La comunicazione nelle organizzazioni
Organizzazione come sistema L’organizzazione è un sistema che include sottosistemi, è inclusa in sovrasistemi e comunica con altri sistemi L’organizzazione differisce da altri tipi di aggregati umani perché ha uno scopo L’organizzazione può anche essere considerata un insieme di relazioni interpersonali Un’organizzazione può nascere per motivi lavorativi, affettivi, supportivi ecc. Anche nascendo per un solo motivo, non è detto che gli altri aspetti non entrino a far parte dell’organizzazione I membri di un’organizzazione percepiscono sé stessi come “parte di un’unità durevole nel tempo e nello spazio” ed aventi un destino comune I membri di un’organizzazione sono interdipendenti Ciò che all’interno di un’organizzazione accade a un membro influenza anche tutti gli altri
La cultura dell’organizzazione Ogni organizzazione ha una sua cultura (“locale”) Per “cultura” s’intende l’insieme degli assunti e dei valori che contraddistinguono uno specifico gruppo e ne orientano le scelte In ogni organizzazione esistono ruoli formali e informali La cultura organizzativa si traduce spesso in norme e regole esplicite o implicite
Le ragioni per cui si entra in un’organizzazione Fondamentalmente per trovare calore e sostegno Per raggiungere obiettivi che non si possono raggiungere da soli L’esperienza in un’organizzazione può essere sia positiva che negativa L’esperienza è tanto più positiva quanto più l’organizzazione è “coesa”, quanto più, cioè, i suoi membri provano attrazione reciproca
Come si aumenta la coesione interna? La coesione interna a un’organizzazione è aumentata: Da qualsiasi fattore in grado di innalzare il valore del gruppo agli occhi del singolo componente Quando i membri capiscono che i guadagni del singolo dipendono dal contributo di tutti Quando il gruppo si sente minacciato da un nemico esterno Quando il gruppo si sente sfidato da un rivale esterno Quando il gruppo è vittima di una disgrazia che riguarda tutti i membri
Cosa minaccia la coesione interna? La coesione interna a una organizzazione può essere minacciata: Dalla nascita di sottogruppi in competizione tra loro Quando tra i membri dell’organizzazione o tra i sottogruppi interni manca totalmente comunicazione o avviene in forma disfunzionale Quando tra alcuni membri dell’organizzazione nasce simpatia spontanea Quando l’organizzazione è troppo grande. In questo caso sarà favorita la nascita di sottogruppi, il che diminuirà la coesione generale
I frutti della coesione A) maggiore produttività dell’organizzazione B) maggiore soddisfazione della propria mansione C) minore assenteismo D) minori richieste di cambiamento di mansione o di turno
Gli effetti nefasti della coesione “modello di pensiero dell’organizzazione”: un modo di pensare in cui il bisogno di anonimato, determinato dalla necessità di mantenere la coesione dell’organizzazione, finisce per impedire ogni realistica valutazione di ciò che è salutare per il gruppo
Gli effetti nefasti della coesione Il modello di pensiero dell’organizzazione causa una vera e propria distorsione dei processi decisionali secondo determinati schemi: A) le discussioni sulle possibili soluzioni ai problemi vertono su un numero rigidamente limitato di opzioni, di solito solo quelle prospettate originariamente B) nessuno dei membri dell’organizzazione vuole che gli altri vengano messi in cattiva luce, quindi non si prendono in considerazione proposte diverse da quelle già fatte C) non si ricorre alle opinioni di esperti esterni, a meno che non siano simili a quelle già espresse in seno all’organizzazione
L’importanza sociale delle organizzazioni La vita dell’intera società dipende dalle decisioni di alcune organizzazioni
I livelli di funzionamento di un’organizzazione Sono fondamentalmente due: Quello costituito dal “compito”, cioè dal problema da affrontare in gruppo, dallo scopo da perseguire Quello costituito dalle “emozioni”, cioè dagli aspetti socio-affettivi, legati al benessere dei membri e alle relazioni tra loro
Quando un’organizzazione è più efficace di un’altra? A) quando i suoi scopi sono chiari, espliciti, rilevanti per tutti i membri B) quando i membri comunicano le loro idee, le loro opinioni, le loro informazioni in modo chiaro e non ambiguo C) quando vengono definiti e condivisi i ruoli e distribuiti i compiti a ciascun membro in modo da assicurare un’equa partecipazione di tutti D) quando i conflitti si evolvono in maniera costruttiva E) quando la coesione è elevata
Bion e gli “assunti di base” Bion individua l'esistenza di una realtà fantasmatica che catalizza la vita emotiva del gruppo stesso, si ripete in modo caratteristico e si estrinseca attraverso tre "assunti di base“ Gli assunti di base sono processi psicologici osservabili e descrivibili, stereotipi, comportamenti e sentimenti che indicano l'esistenza di materiale inconscio che il gruppo va elaborando nella prospettiva comune e illusoria di trasformare gli oggetti in conflitto in alleati Gli assunti di base sono i meccanismi di difesa del gruppo, tesi a tenere sotto controllo le angosce primitive scatenate dal partecipare al gruppo stesso; dunque sono inconsci e spesso appaiono contrari alle idee razionali dei partecipanti
Bion e gli “assunti di base” Bion indica tali fenomeni come importanti organizzatori della vita di relazione e delle forme sociali: - l'assunto di base di accoppiamento, che si ritrova nelle formalità esteriori dell'aristocrazia, nel cerimoniale rappresentativo delle istituzioni e nella ricerca del consenso (attesa del Messia, esempio estremo: le sette suicide) - l'assunto di base di attacco-fuga, che organizza le forme e i comportamenti finalizzati ad aggredire e a difendersi, dell'organizzazione armata e dell'esercizio diretto dell'azione da parte di un aggregato di individui - l'assunto di base di dipendenza, che riguarda l'attesa che i bisogni siano soddisfatti per un potere esterno al gruppo, attraverso la delega, con la rinuncia all'esercizio di un diritto o per passività verso un ente superiore reale (ad es. lo Stato) o immaginario (ad es. attraverso la Fede). La combinazione di questi tre fenomeni estremi dà luogo a forme più equilibrate osservabili nella normalità, il prevalere di uno di essi è sintomo di una condizione di disturbo, disadattamento o alienazione