Il fenomeno del bullismo
Le teorie scientifiche La violenza nasce da una frustrazione (Pavlov, Skinner); per questo è sempre importante coltivare l’autostima; L’importanza dei modelli (Bandura); è una teoria comportamentista; se un bambino vede il genitore che picchia un soggetto è indotto a ripetere il gesto soprattutto se il modello è autorevole (es: i modelli di successo in TV); L’influenza del contesto (Milgram, Zimbardo); esperimento di Zimbardo e del carcere; i fatti in Iraq
Teorie sull’aggressività e la violenza L’aggressività è insita in ognuno; Non sempre l’aggressività sfocia nella violenza ma può essere convogliata in maniera positiva (c.d. grinta)
Altre teorie sulla violenza La pulsione aggressiva; è il paradigma freudiano; si radica sull’impulso di morte; può essere sublimata; Violenza e narcisismo (Lacan); è sempre un modello freudiano: i narcisisti incalliti non tollerano gli altri (tendenza attuale);la rabbia narcisistica esplode quando si cerca di vendicarsi sugli altri avendone paura, volendoli escludere; bisogna insegnare a sostenere la frustrazione
Altre teorie sulla violenza La violenza ha a che fare col bisogno di assertività; sin dai primi mesi di vita; si deve insegnare a controllare tali pulsioni, le quali possono essere “raffreddate” dando loro un nome (importanza della parola); Abusi infantili: generano violenza nei soggetti adulti;identificazione con l’aggressore; Modello idraulico: è un tratto innato:l’aggressività deve scaricare dopo un accumulo; Stress e malessere fisico.
Lo sviluppo dell’adolescente Spesso si attribuisce ai ragazzi una maturità che non possiedono; Fino a 22 anni la corteccia pre-frontale non è sviluppata; Anche il cervelletto non si sviluppa prima di quell’età
L’adolescenza: tratti tipici L’adolescente è alla ricerca della propria identità; Cerca di costituire una nuova famiglia col proprio gruppo; Spesso non sa ricevere e chiedere aiuto; Cerca delle certezze, spesso distorte (branco); Il trapasso all’adolescenza non è supportato dalla società che dà messaggi distorti; Spesso si mette alla prova con azioni spericolate; Spesso non ritrova negli adulti dei modelli; Spesso è deluso, perde l’autostima, non riesce a coniugare i propri bisogni narcisistici con quelli degli altri
Adolescenza e disagio Due adolescenti su 10 mostrano una qualche forma di disagio; Nella metà dei casi si tratta di un disagio superabile; È necessario cogliere i segnali (in genere i ragazzi sono più chiusi); Non sempre è utile nelle scuole un centro d’ascolto; La fase più delicata è quella del passaggio dalle scuole medie alle superiori.
Implicazioni educative L’adolescente non sa riflettere e prendere decisioni; È importante che l’adulto gli ponga delle alternative; L’adolescente culturalizzato riesce a controllare meglio l’impulsività; Importanza delle regole in famiglia.
Tratti tipici del bullismo Può avere effetti che durano nel tempo; Adulti e ragazzi non amano parlarne; Il rifiuto della scuola può essere dovuto ai compagni; Per i ragazzi debolezza è sinonimo di inferiorità.
Tratti tipici del bullismo Anche un ragazzo super-dotato può essere preso di mira(non ha sviluppato una intelligenza emotiva, viene giudicato inferiore); Bisognerebbe educare alla diversità; Spesso i ragazzi super-dotati sono oggetto di invidia perché inferiorizzano i coetanei; Fenomeno della dissonanza cognitiva.
Scuola e bullismo Il P.O.F. dovrebbe contenere un programma anti-bullismo; L’insegnante deve insegnare a convivere; La classe come luogo di vita; L’essere impopolare genera disistima nel ragazzo che può smettere di studiare.
Scuola e bullismo L’insegnante deve sempre incentivare le relazioni e le discussioni, nonché conoscere il clima-classe; L’insegnante deve saper riconoscere le situazioni a rischio bullismo; Educare all’empatia .
Differenza tra bullismo e altri comportamenti : “lo stuzzicare” È innocente, spontaneo, scherzoso; Dura poco; Avviene tra uguali; Spiacevole ma sopportabile; Uno contro uno; Può essere reciproco.
Tratti tipici del bullismo Tormentare la vittima; Ferire deliberatamente, in modo calcolato; Persistere nelle azioni che diventano ripetitive; È una lotta ineguale basata sul sentimento di impotenza della vittima e sul potere del bullo; È una lotta impari di vari contro uno; Bulli e vittime non si scambiano i ruoli (relazioni fisse)
Conseguenze del bullismo Se persiste, sofferenze complesse e durature; Difficile tornare amici come prima; Isolamento, solitudine, no appartenenza al gruppo; Il gruppo è dominato da un clima basato sulla minaccia e l’ insicurezza; Clima di sfiducia, scarsa spontaneità e amicizia
Errori da evitare Non colpevolizzare (es. il gioco della guerra non è guerra); Crescere con l’idea di non valere (porta alla depressione o può esserne la conseguenza)
Lo stereotipo del bullo Il “Franti” di De Amicis; Il bullo “nascosto”, che diventa tale in un determinato contesto, a causa di un giudizio distorto e condiviso da un gruppo (spesso noi facciamo degli alunni ciò che sono)
Chi è il bullo Categoria ristretta di ragazzi che incute paura e gode di una popolarità; Tipico è il “terzetto”; Mancanza di empatia, insensibilità ai sentimenti degli altri, difficoltà a creare rapporti (incompetenza sul piano sociale); Forte bisogno di dominare sugli altri, non vedono il punto di vista degli altri; Sicuri di sé, scarsamente sfiorati da dubbi sul loro valore; Fisicamente forti; Spesso non sono stati educati a controllare l’aggressività
Chi è il bullo Bambini puniti, repressi o sgridati da genitori impulsivi; Attratti dalla violenza e dalla trasgressione; Bulli passivi o sobillatori; Non si prendono la responsabilità delle loro azioni; Si abituano a trovare gratificazioni dalle loro azioni di devianza (problema dell’intervento diretto e non indiretto sui comportamenti antisociali)
Caratteristiche della vittima Bambini tranquilli, riservati, sensibili, facili al pianto; Schivi e timorosi che tendono a non reagire di fronte alle provocazioni, cercano l’appoggio negli adulti; Più ansiosi e insicuri della media dei coetanei, scarsa stima di sé, spesso isolati; A volte iper-protetti nell’infanzia o, al contrario, trascurati; Diversi (ragazzi con disabilità, per esorcizzare la diversità); Ragazzi predisposti alla depressione
Vittime provocatrici Bambini irrequieti, ansiosi e aggressivi che creano tensione e si comportano in modo irritante; Impulsivi; Più deboli, fisicamente, dei bulli; In realtà sarebbero dei bulli se fossero più forti e organizzati
Possibili conseguenze per le vittime Soffrono di un complesso di inferiorità, pensano di non meritare, si aspettano di fallire, si rendono antipatici, si deve stimolarli a interloquire; Hanno difficoltà ad affermare i loro diritti; invece di difendersi scappano; Non osano prendere l’iniziativa, evitano le attività di gruppo; Possono accusare disturbi psico-somatici; Diventano sospettosi
Possibili conseguenze per i bulli Possono essere circondati da ammiratori, ma l’opinione degli altri su di loro non è quasi mai positiva; Se si fissano in questo ruolo e se gli altri attribuiscono loro quel ruolo sarà difficile liberarsene; sono temuti ma non hanno veri amici; Il comportamento dei bulli è quasi sempre un sintomo di un problema sottostante; Sono aggressivi, non tollerano le regole
Possibili conseguenze per i bulli Non provano interesse per ciò che gli adulti propongono loro a scuola; Mancano di fiducia in se stessi, non sanno avvicinare gli altri in forma non violenta; Violenza e intimidazione sono i soli modi che conoscono e di cui dispongono per stabilire delle relazioni con gli altri
Importante Se i ragazzi non imparano a vivere insieme non riescono ad apprendere; La scuola si ritrova a risolvere questioni complesse perché il contesto familiare è variegato; Il bullismo spesso nasce per noia
Interventi sul bullismo contesto di vita, famiglia e scuola; lettura di testi letterari e non riguardanti il bullismo Role-playing; strategie di discussione (es. “del semaforo”); Il”circolo di qualità”
Il circolo di qualità Identificare il problema; Discutere liberamente (brainstorming); Proporre soluzioni; Provare una soluzione considerata praticabile; Revisione, perfezionamento.
Lo IAFRUS Io = ognuno parla a titolo personale; si terrà conto di tutti i pareri; Attivo = ognuno collabora ascoltando attivamente; Fiducia = si può contare sugli altri; Rispetto = non ci deve essere il rifiuto dell’altro come interlocutore; Umorismo: allentare la tensione senza offendere; Scelta: ognuno decide cosa dire
Qualche trucco per il moderatore Dite chiaramente che siete il moderatore; Date l’esempio; Date importanza a ciò che viene detto; Stimolate i comportamenti positivi; Lasciate spazio ai ragazzi; Lasciate la possibilità a tutti di esprimere compiutamente il proprio pensiero; Concludere l’incontro con una nota positiva
Come aiutare la vittima Training dell’assertività; insegnare a resistere, ad affermare i propri diritti, dichiarando le proprie intenzioni; Far imparare affermazioni assertive; Resistere ai raggiri e alle minacce; Come abbandonare una situazione di bullismo; Accrescere l’autostima; Ottenere l’appoggio degli astanti; Rimanere calmi in situazioni stressanti; Riflettere su eventuali atteggiamenti o comportamenti provocatori
Come aiutare il bullo Orientare verso forme di gratificazione e soddisfazione diverse; Insegnare ad esprimere l’aggressività in altri modi controllati (es: arti marziali); Discutere in classe di ciò che accade, aumentando la consapevolezza; Far emergere dai ragazzi le regole della convivenza partendo da fatti accaduti; Riorganizzare le risorse personali; Sfruttare le parti “buone” di ognuno; Analizzare filmati sul bullismo; role playing