Prima di inserire alcuni concetti che permettano una fruizione attenta e critica verso questa delicata materia, ritengo sia indispensabile venire a conoscenza.

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Prima di inserire alcuni concetti che permettano una fruizione attenta e critica verso questa delicata materia, ritengo sia indispensabile venire a conoscenza di quanto immagini; video; siti Internet; messaggi pubblicitari di varia natura, contengano molto spesso significati al di fuori della realtà, e troppo spesso mirati alla spettacolarizzazione di gesti; sistemi; stili; personaggi e perfetti sconosciuti, e chi più ne ha più ne metta! Digitando sul web le due parole «difesa personale», ecco cosa compare nel segmento immagini: =u&source=univ&sa=X&ei=nXMxUoHkGsiU4ATU54DQDw&ved=0C DoQsAQ&biw=1015&bih=593&dpr=1

Atleti muscolosi e super tatuati; ragazze esili che sbaragliano gli aggressori in una sola tecnica; tenute paramilitari più o meno mimetiche; gesti tecnici quasi sempre estremizzati; posture del corpo teatrali; alfabetizzazione di tecnica per principianti; per la donna; sistemi di derivazione militare israeliana; russa; dei Navy Seals; dei Reparti Militari di élite; realizzati da ex Istruttori pluri brevettati e super certificati, il tutto condito da performances atletiche di tutto rispetto ginnico-motorio, che non possono assolutamente corrispondere alla realtà del confronto. Sorge quindi il dubbio legittimo : Ma come deve fare la «persona comune» ad imparare a difendere se stessa e gli altri? Dopo 48 anni di studio e di pratica di alcune Arti Marziali, di cui 43 di insegnamento professionale delle stesse; dopo aver provato periodi di forte crisi e di enormi dubbi circa la reale efficacia delle medesime, e sopra tutto, come spettatore involontario di una crescente e dilagante violenza nella nostra Società, sono certo che la Difesa Personale non sia una tecnica; uno stile di combattimento; unArte Marziale specifica, ma semplicemente un corredo di informazioni incentrate sulla prevenzione degli atti di aggressione che purtroppo ciascuno di noi «persone normali», potrebbe improvvisamente subire, e troppo spesso senza possedere conoscenze essenziali.

Uno dei miei Maestri di Difesa Personale, uomo di straordinaria cultura, e grandissimo esperto di Discipline da Combattimento, ha sempre usato questa apparentemente ovvia espressione, per definire lattitudine mentale e quotidiana: «Quando esco di casa, e mi guardo fuori, se vedo molte nuvole mi porto lombrello» Potrei aggiungere a conferma di questa frase: «Prima di uscire di casa guardo le previsioni del tempo dettagliate della mia zona, e quindi decido se portare lombrello o limpermeabile, o vestirmi leggero» Labitudine di pensare che per forza non debba accaderci nulla, e che semmai siano gli altri a subire problemi va radicalmente rimossa; il fatalismo è un altro atteggiamento deleterio, almeno quanto la paranoica convinzione che tutti ordiscano complotti contro la nostra persona. La conoscenza delle Leggi che in uno Stato di Diritto, come dovrebbe essere il nostro, ci permetterà una immediata analisi del momento, tenendo conto sempre della legittimità della difesa, e della soluzione immediata con minori rischi.

In psicologia si chiama metodo dei tempi di reazione la procedura di misurazione del tempo intercorrente tra un input ricevuto da un soggetto e la risposta emessa da quest'ultimo. psicologia Indice [nascondi] nascondi 1 Nascita 2 Storia 3 Oggi 4 Note Nascita [modifica | modifica sorgente]modificamodifica sorgente Il primo ad interessarsi alla misurazione dei tempi di reazione fu Franciscus Donders, che, fra il 1860 e il 1867 studiando volontari sottoposti a determinati stimoli, scoprì che individui diversi, rispondono con velocità diverse allo stesso stimolo. Ciò lo portò a concludere che il tempo di reazione di un singolo individuo dipendesse dal numero di "passaggi" mentali necessari per elaborare lo stimolo e produrre la risposta. E quindi ipotizzò che, benché i processi mentali non si possano osservare direttamente, col metodo dei tempi di reazione fosse possibile agirare l'ostacolo e ricostruirli indirettamente con una certa precisione.Franciscus Donders Fu solo nel 1871 che venne coniato il termine tempo di reazione dal fisiologo John E. Exner, mentre in precedenza si parlava ditempi fisiologici.1871John E. Exner Donders si rifece agli esperimenti di Hermann von Helmholtz sulle misurazione per rilevare la velocità di conduzione delle fibre nervose. In base a ciò elaborò il metodo sottrattivo, da utilizzarsi in tre condizioni. La prima condizione (a) comprendeva uno stimolo a cui doveva essere data una risposta; la seconda condizione (b) comprendeva più stimoli, ad ognuno dei quali corrispondeva una risposta diversa ed infine la terza condizione (c) comprendeva più stimoli, ma solo ad uno di essi doveva essere data risposta, mentre agli altri il soggetto non doveva rispondere. Donders poté così constatare che i tempi a erano i più brevi di tutti, seguivano i tempi c e i più lunghi erano i tempi b.Hermann von Helmholtzmetodo sottrattivo In base a ciò Donders definì: c - a : discriminazione fra stimoli b - c : discriminazione fra le risposte Tali tempi di discriminazione corrispondevano ai processi puramente psicologici di scelta a cui veniva associato un indice di misurazione fisico. Storia [modifica | modifica sorgente]modificamodifica sorgente Il metodo fu accolto con entusiasmo ed ebbe una rapida diffusione. Fu usato in particolare da Wilhelm Wundt. Wundt sperava di dimostrare l'esistenza delle fasi in cui riteneva si articolassero i processi mentali. Per fare questo cercò di specializzare il metodo, ma non ebbe successo. Questo fallimento portò ad un parziale oblio del metodo di Donders già a partire dai primi anni del Novecento.Wilhelm WundtNovecento Il metodo dei tempi di reazione fu adoperato in qualche caso da Carl Gustav Jung come una sorta di test della verità, basando sul suo assunto che i tempi di reazione troppo brevi o troppo dilatati erano indice dellesistenza di una precisa realtà psichica: il complesso.Carl Gustav Jungcomplesso Oggi [modifica | modifica sorgente]modificamodifica sorgente Il metodo dei tempi di reazione è tuttora utilizzato dagli psicologi, in particolare dagli studiosi dei processi cognitivi.processi cognitivi È anche utilizzato come base del paradigma di Sternberg 1966 sullo studio della memoria a breve termine.1966memoria I tempi di reazione sono tenuti in forte considerazione nella valutazione di alcuni test. Nelle scale Wechsler si è trovata una correlazione tra i tempi di risposta ed il QI [1].scale Wechsler [1]

Ogni categoria professionale civile e militare passa attraverso lammissione e la frequentazione regolare ad una Scuola; questa Scuola preparerà ed abiliterà gli Allievi e le Allieve a questa o quella professione, e soltanto attraverso il superamento della prevista sessione desame. E evidente che un Artista od un Eremita non apparterranno a tali categorie. La loro necessità si sublima nella riproduzione della Bellezza, o nel secondo caso nellaccesso a sfere sottili del pensiero e della Coscienza. Un Maestro di Yoga non dovrà insegnare la velocità, ma la profondità. Un Maestro di Arti Marziali si pone nel mezzo dei due estremi: Il pensiero e lazione. I più preparati insegneranno come sintetizzare le risposte senza che il pensiero limiti lazione. Da questo apparentemente facile esercizio partiamo verso il tema Difesa Personale, mai distaccando lattenzione dai principi fondamentali legati alla logica; alla conoscenza; al senso civico; alla sicurezza di se; al buonsenso.

Nato a Roma il 21 Aprile 1951 Inizio studi e pratica del Karate nel 1965 Conseguimento della cintura nera 1° dan nel 1970 Attività agonistica a livello nazionale Varie esperienze nelle Arti Marziali e Discipline da Combattimento Conseguimento della Maturità Classica nel 1970 a Roma Servizio Militare quale Sergente di complemento presso la Scuola ACS di Spoleto, trasferito fino al Settembre 1974 presso la Scuola Militare di Educazione Fisica di Orvieto, sezione Judo. Insegnante di Karate dal 1971, acquisendo i vari livelli di Aspirante Istruttore; Istruttore; Maestro e Docente Federale, graduato cintura nera 8° dan FESIK con decorrenza 08/10/2005 Socio fondatore della Federazione Educativa Sportiva Italiana Karate e Consigliere Federale della stessa; Presidente della Commissione Tecnica Nazionale di Karate della FESIK Già Presidente di numerose Commissioni Nazionali: di Arbitraggio; di Krav Maga, (sistema israeliano di difesa personale); già Coordinatore delle Squadre Nazionali della FESIK; ideatore del Progetto Scuola FESIK dal Già docente presso la SAPIENZA di Roma in Difesa Personale nel 2010, presso il Dipartimento di Medicina del Lavoro, annesso alla 1° Facoltà di Medicina e Chirurgia. Francesco Romano Bonizi Via Roma San Gemini (Tr); tel./fax / Posta elettronica:

ASD Centro Studi Karate Wado Ryu fondata nel 1981, cod. Fesik K0653 Iscritta al Registro Nazionale CONI N°28427 c.f PALESTRA COMUNALE, VIA CAVALIERI DI VITTORIO VENETO A SAN GEMINI (TR) Ogni Mercoledì dalle 19,30 alle 21,00 dal 16/10/2013 CORSO INTENSIVO DI EDUCAZIONE COMPORTAMENTALE E DIFESA PERSONALE CENTRO STUDI KARATE WADO RYU Via Roma San Gemini (Tr); tel./fax / Posta elettronica: