SAN FRANCESCO D’ASSISI E IL CANTICO DELLE CREATURE LA BASILICA DI ASSISI
LA BASILICA DI ASSISI- INTERNO LA VITA DI SAN FRANCESCO VIENE RACCONTATA DA GIOTTO NEGLI AFFRESCHI CHE OCCUPANO LE PARETI DELLA BASILICA; COSI’ I FEDELI, PER LO PIU’ ANALFABETI, POTEVANO CONOSCERE LA SUA STORIA
LA VITA SAN FRANCESCO NACQUE AD ASSISI NEL 1181 (1182) IN UNA FAMIGLIA BENESTANTE: IL PADRE ERA UN RICCO MERCANTE DI STOFFE E LA MADRE ERA DI PROVENIENZA FRANCESE. EBBE UNA BUONA FORMAZIONE CULTURALE E IMPARO’ IL LATINO E IL FRANCESE. NELLA PRIMA GIOVENTU’ VISSE UNA VITA DEDITA AI PIACERI MONDANI E SI DEDICO’ ALL’ARTE DELLA GUERRA, PARTECIPANDO ALLE LOTTE CHE DILANIAVANO LE CITTA’ MEDIOEVALI. DURANTE UNA BATTAGLIA FRA ASSISI E PERUGIA VENNE FATTO PRIGIONIERO. TORNATO IN LIBERTA’, SI AMMALO’ E VISSE UNA PROFONDA CRISI SPIRITUALE CHE LO PORTO’ AD ABBANDONARE LA FAMIGLIA E LE RICCHEZZE E A DEDICARSI ALLA PREGHIERA E ALLE OPERE DI CARITA’.
LA VITA INTORNO A LUI SI FORMO’ UN GRUPPO DI PERSONE CHE NE CONDIVIDEVANO LE IDEE: PROFONDA FEDE IN DIO E RICHIESTA DI UNA RIFORMA DELLA CHIESA CHE DOVEVA TORNARE ALLE ORIGINI: RINUNCIARE A OGNI RICCHEZZA E PRATICARE LA CARITA’. SAN FRANCESCO SCRISSE UNA REGOLA CHE IL PAPA APPROVO’ NEL 1209, MA SOLO NEL 1223, IN MODO FORMALE. NACQUE COSI’ L’ORDINE MENDICANTE DEI FRANCESCANI SAN FRANCESCO VIAGGIO’ PER PREDICARE IL VANGELO E GIUNSE FINO IN TERRA SANTA, DOVE VENNE BEN ACCOLTO DAL SULTANO. NEL 1226, NELLA NOTTE FRA IL 3 E IL 4 OTTOBRE, MORI’.
S.FRANCESCO DONA IL MANTELLO A UN POVERO
UN UOMO OMAGGIA S.FRANCESCO
S.FRANCESCO PREGA DAVANTI AL CROCEFISSO DI SAN DAMIANO
S.FRANCESCO RINUNCIA AI BENI PATERNI
IL SOGNO DEL PAPA
IL PAPA APPROVA LA REGOLA DI S.FRANCESCO
S.FRANCESCO CACCIA VIA I DEMONI DA AREZZO
S.FRANCESCO PREDICA AGLI UCCELLI
S.FRANCESCO A COLLOQUIO CON IL SULTANO
IL CANTICO DELLE CREATURE Altissimu, onnipotente bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfano et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cun grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatone.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l’ài formate clarite et preziose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et omne tempo, per lo quale a le Tue creature dài sostentamento
Laudato sì’, mi’ Signore, per sor ’Acqua, la quale è multo utile et humile et preziosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu, per lo quale enallumini la nocte: et ello è bello, et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.
Laudato sì’, mi’ Signore per quelli ke perdonano per lo Tuo amore et sostengono infirmitate et tribolazione. Beati quelli ke ‘l sosteranno in pace, ke da Te Altissimo, saranno incoronati.
Laudato sì’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po’ skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke troverà ne le Tue santissime voluntati, ka la morte seconda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate.
PARAFRASI Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono la lode, la gloria, l’onore ed ogni benedizione. A te solo Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di pronunciare il tuo nome. Tu sia lodato, mio Signore, insieme a tutte le creature specialmente il fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu attraverso di lui ci illumini. Ed esso è bello e raggiante con un grande splendore: simboleggia te, Altissimo. Tu sia lodato, o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai formate, chiare preziose e belle. Tu sia lodato, mio Signore, per fratello vento,e per l’aria e per il cielo; quello nuvoloso e quello sereno e ogni tempo tramite il quale dai sostentamento alle creature. Tu sia lodato, mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura. Tu sia lodato, mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte. E’ bello, giocondo, robusto e forte. Tu sia lodato, mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento, ci mantiene e produce diversi frutti con fiori colorati ed erba. Tu sia lodato, mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore e sopportano malattie e sofferenze. Beati quelli che le sopporteranno in pace, perchè saranno incoronati. Tu sia lodato, mio Signore, per la nostra morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scappare: guai a quelli che moriranno mentre sono in situazione di peccato mortale. Beati quelli che la troveranno mentre stanno rispettando le tue volontà, perché la seconda morte, non farà loro male. Lodate e benedicete il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà
TITOLO: CANTICO DELLE CREATURE / CANTICO DI FRATE SOLE AUTORE: SAN FRANCESCO D’ASSISI ANNO: 1224 GENERE: E’ UNA LAUDA, OSSIA UNA PREGHIERA DI LODE AL SIGNORE, AI SANTI O ALLA MADONNA CHE VENIVA CANTATA DURANTE LE PROCESSIONI O LE CELEBRAZIONI LITURGICHE METRO: E’ ORMAI LONTANO DALLA METRICA LATINA, MA ANCORA LE COMPOSIZIONI IN VOLGARE NON HANNO REGOLE METRICHE PROPRIE. NON SEGUE UNO SCHEMA METRICO PRECISO; E’ UNA PROSA RITMATA, NELLAQUALE SI RICONOSCONO ASSONANZE E RIME CHE CONFERISCONO MUSICALITA’ E RITMO AL TESTO
CONTENUTO: SAN FRANCESCO RIVOLGE UNA LODE A DIO PER LE MERAVIGLIE DEL CREATO CHE PERMETTONO ALL’UOMO DI VIVERE; NELLA PREGHIERA SI INVOCA LA BENEDIZIONE SU COLORO CHE VIVRANNO IN PACE , PERDONANDO AGLI ALTRI E SOPPORTANDO CON FIDUCIA IN DIO OGNI SOFFERENZA. ANCHE PER LA MORTE DIO VIENE LODATO PERCHE’, PER GLI UOMINI CHE CREDONO, E’ L’INIZIO DELLA BEATITUDINE ETERNA. COMMENTO: Il Cantico delle Creature è considerato il primo testo letterario scritto in volgare italiano. I testi religiosi erano ancora in latino, ma San Francesco scrive in volgare, la lingua parlata del tempo, perché rivolge la sua predicazione a tutto il popolo dei fedeli, formato soprattutto da illetterati. Il suo inno al creato e a Dio esprime una visione del mondo che differisce dalla spiritualità medioevale allora più diffusa: i temi dominanti delle prediche e dei testi religiosi del tempo insistono sulla vanità del mondo rispetto alla vita eterna e evidenziano il male terreno che tiene lontano da Dio. San Francesco invece riconosce la bellezza del mondo terreno che è segno della presenza divina e rivaluta l’esperienza terrena alla luce della fede.
FIGURE RETORICHE: San Francesco usa consapevolmente gli artifici della lingua letteraria presenti anche nella tradizione dei salmi. Allitterazioni: per esempio, “laudato, luna e le stelle: celu l’ài; clarite; belle”; (vv. 10-11); “per lo quale enallumini la nocte /et ello è bello” (vv. 17-18); “per sora nostra matre Terra” (v. 20); Anafore: per esempio, ”laudato si’” all’inizio di ogni strofa, tranne la prima e l’ultima; Personificazioni: per esempio, “messer lo frate Sole” (v. 6); “sora Luna e le stelle” (v. 10); “frate Vento” (v. 12); “sor’Acqua” (v. 15); “frate Focu” (v. 17); “sora nostra madre Terra” (v. 20); “sora nostra Morte corporale” (v. 27); Polisindeti:per esempio, “clarite et preziose et belle (v. 11); “et per aere et nubilo et sereno et omne tempo” (v. 13); “utile et humile et preziosa et casta” (v. 16);
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