Avvicinandosi ai tropici, il regime delle piogge cambia: si alternano infatti uno o due periodi delle piogge ad altrettanti periodi asciutti. Il paesaggio tipico di queste regioni è la SAVANA, costituita da vasti spazi di vegetazione erbacea in cui predominano le graminacee alternati a tratti con cespugli e rari alberi (baobab e acacie soprattutto)
L’aspetto della savana è legato al regime delle piogge: durante la stagione delle piogge la vegetazione è rigogliosa, l’erba cresce fino a tre metri di altezza e le rare piante si coprono di foglie; durante la stagione secca l’erba ingiallisce fino a seccare e piante e cespugli perdono le foglie.
Dove si trova la Savana?
Grazie alla sua flora ed ai suoi spazi, la Savana è ricca di animali Grazie alla sua flora ed ai suoi spazi, la Savana è ricca di animali. Eccone una breve rassegna:
Che fa l’uomo nella Savana? Le colture di piantagione (caffè, arachidi, cotone, purché sia possibile irrigare L’allevamento, sia nomade che sedentario Agricoltura di sussistenza (cereali poveri come miglio e sorgo)
Via via che ci si allontana dall’Equatore, a nord come a sud, diminuiscono i giorni piovosi e la quantità delle piogge. Alle latitudini di 30-35° le precipitazioni quasi scompaiono. Si forma così, con graduale transizione dalla Savana, il paesaggio del predeserto e del deserto, in cui il mantello vegetale diviene un po’ per volta discontinuo, le erbe lasciano il posto a piante grasse, gli alberi si diradano e lasciano il suolo privo quasi del tutto di vegetazione. Subentrano nude distese rocciose o sabbiose.
Ed è così che sotto i raggi del sole, in un’atmosfera secca e con il cielo sereno, il suolo raggiunge le temperature più alte della terra. (fino a 60°). Ma l’assenza di vegetazione fa sì che il calore si disperda rapidamente dopo il tramonto, con FORTE ESCURSIONE TERMICA GIORNALIERA: da 50° a pochi gradi sopra lo zero
I frequenti venti, che spirano nella stessa direzione, provocano il lento spostamento delle dune di sabbia ed esercitano un’azione erosiva sulle rocce, modellandone le forme. Il deserto, quindi, non è una monotona distesa di sabbia, ma presenta una notevole varietà di aspetti.
In un ambiente così ostile la vegetazione ha dovuto adattarsi: ci sono piante effimere, che si sviluppano solo nei brevi periodi di pioggia, e piante perenni, che si adattano in vario modo all’umidità. Nell’immagine, la caralluma, tipica del Kenya, con il fusto rigonfio per immagazzinarvi l’acqua e le foglie trasformate in spine per ridurre la traspirazione e la perdita d’acqua.
A seconda dell’aspetto del deserto, si parla di ERG (DESERTO SABBIOSO),
HAMMADA, o deserto roccioso, (Nella foto, un tratto roccioso del Sahara in Marocco)
il serir , formato da uno strato di ciottoli e ghiaia
Esistono anche deserti di sale, detti chott, che si formano in seguito all’evaporazione dell’acqua di laghi salati. Nell’immagine, Chott el-Jerid , nel sud-ovest della Tunisia.