L’introduzione dell’Euro e l’Unione Monetaria Europea Istituzioni di Economia Politica II
L’Euro: la sua introduzione le sue conseguenze Come è avvenuta la creazione dell’Unione Monetaria Europea? Quali sono le ragioni della sua creazione? Cosa impongono il trattato di Maastricht il patto di stabilità e crescita? Quali sono i compiti della BCE?
L’Euro: la sua introduzione le sue conseguenze La nascita dell’Unione Monetaria Europea (UEM) Le ragioni dell’introduzione dell’Euro I trattati (Maastricht, Patto di Stabilità e Crescita, Fiscal Compact) La Banca Centrale Europea
La nascita dell’UEM A partire dal 1 gennaio 1999 11 paesi europei (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna) hanno deciso di abbandonare le loro valute nazionali e di adottare una valuta comune Cambio fisso irrevocabile A partire dal 1 gennaio 2001 anche la Grecia è ammessa nell’unione monetaria Dal 1 gennaio 2002 inizia la circolazione dell’Euro che sostituisce le valute nazionali
La nascita dell’UEM Si noti che l’Unione Europea (UE) è diversa dall’Unione Monetaria Europea (UEM o UME) L’Unione Europea è un area di libero scambio delle merci e libera circolazione delle persone L’Unione Monetaria Europea aggiunge anche la valuta comune L’UE include oggi 28 paesi mentre l’UME ne include 18 (Ad esempio Regno Unito e Svezia sono in UE e non in UME)
La nascita dell’UEM Analisi economia aperta: cambi flessibili cambi fissi Cambio fisso possibilità di modificare l’accordo (svalutare o rivalutare) Moneta unica determinazione irreversibile La moneta unica è “la forma più estrema” di cambio fisso
La nascita dell’UEM Ragioni per avere una unica valuta fra i paesi europei: Importanza degli scambi commerciali fra i paesi europei Ruolo delle fluttuazioni del cambio nella crisi degli anni ’30 Politica agricola comunitaria Adozione di una valuta forte per gli scambi internazionali Significato “politico” della valuta comune
La nascita dell’UEM 1) Importanza degli scambi commerciali fra i paesi europei Scambi commerciali fra paesi economia aperta Grado di apertura Dimensione degli scambi commerciali Quanto maggiori sono esportazioni ed importazioni tanto più un’economia è aperta Grado di apertura =
La nascita dell’UEM Grado di apertura di diverse economie L’apertura delle economie europee è molto maggiore di quella di US e Giappone L’apertura dell’UE è analoga a US e Giappone I paesi dell’UE hanno forti scambi fra di loro Benelux 24,2 US 9,5 Germania 22,5 Giappone 8,7 Francia 18,2 UE 15 8,8 Italia 20,0 UE 11 13,1 Spagna 18,4 Regno Unito 22,7
La nascita dell’UEM Grande volume di scambi commerciali Adozione di cambi fissi (o moneta unica) Due motivazioni: a)Ridurre l’incertezza per operatori In cambi flessibili esportatori ed importatori soffrono per incertezza sul cambio futuro esportatori ed importatori effettuano transazioni denominate in valute estera variabilità del cambio implica variabilità di costi e ricavi
La nascita dell’UEM In cambi flessibili acquisto di titoli in paesi esteri comporta un rischio di cambio I costi dell’incertezza sono elevati per economie molto aperte b) Evitare politiche opportunistiche Rimuovere incentivo a svalutare per promuovere le esportazioni La seconda motivazione si lega alle fluttuazioni degli anni ’20 e ‘30
La nascita dell’UEM 2) Ruolo delle fluttuazioni del cambio nella crisi degli anni ’30 Anni ’30 “Grande depressione” Fase di recessione molto forte e prolungata originatasi negli Stati Uniti e allargatasi a tutte le economie sviluppate Per uscire dalla recessione molti paesi europei svalutazione della propria valuta
La nascita dell’UEM Svalutazione attuata da un solo paese E e NX Y aumenta la crescita Svalutazione attuata contemporaneamente da più paesi non influisce sugli scambi ma incertezza e inflazione Aggravamento della crisi Dall’esperienza degli anni ’30 nasce la convinzione di dover mantenere stabili i cambi fra le valute europee
La nascita dell’UEM 3) Politica agricola europea Dagli anni ’60 mercato agricolo comune europeo Scopo del mercato agricolo comune sostenere e regolare il settore agricolo In tale mercato i prezzi dei prodotti agricoli sono uguali in tutti i paesi Fluttuazioni dei cambi rendevano difficile mantenimento di prezzi uguali
La nascita dell’UEM 4) Adozione di una valuta forte per gli scambi internazionali Prima dell’UEM molti paesi europei avevano valute “deboli” sui mercati internazionali soggette a forti fluttuazioni del cambio e oggetto di attacchi speculativi Le valute “forti” erano il marco e la sterlina (NB: il Regno Unito non è nell’UEM) La lira era una valuta “debole” a causa del forte debito pubblico nazionale (crisi valutaria del 1992)
La nascita dell’UEM Per i paesi con valute “deboli” (come l’Italia) l’ingresso nell’Unione era molto utile per adottare la valuta di un area economica molto grande
La nascita dell’UEM 5) Significato “politico” della valuta comune Accordi fra i paesi europei (dalla CEE all’UE) e istituzioni europee Eliminare le contrapposizioni fra i paesi protagonisti delle due guerre mondiali Favorire l’integrazione fra i paesi europei La moneta unica è un elemento di integrazione economica molto forte
Il trattato di Maastricht Fondamento dell’UEM Trattato di Maastricht (1992) Trattato di Maastricht crea una nuova istituzione Banca Centrale Europea (BCE) istituzione che regola la politica monetaria dell’area dell’Euro determina le regole da rispettare per poter entrare nell’UEM rispetto “parametri di convergenza”
Il trattato di Maastricht Parametri di convergenza I paesi ammessi all’Unione dovevano avere per alcune variabili predefinite valori non troppo distanti dalla media europea Convergenza alla media europea Spiegazione Un’unione monetaria funziona se i paesi non sono troppo diversi tra loro I paesi “virtuosi” (come la Germania) temevano l’entrata di paesi con valori sfavorevoli (come l’Italia) Entrata subordinata ad un miglioramento dei valori
Il trattato di Maastricht Parametri di convergenza inflazione max 1,5% sopra la media europea tasso di interesse a lungo termine max 2% sopra la media europea cambio fluttuante all’interno di una banda predefinita deficit pubblico debito pubblico Per al massimo uno dei parametri di finanza pubblica era prevista la possibilità di valutare la tendenza verso l’obiettivo
Convergenza nei tassi di inflazione Inflazione in Italia, Germania, Francia, Grecia e UE nel periodo1990-2002 I tassi di inflazione convergono negli ultimi anni
Convergenza nei tassi di interesse a lungo termine Tasso di interesse a 10 anni in Italia, Germania, Francia, Grecia e UE nel periodo 1980-2002 Convergenza nell’ultimo periodo
Stabilità del cambio Cambio con il dollaro di diverse valute europee I tassi di cambio con il dollaro convergono i cambi fra le valute sono stabili
Il trattato di Maastricht Maggiori difficoltà hanno riguardato i parametri relativi ai conti pubblici Nel 1992 notevoli differenze nei livelli del debito pubblico Paese Debito/Pil Francia 43% Germania 40% Italia 108% Grecia 97%
Il trattato di Maastricht Paesi come Italia e Grecia non potevano raggiungere il 60% Era comunque sufficiente: debito/Pil in diminuzione deficit/Pil non superiore al 3% Per l’Italia fu necessario un forte risanamento dei conti pubblici notevole riduzione del deficit Il risanamento fu attuato tramite manovre di politica fiscale restrittiva
Il trattato di Maastricht Il deficit fu ridotto da oltre il 12% del Pil a meno del 3% Le riduzioni più forti si concentrano nel periodo fra il 1996 ed il 1997 (dal 7,1% al 2,7%)
Disavanzo primario avanzo primario La spesa per interessi causò crescita del debito per molti anni ancora
Il trattato di Maastricht Trattato di Maastricht omogeneizzazione delle economie prima dell’UEM E’ necessario che esse rimangano simili anche dopo Inoltre è necessario che la loro politica economica segua regole comuni Per queste due ragioni Patto di stabilità (1997)
Il patto di stabilità e crescita Patto di stabilità Conti pubblici Obiettivo di pareggio del bilancio pubblico Regole originarie del patto: In media bilancio pubblico in pareggio Disavanzo inferiore al 3% del Pil permesso nelle recessioni Ciò implica avanzo durante le espansioni Negli anni il patto è stato più volte violato senza applicazione delle sanzioni Oggi il quadro relativo al patto è molto confuso
Il patto di stabilità e crescita In seguito alle crisi susseguitisi dal 2008 ad oggi (crisi dei mutui sub-prime, crisi del debito) molte economie europee sono andate recessione Molte economie europee hanno un disavanzo che supera anche il 3% (Maastricht) Tuttavia la crisi del debito pubblico europeo ha evidenziato la necessità di un maggiore coordinamento tra le politiche fiscali A tale scopo è stato siglato anche il Fiscal Compact
Fiscal Compact Rivede il Patto di Stabilità e Crescita Siglato nel 2012 da tutti i paesi dell’UE tranne Repubblica Ceca e Regno Unito, prevede: Limiti al deficit pubblico strutturale con correzioni automatiche in caso di sforamento. Obbligo di rientro del rapporto debito pubblico / PIL al 60% nell’arco 20 anni Norme costituzionali che impongano il pareggio del bilancio pubblico. In vigore dal 1/1/2013.
La Banca Centrale Europea Creazione di moneta unica Politica monetaria unificata Creazione di nuove istituzioni Banca Centrale Europea (BCE) La BCE è l’istituzione deputata a gestire la politica monetaria dell’Euro La politica monetaria non è più sotto il controllo delle Banche Centrali nazionali Le Banche Centrali nazionali mantengono un ruolo rilevante
La Banca Centrale Europea Obiettivo prioritario della BCE (per il suo statuto) Stabilità dei prezzi nell’area dell’Euro nel medio periodo Tale obiettivo ha diverse implicazioni 1) Stabilità determinazione quantitativa Per la BCE i prezzi sono stabili se l’inflazione è inferiore al 2% Ciò implica: non prezzi costanti nel tempo inflazione media fra 0 e 2%
La Banca Centrale Europea 2) La stabilità dei prezzi è un obiettivo di medio periodo L’inflazione può superare il 2% per alcuni periodi ma deve essere inferiore in media 3) Riferimento all’intera area dell’Euro Non sono rilevanti i valori dei singoli paesi Se in alcuni paesi l’inflazione media è >2% ma la media europea è <2% la BCE non interviene I problemi nazionali devono essere risolti dai governi nazionali
La Banca Centrale Europea 4) La stabilità dei prezzi è obiettivo primario ma non esclusivo della BCE La BCE può attuare politiche monetarie espansive agire per favorire la crescita durante le recessioni Tali politiche possono essere attuate solo se non portano l’inflazione sopra il 2%