LE CORRENTI DEL GIUSNATURALISMO Le diverse tesi sullo stato di natura
La tesi di Grozio Secondo Ugo Grozio (Huig de Groot, 1583-1645) nello stato di natura l’uomo possiede le nozioni del giusto e dell’ingiusto, poiché la giustizia ha origine razionale ed essa esisterebbe «etiamsi daremus Deum non esse». Obiezione di Rousseau: come l’uomo può avere questa nozione? E, nel caso si possa suppore che l’abbia, gli sarebbe utile?
La tesi di Locke Secondo John Locke (1632-1704) è un diritto naturale di ciascun individuo conservare «ciò che gli appartiene» (cosa che per Locke coincide con i tre diritti imprescrittibili di vita, libertà e beni; tesi non dissimile si trova anche in altri teorici). Obiezione di Rousseau: nessuno specifica che cosa significa l’espressione «ciò che gli appartiene».
Tesi di Thomas Hobbes La terza tesi potrebbe essere in modo impreciso attribuita a Thomas Hobbes (ma anche a Grozio); secondo questa tesi, partendo dall’affermazione di una società naturale segnata dal potere del più forte, hanno fatto sorgere immediatamente da tale società un governo. Obiezione di Rousseau: i teorici di questa tesi non si sono preoccupati di determinare il senso di «autorità» e «governo».
Conclusione 1. In ogni caso, le diverse versioni dello stato di natura sono la rappresentazione di ciò che ciascun teorico pensa della situazione a lui contemporanea. 2. Essi dunque confondono l’uomo selvaggio con l’uomo civile. 3. Non hanno neppure messo in dubbio che lo stato di natura sia davvero esistito. [N.B.: se 1 e 2 sono critiche fondate, 3 lo è relativamente]