Per l’introduzione del REDDITO D’INCLUSIONE SOCIALE

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Transcript della presentazione:

Per l’introduzione del REDDITO D’INCLUSIONE SOCIALE Cristiano Gori Università Cattolica di Milano Coordinatore del Gruppo di lavoro Reis Roma, 24 Luglio 2013

Il gruppo di lavoro Cristiano Gori, Massimo Baldini, Emanuele Ciani, Alberto Martini, Daniela Mesini, Maurizio Motta, Paolo Pezzana, Simone Pellegrino, Stefano Sacchi, Marcella Sala, Pierangelo Spano, Stefano Toso, Ugo Trivellato.

Per l’introduzione del REDDITO D’INCLUSIONE SOCIALE NON SI PUO’ PIU’ FARNE A MENO

Una misura nazionale contro la povertà assoluta (nostra elaborazione su Madama, 2012) PAESE ANNO (periodo) D’INTRODUZIONE Regno Unito 1948 Svezia 1956 Germania 1961 Paesi Bassi 1963 Finlandia 1971 Austria 1970-1975 Belgio 1973 Danimarca 1974 Irlanda 1975 Lussemburgo 1986 Francia 1988 Portogallo 1996 Spagna 1995-2000 ITALIA Oggi manca: si propone di introdurla nel periodo 2014-2017 Grecia Manca

Incidenza della povertà assoluta, % di famiglie (fonte: Istat )   2005 2011 2012 Nord 2,7 3,7 5,5 Centro 4,1 5,1 Sud 6,8 8 9,8 Italia 4,0 5,2 DIFFERENZA 2012-2011 + 31% 2012-2005 + 70%

Il Reddito d’Inclusione Sociale Italia 2017 Chi lo riceve? Tutte le famiglie in povertà assoluta In che cosa consiste? (I) Un contributo monetario pari alla differenza tra il reddito familiare e la soglia Istat di povertà assoluta In che cosa consiste? (II) Al trasferimento monetario si accompagna l’erogazione di servizi per l’impiego, contro il disagio psicologico e/o sociale, per esigenze di cura e altro. Chi lo fornisce? Il Reis viene gestito a livello locale grazie all’ impegno condiviso di Comuni, Terzo Settore, Centri per l’Impiego e altri soggetti

Il Reis non è un’ idea originale Esiste ampio consenso tra gli esperti sulla necessità d’introdurre in Italia una misura con le caratteristiche del Reis. Ma questa misura manca. La nostra proposta prova ad offrire due contributi a favore della sua introduzione. 1) Di significato: Il Patto aperto contro la povertà 2) Di metodo: -Si parte dalla disamina delle precedenti esperienze italiane ed internazionali - Vengono ampiamente utilizzati dati empirici - Vengono simulati diversi scenari per la transizione (2014-16) e per il Reis a regime (2017) - Un particolare approfondimento è dedicato ai più complessi passaggi attuativi

Per l’introduzione del REDDITO D’INCLUSIONE SOCIALE LA CENTRALITA’ DEI SERVIZI ALLA PERSONA

L’infrastruttura nazionale per il welfare locale Lo Stato la costruisce in collaborazione con le Regioni. Serve a mettere i soggetti del territorio nelle condizioni di operare al meglio. Prevede: Risorse adeguate per la componente dei servizi Poche e precise regole per l’operato dei soggetti impegnati nei territori Un insieme di strumenti per accompagnare chi agisce nei territori Un robusto sistema di monitoraggio e valutazione per imparare dall’esperienza

La rete dei servizi locali AZIONI (per i possibili utenti ) 1.Intercetta anche chi non si rivolge ai servizi 2. Verifica i requisiti per ricevere il Reis 3.Effettua la valutazione della situazione sociale/occupazionale e definisce l’intervento (solo per chi ha diritto al Reis) INTERVENTI (per chi ha diritto al Reis) Solo contributo economico Oppure Contributo economico +Inserimento sociale Contributo economico + Inserimento occupazionale

Per l’introduzione del REDDITO D’INCLUSIONE SOCIALE UNA MISURA FINANZIARIAMENTE SOSTENIBILE

La spesa A regime, circa 6,1 miliardi, pari allo 0,34% del Pil (2017). Nel primo anno, servono 900 milioni (2014) Lo 0,34% del Pil permette di colmare la distanza tra la spesa italiana contro la povertà (circa 0,1% del Pil) e la media europea (0,4%) Termini di paragone: spesa pubblica primaria 45,6% del Pil, spesa pubblica per la protezione sociale 26,5% del Pil

Il finanziamento del Reis in tre passaggi 1.Scelta delle ipotesi per il finanziamento secondo criteri di: - concretezza (devono essere misurabili) - equità (devono favorire le fasce di popolazione con redditi più bassi) - efficienza (non devono ostacolare lo sviluppo economico) 2.Individuazione di un mix di possibili interventi (maggiore spese / minori entrate) che rispettino i criteri di accettabilità. Risorse individuate: tra 13 e 18,8 miliardi 3. Decisione di quali fonti privilegiare tra quelle individuate: da parte della politica

Ipotesi di finanziamento che rispettano i criteri di accettabilità INTERVENTI Minori spese o maggiori entrate (Milioni di euro)   Minimo Massimo MINORI SPESE 6.300 8.600 Riduzione pensioni d’oro 1.000 1.500 Riordino pensioni sociali Riordino integrazioni al minimo delle pensioni 3.000 4.000 Riordino pensioni di guerra indirette 500 Riduzione spesa pubblica per servizi generali 800 1.600 MAGGIORI ENTRATE 6.784 10.204 Accisa sul tabacco 380 900 Accisa sulle bevande alcoliche 610 1.010 Concorsi a premio, lotto e lotterie Riordino spese fiscali IRPEF Proroga contributo solidarietà in sede IRPEF 134 Revisione imposta sulle successioni e donazioni 60 Riordino trasferimenti alle imprese Imposta sul patrimonio 2.000 Tassa di concessione governativa licenza di caccia 100 TOTALE 13.084 18.804

Per l’introduzione del REDDITO D’INCLUSIONE SOCIALE UN PIANO QUADRIENNALE 2014-2017

Gradualismo in un orizzonte definito Introduzione progressiva del Reis nel quadriennio 2014-2017 Sin dall’inizio definire il punto di arrivo (Reis a regime dal 2017) Sin dall’inizio definire le tappe intermedie (ampliamento dell’utenza in ogni annualità) Sperimentazioni di «Nuova Social Card» (12 grandi comuni) e di «Carta x Inclusione Sociale» (8 regioni sud) confluiscono nel Piano quadriennale

Gradualismo a partenza lenta ANNO Ricevono il Reis le famiglie con reddito… Quante famiglie sono? (% utenti a regime) Spesa pubblica (miliardi di Euro ) 2014 inferiore al 50% della soglia di p. assoluta 375mila (33%) 0.9 2015 inferiore al 72% della soglia di p. assoluta 600mila (53%) 2.2 2016 inferiore al 90% della soglia di p. assoluta 940mila (83%) 3.7 2017 (primo anno a regime) inferiore al 100% della soglia di p. assoluta 1130mila (100%) 6.1

GRAZIE PER L’ATTENZIONE www.redditoinclusione.it