IL SIGNIFICATO DEL DISEGNO INFANTILE CORSO DI FORMAZIONE COOPERATIVA F.A.I. Anno 2010 Primo tema: IL SIGNIFICATO DEL DISEGNO INFANTILE Erica Gilardini
LE TEORIE SUL DISEGNO DEI BAMBINI Il disegno come: Liberazione di eccesso di energia tipica dell'età infantile Conseguenza dello sviluppo neurale e dei processi percettivi e logici Manifestazione di istinti Possibilità di prendere coscienza della propria esistenza e di incidere sull'ambiente Possibilità di porsi nella realtà degli adulti e di rappresentare i problemi che esistono in questo nuovo rapporto Il significato del contenuto può essere paragonato al sogno, poiché entrambi considerati come fase di elaborazione di ricordi, ristrutturazione inconscia di avvenimenti precedenti, dove il bambino è libero da forme di inibizione e rivela il suo stato emotivo Indicatore dello sviluppo intellettivo, del comportamento del soggetto e mezzo di comunicazione, quindi strumento sociale ATTENZIONE: l'interpretazione del disegno deve essere accompagnata da un colloquio con il bambino, dalla conoscenza dell'ambiente in cui vive per poter dare una valutazione attendibile e crearsi valide ipotesi!!!
L'EVOLUZIONE DEL GRAFISMO NEL BAMBINO 16-18 mesi. Gli oggetti lanciati contro una superficie producono delle tracce, quindi la prova della propria presenza, mentre i colpi di matita sul foglio in assenza del controllo motorio sono un mezzo per scaricare l'energia interna. 2 anni. Capisce che c'è un rapporto tra i suoi movimenti e i segni ottenuti e inizia a padroneggiare il mezzo usato. Compaiono i segni circolari, ad angolo, cioè i primi scarabocchi e il bambino supera i bordi del foglio. 2 anni, 6 mesi. Non supera i bordi poiché aumenta il controllo motorio e visivo; disegni a spirale con riccioli; riesce a produrre una figura disegnata su metà foglio sull'altra metà. 3 anni. Lo scarabocchio diventa un gioco, quindi viene dotato di un nome e di un significato preciso, anche se lo stesso scarabocchio può rappresentare oggetti diversi (realismo fortuito). Diventa il mezzo per rappresentare sensazioni interne. Aumento dei tracciati verticali, indicativi della coscienza di sè. 4 anni. Lo scarabocchio diventa comprensibile anche agli adulti, emergono le prime figure umane e le lettere dell'alfabeto. Alcune indicazioni: Tracciato veloce (attività, impulsività) VS tracciato lento (calma, pigrizia) Tracciato marcato (vitalità, energia) VS tracciato sottile (sensibilità) Spostato a sinistra (timore, bisogno della figura materna) VS a destra (desiderio di crescere, importanza del padre) Linee curve (capacità di adattamento) VS linee angolose (resistenza, aggressività) Con più tratti (bisogno di staccare per ritrovare le forze) Occupa tutto il foglio (bisogno di attenzione) VS occupa una minima parte (introversione)
DISEGNO E SCRITTURA Il loro sviluppo è opposto: se il disegno all'inizio è manifestazione di impulsi e verso i 9 anni assume un aspetto più conforme alle norme sociali, la scrittura è in principio un esercizio legato all'apprendimento scolastico e verso i 12 anni diventa libera espressione di vissuti interni. La scrittura: 2 anni, 6 mesi: il bambino traccia linee orizzontali che evolvono in un tracciato ondulato 3 anni: chiude le forme aperte 4 anni: è capace di mantenere le lettere su una linea di base 5 anni: scrive il nome con caratteri irregolari, percepisce le lettere globalmente 6 anni: scrive le maiuscole, ma sbaglia la direzione di alcune lettere 7 anni: differenzia le maiuscole dalle minuscole NOTA: la difficoltà maggiore è coordinare la rappresentazione visiva di una lettera coi movimenti delle dita, del polso e del braccio. Il disegno: 5 anni: disegna quello che sa delle cose, non quello che vede, si ispira ad un modello interno, omettendo particolari richiesti dall'adulto o facendo figurare elementi invisibili (realismo intellettuale) 6 anni: tiene conto delle proporzioni degli oggetti, della disposizione e della prospettiva, disegna ciò che vede e non ciò che sa (realismo visivo)
EVOLUZIONE DELLA FIGURA UMANA 3 anni: con un unico schema rappresenta chiunque. Ciò è la percezione che il bambino ha del proprio corpo, dove la testa è importante perchè rappresenta il contatto con l'esterno, le braccia la possibilità di raggiungere e toccare, le gambe di spostarsi o l'attaccamento alla terra-madre. Il risultato è l' “omino testone” con due grossi occhi, mentre la bocca compare più tardi 4 anni: disegnano il primo abbozzo di tronco e l'ombelico, attraente per i bambini in quanto pensano che da lì nascono gli esseri umani. L'omino è chiamato “corpo fantasma” 5 anni: compaiono le orecchie, altri dettagli come i vestiti, il tronco si allunga 6 anni: si arricchisce di mani e collo. Più tardi le braccia diventano la prosecuzione delle spalle e la testa si solleva sul collo NOTA: il disegno delle femmine è più ricco di dettagli poiché in generale più precoci e mature ALTRO: Profilo: prima dei 5 anni l'idea dell'azione è resa dal raggruppamento di più elementi statici, verso i 6 anni dalle braccia che si tendono verso un oggetto. I piedi sono orientati nel verso del movimento e dopo tutta la persona si gira di profilo, per ultima la testa. È quasi sempre verso sinistra e può apparire buffo perchè non tutte le parti migrano e non sono rispettate le leggi della rpospettiva Ritratto: intende tutta la persona e non solo la faccia. Il bambino procede per centri di interesse e non segue un filo logico. Verso i 10 anni lo arricchisce con dettagli, mentre chi resta ad un livello primitivo non teme la rappresentazione del brutto e del difetto, anzi li riproduce, identificandosi con essi
EVOLUZIONE DELLA RAPPRESENTAZIONE DELLO SPAZIO Trasparenza: il bambino esprime ciò che per lui è significativo, il criterio di raffigurazione non è visivo ma intellettuale, per cui possono apparire certe parti di oggetti che non dovrebbero esserci. Es. le gambe sotto i pantaloni. Questa fase termina verso i 9 anni Ribaltamento: intorno ai 6-7 anni ha l'attitudine a collocarsi all'interno delle situazioni, restando coinvolto nel disegno, per cui ad es. un tavolo è un rettangolo con le 4 gambe evidenti, oppure se vuole rappresentare una strada con delle case, prima disegna quelle che ha di fronte e poi gira il foglio per rappresentare quelle di spalle Grandezze e collocazione spaziale: distorce le dimensioni degli oggetti perchè enfatizza ciò che per lui è importante, quindi questa diventa grossa e al centro del foglio. Più il bambino è piccolo, più le dimensioni degli oggetti sono grandi; questa fase dovrebbe terminare intorno agli 8 anni. Gli oggetti che fluttuano nello spazio sono tipici dei bambini intorno ai 3 anni che utilizzano il foglio con la massima libertà. Prospettiva: la linea orizzontale funge da terra, la parte inferiore della pagina è il suolo e quella superiore il cielo. Il fondo bianco suggerisce l'idea del vuoto e la riempitura indica una presa di possesso del foglio. I personaggi possono avere diverse linee di terra in base all'importanza. Quando impara ad usare i metodi logici di pensiero scopre la prospettiva, la rappresentazione si subordina ad un unico punto di vista e ciò consente il paragone di stili e tecniche diverse: curvilineo, rettilineo, uguaglianza, disuguaglianza (relazioni euclidee intorno ai 5 anni), aperto, chiuso, pieno, vuoto (relazioni topologiche intorno ai 4 anni)
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA E VITA EMOTIVA L'attività grafica è indice di espressione della vita emotiva e della personalità. Il bambino proietta nel disegno se stesso e il suo bagaglio emotivo, esplicita le sue ansie e le sdrammatizza, cioè diventano meno ansiogene e, nel far ciò, compie inconsciamente degli errori facilmente interpretabili. Il bambino rivive esperienze del passato, si cala in ruoli diversi, rappresenta i suoi problemi. Nei bambini “sensoriali” prevalgono i toni puri, il movimento, la ricchezza del contenuto; il “razionale” è più attratto dagli oggetti, dall'immobile, dall'equilibrio. I bambini di 4-5 anni rappresentano la prima categoria, quelli di 9-10 anni la seconda, poiché più preoccupati di rappresentare correttamente il mondo che di esprimere le proprie emozioni. INTERPRETAZIONE FORMALE La forza e l'intensità della “linea” sono indicativi dell'energia del soggetto: il benessere e il rilassamento allargano e arrotondano i movimenti, la vitalità è espressa con segni ricchi e verso l'alto, il malessere comprime, l'aggressività ha punte e svolazzi, la sensibilità crea un piacevole chiaroscuro. I “contorni” rigidi esprimono ostilità e controllo. Le “cancellature” indicano problemi emotivi, ansia. L' “annerimento” la depressione, l'aggressività e il senso di colpa, il piacere di sporcare. L'uso dello “spazio” esprime la relazione del soggetto con il suo ambiente: la tendenza ad uscire dai bordi indica scarso controllo motorio, scarsa fiducia in sé e richiesta di attenzione; l'uso di un'area ristretta del foglio indica timidezza, solitudine; la parte superiore del foglio è simbolica dello schema corporeo quindi della testa, razionalità, rilassamento, mentre la parte centrale egocentrismo; la posizione orizzontale del foglio indica il rapporto con la madre, mentre quella verticale il rapporto con il padre; lo spostamento verso sinistra indica introversione, melanconia, mentre verso destra fiducia in sè. Il “colore”: si parla di Globalismo Percettivo come la tendenza del bambino a confondere alcuni colori, tipica dei 5 anni (es. blu e viola), e all'usare colori netti, mirando agli effetti forti,
sotto l'assenza di consapevolezza sotto l'assenza di consapevolezza. Dopo i 6-7 anni aumenta l'interesse per la sfumatura e i toni meno violenti. L'uso di 1 colore caratterizza le produzioni di ossessivi o schizofrenici; l'assenza del colore rivela vuoti affettivi o tendenza antisociale; soggetti adattati usano invece 5-6 colori in media. Se nel periodo dello scarabocchio il bambino non si preoccupa che il colore corrisponda agli oggetti reali, questo avviene verso i 7-8 anni poiché l'uso del colore diventa soggettivo e coglie la relazione tra colore e oggetto (all'inizio in modo persistente: es. il mare è sempre blu). NOTA (la Teoria Cromatica di Kandisky, 1968): il giallo rende inquieti, eccita, è il colore della follia; il blu indica il controllo di sé e desta nostalgia; il verde è il colore tranquillo; il rosso è energico e aggressivo; l'arancione e il viola indicano un equilibrio instabile e il secondo è la passione dannata, indica tristezza; il bianco è il silenzio e il simbolo della giovinezza; il nero il silenzio eterno, una pausa che chiude, indica passività, aggressione, paura, ansia; il grigio è immobilità. INTERPRETAZIONE FIGURATIVA E TEMI Il disegno è come il sogno: c'è un livello manifesto, che esprime le preoccupazioni o gli interessi con consapevolezza, ed un livello latente che è la proiezione dell'inconscio sottoforma simbolica da interpretare. Si utilizza una valutazione di tipo eclettico che prende in considerazione i nessi tra i tratti di personalità, il contesto culturale, il livello di sviluppo cognitivo e altre variabili. Figura umana: è la percezione che il bambino ha del suo corpo, è il personaggio con cui si identifica Gruppo: il soggetto rivela la sua posizione sociale e i rapporti con i membri Simboli: il re raffigura il padre, la regina la madre ideale, la strega la madre cattiva, il principe il Super Io, la principessa la parte buona di sè, il drago è il male. Far disegnare un sogno diminuisce il senso di colpa, perchè “è solo un sogno”.
Casa: rappresenta il vissuto della famiglia, quella ideale (es Casa: rappresenta il vissuto della famiglia, quella ideale (es. castello o ricca di dettagli per negare la depressione) e quella reale Strada: è il prolungamento della casa che sta ad indicare la possibilità di allontanarsi da essa e separarsi. Può essere più o meno tortuosa, con o senza meta. Albero: le radici simboleggiano l'inconscio e le pulsioni, il tronco l'elemento più stabile e l'Io, la chioma la relazione con l'altro, la razionalità. Sole e luna: il sole è il simbolo del padre, rappresenta sicurezza, benessere, potenza e intelligenza; la luna è associata all'idea della morte poiché compare quando il sole, che è vita, scompare, o del ritmo e della periodicità (“essere lunatici”). Cielo e terra: il primo simbolo delle aspirazioni e della purezza e la seconda di sicurezza e nutrimento. Animali: il bambino può utilizzarli per raffigurare se stesso, proiettandoci quei sentimenti che non ha il coraggio di sentire come suoi. Toro, cavallo come potenza virile. Galli e galline come la famiglia. Uccelli e corvi neri come la paura. I pesci come la libertà ma minacciata. Auto: simboleggia la potenza, legata alla figura paterna Navi: bisogno di evadere, il desiderio di essere cullati Arcobaleno: è una volta protettrice del soggetto Notte: le tenebre, l'ansia, la morte Cerchio: la femminilità, la fecondazione Montagne: il seno materno Fuoco: la luce, il calore, l'intelligenza, la potenza distruttrice I banditi sono la parte negativa della personalità, la fata è l'intermediario che aiuta a penetrare nell'inconscio, la bella addormentata i ricordi addormentati nell'inconscio. NOTA: interpretare in base al racconto del bambino, alla visione globale del disegno, ad alcuni elementi di realtà.
DISEGNO E DISATTAMENTO Alcuni esempi: Ritardo mentale: possono soffrire di senso di inferiorità, esclusione, quindi mantengono a lungo le loro tematiche, la loro spontaneità e la simbologia è semplice. Autismo: si compiace di rappresentazioni catastrofiche che testimoniano la modalità ansiosa e lugubre di percepire il mondo. Le figure umane sono piccole e stereotipate, gli occhi sono persi nel vuoto, riflesso delle loro modalità di relazione sociale. Le fantasie aggressive si esprimono con tratti brevi e acuti e con una pressione violenta. I dettagli del volto sono accentuati. Ansia: l'insicurezza del soggetto ansioso si esprime sia come aggressione che come inibizione, quindi con simboli di forza, in modo frenetico, con tratti pesanti, dimensioni grosse e colori vivi nel primo caso, mentre tratti leggeri, figure piccole e colori tenui nel secondo. Quando l'ansia, al posto di esprimersi liberamente, è proiettata all'esterno, il bambino può ad es. omettere di disegnare le mani se ha tratti fobici ossessivi. Nella nevrosi isterica la figura umana è grossa e al centro del foglio per esprimere un costante bisogno di dipendenza, mentre l'eccessivo arricchimenti di dettagli (es. fiocchi) rappresenta il loro ritiro narcisistico. Depressione e colpevolizzazione: espressi da un tratto insicuro, soggetti macabri, colori freddi, case abbandonate, persone piccole, paesaggi tristi. NOTA: il disegno come mezzo di espressione, di comunicazione, approfondimento dei rapporti tra il bambino e l'ambiente. Usato come strumento diagnostico e terapeutico.
LA VALUTAZIONE DEL DISEGNO Il disegno della famiglia (Corman, 1970). Applicabile ai bambini dai 6 ai 15 anni. La consegna è “disegna una famiglia”, che permette di stare tra un piano di realtà e di fantasia. L'analisi viene fatta considerando i fattori grafico-strutturali spiegati prima e il contenuto. Quest'ultimo implica: il rapporto spaziale tra i soggetti, il personaggio valorizzato e quello svalorizzato, il personaggio aggiunto (ideale), l'identificazione con i personaggi, il clima affettivo (es. la famiglia a tavola=cibo=amore), quali emozioni presentano i personaggi. NB: essere a conoscenza della famiglia reale. Il disegno della figura umana (Goodenough 1957, Machover, 1949). La figura umana è l'espressione di sè, del corpo, dell'Io nell'ambiente. Applicabile anche agli adulti. La consegna è “disegna una persona”. Variante: in un secondo foglio si invita a disegnare una persona di sesso opposto, simbolica dell'ambiente circostante. L'analisi specifica, oltre quella di base, include: la testa come centro della persona, l'intelligenza; la bocca come significato orale, affettivo, aggressivo; gli occhi, come la parte intima del soggetto, “specchio dell'anima”; il mento come simbolo della virilità;il naso come equivalente fallico; le mani e le braccia e le orecchie come socialità; il collo come punto di unione tra le cariche impulsive del corpo e il controllo mentale; i piedi indicano il contatto con la realtà; i vestiti la protezione e la dipendenza. NB: in adolescenza c'è grande attenzione per il corpo; l'autoritratto,come variante, implica una maggiore coscienza di sè, per cui l'innescarsi di difese. Il disegno dell'albero (Koch, 1952). L'albero come simbolo del sé e della libido. Applicabile anche agli adulti. La consegna è “disegna un albero”. I contenuti: le radici come la parte istintuale, fonte di nutrimento ed espressione del senso di sicurezza; il tronco come l'Io vissuto; la chioma e i rami come
capacità di relazionarsi al mondo esterno capacità di relazionarsi al mondo esterno. NB: il tronco che poggia sul margine del foglio fino ai 10 anni, albero a forma di croce fino ai 6 anni, rami nella parte inferiore del fusto fino ai 7 anni, annerimento del fusto fino ai 7 anni, la stereotipia dei particolari fino ai 6 anni, la chioma centripeta fino ai 6 anni. BIBLIOGRAFIA Berenson M., Dallo scarabocchio al disegno. Armando ed. Fonzi A., Disegno e linguaggio nel bambino. Giappichelli ed. Luquet G., Il disehno infantile. Armando ed. Widlocher D., L'interpretazione dei disegni infantili. Armando ed. Oliverio Ferraris A., Il significato del disegno infantile. Bollati Boringhieri ed. Crotti E., Non sono scarabocchi. Mondadori ed.