Programma di contrasto delle povertà. Interventi di accoglienza ed integrazione sociale delle persone senza fissa dimora.
La legge quadro n. 328/2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, individua come finalità la promozione di interventi per garantire la qualità della vita, le pari opportunità, la non discriminazione e i diritti di cittadinanza, la prevenzione eliminazione o riduzione delle condizioni di disabilità di bisogno e disagio individuale derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia in coerenza con gli art. 2,3 e 38 della Costituzione
il DPCM 15 dicembre 2000 ripartisce, fra le regioni, i finanziamenti destinati al potenziamento dei servizi a favore delle persone che versano in stato di povertà estreme e senza fissa dimora,
la Regione Sardegna avvia nel 2005 (LR 23/2005) i primi interventi di sostegno pubblico ai servizi di accoglienza alle persone senza fissa dimora, dando la priorità alle aree urbane maggiormente coinvolte dal fenomeno.
Con D.G.R. n 63/38 del 27/12/2005 vengono ripartiti i finanziamenti statali ( euro), ai maggiori centri urbani (con popolazione superiore a abitanti) ritenuti particolarmente interessati dal fenomeno: >Cagliari >Sassari >QuartuS.Elena >Olbia
nel 2007 si avvia, quindi, il 1°programma in forma sperimentale denominato né di freddo né di fame, il cui obiettivo è che qualsiasi persona, presente nel territorio regionale, debba soffrire a causa della mancanza di beni primari quali : cibo, vestiario e abitazione.
possono accedere ai finanziamenti, i progetti presentati : >dai singoli Comuni con popolazione superiore a abitanti; >dagli Enti gestori dei Comuni associati in ambito Plus;
i progetti devono essere finalizzati alla realizzazione e/o al potenziamento: >dei servizi di accoglienza e di riparo notturno; >dei servizi mensa, o erogazione di borse viveri o altre forme di aiuti alimentari;
> lattivazione di unità itineranti finalizzate a contattare persone o gruppi che necessitano di interventi urgenti, anche attraverso la distribuzione di viveri e vestiario; >interventi di accompagnamento ai servizi sanitari e sociali; >sperimentazione di iniziative di aiuto e tutela legale dei diritti della persona in condizione di povertà estrema.
i progetti dovranno prevedere, inoltre, nelle diverse fasi, di progettazione e di attuazione, il coinvolgimento delle organizzazioni del volontariato sociale presenti o attive nel territorio di riferimento.
La scelta di coinvolgere nella progettazione i singoli comuni con popolazione di abitanti, si è rivelata strategica per far emergere le caratteristiche dei bisogni presenti negli ambiti territoriali più piccoli.
Nei maggiori centri urbani, risulta la maggior presenza di persone che vivono in condizioni di estrema povertà, caratterizzate dalla totale privazione di beni primari ed anche di una rete di relazioni significative, Nelle medesime aree si verificano, inoltre, frequenti interventi di emergenza e assistenza umanitaria a favore di gruppi di persone di diversa provenienza.
Nelle aree più interne o quelle coinvolte da trasformazioni del sistema produttivo, emergono situazioni di povertà caratterizzate da un diffuso disagio abitativo, che coinvolgono nuclei familiari che non riescono più a sostenere i costi per labitazione, fitti o mutui. Nelle quali è auspicabile un intervento di integrazione delle politiche di contrasto delle povertà con le politiche abitative.
Con il programma approvato con DGR n.34/29 del 18/10/2010, sulla base degli elementi conoscitivi emersi dalla sperimentazione, si vuole giungere ad un consolidamento e potenziamento dei servizi di accoglienza e di integrazione sociale, rivolti alle persone senza fissa dimora, negli ambiti territoriali in cui il fenomeno è particolarmente presente.
Indirizzando verso: > il rafforzamento dellintegrazione tra le amministrazioni locali e il volontariato sociale; >adottando modalità organizzative e di coordinamento finalizzate ad ottimizzare gli interventi; >il collegamento in rete dei servizi attivi nel territorio; >lattivazione di percorsi di inclusione sociale e di percorsi di vita autonoma, attraverso lintegrazione con altri servizi presenti nel territorio ;
Negli altri ambiti, in cui sono prevalenti forme di disagio abitativo, la risposta più efficace può giungere dallintegrazione tra le politiche territoriali di contrasto delle povertà e le politiche abitative e dalla individuazione di micro strutture o abitazioni per laccoglienza temporanea dei nuclei familiari.
La L.R.n. 23/2005, che recepisce la legge quadro n. 328/2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, fornisce indicazioni, strumenti e metodologie per il governo del territorio organizzato in ambiti. La valorizzazione e la centralità del territorio è quindi il cardine della riforma sociale.
La cui finalità, attraverso un processo di valorizzazione delle risorse presenti nei vari ambiti territoriali, è favorire lo sviluppo dellintera area, ponendo al centro delle scelte la qualità della vita umana. Gli indirizzi europei vedono nellattivazione di politiche integrate finalizzate allinclusione e alla coesione sociale, una modalità per contrastare lestendersi di situazioni di nuove povertà e di disagio sociale.
la programmazione dambito, attraverso l integrazione delle politiche sociali, con quelle della casa, dei trasporti, del lavoro, può favorire e migliorare lambiente di vita con lattivazione delle politiche inclusive, che costituiscono una enorme opportunità di crescita civile e di sviluppo del territorio.
AmbitoPop. Am.P. lettopastiinclusione Cagliari Sassari Olbia Quartu S.E Carbonia Oristano Iglesias Ales Bonorva totali