il sangue di Gesù Cristo

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Transcript della presentazione:

il sangue di Gesù Cristo Nella cattedrale di S. Maria Assunta a Sarzana (SP) vi si trova il sangue di Cristo. Si tramanda che il venerdì santo dell’anno 782 un misterioso navicello <<senza vela e senza remi>> comparve nel porto dell’antica Luni (oggi presso Ortonovo, SP): conteneva un crocifisso, in una cavità della quale vi era un’ampolla di sangue. Secondo la tradizione, questo sangue appartenne a Gesù Cristo; venne raccolto dal fariseo Nicodemo e nascosto in quel ritratto ligneo, completato per intervento angelico. Il crocifisso, noto come Volto Santo, fu portato a Lucca nel Duomo di S. Martino, dove ancora si trova; l’ampolla venne portata nel 1204 a Sarzana nella Chiesa Cattedrale. Il Sangue dell’ampolla è soggetto a un fenomeno di grande interesse miracolistico: rosseggia e pare bollire, quando il giorno di Venerdì Santo coincide con il 25 marzo. Scrisse mons. Francesco Pietrasanta nel 1453 che. “il sangue del Signore Gesù Cristo portato secondo l’uso sull’altare maggiore…alla mattina si fece liquido come il sangue che scaturisce di fresco dal corpo umano, e si oscurò con spavento dando segno evidente di qualche castigo di Dio e poi ripigliò il suo primo e solito colore…”. Crocifisso detto “volto santo” Cattedrale di Sarzana Urna contente il sangue di Gesù

il sangue di Giovanni Battista Nella cripta del Duomo di S. Giovanni Battista a Monza, sopra l’altare, un’urna custodisce un busto d’argento di san Giovanni Battista. Il busto viene esposto al pubblico solamente il 24 giugno, tradizionale ricorrenza della natività del Battista. All’interno del busto viene conservata un’ampolla, che conterrebbe una reliquia di sangue, attribuita al Santo, il quale si conserva in uno stato di liquefazione permanente. Duomo di Monza Busto di San Giovanni Battissta

il sangue di sant’Antonino martire In un urna trasparente conservata sotto l’altare della Basilica di S. Antonino Martire a Piacenza sono custodite le ossa del santo e due ampolle con il suo sangue. Antonino, vissuto nel III secolo, fu soldato della Legione Tebana. Venne martirizzato sulle rive della Trebbia, presso Piacenza. Secondo alcuni autori, il sangue del martire, oggi coagulato, avrebbe dato segni di liquefazione. In ogni caso, è sorprendente il suo attuale stato di buona conservazione. Basilica di Sant’Antonino martire Martirio di Sant’Antonio martire

il sangue di San Lorenzo Chiesa s. Agostino Nella chiesa di S. Agostino a Reggio Emilia il 10 agosto 1990, da indiscrezioni di vari sacerdoti, del sangue attribuito a san Lorenzo e custodito nella parrocchia avrebbe mostrato il fenomeno della liquefazione. Il 10 agosto è la ricorrenza tradizionale di san Lorenzo. Martirio di San Lorenzo

il sangue di san Francesco d’Assisi Presso il Convento-Santuario della Verna a Chiusi della Verna (AR) fin dal XIV secolo, si conserva entro una teca un pezzo di stoffa ruvida, che il Santo usava per coprire la cicatrice del fianco prodotta dalla stigmata al costato.. Il 17 settembre di ogni anno , ricorrenza della stigmatizzazione, la reliquia è portata in processione, e viene esposta nell’apposita Cappella delle Stigmate. In questa occasione le macchie di sangue ancora visibile sulla stoffa, si ravvivano, assumendo un colore rosso vermiglio. Altro sangue prodigioso del Santo si conserva ad Ascoli Piceno nella Chiesa di San Francesco e a Castelvecchio Subequo nel convento di San Francesco. Convento della Verna Teca contenente la stoffa macchiata di sangue A la Verna nel 1224 s. Francesco riceve le stigmate

il sangue di padre Giovanni di San Guglielmo Nella chiesa di S. Martino a Batignano (Gr) sono conservate le spoglie dell’agostiniano venerabile padre Giovanni di San Guglielmo (1552-1621), vissuto in fama di santità e al quale la fede popolare attribuisce alcuni miracoli. Nel 1621 padre Giovanni muore e viene sepolto in Batignano; dopo alcuni mesi la salma è incorrotta. Prima della sepoltura gli viene prelevato del sangue conservato in un vaso non sigillato. Questo vaso verrà trovato murato dietro l’altare di S. Rocco durante i restauri del 1703 intervenne il vescovo di Grosseto il quale redasse un verbale testimoniando che, incredibilmente il sangue è stato trovato ben fluido, di colore naturale e con un processo di ebollizione. Padre Giovanni di San Guglielmo e il suo corpo incorrotto Chiesa di S. Martino

il sangue di san Nicola da Tolentino Nella cappella delle Ss. Braccia che si trova nella Basilica di S. Nicola da Tolentino sono custodite le reliquie del santo, che dopo quarant’anni dalla sua morte le spoglie furono riesumate, allo scopo di dividerne le reliquie, ma il corpo del sangue fu trovato intatto. Si decise ugualmente di recidere le braccia della salma, ma dalle ferite fuoriuscì il sangue a fiotti, con il quale vennero intrise alcune tovaglie di lino tuttora conservate in teche d’argento nel Santuario. Alla fine del ‘500 le braccia ebbero una nuova e copiosa emissione di sangue vivo, che si ripetè durante il ‘600 ben undici volte. Il sangue prodigioso si conserva come reliquia nella Cappella delle Ss. Braccia ed è rimasto liquido per un tempo imprecisato, e presenterebbe ancora fenomeni di fusione. Basilica di San Nicola San Nicola da Tolentino

il sangue di santa Chiara da Montefalco Nel monastero di S. Chiara della Croce a Montefalco si trova l’ampolla del sangue prelevato alla santa. Questa sangue è stato prelevato direttamente dal cuore di Santa Chiara . Questo sangue abitualmente è coagulato, ma in molte occasioni si è sciolto e ha spumeggiato, come in ebollizione. Nei primi due secoli dopo la morte della Santa, il fenomeno avveniva frequentemente; in seguito si è manifestato soprattutto all’approssimarsi di importanti avvenimenti. Nel 1618 il prodigio avvenne presentando un ossesso al corpo della Santa o alla reliquia del sangue. Monastero di Santa Chiara Reliquia e corpo della santa

Il sangue di San Tommaso d’Aquino Nell’Abbazia di Fossanova presso Latina si trova una reliquia di sangue di san Tommaso, che si liquefece, verso il 1770, in presenza del cranio del Santo stesso. Al piano superiore della foresteria è la camera nella quale morì san Tommaso d’Aquino (1225-1274), detto “dottore angelico” per l’erudizione teologica. La sua “Summa” esercitò grande influenza sul pensiero europeo. Abbazia di Fossanova e a destra san Tommaso d’Aquino

il sangue di san Pantaleone In s. Maria in Vallicella detta anche Chiesa Nuova si conserva una reliquia identificata con il sangue di san Pantaleone, forse porzione di quella più nota di Ravello custodito nel Duomo di S. Maria Assunta. Nella festività del Santo il colore del sangue da nero diventa rosso vivo. Ogni anno il 27 luglio nel giorno del martirio del Santo, il sangue si scioglie e si mette a bollire, come riferiscono Spagnol e Santi. Chiesa S. Maria in Vallicella San Pantaleone e la reliquia contenente il suo sangue

il sangue di san Bernardino Realino Nella Cattedrale di Maria Assunta a Lecce sono conservate le reliquie di san Bernardino Realino (1530-1616), gesuita. Nacque a Modena e morì a Lecce come rettore del collegio. Durante la sua ultima malattia, due ferite aperte diedero una quantità di sangue, che venne raccolto e conservato in fiale. In alcune il sangue coagulò, in altre rimase liquido per un secolo, in altre ancora il sangue spumeggiava e cresceva di volume, specialmente nell’anniversario della morte il 2 luglio. Nell’aprile 1869 come attesta padre Dario Morea questo sangue era ancora parzialmente liquido. Nella chiesa del Gesù nuovo a Napoli si conserva un’altra ampolla del sangue del santo che fu liquido per 50 anni. Anche a Villa Melegrinis vi era un’ampolla con sangue del Realino. Cattedrale di Maria Assunta A destra san Realino

il sangue di santa Filomena Nel santuario di S. Filomena a Mugnano del Cardine (AV) è custodito il corpo e il sangue di Santa Filomena trovato nelle catacombe di Priscilla a Roma. Aperto la tomba si rinvenne uno scheletro di una fanciulla di 12/15 anni e una ampolla che sembrava di sangue. Leggiamo ciò che scrive il Du Manoir. “Quando si agita il reliquiario, questo sangue si riunisce in diversi modi, e rappresenta come dei granelli d’oro, d’argento, di pietre preziose di diversi colori”. E’ utile dire che al contatto della reliqua si sono avute moltissime guarigioni, che si opssono leggere nel libro del Di Lucia. Sopra la cappella di Santa Filomena e sotto il suo Santuario

il sangue del beato Domenico Lentini Nella Chiesa di S. Nicola di Bari a Lauria Superiore (PZ) è custodito il corpo del beato Domenico Lentini (1770-1828), sacerdote. La sua morte fu accompagnata da misteriosi fenomeni: <<Le cose che avvennero su quel cadavere sembrano incredibili, ma sono ben documentati da testimoni. Il cadavere per otto giorni rimase caldo, e si propagò nell’aria un profumo inebriante avvertito da tutti. La salma fu chiusa, ma nel legno della bara si produsse una fessura dalla quale continuava a sgorgare sangue misto a profumo. Dal mese di aprile in poi avvennero guarigioni in favore di molti ammalati: paralitici, ciechi, tisici, malati di tumore, malformi e muti. Nella ricognizione della tomba del beato Lentini vi si trovò accanto al corpo un’ampolla di vetro alta 15 cm contenente una sostanza rossa, all’inizio solida, che diviene gelatinosa e poi liquida: il sangue del santo sacerdote. Chiesa di S. Nicola di Bari Il beato Domenico Lentini