Al creato progenie noi chiediamo, affinché non si spenga lo splendore e quando un giorno accadrà che invecchiamo, che il ricordo riviva con ardore. Ma tu, ai tuoi splendenti occhi devoto, bruci per una fiamma e molto spesso trasformi labbondanza in un gran vuoto, tu, nemico crudele di te stesso. Ora che sei del mondo un fresco fiore, e annunciatore della primavera, nel corpo stesso soffochi il tuo cuore: sei atroce e annienti la tua essenza vera. Del mondo abbi pietà o sarai perduto, tanto da divorar quanto dovuto. Al creato progenie noi chiediamo, affinché non si spenga lo splendore e quando un giorno accadrà che invecchiamo, che il ricordo riviva con ardore. Ma tu, ai tuoi splendenti occhi devoto, bruci per una fiamma e molto spesso trasformi labbondanza in un gran vuoto, tu, nemico crudele di te stesso. Ora che sei del mondo un fresco fiore, e annunciatore della primavera, nel corpo stesso soffochi il tuo cuore: sei atroce e annienti la tua essenza vera. Del mondo abbi pietà o sarai perduto, tanto da divorar quanto dovuto.
Il tempo che passava e tu invecchiavi scavò trincee nella tua bellezza superba gioventù che tu ammiravi lascerà nei tuoi grandi occhi tristezza. Allora dove giace il tuo dincanto e quei tuoi giorni ruggenti damore ne rimane ora solo un grande vanto, adesso provi vergogna e dolore. Se la bellezza una volta esaltavi era solo un po più duna creatura giustifica vecchiaia che esaltavi ormai dimostra chè solo tortura. Questo invecchiando tu ricorderai ed il tuo sangue freddo tro verai
. Prodiga leggiadria, perché tu spendi Per te leredità della bellezza? Dalla natura in prestito tu prendi E presta lei a chi dona con larghezza. Del dono che ti fu dato per dare? Senza profitto usuraio, a che usi Così gran soma senza fare affare? Trafficando soltanto con te stesso Il te stesso frodi da incosciente. Quando natura chiuderà il processo, Il tuo bilancio, sarà consistente? Con te sarà sepolta la beltà Che usata invece per sempre vivrà.
Perché ascolti la musica e sei triste? Dolce non contra dolce e gioia gioia; Perché ami il non lieto che qui esiste E forse hai del piacere in ciò che annoia? Se larmonia dei suoni assai accordati, Congiunti bene I tuoi orecchi offende, E perché in te non sono separati I suoni in parte in cui tutto sapprende. Guarda, una corda che dellaltra è sposa Vibra con quella in mutua rispondenza, Come padre con figlio e madre ansiosa Che insieme cantano note in cadenza. Il loro canto, di molti che sono uno, Ti canta: Solo tu sarai nessuno. Perché ascolti la musica e sei triste? Dolce non contra dolce e gioia gioia; Perché ami il non lieto che qui esiste E forse hai del piacere in ciò che annoia? Se larmonia dei suoni assai accordati, Congiunti bene I tuoi orecchi offende, E perché in te non sono separati I suoni in parte in cui tutto sapprende. Guarda, una corda che dellaltra è sposa Vibra con quella in mutua rispondenza, Come padre con figlio e madre ansiosa Che insieme cantano note in cadenza. Il loro canto, di molti che sono uno, Ti canta: Solo tu sarai nessuno. c Sonetto n°8