Scuola Media G.Aranci Anno Scolastico 2007/08 Classe II°A

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Scuola Media G.Aranci Anno Scolastico 2007/08 Classe II°A Laboratorio di Storia e Cultura della Sardegna I Giudicati La Sardegna Aragonese La Sardegna Spagnola La Sardegna Sabauda Mappa del sito

Mappa del sito

I Giudicati Il villaggio Ville,case e famiglie Le cattedrali romaniche Dei giudicati se ne parla già nei primi documenti in sardo volgare(XI sec), da essi capiamo che erano dei veri e propri stati indipendenti. Ogni Giudicato era diviso in curatorie o province, e ognuna di esse comprendeva un certo numero di ville, cioè centri abitati. Ogni giudice aveva un potere assoluto, ma democratico perché era aiutato da un ‘assemblea del popolo(la corona de logu). La società era divisa in 3 classi sociali: liberi, colliberti e schiavi. Questi ultimi erano schiavi solo sul lavoro e non a livello personale(potevano sposarsi con chi volevano...). L’economia si basava sull’agricoltura e la pastorizia. Il villaggio Ville,case e famiglie Le cattedrali romaniche I primi documenti in volgare Pisa e Genova

Il villaggio Il villaggio in sardegna nasce nel XIV e resterà immutata fino al XIX secolo. Ogni villaggio era organizzato in due parti: 1.Vidazzone: era utilizzato per la coltivazione dei cereali e veniva assegnato ai singoli contadini (non c’è la recinzione). 2.Paberile: questa parte veniva destinata al pascolo del bestiame domestico (masedu) buoi, cavalli e qualche capra. Di anno in anno avveniva uno scambio cioè il vecchi paberile diventa vidazzone o viceversa. Il pascolo della pecora veniva praticato nelle colline lontane dal villaggio,nelle zone chiamate Saltus. I Giudicati

Ville,case,famiglie al tempo dei giudicati Le ville erano aggregati di case, con caratteristiche della dimora rurale. Le case dei: -Poveri: erano costruite con mattoni cotti al sole. -Ricchi: erano costruite in pietra. Ogni casa aveva un cortile per gli animali domestici. Le attività domestiche venivano svolte dalle donne: tessevano lino e lana, preparavano la biancheria, confezionavano vestiti, preparavano l’orbace (stoffa più diffusa),spettava loro anche l’allevamento degli animali da cortile, l’apicoltura, la panificazione e i compiti agricoli. A capo della famiglia c’era il padre, egli poteva avere figli legittimi e illegittimi, la differenza tra questi si notava solo alla morte del padre perché solo i legittimi attenevano l’eredità. Era diffuso anche il concubinato, si trattava di unioni tra uomo-donna non sposati. La Chiesa cercava di eliminare quest’usanza. I Giudicati

Le Cattedrali romaniche Nei secoli XI e XIII ebbe modo di svilupparsi un’intensa attività costruttiva. Le Chiese vennero costruite seguendo lo stile romanico. Furono i monaci di Monte Cassino a incoraggiare la costruzione delle nuove Chiese. Fra questi edifici il più affascinante è la Chiesa di Santissima Trinità di Sacargia, costruita a opera dei camaldolesi (1100). Le altre Chiese sono: San Michele di Salvenor, Sant’Antioco di Bisarcio, Nostra Signora di Tergus, e la Basilica di San Gavino di Porto Torres. San Pietro a Borutta S’Antioco di Bisarcio Chiesa di Sacargia I Giudicati

I primi documenti scritti in volgare sardo e i Condaghi I primi documenti scritti in volgare sardo risalgono al XI secolo. Il più antico è del 1070-1080 ed è un atto di donazione, da parte del giudice Torchitorio in favore dell’arcivescovo di Cagliari. Nel XII secolo i documenti in volgare Sardo diventano più numerosi. Di data incerta sono, contaghi che derivano, il loro nome dal greco KONTAKION che significa registro o bastoncino, in cui si arrotola la pergamena. Sono infatti dei registri su cui i monaci delle diverse abbazie sparse per la Sardegna, annotavano notizie e dati relativi all’attività economica dei loro monasteri e dei loro possessi terrieri. Questi riguardavano in generale atti giuridici e notizie della società sarda. Il documento più significativo del periodo è la carta de logu di Arborea, che dimostra la ricchezza linguistica che il sardo aveva ormai raggiunto. Questi documenti sono il segno di un preciso impegno e di una discreta preparazione culturale da parte degli ascriventi, visto che richiedevano certamente notevoli competenze linguistiche. I Giudicati

Pisa e Genova Cattedrale Di Cagliari I Giudicati Già dal 1000 le due Repubbliche marinare difesero l’Isola dall’incursione degli arabi. Per questo loro aiuto chiesero ai giudici sardi concessioni e territori: giunsero nell’isola molte famiglie nobili pisane e genovesi che si stabilirono in vari centri(Visconti a Cagliari,Malaspina a Bosa). Queste due dominazioni tolsero molto potere ai giudici . Il primo a cedere fu il Giudicato di Cagliari invaso da un esercito pisano(1257); qualche anno più tardi cadrà anche il Giudicato di Torres, assegnato come feudo ai genovesi. Nel 1296 anche il Giudicato di Gallura fu occupato da Pisa Cattedrale Di Cagliari I Giudicati

La Sardegna Aragonese La situazione della Sardegna cambia durante il 1300. Già nel 1297 papa Bonifacio VIII per risolvere i problemi tre gli Angiò (Francia)e gli Aragonesi (Spagna)per il possesso della Sicilia, crea il Regnum Sardiniae e la regala agli Aragonesi. Gli Aragonesi ben presto sconfiggono i Pisani e si appropriano di buona parte dell’Isola; si scontrano però con l’ultimo dei giudicati, quello di Arborea (guidato da Mariano e poi da sua figlia Eleonora). La battaglia più dura si ebbe a Sanluri nel 1409, pochi anni dopo la morte della giudicessa Eleonora, l’esercito giudicale viene sconfitto da Martino il Giovane figlio del re d’Aragona. La Battaglia di Sanluri La giudicessa Eleonora

La Sardegna Spagnola Gli Spagnoli divisero l’isola in feudi e l’assegnarono a dei nobili. Istituirono anche un parlamento formato da tre stamenti (militare, ecclesiastico e reale nel quale sedevano, rappresentanti della città). Carlo V non si occupò molto dell’isola se non quando cerco di difenderla dai pirati barbareschi(musulmani). Nel 660 la Sardegna risentì delle sconfitte politiche della Spagna(nella guerra dei Trent’Anni):aumentarono le tasse. Per questo motivo molti nobili sardi si ribellarono e alcuni furono assassinati dal viceré, e le loro teste vennero appese alla Torre dell’Elefante. Il 600 fu anche un periodo di carestia, epidemie e pestilenze. La vita degli abitanti era legata ad un’agricoltura povera basata sulla monocultura cerealicola: bastava una siccità o l’invasione delle cavallette a rovinare il raccolto e mettere in ginocchio l’intera popolazione. Elefantino bianco della torre

La sardegna Sabauda Stemma Di Cagliari in età Sabauda Nei primi anni del 700 la sardegna venne ceduta ai Savoia che con l’Isola ottennero il titolo di re: inizia il periodo il periodo piemontese che si protrarrà fino al 1861 quando il regno di sardegna diventerà Regno d’Italia. All’inizio i Savoia vedevano nell’Isola un dominio poco redditizio e difficilmente controllabile. I problemi che i viceré riferivano a Torino erano tanti: analfabetismo, ostilità, povertà... tuttavia i piemontesi per prima cercarono di risolvere il problema del banditismo attraverso la repressione operata dagli eserciti soprattutto in Gallura, Logudoro e Anglona. Gli effetti furono però passeggeri perché i banditi godevano di una buona fama tra le popolazioni dei villaggi: erano visti come degli eroi, gli unici capaci di opporsi alle prepotenze delle classi dominanti. I Savoia cercarono di ammodernare l’amministrazione della giustizia, il servizio postale, la circolazione monetaria. E’ da ricordare anche l’opera del bogino a cui fu affidata la direzione politica dell’Isola: egli limitò il potere ai ricchi feudatarie introdusse l’obbligo della lingua italiana che avrebbe dovuto sostituire la spagnola. Stemma Di Cagliari in età Sabauda Vittorio Emanuele II I° Re Sabaudo Avvenimenti in periodo sabaudo

Avvenimenti importanti in periodo sabaudo Nel 1794, sull’onda rivoluzionaria francese, anche i sardi delle città e delle campagne decisero di scacciare dall’Isola i piemontesi compreso il viceré, accusati di non volere attuare le riforme e di non voler abolire il feudalesimo. Ma la liberazione durò pochi anni e i Savoia tornarono nel 1799. Nel 1820 venne emanato l’Editto sopra le chiudende, che autorizzava la chiusura, con siepi o mura, dei terreni fino ad allora ad uso collettivo. Il decreto favorì la formazione della proprietà privata, tuttavia, per i modi in cui fu applicato, scontentò i piccoli contadini e i pastori più poveri. Tancos serradas a muru Tancas serradas a muru Fatas a s’afferr’aferra Si su chelu fid in terra, L’ahiant serradu puru! Poeta anonimo (trad.:Tanche chiuse a muro/costruite nel Generale arraffa arraffa. /Se il cielo fosse Stato in terra/avrebbero chiuso pure lui!) Nel 1836-39 il re Carlo Alberto abolì il feudalesimo: i nobili ormai non avevano più privilegi. Tra il 1822-29 venne fatta costruire dal re Carlo Felice la strada Cagliari-Porto Torres, che prese appunto il nome di “Carlo Felice”. Carlo Felice La Sardegna Sabauda

Gli autori Manzetto Francesco Maricosu Sarah Nieddu Salvatore Arecco Simone Banti Simone Barbera Laura Chiocca Davide Cucinotta Antonio Desini Nicoletta Di Meglio Giovanni Esposito Vincenzo Falchi Rossella Fasolino Ottavio Greco Federico Langiu Mario Mallica Giorgia Manzetto Francesco Maricosu Sarah Nieddu Salvatore Spolito Anna Trovati Veronica