Conferenza nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza I servizi per bambini da 0 a 3 anni: luoghi di esercizio del diritto alla cura e all’educazione Conferenza nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza Napoli 19 novembre 2009 Lorenzo Campioni
Le infanzie Come sfondo ai nostri pensieri sui servizi educativi per la prima infanzia: infanzia “altra” infanzie in Italia e diverse opportunità di vita
Servizi per la prima infanzia: una classifica comparata (Unicef) L’Italia possiede solo 4 dei 10 parametri per la tutela dei diritti dei bambini (16/25) La media OCSE di iscrizione 0-2 anni ai servizi: 25%; in Italia: 12-13% (?) La spesa pubblica nei servizi 0-2 anni: media OCSE = 0,3% del PIL; Italia = 0,1 Vi sono sei nazioni che spendono l’1% del PIL per i servizi per la prima infanzia
Servizi per la prima infanzia: da quale storia proveniamo? Una storia recente ma intensa (1971) Una nuova identità acquisita prima sul campo e poi in leggi regionali e nazionali Una identità insidiata dal neoassistenzialismo
Dal punto di vista normativo Leggi regionali, soprattutto di ultima generazione (da metà anni ‘90), puntano sul carattere educativo di questi servizi, provenienti da una storia di assistenza e ‘temporanea custodia dei bambini’ Legge 285/1997 art. 3: innovazione e sperimentazione di servizi socio-educativi per la prima infanzia art. 5: due nuove tipologie di servizio (centri per bambini e famiglie, spazi gioco per bambini, ora servizi integrativi al nido d’infanzia)
Asilo nido: tappe di una conquista di una nuova identità Da servizio a finalità sanitaria ed assistenziale per casi a forte rischio sociale (1925 ONMI) a “servizio sociale di interesse pubblico” (L.1044/1971) a servizio educativo e sociale (legge 448/2001, Sentenze Corte costituzionale nn. 467/2002, 370/2003 e 320/2004)
Legge finanziaria 2007 (n. 296/2006): sistema territoriale dei servizi socio-educativi Estensione della funzione educativa a tutto il “sistema territoriale” dei servizi 0-3 anni: nidi d’infanzia sezioni 24-36 mesi servizi integrativi “servizi innovativi nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati” servizi presso enti e reparti del Ministero della Difesa (legge finanziaria 2008, n. 244/2007, art. 2, c. 458)
Legge finanziaria 2007: rilancio delle politiche a favore della prima infanzia Intesa in sede di Conferenza unificata: livelli essenziali piano straordinario per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi: - superamento degli squilibri tra le varie Regioni - [accompagnamento tecnico Regioni del Sud] - fondi specifici per il triennio 2007-2009 - attività di monitoraggio del piano
“Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali” (Conf. delle Regioni e delle Province aut., 29/10/2009) Nuovo strumento di mappatura che consentirà un confronto su voci omogenee Il sistema territoriale dei servizi educativi (oltre 60 denominazioni) per la prima infanzia comprende due macro-aree: nidi d’infanzia/asilo nido, comprese le sezioni primavera servizi integrativi: art. 5 legge 285/’97 e quelli realizzati in contesto familiare/domiciliare
Cosa caratterizza un servizio educativo? “Un’azione che non ha finalità può essere efficace ma non merita il nome di educazione” (G. Mialaret)
Cosa caratterizza un servizio educativo? Il progetto pedagogico riporta intenzionalità, valori, riferimenti essenziali, obiettivi, chiavi di lettura, significati dell’organizzazione e dell’esperienza educativa nel suo complesso Il progetto educativo costituisce la realizzazione del progetto pedagogico (sistematicità, coerenza, flessibilità, apertura): organizzazione del servizio, metodologie, strumenti, routine, attività, rapporti tra soggetti dentro e fuori il servizio, risorse… Vedi carta dei servizi
Servizi per l’infanzia = servizi di cura e di educazione Soprattutto nella prima infanzia cura ed educazione sono intrecciate e inseparabili (cfr. Unicef, Come cambia la cura dell’infanzia, report, 2009) offrire servizi di buona qualità educativa è la risposta sia al benessere e allo sviluppo integrale del bambino sia alle richieste di conciliazione e di supporto alle competenze educative dei genitori
Progressi nella ‘scoperta’ del bambino Dalle prime intuizioni di Comenio, Rosseau, Froebel, Pestalozzi… alle conquiste nelle scienze umane, in particolare nella psicologia e nelle scienze dell’educazione alle esperienze e ricerche nei servizi 0-6 anni alle neuroscienze (periodi sensibili, sé come agente…) alle scienze economiche: importanza degli investimenti sull’infanzia (duraturi e produttivi)
Una nuova idea di bambino Diritto ad essere trattato come cittadino competente, portatore e costruttore di proprie culture, dotato di potenzialità di straordinaria ricchezza, forza, creatività… (Francesco De Bartolomeis, Loris Malaguzzi) Diritto di espandere tutte le sue potenzialità grazie anche al contesto sociale, educativo e ambientale Atto di indirizzo: tenere presente sia un’immagine “forte” sia “tratti di fragilità e bisogni di protezione” del bambino (Ministro Gelmini, Atto di indirizzo, 8/9/2009)
La grande scommessa dei primi anni di vita: lo sviluppo del capitale umano e la qualità dei servizi “Ognuno di noi può diventare un santo o un bandito, ma ciò dipende dai nostri primi tre anni di vita […]” e questo è “[…] il risultato del dialogo che si instaura tra i nostri geni e l’ambiente familiare e sociale nel quale cresciamo” (Rita Levi Montalcini, la Repubblica, 20/04/2008)
La grande scommessa dei primi anni di vita: lo sviluppo del capitale umano e la qualità dei servizi “Nei primi tre anni di vita si gioca una partita cruciale. […] Alla nascita un bambino è un ‘miliardario’ della mente e davanti a lui si apre una gamma pressoché infinita di opportunità: ma in mancanza di stimoli adeguati il cervello può perdere le sue grandi potenzialità di sviluppo” (Piero Angela, Da zero a tre anni, Milano, 2009)
I servizi per l’infanzia: investimento produttivo e duraturo “Le analisi sul rapporto tra costi e benefici degli interventi a favore della prima infanzia hanno dimostrato, in diversi contesti, che i rendimenti sugli investimenti nell’educazione e nell’assistenza all’infanzia possono arrivare fino a 8 dollari per ogni dollaro investito” (Unicef, Come cambia la cura dell’infanzia, Report 2009; si riportano le ricerche di James Heckman, nobel per l’economia del 2000)
Educatrice, una professionalità per la crescita di ogni bambino L’importanza di questa professionalità deriva dal fatto che l’educatrice lavora, su mandato della comunità e dei genitori, insieme a e per i bambini che attraversano la fase della vita la più produttiva, la più portata a scoperte e conquiste, la più sensibile alle conoscenze, la più determinante per una percezione/visione della realtà, che li accompagnerà per tutta la vita
Una professionalità per la crescita della propria persona e di quella dei bambini L’omogeneità dei titoli: è richiesta in tutte le professioni che si interessano della persona permette una mobilità tra le varie tipologie di servizi ci dice che si dovrebbe essere in possesso di strumenti adeguati a organizzare un contesto di vita e a gestire le dinamiche in un gruppo di bambini non è sufficiente essere donna e madre per educare i bambini di altri, occorrono strumenti professionali
perché permettere questo con bambini in età 0-3 anni? Anomalie? Nessuno di noi, oggi, si farebbe operare al cuore o al cervello da un non medico Nessuno di noi vorrebbe come insegnante dei propri figli una persona senza titoli perché permettere questo con bambini in età 0-3 anni?
Una professionalità per la crescita della propria persona e di quella dei bambini Una professionalità che necessita: di strumenti acquisiti nella formazione di base e nella formazione permanente di supervisione pedagogica di confronti e scambi con colleghe e di essere in rete con altre realtà educative per l’infanzia (solitudine dei servizi domiciliari) di fare parte e sentirsi parte di una comunità più allargata
è aprirsi a tutta la sua realtà; Una professionalità per la crescita della propria persona e di quella dei bambini Una professionalità marcata da responsabilità, competenze, condivisione, forte empatia Accogliere un bambino è aprirsi a tutta la sua realtà; è caricarsi, anche implicitamente, del suo contesto familiare e sociale
In attesa di un compiuto federalismo: leale collaborazione tra istituzioni Ognuno deve fare la sua parte: lo Stato determina: livelli essenziali delle prestazioni con relative risorse principi fondamentali norme generali le Regioni e le Province autonome: - legiferano e danno indirizzi e criteri per l’autoriz. e accred. - pianificano e programmano (vedi Enti intermedi) - sostengono Enti locali e gestori privati
In attesa di un compiuto federalismo: leale collaborazione tra istituzioni i Comuni, singoli o associati, debbono: conoscere ed arricchire il territorio di opportunità e servizi garantire un sistema quali/quantitativo 0-3 favorire il confronto tra le varie gestioni perseguire l’integrazione tra le diverse tipologie di servizi sostenere la qualità dell’intero sistema territoriale di servizi (formazione, supervisione, ricerche, scambi…) garantire il controllo e la vigilanza (vedi permanenza dei requisiti per autorizzazione al funzionam. e accreditamento) favorire l’estensione di una nuova cultura per l’infanzia
Le politiche per l’infanzia In carenza di una legge nazionale di settore, rispettosa del Titolo V, le politiche per l’infanzia sono gracili e a rischio perenne di regressione e di ritorno a un passato assistenziale e questo, soprattutto, nelle realtà dove vi sono leggi regionali degli anni ‘70-’80 non rivisitate e quindi incapaci di governare gli scenari odierni (sistema territoriale di servizi educativi caratterizzato da varie tipologie e gestioni)
Aspettative dalla conferenza Necessità di un rilancio dell’attuazione del diritto dei bambini alla cura e all’educazione Riconferma sull’importanza di offrire servizi di qualità e di incidere nella prassi quotidiana In attesa del federalismo fiscale (L. n. 42/’09) proseguire tramite intese, in sede di Conferenza unificata, l’azione del piano straordinario: non dissipare l’esperienza di questi tre anni! Solo la paziente continuità porterà al successo.
Un impegno etico, politico e amministrativo verso le nuove generazioni Articolo 4 Gli Stati parti si impegnano ad adottare ogni misura appropriata di natura legislativa, amministrativa e d’altro genere per dare attuazione ai diritti riconosciuti in questa Convenzione. Per quanto attiene i diritti economici, sociali e culturali, gli Stati parti adottano tali misure in tutta la gamma delle risorse di cui dispongono e, all’occorrenza, nel quadro della cooperazione internazionale.” (Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, legge n. 176/1991)