introduzione Volevo latte ho ricevuto un biberon. Volevo affetto ho ricevuto giocattoli. Volevo imparare ho ricevuto una pagella. Volevo parlare ho ricevuto sapere. Volevo essere libero ho ricevuto disciplina. Volevo amare ho ricevuto una morale. Volevo felicità ho ricevuto denaro. Volevo una professione ho ricevuto un posto. Volevo un senso ho ricevuto una carriera. Volevo speranza ho ricevuto paura. Volevo vivere... (Dal diario di un ragazzo tedesco) introduzione
COME EDUCARE? …atteggiamenti e piste educative nanni.unisal.it
IPOTESI PREVIA educare cos’è? Relazione di aiuto (mediazione, stimolo, sostegno, promozione)[etero/auto] per la formazione delle capacità fondamentali della vita personale (individuale, di gruppo, comunitaria, collettiva) al fine di essere coscienti, liberi, responsabili e solidali, e vivere una vita umanamente degna e un’ esistenza storica aperta alla trascendenza e a una visione religiosa della vita (vita buona del Vangelo)
Tenere conto dei contesti Democrazia e diritti umani: “la svolta” mondiale del dopoguerra Carlo Nanni nanni@unisal.it
1 Le 4 ondate la “RIVOLUZIONE SILENZIOSA» dei COMPORTAMENTI (Inglehart) degli anni ‘70 Enfasi sui diritti soggettivi e su quelli di “genere” ed ecologici l’autorealizzazione= religione dell’Io? il “noi”, l’istituzione?, il bene comune? Crisi della famiglia, scuola, società.. Fine anni ’90 RIVOLUZIONE “LIQUIDA” (Bauman) degli STRUMENTI e dei MODI DI COMUNICARE: dal Web1.0 al Web2 +comunicazione + solitudine 2 3 Inizi secolo XXI: GLOBALIZZAZIONE imprenditoria internazionale, mercato mondializzato ..ma “globalizzati” anche cultura e vita: multiculturalismo, omologazione? Relativismo… 4 le neuroscienze e le BIOTECNOLOGIE … e l’umano? post-umano?
dell’educare/evangelizzare 1 il DIALOGO e della COMUNICAZIONE TRA LE GENERAZIONI, tra luoghi e non luoghi, ai tempi del Web2.0 essere figli, crescere e farsi persona oggi IN FAMIGLIA, difficoltà materiali, assenza paterna, permissivismo, poco “stare insieme”, dialogo 2 4 nodi dell’educare/evangelizzare 3 4 la formazione dell’identità e della progettualità personale in un MONDO FRAMMENTATO, multiculturale, relativistico/fondamentalistico, senza troppe speranze di futuro…SENZA DIO?..Desertificazione? L’ INTEGRAZIONE TRA RAZIONALITÀ ED EMOTIVITÀ, tra intelligenza ed affettività, tra impulso e intenzionalità, tra potere tecnico e potere morale
CHE FARE? A. Una lettura comprensiva e differenziata dei giovani e della loro vita B. Agli educatori: “ medice cura te ipsum” C. Educare “ insieme” (Delors) chiamando i giovani a essere co-protagonisti della loro (e comune ) crescita: come in una “partita pedagogica” D.Pensare, operare in rete
A. farsi l’ “occhio, la mente e il cuore educativo” Una lettura “pedagogica” di persone, fatti, eventi “focalizzata” sulle PERSONE CONCRETE e la loro (e comune) crescita personale («fino alla misura di umanità che compete al Cristo risorto» ef. 4,13), evidenziando: il personale (+ che strutturale), il potenziale (+ che l'attuale), il valoriale (+che il fattuale) una lettura della realtà giovanile diagnostica, promozionale, incoraggiante, “schierata” dalla parte della vita e del bene…). cristianamente = in ogni persona = cogliere la dignità umana + immagine e somiglianza di Dio,+ --> “figli nel Figlio”
con l’occhio buono del Vangelo Vedere i ragazzi (e le cose). con l’occhio buono del Vangelo cercando il “punto accessibile al bene” (don Bosco) dando «voce»: ►al desiderio di libertà, di vita e di felicità… ► di trascendenza, di spiritualità… (di divino? di infinito?), = desiderium naturale videndi Deum ►alla ricerca di senso ► alle esperienze di amicizia e di amore, ► all’impegno volontario, fattivo e costruttivo, civile e ecclesiale per il bene vedere le sofferenze e le fragilità assetati, soli.. Nichilismo «ospite inquietante» «passioni tristi»… ..e far gioco su essi
far gioco su tali aspirazioni ..collegandoli alla «PROPOSTA» del VANGELO = del mistero di Gesù e del suo Vangelo, «perché abbiano la vita e l’abbiamo in abbondanza» Vissuto e da ARRICCHIRE nel mistero della Chiesa sacramento e comunità di salvezza di salvezza per il mondo PORTARLO AD ALTEZZA degli adolescenti, giovani, «gente» del loroLINGUAGGIO, dei loro SOGNI.. delle loro RELAZIONI, della loro VITA
L’atteggiamento fondamentale B. L’educatore un cuore e una passione educativa grande, che sappia coniugare l’amorevolezza, la cura, l’intenzionalità e l’intervento educativo “volendo bene, volendo il bene, volendolo bene, facendolo bene” (nell’orizzonte del “da mihi animas, coetera tolle”) «Studia di farti amare» «amare ciò che i giovani amano, per far loro amare il vero, il bello, il giusto, ... il santo»
“medice cura te ipsum!” Superare … il SOGGETTIVISMO/individualismo = l’altro? la verità? 2)… la SUPERFICIALITA’ della vita, delle relazionali, «in massa», senza coscienza del mistero dell’altro, della sua storia, della presenza dell’Altro… 3) …l’EFFICIENTISMO (cfr. enfasi sulle competenze), l’essere, il condividere, la gratuità, il dono, il darsi generosamente? 4) ..il GIOVANILISMO (eterno “Peter Pan) deleterio per sé e educativamente: per l’identità dei giovani “medice cura te ipsum!” EDUCARE.. 1) con l’INSEGNAMENTO (informando, motivando, prospettando) 2) con lo STILE relazionale 3) con la TESTIMONIANZA 4) con l’Ambiente, il CLIMA 5) con il FAR FARE PRATICA di libertà e solidarietà passare (integrare) da… a… 1) Pedagogia della risposta…p. della proposta 2) Pedagogia del successo formativo soggettivo… p. del fine (personale, comunitario, …umano. …cristiano…) 3) Pedagogia a servizio…p. per il servizio
Un processo, che è … quasi un decalogo…. 1.in mezzo ai giovani: accoglienza, dialogo 3. a “casa propria” = spirito di famiglia 2.Partendo dal “punto accessibile al bene” 4. «Accendere» con gradualità le potenzialità, le risorse… 6. Indicazioni di senso: «le 3 “s”: salute,studio,santità// la proposta evangelica ( con «la parolina all’orecchio», la buona notte, la scuola e la catechesi) 5. Con ragione, religione, amorevolezza… (anche nel rimprovero/castigo…) 7.“senza di voi…promuovere il protagonismo 8. Avviare a far fare pratica= corresponsabilizzare 9. Gestire il tempo= La quotidianità e la festa… il progetto, il patto educativo, il regolamento… 10.la guida, orientamento e accompagnamento educativo (“l’assistenza”)… exallievi
.. operare nei “non luoghi” giovanili…
►esperienze di feste e di incontri comunitari che celebrino la comunione ecclesiale la sua fondazione nella Parola di Dio; ► una liturgia che permetta la integrazione tra rito e espressività giovanile, tra segno e mistero; ► momenti di riflessione di gruppo ma anche di solitudine-interiorità personale; ► pratiche caritative e di volontariato civile; …ma anche utilizzando bene i tradizionali “mezzi” educativi della fede: …il pellegrinaggio… … le GMG …e quelle parrocchiali e diocesane…
C. “La partita pedagogica” ● NON “centralità del ragazzo” rischio di oggettivarlo, impedirgli di essere attivo nella propria crescita “Oportet me minui illum autem crescere” ● CO-protagonismo, CO-educazione nell’orizzonte della CRESCITA propria, altrui, comune. ●come in una partita: insieme e ognuno con RUOLI e FUNZIONI diverse
D. Ricerca delle ALLEANZE e operare IN RETE (ad es. con i genitori, con le famiglie, con la scuola, con i luoghi e le agenzie “locali” del divertimento e dello sport)
nella evangelizzazione, catechesi, liturgia, carità (cfr. OP. n. 54) Fondamentalità di una “una VITA COMUNITARIA ecclesiale che dà effettiva qualità EVANGELICA ai 5 ambiti di Verona (relazioni, festa/lavoro, trasmissione culturale…, fragilità e aspirazioni, cittadinanza nella evangelizzazione, catechesi, liturgia, carità (cfr. OP. n. 54) L’oratorio – «ponte» e «laboratorio»
… come Gesù maestro 1) si fa prossimo Conclusione 1 2) accoglie personalmente 3) dialoga (“cosa leggi?”) 4) comprende, non condanna anche se non giustifica 5) stimola la “libertà”personale verso il di più, secondo i “talenti” di ognuno e le esigenze del “Regno” (la vocazione-missione):“non peccare più”, “fa questo e vivrai”, “vendi tutto… “vieni e seguimi”…”lascia le reti …ti farò pescatore di uomini”. 6) Testimonia, “beneficando”, il Vangelo dell’amore di Dio per il mondo…rischiando!!! 7) «…per loro santifico me stesso» Conclusione 1 19 19
Conclusione 2
appendice
►Il vigliacco di oggi… è il bimbo.. che schernivamo ieri, l'aguzzino di oggi… …………. che frustavamo ieri; l'impostore di oggi ……… a cui non credevamo ieri, il contestatore di oggi ……………che opprimevamo ieri, ► il non complessato di oggi… è il bimbo….che incoraggiavamo ieri; l'espansivo di oggi … …………………. che non trascuravamo ieri; il giusto di oggi … …………………..che non calunniavamo ieri; l'indulgente di oggi … …………………..che perdonavamo ieri; ► l'uomo che respira amore e bellezza… è il bimbo.. che viveva nella gioia ieri (Ronald Russel)
“Nel ragazzo , anche il più disgraziato, avvi un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare” (MB,V,367).
Volete fare una cosa buona? Educate la gioventù. Volete fare una cosa santa? Volete fare cosa santissima? Volete fare cosa divina? Anzi questa tra le cose divine è divinissima! Don Bosco (MB, XIII, 629)
“Nella scuola io vedevo ciascun ragazzo come fosse il solo, e lo vedevo con la sua storia, le sue virtù e i suoi difetti, le sue gioie, i suoi dolori e la sua prepotente vitalità. E così io parlavo e dialogavo con ciascuno di questi ragazzi” (G.Nosengo, “Didattica della Religione nella scuola media “, Roma, 1963, pag. 16).
“Se non puoi essere un pino sul monte, sii la migliore piccola saggina sulla sponda del ruscello. Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio. Se non puoi essere un'autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Sii sempre il meglio di ciò che sei. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato a compiere, poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita.” (Martin Luther King)
deve essere per quanto può “profeta”, scrutare i “segni dei tempi”, il maestro deve essere per quanto può “profeta”, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi oggi vediamo solo in confuso» (Don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici)
“Lasciare il mondo un po’ meglio di come lo si è trovato” (Baden Powell, Testamento agli scout)