Il Rinascimento: secolo dell’arte

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Transcript della presentazione:

Il Rinascimento: secolo dell’arte Arte: - nobilita la realtà - coglie la bellezza reale e profonda della realtà In relazione a questa idea di arte si può riflettere su: Questione della ricezione, quindi del GUSTO Questione della realizzazione artistica, quindi del GENIO. Il Rinascimento è l’epoca della rottura con il Medioevo, è l’età che vede sorgere, anzi ri-sorgere un nuovo sapere. Ricorda questi termini: RIFORMA E CONTRORIFORMA RINASCITA

La riflessione estetica LEONARDO DA VINCI Nasce nel 1452; Soggiorna presso le più importanti corti italiane; Si dedica a diverse forme d’arte. Questo fa di lui un UOMO RINASCIMANTELA COMPLETO IL SAPERE: Non è tale se non è razionalmente documentato; Non è tale solo perché proviene dagli antichi; Non è tale se è solo credenza astratta Per lui tutto ha CAUSA RAZIONALE TUTTO HA UN ORDINE MECCANICO-MATEMATICO, CIO’ CHE HA ORDINE MATEMATICO NON PUO’ CHE DERIVARE DA DIO; TUTTO HA UNA SPIEGAZIONE. Il pensiero razionale e matematico porta quindi al sapere: Leonardo matura questa convinzione proprio attraverso la sua esperienza artistica.

Secondo Leonardo, l’uomo OSSERVA LA REALTA’ (attraverso i sensi) Dedicandosi alla geometria e alla prospettiva (ARTI MECCANICHE) Leonardo matura il CONCETTO DI ESPERIENZA, che è il mezzo attraverso il quale si CONOSCE E IMPARA. Secondo Leonardo, l’uomo OSSERVA LA REALTA’ (attraverso i sensi) Osservando la realtà e la natura, ne indaga le ragioni: cerca SPIEGAZIONI MATEMATICHE Cercando delle spiegazioni, CONOSCE LA REALTA’ È quindi chiaro che per Leonardo la conoscenza si basa su una preliminare esperienza sensibile (l’osservazione), alla quale deve seguire un ragionamento matematico (“cogitazione”). Chi ama l’esperienza senza l’indagine matematica, è come un nocchiero che naviga senza timone.

La sezione aurea (vedi fotocopie) L’attenzione per le ragioni matematiche che stanno alla base della realtà e della natura, sono per Leonardo oggetto di ricerca e studio: egli, nelle sue opere, cerca e persegue la riproducibilità delle proporzioni perfette. In natura la perfetta proporzione delle parti di un “oggetto” è detta SEZIONE AUREA: ogni singola parte, è in proporzione con le altre in termini di metà e doppio. La natura cioè mostra proporzioni perfette, come se all’origine di esse ci sia un preciso calcolo matematico.

Quali caratteristiche ha quindi la CITTA’ IDEALE? La città ideale Leonardo ci mostra quanto il Rinascimento persegua l’idea di riprodurre la perfezione e armonia, imitando la natura. Cosa si intende per perfezione? Si intende IDEALE - QUALCOSA CHE è FRUTTO DI PENSIERO E RAGIONAMENTO - QUALCOSA DI PERFETTO Questa ricerca stimola la riflessione sulla realizzazione di una stato perfetto, cioè di una CITTA’ IDEALE, immaginata con caratteristiche che la rendano perfetta. Quali caratteristiche ha quindi la CITTA’ IDEALE?

IL CUI DISEGNO RIFLETTE CRITERI DI RAZIONALITA’ E PROPORZIONE CITTA’ IDEALE CHE SI PENSA CHE è PERFETTA SPAZIO URBANISTICO E ARCHITETTONICO SPAZIO SOCIALE E POLITICO È QUINDI UNO SPAZIO URBANO PROGETTATO O ANCHE SOLO IMMAGINATO IL CUI DISEGNO RIFLETTE CRITERI DI RAZIONALITA’ E PROPORZIONE IL CUI GOVERNO E’ GIUSTO E REGOLATO DA PRINCIPI DI EQUILIBRIO.

Nel Rinascimento (vedi fotocopie) si avvia la riflessione sulla realizzazione della Città ideale. Ci aveva già pensato Platone: per lui la POLIS IDEALE era una città dal governo ideale, irrealizzabile (utopico) Ora, nel Rinascimento, si vuole creare una città che ponga l’uomo al centro di uno spazio perfetto (antropocentrismo). La città ideale deve essere costruita su progetti urbanistici frutto di calcoli precisi e rigorosi: deve richiamAre forme geometriche quali il cerchio, il quadrato, la stella; deve mostrare proporzioni e prospettiva perfette; deve avere una piazza centrale, spesso si propone la forma a stella; deve ospitare un governo retto ed equilibrato, deve essere luogo di incontro sociale, di organizzazione politica e pianificazione economica.

Utopia In relazione al concetto di Città Ideale, si può ragionare sul concetto di UTOPIA. UTOPIA deriva dal greco e significa “non luogo” (ou: non; topos: luogo), oppure “ciò che non è”, oppure “ciò che dovrebbe essere”. Utopia è anche un progetto di valore che però è ideale, non reale: la Città ideale è quindi un’UTOPIA. Un importante teorico rinascimentale in questo ambito è THOMAS MORE (inglese). La sua opera si intitola “Utopia”: un’opera che narra di un luogo che NON ESISTE ma che E’ POSSIBILE. Il luogo che egli immagina è IRREALE, è IDEALE (invisibile, senza popolo, senza acqua). Cosa potrebbe rendere reale un luogo irreale? Cose molto semplici: i confini, il popolo, l’acqua. BASTEREBBERO CIOE’ LEGGI DELLA NATURA E DELLA RAGIONE. Basterebbe seguire principi come: PACE, RISPETTO, COMPRENSIONE, CULTURA, RELIGIONE. ANCHE LA TEORIA DI MORE, come quella di Leonardo, DIMOSTRA CHE DIETRO OGNI REALIZZAZIONE, ANCHE ESTETICA, DEVONO ESSERCI REGOLE ETERNE, MATEMATICHE.