma anche che rispecchi quelli che sono gli orientamenti fisici e ideologici della gioventù del fascio. Da questo allora le grandi proporzioni, l’armonica composizione delle strutture portanti semplici e funzionali. La struttura è composta: da 2 corpi perpendicolari al Ticino ed uno trasversale di collegamento; un imponente portale di accesso a “fornice” (come gli archi trionfali romani); un corpo saliente semicilindrico, ornato da un fregio in litoceramica realizzato dallo scultore Giuseppe Ursi, posto al fianco sinistro in corrispondenza della curva della strada L’edificio, fu concepito sulla base di credo stilistico chiaramente razionalista ed esigenze funzionali, è composto da reparti per: l’educazione fisica; la formazione cultuale; l’assistenza sanitaria; l’organizzazione politica;

ARCHITETTURA FASCISTA A PAVIA Istituto Tecnico Bordoni 1935-1936 L’Istituto, intitolato nell’81 al matematico Antonio Bordoni, sorge in prossimità dell’ex bastione orientale, nell’area compresa tra le vie San Carlo, corso Garibaldi e viale Città di Fiume. Il concorso fu vinto da Mario Ridolfi, e i lavori iniziarono nel luglio del 1935 e già entro la fine dell’anno successivo la scuola poté già ospitare 28 classi con un totale di 114 ambienti, tutti i locali collocati con attenzione per i risolvere problemi di illuminazione, esposizione e pratica distribuzione. L’architetto qui enuncia la sua ricerca di un edificio funzionale dove tutto trova l’esatta destinazione e valore. L’edificio è caratterizzato da un corpi a parallelepipedo dalla copertura a terrazza, composti ortogonalmente tra loro, e l’apertura della fronte d’accesso su pilotis.

ARCHITETTURA FASCISTA A PAVIA Palazzo del Governo (Palazzo della Provincia) 1938 La zona, un tempo occupata dal convento dei Gesuiti, tra la piazza della Legna e la proprietà Malaspina, subì profonde modifiche nel periodo fascista, sorgendo cosi la “sede dell’Amministrazione Provinciale” con l’adiacente “Palazzo del Governo”. Per realizzare quest’ultimo,si dovette comprare e demolire la “Casa dello Studente”, inglobata nel monastero settecentesco, abbattere altri fabbricati vicini per aprire una nuova via di accesso e creare così anche un’ampia piazza. Il progettista, l’architetto Carlo Morandi, oltre al compito della creazione di un fabbricato, puramente ispirato allo stile fascista (l’alta “Torre Littoria”; l’imponente e severo portale marmoreo; il monotono e il continuo parametro murario in mattone;), dovette creare anche un piano urbanistico particolare, ove vi fossero accuratamente considerati i raccordi tra gli edifici nuovi e quelli storici mantenuti.

MONUMENTI FASCISTA A PAVIA Monumento alla Minerva 1939 Realizzata da Francesco Messina e commissionata da Lea del Bo al ricordo del marito il neurologo Ottorino Rossi, ritrae la gigantesca dea armata. Collocata al centro di “piazza di porta Cavour”, da così poter dominare e contraddistinguere quello che sarebbe stato il principale accesso alla città. L’opera è realizzata in bronzo e porfido, collocata su un piedistallo in travertino con inciso due dediche: <<Pavia dalla gloria millenaria del suo Ateneo tragga auspici a migliori fortune>> <<In memoria di Ottorino Rossi>> “Monumento equestre Regisole di Messina a Pavia”