Corso base di specializzazione di prevenzione incendi

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Transcript della presentazione:

Corso base di specializzazione di prevenzione incendi MODULO 2 CHIMICA E FISICA DELL’INCENDIO Generalità sulla combustione e sostanze pericolose Sostanze estinguenti TEST DI VERIFICA APPRENDIMENTO

MODULO 2 CHIMICA E FISICA DELL’INCENDIO PRIMA PARTE - FISICA E CHIMICA DELL'INCENDIO PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE E CARATTERISTICHE DELLE SOSTANZE PERICOLOSE IN RELAZIONE ALLE FONTI D’INNESCO Vengono analizzati, puntualmente, tutti i parametri, gli elementi coinvolti nell'innesco e nella propagazione dell'incendio (combustione, prodotti e reagenti, reazione di combustione, fonti di innesco ed energia di attivazione, campo di infiammabilità, temperatura di infiammabilità, temperatura di accensione, temperatura di combustione, prodotti della combustione, curva tempo-temperatura, sostanze pericolose combustibili ed infiammabili (caratteristiche e classificazione), esplosioni di miscele infiammabili di gas, vapori e polveri). Ing. Cristiano Cusin

MODULO 2 CHIMICA E FISICA DELL’INCENDIO 3 SECONDA PARTE – SOSTANZE ESTINGUENTI Partendo dalla classificazione dei fuochi vengono descritti i meccanismi che influenzano l'estinzione dell'incendio e illustrate le peculiarità delle sostanze estinguenti (acqua, acqua frazionata/nebulizzata, schiume, polveri, gas inerti) effettuando le necessarie comparazioni fra le varie sostanze estinguenti. Completano l'argomento alcuni cenni sui nuovi prodotti e sulle procedure per la loro omologazione o approvazione ai fini antincendio. TEST VERIFICA APPRENDIMENTO Ing. Cristiano Cusin

…. doverosa precisazione … Il presente elaborato è stato pensato solo per il supporto alla lezione dell’Autore e quindi non altro valore che per “memoria” per i discenti presenti alla lezione. …. ciò che è riportato non potrà essere usato contro di me …. Ing. Cristiano Cusin

non è solo farina del mio sacco! ma anche contributi di ….. Ing. Dino Poggiali VV.F.-Pesaro Ing. Alessandra Bascià VV.F.-Venezia Comando VVF Milano …… e tanti - tanti altri Ing. Cristiano Cusin

… in una parola su che cosa si basa il mio lavoro ? Comando VF Ferrara Ing. C. CUSIN

Comando VF Ferrara Ing. C. CUSIN

INCENDIO ---- FUOCO NON CONTROLLATO L’incendio L’incendio è un fuoco con caratteristiche tali da rendere deducibile, in via normale ed alla stregua di norme d'esperienza, il pericolo per l'incolumità pubblica per proporzione, violenza, possibilità di sviluppo o difficoltà di spegnimento. INCENDIO ---- FUOCO NON CONTROLLATO Ing. Cristiano Cusin

INCENDIO – FUOCO N.C. – REAZIONE CHIMICA La combustione Il FUOCO è una reazione chimica veloce nella quale una sostanza combustibile (“sostanza ossidabile”) reagisce con una sostanza comburente (“sostanza ossidante”) liberando energia INCENDIO – FUOCO N.C. – REAZIONE CHIMICA Ing. Cristiano Cusin

Parole chiave Sostanze Reazione chimica (combustibile, comburente) Ing. Cristiano Cusin

Una sostanza Ing. Cristiano Cusin

Molecola d’acqua Ing. Cristiano Cusin

Molecole Ing. Cristiano Cusin

Gli atomi Sono gli elementi fondamentali della materia Tutta la materia, quindi, è costituita da atomi legati tra loro che formano molecole Ing. Cristiano Cusin

Gli atomi Gli atomi sono le più piccole particelle di cui è formata la materia Esistono in natura 92 atomi diversi, ognuno di questi appartiene ad un elemento chimico diverso Ing. Cristiano Cusin

Atomi Ing. Cristiano Cusin

Atomo Ing. Cristiano Cusin

Livelli energetici degli elettroni Gli elettroni occupano dei ben precisi livelli energetici nell’atomo Quindi un elettrone può aver solo determinati valori energetici che corrispondono a determinati orbitali Ing. Cristiano Cusin

Sistema periodico degli elementi Ing. Cristiano Cusin

Sistema periodico degli elementi gli elementi vengono scritti in ordine crescente di numero atomico in righe orizzontali o periodi e andando a capo dopo il completamento dell’ultimo livello vengono raggruppati insieme gli elementi che hanno lo stesso numero di elettroni sull'ultima orbita Ing. Cristiano Cusin

Sistema periodico degli elementi Ing. Cristiano Cusin

Sistema periodico degli elementi le proprietà chimiche dell'elemento dipendono dal numero e dalla posizione degli elettroni di valenza, (nella maggior parte dei casi quelli del livello più esterno) Ing. Cristiano Cusin

Gli atomi tendono infatti a completare il loro livello energetico esterno riempiendolo con il massimo numero di elettroni che può contenere Ing. Cristiano Cusin

Atomi 1 protone 6 protoni Ing. Cristiano Cusin

L’idrogeno ha un elettrone nel primo orbitale che è completo con 2 Gli orbitali sono quindi dei livelli energetici che gli elettroni possono assumere L’idrogeno ha un elettrone nel primo orbitale che è completo con 2 Ing. Cristiano Cusin

Perché gli elettroni vengono condivisi e vanno a completare l’orbitale Ecco in parte spiegato perché la molecola di idrogeno è formata da due atomi Perché gli elettroni vengono condivisi e vanno a completare l’orbitale Ing. Cristiano Cusin

L’ossigeno ha 6 elettroni nell’orbitale più esterno che è completo con 8 elettroni Questo elemento tenderà ad attrarre 2 elettroni per raggiungere una configurazione energetica più stabile, detta ottetto Ing. Cristiano Cusin

Il metano Il carbonio attrae i 4 elettroni dell’idrogeno formando 4 legami che permettono di raggiungere l‘ottetto Ing. Cristiano Cusin

Gli ioni Gli atomi o le molecole sono generalmente neutri, cioè con uguale numero di protoni ed elettroni In determinate circostanze possono assumere un potenziale elettrico positivo o negativo Ing. Cristiano Cusin

IONE POSITIVO IONE NEGATIVO Difetto di elettroni Eccesso di elettroni Ing. Cristiano Cusin

Esempio di ione Perdendo un elettrone l’atomo di idrogeno diventa uno ione positivo H + Ing. Cristiano Cusin

Le reazioni chimiche La combustione Ing. Cristiano Cusin

Le reazioni chimiche Gli atomi di molti elementi presenti in natura tendono ad interagire fra loro Queste interazioni avvengono se il livello energetico più esterno cioè l’orbitale più esterno è riempito solo parzialmente Ing. Cristiano Cusin

Le reazioni chimiche Sono quindi gli elettroni situati sul livello energetico esterno che, interagendo fra loro, danno origine ai legami L’elettronegatività indica la misura con la quale un atomo esercita la sua influenza attrattiva sugli elettroni di altri atomi. Ing. Cristiano Cusin

Le reazioni chimiche L'elettronegatività è bassa fra atomi che hanno pochi elettroni nel livello esterno, particolarmente in quelli che ne hanno uno solo, mentre è alta negli atomi che hanno 6 o 7 elettroni e sono perciò vicini a completare l'ottetto. Ing. Cristiano Cusin

Interazione Sodio b) Cloro poco elettronegativo b) Cloro molto elettronegativo I due elementi reagendo formano due ioni con l’ultimo livello energetico completo Ing. Cristiano Cusin

Le reazioni chimiche comportano solitamente la rottura di alcuni legami nei reagenti e la formazione di nuovi legami, che andranno appunto a caratterizzare i prodotti Ing. Cristiano Cusin

Le reazioni chimiche energia reagenti prodotti Ing. Cristiano Cusin

Le reazioni chimiche Una reazione chimica che produce calore è detta esotermica Una reazione chimica che assorbe calore è detta endotermica Ing. Cristiano Cusin

L'energia di attivazione (a) è la barriera che si deve superare per poter liberare l'energia di reazione. Un catalizzatore (b) abbassa l'energia di attivazione, mentre un inibitore (c) l'aumenta Ing. Cristiano Cusin

La combustione reazione chimica nella quale un combustibile (“sostanza ossidabile” propensa a perdere elettroni) reagisce con un comburente (“sostanza ossidante” propensa a ricevere elettroni) liberando energia, in genere sotto forma di calore Ing. Cristiano Cusin

La combustione Comburente elettronegativo attrae gli elettroni (si riduce) Combustibile li perde ( si ossida) Ing. Cristiano Cusin

Esempio di combustione Energia di attivazione Calore 246x2= 492 kJ + 2H2 O2 2(H2O) Due molecole di Idrogeno Una molecola di ossigeno Due molecole di acqua 32 grammi 2x2= 4 grammi 2x18= 36 grammi Ing. Cristiano Cusin

Esempio di combustione Energia di attivazione Calore 395 kJ + C O2 CO2 Una molecola di carbonio Una molecola di ossigeno Una molecola di CO2 32 grammi 12 grammi 44 grammi Ing. Cristiano Cusin

La combustione è una reazione esotermica, che libera calore perché i reagenti possiedono più energia dei prodotti di reazione Ing. Cristiano Cusin

? E’ sufficiente che siano presenti combustibile e comburente perché avvenga la combustione? Ing. Cristiano Cusin

E’ necessario che le molecole del combustibile e del comburente urtino fra loro con sufficiente energia Maggiore è energia cinetica, maggiore è il valore della temperatura e della pressione Ing. Cristiano Cusin

E’ sufficiente che siano presenti combustibile e comburente perché avvenga la combustione? ENERGIA ATTIVAZIONE Ing. Cristiano Cusin

TRIANGOLO DEL FUOCO 1. PRESENZA COMBUSTIBILE 2. PRESENZA COMBURENTE ·       CONDIZIONI NECESSARIE AFFINCHE SI VERIFICHI LA COMBUSTIONE SONO:   1.    PRESENZA COMBUSTIBILE 2.    PRESENZA COMBURENTE 3.    PRESENZA ENERGIA ATTIVAZIONE (innesco) INNESCO Ing. Cristiano Cusin

ed una volta innescata la reazione cosa serve per mantenerla? E’ sufficiente che siano presenti combustibile e comburente perché avvenga la combustione? ENERGIA ATTIVAZIONE ed una volta innescata la reazione cosa serve per mantenerla? Ing. Cristiano Cusin

NON SI DISPERDI Ing. Cristiano Cusin

ENERGIA NON SI DISPERDE si mantiene velocità di combustione Quindi maggiore è la temperatura e la pressione, maggiore sarà la percentuale di molecole che urtando tra loro con sufficiente energia cinetica produrranno la reazione Un maggiore concentrazione dei reagenti determinerà una maggiore quantità di urti nell’unità di tempo ENERGIA NON SI DISPERDE si mantiene velocità di combustione Ing. Cristiano Cusin

Ing. Cristiano Cusin

Ing. Cristiano Cusin

La velocità di combustione Questa dipende da: temperatura pressione miscelazione e concentrazione dei reagenti catalizzatori ….. ambiente ……. Ing. Cristiano Cusin

E’ sufficiente che siano presenti combustibile e comburente perché avvenga la combustione? ENERGIA ATTIVAZIONE ed una volta innescata la reazione cosa serve per mantenerla? TEMPERATURA (pressione/velocità combustione) Ing. Cristiano Cusin

La combustione: generalità *OH H* + O2 Ea + H2 → H* + H* Ea + O2 → *O* + *O* H2O + Er *OH + H2 *OH *O* *OH H* + O2 H* *O* + H2 *O* + H2 H* *OH *O* H* H* + O2 *OH + H2 H* H2O + Er *OH

La combustione: generalità *OH H* + O2 Ea + H2 → H* + H* Ea + O2 → *O* + *O* H2O + Er *OH *OH + H2 *O* *OH H* + O2 H* Ioni e Radicali liberi *O* + H2 *O* + H2 H* *OH *O* H* H* + O2 *OH + H2 H* H2O + Er *OH

*O* *OH H* + O2 Ea + O2 → *O* + *O* SERVE MOLTA ENERGIA SERVE MENO ENERGIA AUTOCATALISI La presenza di catalizzatori determina un abbassamento della energia di attivazione. Ing. Cristiano Cusin

La combustione: generalità *OH H* + O2 Ea + H2 → H* + H* Ea + O2 → *O* + *O* H2O + Er *OH *OH + H2 *O* *OH H* + O2 H* Ioni e Radicali liberi *O* + H2 *O* + H2 H* *OH *O* H* H* + O2 *OH + H2 H* H2O + Er *OH

E’ sufficiente che siano presenti combustibile e comburente perché avvenga la combustione? ENERGIA ATTIVAZIONE ed una volta innescata la reazione cosa serve per mantenerla? TEMPERATURA (pressione/velocità combustione) AUTOCATALISI Ing. Cristiano Cusin

Propagazione della combustione Il propagarsi di un incendio e più in particolare di una fiamma richiede la presenza contemporanea di tre requisiti fondamentali: combustibile comburente temperatura autocatalisi Ing. Cristiano Cusin

QUADRILATERO DEL FUOCO ·       CONDIZIONI NECESSARIE AFFINCHE SI MANTENGA LA COMBUSTIONE SONO:   1.    PRESENZA COMBUSTIBILE 2.    PRESENZA COMBURENTE 3.    PRESENZA TEMPERATURA 4. PRESENZA RADICALI LIBERI (autocatalisi) TEMPERATURA AUTOCATALISI TEMPERATURA AUTOCATALISI Ing. Cristiano Cusin

TRIANGOLO DEL FUOCO 1. PRESENZA COMBUSTIBILE 2. PRESENZA COMBURENTE ·       CONDIZIONI NECESSARIE AFFINCHE SI VERIFICHI LA COMBUSTIONE SONO:   1.    PRESENZA COMBUSTIBILE 2.    PRESENZA COMBURENTE 3.    PRESENZA ENERGIA ATTIVAZIONE (innesco) INNESCO Ing. Cristiano Cusin

Energia di accensione L'energia di accensione deve consentire che almeno una parte della miscela si porti alla temperatura di autoaccensione. Il valore dell’energia richiesta dipende, quindi, dalla concentrazione combustibile – comburente. L'energia di accensione è minima alla concentrazione stechiometrica. Ing. Cristiano Cusin

Energia di accensione Alcuni valori: Acetilene 0.02 mJ Carbone 60 “ Idrogeno 0.02 “ Metano 0.2 “ Ossido di etilene 0.087 “ Polipropilene 30 “ Propano 0.3 “ Propilene 0.282 “ Zolfo 15 “ Ing. Cristiano Cusin

Energia di accensione Es. di fonti di ignizione: - fiamme, calore diretto, superfici calde; - saldature e taglio alla fiamma; - scintille di origine meccanica; - energia chimica; - surriscaldamento; - elettricità statica; - archi elettrici Ing. Cristiano Cusin

Classificazione degli inneschi Ing. Cusin Cristiano

ACCENSIONE DIRETTA FIAMMA, SCINTILLA, CORPO INCANDESCENTE IN CONTATTO CON MATERIALE COMBUSTIBILE ESEMPI: OPERAZIONI DI TAGLIO E SALDATURA FIAMMIFERI, MOZZICONI, LAMPADE E RESISTENZE ELETTRICHE SCARICHE ELETTROSTATICHE Ing. Cusin Cristiano

AVVIENE PER EFFETTO DELLA PROPAGAZIONE DEL CALORE ACCENSIONE INDIRETTA AVVIENE PER EFFETTO DELLA PROPAGAZIONE DEL CALORE ESEMPI: STRUTTURE CHE CONDUCONO IL CALORE PASSAGGIO DI FUMI ATTRAVERSO VANI SCALA EFFETTO DELL’IRRAGGIAMENTO Ing. Cusin Cristiano

CAUSE D’INCENDIO PIÙ COMUNI UTILIZZO NON CORRETTO DI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO PORTATILI O DI ALTRE FONTI DI CALORE OSTRUZIONE DELLA VENTILAZIONE DI APPARECCHI DI RISCALDAMENTO, MACCHINARI O DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE E DI UFFICIO FUMARE IN AREE OVE E’ PROIBITO, NON USARE IL PORTACENERE NEGLIGENZE DI APPALTATORI O DI ADDETTI ALLA MANUTENZIONE Ing. Cusin Cristiano

Altre CAUSE D’INCENDIO INADEGUATA PULIZIA DELLE AREE DI LAVORO IMPIANTI ELETTRICI O UTILIZZATORI DIFETTOSI SCARSA MANUTENZIONE DELLE APPARECCHIATURE APPARECCHIATURE ELETTRICHE LASCIATE SOTTO TENSIONE ANCHE QUANDO INUTILIZZATE Ing. Cusin Cristiano

I comburenti Sono le sostanze che provocano l’ossidazione (si riducono). Nella maggior parte dei casi, l’Ossigeno dell’aria, ma anche: Nitriti e Nitrati (NOx), Cloro, Fluoro, Ozono, Ossidi, Perossidi, Permanganati… Alcuni sono instabili: la reazione può essere violenta. La combustione delle sostanze solide è influenzata dalla pezzatura e forma del materiale. Il legno, materia solida combustibile per eccellenza, può bruciare con fiamma più o meno viva od addirittura senza fiamma o carbonizzare a seconda delle condizioni in cui avviene la combustione. I materiali combustibili solidi compatti se in pezzatura sufficientemente grande si accendono facilmente anche a temperature basse. Un elemento che influenza la combustione dei solidi è la quantità di umidità in essi contenuta. Il legno allo stato di segatura è estremamente pericoloso e, allorchè disperso in aria, può addirittura dar luogo ad esplosioni. Il processo di combustione delle sostanze solide porta alla formazione di braci che sono costituite dai prodotti della combustione dei residui carboniosi della combustione stessa. Il grado di porosità del materiale è uno dei parametri che influenza la combustione delle sostanze solide. Tanto più un pezzo di legno è piccolo tanto più facilmente può essere portato alla temperatura di accensione con sorgenti di calore di piccola energia. Tra i parametri che influenzano la combustione delle sostanze solide detenute all'aperto c’è anche la condizione meteorologica atmosferica. I combustibili possono presentarsi sia allo stato solido che liquido che gassoso. Il combustibile NON è sempre solido. Un combustibile può essere solido, liquido, o gassoso. Un combustibile può NON essere esclusivamente gassoso. Un combustibile può NON essere soltanto solido o liquido. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere riscaldato fino a diventare di colore rosso. Il combustibile solido prima di ardere deve distillare, per effetto del calore, vapori infiammabili. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere ridotto a piccoli pezzi. Le polveri di carbone in sospensione nell'aria sono esplosive. Ing. Cristiano Cusin

I comburenti In alcuni casi, durante la reazione si forma Ossigeno, che a sua volta contribuisce alla combustione. La combustione delle sostanze solide è influenzata dalla pezzatura e forma del materiale. Il legno, materia solida combustibile per eccellenza, può bruciare con fiamma più o meno viva od addirittura senza fiamma o carbonizzare a seconda delle condizioni in cui avviene la combustione. I materiali combustibili solidi compatti se in pezzatura sufficientemente grande si accendono facilmente anche a temperature basse. Un elemento che influenza la combustione dei solidi è la quantità di umidità in essi contenuta. Il legno allo stato di segatura è estremamente pericoloso e, allorchè disperso in aria, può addirittura dar luogo ad esplosioni. Il processo di combustione delle sostanze solide porta alla formazione di braci che sono costituite dai prodotti della combustione dei residui carboniosi della combustione stessa. Il grado di porosità del materiale è uno dei parametri che influenza la combustione delle sostanze solide. Tanto più un pezzo di legno è piccolo tanto più facilmente può essere portato alla temperatura di accensione con sorgenti di calore di piccola energia. Tra i parametri che influenzano la combustione delle sostanze solide detenute all'aperto c’è anche la condizione meteorologica atmosferica. I combustibili possono presentarsi sia allo stato solido che liquido che gassoso. Il combustibile NON è sempre solido. Un combustibile può essere solido, liquido, o gassoso. Un combustibile può NON essere esclusivamente gassoso. Un combustibile può NON essere soltanto solido o liquido. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere riscaldato fino a diventare di colore rosso. Il combustibile solido prima di ardere deve distillare, per effetto del calore, vapori infiammabili. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere ridotto a piccoli pezzi. Le polveri di carbone in sospensione nell'aria sono esplosive. ESPLOSIVI Ing. Cristiano Cusin

Domande ? cristiano.cusin@vigilfuoco.it Ing. Cristiano Cusin

CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI Norma EN 2 Ing. Cristiano Cusin

LA COMBUSTIONE degli oli e grassi vegetali Classe F: fuochi da oli e grassi vegetali o animali. La recente norma EN2 del 2005 ha portato da 4 a 5 le classi di fuoco prese a riferimento per la qualificazione dei mezzi estinguenti aggiungendo la classe "F" che prevede i fuochi che interessano mezzi di cottura (oli e grassi vegetali o animali) in apparecchi di cottura. Ing. Cristiano Cusin

Ing. Cristiano Cusin

Ing. Cristiano Cusin

COSIDDETTO “FUOCO DI CLASSE E” (incendi di apparecchiature elettriche in tensione) A tale categoria di fuochi si intendono appartenere tutte le apparecchiature elettriche ed i loro sistemi di servizio che, anche nel corso della combustione, potrebbero trovarsi sotto tensione. La dicitura, anche se non garantita da esplicita norma, fornisce un elemento utile per valutare i limiti di un estintore, anche in riferimento alla tensione dichiarata.

La maggior parte delle combustioni avviene in fase gassosa Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI GAS-VAPORI Ing. Cristiano Cusin

BASTA QUESTO PER AVERE COMBUSTIONE INNESCO GAS COMBURENTE GAS COMBUSTIBILE VELOCITA’ DI REAZIONE Ing. Cristiano Cusin

al rapporto tra combustibile e comburente alla temperatura e pressione La velocità di propagazione della combustione varia notevolmente in relazione: alla natura del gas al rapporto tra combustibile e comburente alla temperatura e pressione alle dimensioni dell’ambiente di combustione Ing. Cristiano Cusin

Limite inferiore di infiammabilità rappresenta la minima concentrazione di combustibile nella miscela aria-combustibile a pressione e temperatura standard, che consente a quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. Ing. Cristiano Cusin

Limite superiore di infiammabilità Il limite superiore di infiammabilità rappresenta la concentrazione massima di combustibile nella miscela aria-combustibile a pressione e temperatura standard che consente a quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI GAS-VAPORI CONCENTRAZIONE COMBUSTIBILE IN UN DATO COMBURENTE AD UNA DATA PRESSIONE E TEMPERATURA CAMPO INFIAMMABILITA’ Limite superiore Limite inferiore 0% 100 % Ing. Cristiano Cusin

I valori dei limiti di infiammabilità sono diversi a seconda del combustibile e condizioni (PRESSIONE E TEMPERATURA) Combustibile Limite Inferiore Limite Superiore Benzina 0,9 7,5 Gas naturale 3 15 Gasolio 1 6 Butano 1,5 8,5 Metano 5 * I valori rappresentano le percentuali di combustibile in volume nella miscela combustibile/comburente Ing. Cristiano Cusin

Domande! Siamo sicuri, che in una stanza dove la concentrazione di gpl è inferiore al limite di infiammabilità, non si possa manifestare la combustione? E in una dove è superiore? Ing. Cristiano Cusin

Attenzione ai gas infiammabili!! PiU’ LEGGERO DELL’ARIA METANO GPL ARIA PIU’ PESANTE DELL’ARIA Ing. Cristiano Cusin

Risposta GPL Sotto il campo di infiammabilità Dentro il campo di infiammabilità Al di sopra del campo di infiammabilità GPL Ambiente chiuso Più pesante dell’aria Ing. Cristiano Cusin

In alto o in basso? Ing. Cristiano Cusin

CLASSIFICAZIONE DEI GAS INFIAMMABILI In funzione delle loro caratteristiche fisiche GAS LEGGERO Gas avente densità rispetto all’aria  0,8 Un gas leggero quando liberato dal proprio contenitore tende a stratificare verso l’alto. Gas leggeri sono: (idrogeno, metano, etc.) GAS PESANTE Gas avente densità rispetto all’aria  0,8 Un gas pesante quando liberato dal proprio contenitore tende a stratificare ed a permanere nella parte bassa dell’ambiente ovvero a penetrare in cunicoli o aperture praticate a livello del piano di calpestio. Gas pesanti sono: (GPL, acetilene, etc.) Ing. Cristiano Cusin

CLASSIFICAZIONE DEI GAS INFIAMMABILI In funzione delle loro modalità di conservazione Gas compressi Gas liquefatti Gas Disciolti Gas criogenici o refrigerati GAS COMPRESSO Sono i gas con temperatura critica(*) < -10 o C Gas che vengono conservati allo stato gassoso ad una pressione superiore a quella atmosferica in appositi recipienti detti bombole o trasportati attraverso tubazioni. Appartengono a questa categoria: Idrogeno (H2) (gas con il maggior campo d’infiammabilità) Metano (CH4) Ossido di carbonio (CO) (*) Temperatura critica = temperatura al di sopra della quale i gas non possono essere liquefatti qualunque sia la pressione Ing. Cristiano Cusin

Appartengono a questa categoria: butano propano ammoniaca cloro GAS LIQUEFATTI Il vantaggio della conservazione di gas allo stato liquido consiste nella possibilità di detenere grossi quantitativi di prodotto in spazi contenuti, in quanto un litro di gas liquefatto può sviluppare nel passaggio di fase fino a 800 litri di gas. Appartengono a questa categoria: butano propano ammoniaca cloro etilene I contenitori di gas liquefatto debbono garantire una parte del loro volume geometrico sempre libera dal liquido per consentire allo stesso l’equilibrio con la propria fase vapore; pertanto è prescritto un limite massimo di riempimento dei contenitori detto grado di riempimento. Ing. Cristiano Cusin

Appartengono a questa categoria: acetilene (C2H2) GAS DISCIOLTI Gas che sono conservati in fase gassosa disciolti entro un liquido ad una determinata pressione Appartengono a questa categoria: acetilene (C2H2) GAS REFRIGERATI Gas che possono essere conservati in fase liquida mediante refrigerazione alla temperatura di equilibrio liquido-vapore con livelli di pressione estremamente modesti, assimilabili alla pressione atmosferica. Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI LIQUIDI Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI LIQUIDI Gasolio Aria (21% O2) T = 20 °C NO COMBURENTE Innesco Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI LIQUIDI Gasolio Aria (21% O2) Innesco T = 20 °C NO COMBUSTIBILE Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI LIQUIDI COME E’ POSSIBILE LA COMBUSTIONE DEI LIQUIDI ? Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI LIQUIDI MISCELA COMBUSTIBILE COMBURENTE Gasolio Aria (21% O2) Innesco T = 20 °C MISCELA COMBUSTIBILE COMBURENTE Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI LIQUIDI PERCHE’ NON BRUCIA ? Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI LIQUIDI Devo arricchire la miscela di vapori innalzando la temperatura Miscela sotto il limite inferiore infiammabilità Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI LIQUIDI Vapori % Campo di infiammabilità Limite inferiore di infiammabilità Limite superiore di infiammabilità Zona povera di vapori Zona satura di vapori Liquido infiammabile Ing. Cristiano Cusin

PUNTO D’INFIAMMABILITA’ La temperatura di infiammabilità è la più bassa temperatura alla quale un combustibile liquido ,a pressione atmosferica, emette vapori sufficienti a formare con l’aria una miscela che, se innescata, brucia Ing. Cristiano Cusin

Temperature di infiammabilità Sostanza Temperatura di infiammabilità (°C) Valori indicativi Acetone -18 Benzina -20 Gasolio 65 Alcol etilico 13 Alcool metilico 11 Toluolo 4 Olio lubrificante 149 Ing. Cristiano Cusin

Bassi valori della temperatura di infiammabilità indicano una maggiore pericolosità del liquido combustibile: se la temperatura di infiammabilità è inferiore a 21°C il liquido è di categoria A se la temperatura di infiammabilità è compresa tra 21°C e 65°C il liquidi è di categoria B se la temperature di infiammabilità è superiori ai 65°C il liquidi è di categoria C Ing. Cristiano Cusin

PERCHE’ SCHIUMA ? BENZINA Temperatura atmosferica 24°C PERCHE’ NON HA PRESO FUOCO PERCHE’ SCHIUMA ?

PUNTO D’INFIAMMABILITA’ La temperatura di infiammabilità è la più bassa temperatura alla quale un combustibile liquido ,a pressione atmosferica, emette vapori sufficienti a formare con l’aria una miscela che, se innescata, brucia Ing. Cristiano Cusin

Temperatura di accensione (o autoaccensione) La temperatura di accensione rappresenta la temperatura minima alla quale un combustibile in presenza di aria, brucia senza necessità di innesco Ing. Cristiano Cusin

Temperatura di accensione (°C) Valori indicativi Sostanza Temperatura di accensione (°C) Valori indicativi Acetone 540 Benzina 250 Gasolio 220 Idrogeno 560 Alcool metilico 455 Carta 230 Legno 220-250 Gomma sintetica 300 Metano 537 Ing. Cristiano Cusin

Fattori che influenzano le T. di autoaccensione ed infiammabilità: Il tenore di ossigeno: un suo aumento abbassa la temperatura di accensione. Ing. Cristiano Cusin

Fattori che influenzano le T. di autoaccensione ed infiammabilità: La temperatura influenza il grado di infiammabilità agendo sulla velocità di reazione, sui limiti di infiammabilità, sulla tensione di vapore, sulla velocità di propagazione della fiamma, ecc. Solitamente, aumentando la temperatura, la zona di infiammabilità si allarga, attraverso la diminuzione del limite inferiore e, soprattutto, l'aumento del limite superiore. Ing. Cristiano Cusin

Fattori che influenzano le T. di autoaccensione ed infiammabilità: La pressione: un suo incremento corrisponde quasi ad una maggior quantità di ossigeno nel senso che abbassa il valore della temperatura di accensione. L'andamento non è lineare. Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI SOLIDI Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI SOLIDI ? Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI SOLIDI PIROLISI: Fenomeno per il quale una sostanza solida portata ad una determinata temperatura emette vapori infiammabili. Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI SOLIDI I principali fattori che influenzano la combustione dei solidi sono: natura; grado di porosità del materiale pezzatura e forma (rapporto tra il volume e la superficie esterna); contenuto di umidità; Ing. Cristiano Cusin

COMBUSTIONE DI SOLIDI Acqua Il legno (solido eterogeneo) riscaldamento superficiale, distillazione (pirolisi) delle frazioni liquide combustione delle parti carboniose Combustione senza fiamma - braci Legno PIROLISI COMBUSTIONE CON Fiamma Ceneri Acqua

COMBUSTIONE DI SOLIDI Fiamma Aria La gomma (solido omogeneo) Materiale indisturbato Combustione Pirolisi Avanzamento del fronte di fiamma

Anche le polveri bruciano, anzi addirittura spesso esplodono Ing. Cristiano Cusin

Combustione di polveri Il processo è influenzato dalla dimensione, dalla porosità e dalla forma del materiale. Più è piccola la “pezzatura”, maggiore è la facilità con cui avviene la combustione. Materiali in polvere, come carbone, segatura, farina, grano, zucchero, cacao, possono addirittura esplodere. La combustione delle sostanze solide è influenzata dalla pezzatura e forma del materiale. Il legno, materia solida combustibile per eccellenza, può bruciare con fiamma più o meno viva od addirittura senza fiamma o carbonizzare a seconda delle condizioni in cui avviene la combustione. I materiali combustibili solidi compatti se in pezzatura sufficientemente grande si accendono facilmente anche a temperature basse. Un elemento che influenza la combustione dei solidi è la quantità di umidità in essi contenuta. Il legno allo stato di segatura è estremamente pericoloso e, allorchè disperso in aria, può addirittura dar luogo ad esplosioni. Il processo di combustione delle sostanze solide porta alla formazione di braci che sono costituite dai prodotti della combustione dei residui carboniosi della combustione stessa. Il grado di porosità del materiale è uno dei parametri che influenza la combustione delle sostanze solide. Tanto più un pezzo di legno è piccolo tanto più facilmente può essere portato alla temperatura di accensione con sorgenti di calore di piccola energia. Tra i parametri che influenzano la combustione delle sostanze solide detenute all'aperto c’è anche la condizione meteorologica atmosferica. I combustibili possono presentarsi sia allo stato solido che liquido che gassoso. Il combustibile NON è sempre solido. Un combustibile può essere solido, liquido, o gassoso. Un combustibile può NON essere esclusivamente gassoso. Un combustibile può NON essere soltanto solido o liquido. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere riscaldato fino a diventare di colore rosso. Il combustibile solido prima di ardere deve distillare, per effetto del calore, vapori infiammabili. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere ridotto a piccoli pezzi. Le polveri di carbone in sospensione nell'aria sono esplosive. Ing. Cristiano Cusin

Combustione di polveri La combustione delle sostanze solide è influenzata dalla pezzatura e forma del materiale. Il legno, materia solida combustibile per eccellenza, può bruciare con fiamma più o meno viva od addirittura senza fiamma o carbonizzare a seconda delle condizioni in cui avviene la combustione. I materiali combustibili solidi compatti se in pezzatura sufficientemente grande si accendono facilmente anche a temperature basse. Un elemento che influenza la combustione dei solidi è la quantità di umidità in essi contenuta. Il legno allo stato di segatura è estremamente pericoloso e, allorchè disperso in aria, può addirittura dar luogo ad esplosioni. Il processo di combustione delle sostanze solide porta alla formazione di braci che sono costituite dai prodotti della combustione dei residui carboniosi della combustione stessa. Il grado di porosità del materiale è uno dei parametri che influenza la combustione delle sostanze solide. Tanto più un pezzo di legno è piccolo tanto più facilmente può essere portato alla temperatura di accensione con sorgenti di calore di piccola energia. Tra i parametri che influenzano la combustione delle sostanze solide detenute all'aperto c’è anche la condizione meteorologica atmosferica. I combustibili possono presentarsi sia allo stato solido che liquido che gassoso. Il combustibile NON è sempre solido. Un combustibile può essere solido, liquido, o gassoso. Un combustibile può NON essere esclusivamente gassoso. Un combustibile può NON essere soltanto solido o liquido. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere riscaldato fino a diventare di colore rosso. Il combustibile solido prima di ardere deve distillare, per effetto del calore, vapori infiammabili. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere ridotto a piccoli pezzi. Le polveri di carbone in sospensione nell'aria sono esplosive. Limite inf. (mg/litro) Caffè 85 Carbone 55 Zolfo 35 Legno 20 Cellulosa 30 Polipropilene Ing. Cristiano Cusin

Autocombustione Materiale combustibile di piccola pezzatura, accumulato in mucchi o cataste in condizioni particolari (in carenza di O2, presenza umidità), può decomporsi, fermentare, producendo vapori infiammabili e calore. La temperatura può aumentare fino oltre la temperatura di autoaccensione ed un improvviso apporto d’aria può dunque “provocare” l’incendio. La combustione delle sostanze solide è influenzata dalla pezzatura e forma del materiale. Il legno, materia solida combustibile per eccellenza, può bruciare con fiamma più o meno viva od addirittura senza fiamma o carbonizzare a seconda delle condizioni in cui avviene la combustione. I materiali combustibili solidi compatti se in pezzatura sufficientemente grande si accendono facilmente anche a temperature basse. Un elemento che influenza la combustione dei solidi è la quantità di umidità in essi contenuta. Il legno allo stato di segatura è estremamente pericoloso e, allorchè disperso in aria, può addirittura dar luogo ad esplosioni. Il processo di combustione delle sostanze solide porta alla formazione di braci che sono costituite dai prodotti della combustione dei residui carboniosi della combustione stessa. Il grado di porosità del materiale è uno dei parametri che influenza la combustione delle sostanze solide. Tanto più un pezzo di legno è piccolo tanto più facilmente può essere portato alla temperatura di accensione con sorgenti di calore di piccola energia. Tra i parametri che influenzano la combustione delle sostanze solide detenute all'aperto c’è anche la condizione meteorologica atmosferica. I combustibili possono presentarsi sia allo stato solido che liquido che gassoso. Il combustibile NON è sempre solido. Un combustibile può essere solido, liquido, o gassoso. Un combustibile può NON essere esclusivamente gassoso. Un combustibile può NON essere soltanto solido o liquido. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere riscaldato fino a diventare di colore rosso. Il combustibile solido prima di ardere deve distillare, per effetto del calore, vapori infiammabili. Il combustibile solido prima di ardere NON deve essere ridotto a piccoli pezzi. Le polveri di carbone in sospensione nell'aria sono esplosive. Ing. Cristiano Cusin

I PARAMETRI FISICI DELLA COMBUSTIONE 1.TEMPERATURA DI ACCENSIONE 2.TEMPERATURA TEORICA DI COMBUSTIONE 3.ARIA TEORICA DI COMBUSTIONE 4.POTERE CALORIFICO ’ I PARAMETRI FISICI DELLA COMBUSTIONE Ing. Cristiano Cusin

Temperatura teorica di combustione Temperatura raggiunta dai prodotti della stessa combustione, cioè dai fumi, nell'ipotesi che non vi siano perdite di calore per convezione, conduzione e irraggiamento (T. di combustione adiabatica) e che la combustione sia completa ed avvenga con la quantità teorica di aria. Ing. Cristiano Cusin

Temperatura teorica di combustione Nella pratica i fumi non raggiungeranno mai la temperatura teorica, perché le perdite di calore sono inevitabili e perché è sempre necessario impiegare un certo eccesso di aria al fine di completare la combustione ed evitare la presenza di incombusti nei fumi Ing. Cristiano Cusin

Temperature di combustione (combustione completa) Combustibili Valori teorici calcolati, °C Idrogeno 2205 Ossido di carbonio 2430 Metano 2050 Etano 2085 Acetilene 2635 Benzene 2200 Petrolio 1800 Carbone amorfo 2040 Litantrace 1980 Ing. Cristiano Cusin

Temperatura di combustione negli incendi Nel caso di incendi la temperatura di combustione effettiva è molto più bassa di quella teorica: si hanno perdite di calore sensibile per conduzione, alle quali si aggiungono le perdite per irraggiamento difetto di aria: si verificano forti perdite per calore latente, dovute alla combustione incompleta, che ha come conseguenza la presenza di incombusti nei fumi (CO, particelle carboniose, gas prodotti dalla pirolisi,ecc.) Ing. Cristiano Cusin

Temperatura della combustione   Sostanza TEMPERATURA DI COMBUSTIONE Massima teorica Massima reale Metano 2.218°C 1.880°C Etano 2.226°C 1.895°C Propano 2.232°C 1.925°C Butano 2.237°C Fiammifero - Oltre 1.000°C Ing. Cristiano Cusin

ARIA TEORICA DI COMBUSTIONE E’ la quantità minima di aria necessaria per raggiungere la combustione completa di tutti i materiali combustibili Ing. Cristiano Cusin

ARIA TEORICA DI COMBUSTIONE Combustibile Aria teorica Nm3/kg Legna secca 5,7 Gas naturale 9,5 Gasolio 11,8 Coke 8,2 Olio combustibile 11,2 Idrogeno 28,6 Cellulosa 4,0 Benzina 12,0 Propano 13   Ing. Cristiano Cusin

Potere calorifico 1 Kg legna eq. = 4.400 kcal = 18,48 MJ Si definisce come la quantità di calore (kcal - MJ ) sviluppata dalla combustione di una quantità unitaria di combustibile (kg per solidi e liquidi, in m3 in condizioni normali, cioè a pressione atmosferica e a 0°C). 1 Kg legna eq. = 4.400 kcal = 18,48 MJ 1 MJ = 238 Kcal Ing. Cristiano Cusin

Potere calorifico il potere calorifico superiore, per il quale si considera il calore sviluppato dalla reazione allorché tutti i prodotti della combustione sono alla temperatura ambiente e quindi l’acqua prodotta è allo stato liquido il potere calorifico inferiore, per il quale invece si considera l’acqua prodotta allo stato di vapore Ing. Cristiano Cusin

Potere Calorifico Inferiore Potere calorifico Superiore Combustibile Potere Calorifico Inferiore Potere calorifico Superiore   MJ/kg MJ/Nm3 MJ/dm3 Benzina - 31,4 33,8 Coke 29,0 30,0 Gas naturale 34,5 38,5 Gasolio 35,5 37,9 G.P.L. 46,0 25,0 50,0 27,2 Legna secca 16,7 18,4 Olio combustibile 41,0 43,8

Domande ? cristiano.cusin@vigilfuoco.it Ing. Cristiano Cusin

PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Corso base di specializzazione di prevenzione incendi PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE

COMBUSTIONE REAZIONE CHIMICA DI UNA SOSTANZA COMBUSTIBILE CON UNA SOSTANZA COMBURENTE CON SVILUPPO DI: CALORE       FIAMMA      FUMO        GAS DI COMBUSTIONE Ing. Cristiano Cusin

PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE CALORE       FIAMMA      FUMO        GAS DI COMBUSTIONE Ing. Cristiano Cusin

Fiamme Il calore generato innalza la temperatura a valori tali per cui i partecipanti alla reazione irradiano energia elettromagnetica con lunghezze d'onda comprese nel campo del visibile. Le zone di reazione ci appaiono allora luminose e si parla di fiamme Ing. Cristiano Cusin

Fiamme La colorazione dipende: dalla composizione chimica della sostanza che brucia e dal tenore di ossigeno. dalla temperatura: La combustione può avvenire anche senza sviluppo di fiamme superficiali. A seguito dell'incendio si sviluppano gas di combustione, fiamme, fumo e calore. I gas di combustione sono quei prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono raffreddandosi la temperatura ambiente di riferimento di 15°C. Il calore è la causa principale della propagazione degli incendi. La combustione è una reazione chimica che produce anche gas. Il calore si trasmette per conduzione, convezione e irraggiamento. Il vapore acqueo è uno dei prodotti di una combustione completa. Il fumo è causa di propagazione dell’incendio. I prodotti del processo di combustione sono: fiamma ,calore, gas caldi, fumi. I fumi di un incendio sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol) e liquide (nebbie o vapori condensati). I prodotti della combustione sono calore, gas di combustione, fumo. I prodotti della combustione NON sono perossidi organici, idrocarburi. I prodotti della combustione NON sono il metano ed il propano. Ing. Cristiano Cusin

Gas di combustione I gas di combustione sono quei prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono, raffreddandosi, la temperatura ambiente di riferimento (15°C) Ing. Cristiano Cusin

Gas di combustione Nelle combustioni in aria si ha la formazione di acqua liquida o vaporizzata,e di anidride carbonica dovuta alla presenza di carbonio e idrogeno nei combustibili Ma non solo !!! Ing. Cristiano Cusin

GAS di combustione Se l'aria non è sufficiente ad ossidare completamente il carbonio si ha presenza, più o meno elevata, di ossido di carbonio, prodotto tipico delle combustioni in atmosfera povera di ossigeno Ing. Cristiano Cusin

GAS di combustione Da altri elementi presenti nel combustibile saranno prodotti altri gas di combustione C  CO CO2 H  H2O S  SO2 SO3 N  NO2 NO3 Cl  HCl C H N  HCN ……………… Ing. Cristiano Cusin

Gas di combustione e fumi Fra i principali: Ossido di carbonio (CO) – è tossico perché si lega all’emoglobina del sangue – è incolore e inodore. Anidride carbonica (CO2) – è asfissiante perché riduce il quantitativo di ossigeno ma non tossica. Acido cianidrico (HCN) – è velenoso e odora come le mandorle amare. Fosgene (CCl2O) – è tossico – si libera con la combustione di materie plastiche. Il fosgene (COCl2) è un gas tossico che si può sviluppare durante la combustione di materiali che contengono il cloro, come per esempio alcune materie plastiche. L’ossido di carbonio (CO) sviluppato negli incendi risulta pericoloso perchè tossico del sangue . L’ossido di carbonio (CO) è un gas tossico. La produzione dei gas di combustione dipende dal tipo di combustibile, dalla percentuale di ossigeno presente e dalla temperatura raggiunta nell’incendio. Il CO è un gas inodore e incolore. La CO2 NON è un gas tossico e non asfissiante. La CO2 è un gas di combustione. Il fosgene NON è un gas a bassa tossicità. Il CO è pericoloso NON perché fortemente irritante. Una sostanza si dice tossica quando la sua azione è tale da compromettere le funzioni o l’esistenza di un organismo. Una sostanza NON si dice tossica quando allo stato liquido emette vapori infiammabili. L'odore caratteristico dell'ossido di carbonio NON è simile all'odore di zolfo. L'odore caratteristico dell'acido cianidrico è di mandorle amare. L'ossido di carbonio è un gas inodore. Ing. Cristiano Cusin

Prodotti di combustione Sostanza Prodotti tossici Prodotti maggiormente tossici PVC CO-CO2-HCl-Benzene-Toluene HCl-CO Poliammidi CO-CO2-HCN HCN-CO Poliesteri CO-CO2- HCN –HCl(per i materiali clorurati) Resine fenoliche CO-CO2-Fenolo e derivati CO-Fenolo Poliacrilici CO-CO2-Metacrilato di metile CO-Metacrilato di metile Polistirene CO-CO2-Toluene-Stirene-Benzene-Idrocarburi aromatici CO -Idrocarburi aromatici Legno e derivati CO-CO2 CO Lana CO-HCN

Effetti sull’uomo Ing. Cristiano Cusin

GAS di combustione Altri gas presenti gas inerti già presenti nel’aria come l'azoto di gas derivanti dalla decomposizione termica di eventuali sostanze organiche non combusti Ing. Cristiano Cusin

Prodotti di combustione e infine vi sono incombusti solidi o liquidi e residui minerali che vanno a formare i fumi Ing. Cristiano Cusin

Fumi Formati dalle particelle solide e liquide (aerosol) incombuste, disperse nei gas di combustione. Colore Combustibile Bianco Fosforo, Paglia Giallo – Marrone Nitrocellulosa, Polvere da sparo, Acido Nitrico, Zolfo, Acido solforico Grigio – Marrone Carta, Legno, Stoffa Marrone Olio da cucina Marrone – Nero Nafta, Diluente per vernici Nero Benzina, Carbone, Catrame, Plastica, Cherosene, Olio lubrificante Viola Iodio

COMBUSTIONE REAZIONE CHIMICA DI UNA SOSTANZA COMBUSTIBILE CON UNA SOSTANZA COMBURENTE CON SVILUPPO DI: CALORE       FIAMMA      FUMO        GAS DI COMBUSTIONE Ing. Cristiano Cusin

Calore: effetti sulle strutture L’energia termica rilasciata durante l’incendio, inoltre, alterare in modo significativo le caratteristiche meccaniche delle strutture: ENERGIA (kW/m2): CONSEGUENZE 12 DANNEGGIAMENTO CAVI ELETTRICI 13 DANNEGGIAMENTO SERBATOI METALLICI 33 IGNIZIONE STRUTTURE IN LEGNO Ing. Cristiano Cusin

Calore: effetti sulle strutture Ing. Cristiano Cusin

Calore-fiamme: effetti sulle strutture Ing. Cristiano Cusin

Effetti sull’uomo - - I principali effetti dell’incendio sull’uomo sono: insufficienza di ossigeno, azione tossica dei fumi, riduzione della visibilità, azione termica. Ing. Cristiano Cusin

Effetti sull’uomo LE AZIONE SONO: - Tossica Irritante Fumi - Tossica Gas - Insufficienza di ossigeno - Riduzione visibilità Termica - Meccanica Psicofisica Ing. Cristiano Cusin

Effetti della carenza di ossigeno sull’uomo incoscienza Ing. Cristiano Cusin

CONDIZIONI VIBILITA’ Temperatura Concentrazione O2 Opacità aria Concentrazione CO ed altri gas Altezza strato fumi

SVILUPPO DELL’INCENDIO Ing. Cusin Cristiano

I FATTORI DELLO SVILUPPO 1) CARATTERISTICHE DEI COMBUSTIBILI 2) VENTILAZIONE 3) CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DEL LOCALE 4) CARATTERISTICHE DEI MATERIALI COSTITUENTI STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE (compartimentazione) Ing. Cusin Cristiano

Caratteristiche combustibile quantità di calore rilasciata nell’unità di tempo quantità di gas (CO) rilasciati nell’unità di tempo quantità di ossigeno consumata nell’unità di tempo quantità di fumi rilasciata nell’unità di tempo velocità avanzamento fiamma

VELOCITA’ DI COMBUSTIONE Indica la quantità di materiale che brucia nell’unità di tempo e si esprime in kg / min. Ing. Cusin Cristiano

velocità propagazione fiamma

velocità propagazione fiamma

PER OGNI ELEMENTO COMBUSTIBILE fumo fiamma calore IGNIZIONE

PROPAGAZIONE DEL CALORE IL FLUSSO DI CALORE FA IN MODO CHE DOPO UN CERTO TEMPO, I DUE CORPI ABBIANO LA STESSA TEMPERATURA Ing. Cusin Cristiano

PROPAGAZIONE DEL CALORE CONDUZIONE dQ=-K•A •(dT/dx) •dt CONVEZIONE Q=h•A •t IRRAGGIAMENTO Ing. Cusin Cristiano

A+R+T=1 IRRAGGIAMENTO COEFFICIENTE DI RIFLESSIONE COEFFICIENTE D’ASSORBIMENTO A=E(assorbita)/E(incidente)‏ COEFFICIENTE DI RIFLESSIONE R=E(riflessa)/E(incidente)‏ COEFFICIENTE DI TRASMISSIONE A+R+T=1 T=E(trasmessa)/E(incidente)‏ Ing. Cusin Cristiano

CORPI IDEALI CORPO NERO: CORPO GRIGIO: A=1, R,T=0 => ASSORBONO TUTTA L’ENERGIA!!! CORPO GRIGIO: A, R, T  0, Ing. Cusin Cristiano

EMISSIVITÀ CORPO NERO (A=1): CORPO GRIGIO (A, R, T)0: A SEGUITO DELL’ASSORBIMENTO DI ENERGIA, I CORPI LA EMETTONO SOTTO FORMA DI ONDE ELETTROMAGNETICHE. CORPO NERO (A=1): QN=NT4 N=costante di Stephan - Boltzmann CORPO GRIGIO (A, R, T)0: EMISSIVITÀ =QREALE/QNERO < 1 I CORPI GRIGI EMETTONO QUINDI QN < QN Ing. Cusin Cristiano

propagazione

propagazione

CONDIZIONI AMBIENTE Temperatura Concentrazione O2 Opacità aria Concentrazione CO

CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DEI LOCALI La forma dei locali, nonché la superfici delle pareti, del pavimento e del soffitto influenzano sensibilmente l’andamento dell’incendio. Il tipo di materiale costituente le pareti (capacità di assorbire, trasmettere, riflettere il calore) influenza sensibilmente l’andamento dell’incendio. Ing. Cusin Cristiano

DURANTE L'INCENDIO LA VENTILAZIONE PERMETTE - L'INTRODUZIONE DI NUOVO COMBURENTE - L'ALLONTANAMENTO DEI PRODOTTI DI COMBUSTIONE (gas, fumi, calore) AERAZIONE PRIMA DELL'INNESCO PERMETTE - LA DILUIZIONE DI VAPORI INFIAMMABILI (sotto il Limite d'Inferiore d'Infiammabilità)‏ Ing. Cusin Cristiano

ESEMPI AEREAZIONE Ing. Cusin Cristiano

ESEMPI AEREAZIONE Ing. Cusin Cristiano

ESEMPI VENTILAZIONE Ing. Cusin Cristiano

ESEMPI VENTILAZIONE Ing. Cusin Cristiano

La Ventilazione può essere: - NATURALE - ARTIFICIALE La ventilazione naturale è generata dalle aperture del fabbricato (porte, finestre, lucernari). Il gradiente termico dei fumi ed il vento (se presente) provvede al ricambio di aria dell’edificio in fiamme. Ing. Cusin Cristiano

VENTILAZIONE NATURALE IN EDIFICI ALTI Ing. Cusin Cristiano

VENTILARE O NON VENTILARE essere o non essere ...... VENTILARE O NON VENTILARE ..... questo è il dilemma ? Ing. Cusin Cristiano

Fasi dell'incendio Ignizione: fase iniziale dell'incendio, dove i vapori delle sostanze combustibili, siano esse solide o liquide, iniziano il processo di combustione e la combustione è facilmente controllabile.

L’INCENDIO: La dinamica Ignizione Propagazione Incendio generalizzato Estinzione Flash-over (o incendio generalizzato) Tempo Temperatura Durante il flash-over la temperatura dell'ambiente aumenta velocemente. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale partecipa nella sua totalità alla combustione. Nell’evoluzione dell’incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche: fase d’ignizione, fase di propagazione, incendio generalizzato, estinzione e raffreddamento. La fase di propagazione di un incendio è caratterizzata anche dalla riduzione della visibilità a causa dei fumi della combustione. Il fumo è un prodotto della combustione che NON determina la diminuzione della temperatura. L’incendio di norma NON viene suddiviso in due fasi: a) Fase iniziale o ignizione;b) Fase finale o estinzione. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale combustibile partecipa nella sua totalità alla combustione con valore della temperatura generalmente alto. Il " flash over " NON è una fase dell'incendio in cui la temperatura diminuisce. Il " flash over " è una fase dell'incendio in cui la temperatura cresce in tempi brevissimi fino a valori molto alti. Il " flash over " è l'istante di tempo in cui l'incendio dalla fase di espansione passa ad incendio generalizzato. Nella fase d'incendio generalizzato lo spegnimento è difficile.

Fasi dell'incendio Ignizione: fase iniziale dell'incendio, dove i vapori delle sostanze combustibili, siano esse solide o liquide, iniziano il processo di combustione e la combustione è facilmente controllabile. Propagazione: caratterizzato da una scarsa quantità di combustibile coinvolta; il calore ma soprattutto le fiamme propagano l'incendio e si determina un lento innalzamento della temperatura, con emissione di fumi.

L’INCENDIO: La dinamica Ignizione Propagazione Incendio generalizzato Estinzione Flash-over (o incendio generalizzato) Tempo Temperatura Durante il flash-over la temperatura dell'ambiente aumenta velocemente. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale partecipa nella sua totalità alla combustione. Nell’evoluzione dell’incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche: fase d’ignizione, fase di propagazione, incendio generalizzato, estinzione e raffreddamento. La fase di propagazione di un incendio è caratterizzata anche dalla riduzione della visibilità a causa dei fumi della combustione. Il fumo è un prodotto della combustione che NON determina la diminuzione della temperatura. L’incendio di norma NON viene suddiviso in due fasi: a) Fase iniziale o ignizione;b) Fase finale o estinzione. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale combustibile partecipa nella sua totalità alla combustione con valore della temperatura generalmente alto. Il " flash over " NON è una fase dell'incendio in cui la temperatura diminuisce. Il " flash over " è una fase dell'incendio in cui la temperatura cresce in tempi brevissimi fino a valori molto alti. Il " flash over " è l'istante di tempo in cui l'incendio dalla fase di espansione passa ad incendio generalizzato. Nella fase d'incendio generalizzato lo spegnimento è difficile.

propagazione FILM Ing. Cusin Cristiano

Fasi dell'incendio Ignizione: fase iniziale dell'incendio, dove i vapori delle sostanze combustibili, siano esse solide o liquide, iniziano il processo di combustione e la combustione è facilmente controllabile. Propagazione: caratterizzato da una scarsa quantità di combustibile coinvolta; il calore ma soprattutto le fiamme propagano l'incendio e si determina un lento innalzamento della temperatura, con emissione di fumi. Flash Over: brusco innalzamento della temperatura ed aumento massiccio della quantità di materiale che partecipa alla combustione. Incendio generalizzato: tutto il materiale presente partecipa alla combustione, la temperatura raggiunge valori elevatissimi (anche oltre 1000 °C) e la combustione è incontrollabile.

L’INCENDIO: La dinamica Ignizione Propagazione Incendio generalizzato Estinzione Flash-over (o incendio generalizzato) Tempo Temperatura Durante il flash-over la temperatura dell'ambiente aumenta velocemente. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale partecipa nella sua totalità alla combustione. Nell’evoluzione dell’incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche: fase d’ignizione, fase di propagazione, incendio generalizzato, estinzione e raffreddamento. La fase di propagazione di un incendio è caratterizzata anche dalla riduzione della visibilità a causa dei fumi della combustione. Il fumo è un prodotto della combustione che NON determina la diminuzione della temperatura. L’incendio di norma NON viene suddiviso in due fasi: a) Fase iniziale o ignizione;b) Fase finale o estinzione. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale combustibile partecipa nella sua totalità alla combustione con valore della temperatura generalmente alto. Il " flash over " NON è una fase dell'incendio in cui la temperatura diminuisce. Il " flash over " è una fase dell'incendio in cui la temperatura cresce in tempi brevissimi fino a valori molto alti. Il " flash over " è l'istante di tempo in cui l'incendio dalla fase di espansione passa ad incendio generalizzato. Nella fase d'incendio generalizzato lo spegnimento è difficile.

FLASH OVER FILM Ing. Cusin Cristiano

Fasi dell'incendio Ignizione: fase iniziale dell'incendio, dove i vapori delle sostanze combustibili, siano esse solide o liquide, iniziano il processo di combustione e la combustione è facilmente controllabile. Propagazione: caratterizzato da una scarsa quantità di combustibile coinvolta; il calore ma soprattutto le fiamme propagano l'incendio e si determina un lento innalzamento della temperatura, con emissione di fumi. Flash Over: brusco innalzamento della temperatura ed aumento massiccio della quantità di materiale che partecipa alla combustione. Incendio generalizzato: tutto il materiale presente partecipa alla combustione, la temperatura raggiunge valori elevatissimi (anche oltre 1000 °C) e la combustione è incontrollabile. Estinzione: fase di conclusione della combustione per esaurimento del combustibile (termine della pirolisi dei combustibili solidi); presenza di braci

L’INCENDIO: La dinamica Ignizione Propagazione Incendio generalizzato Estinzione Flash-over (o incendio generalizzato) Tempo Temperatura Durante il flash-over la temperatura dell'ambiente aumenta velocemente. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale partecipa nella sua totalità alla combustione. Nell’evoluzione dell’incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche: fase d’ignizione, fase di propagazione, incendio generalizzato, estinzione e raffreddamento. La fase di propagazione di un incendio è caratterizzata anche dalla riduzione della visibilità a causa dei fumi della combustione. Il fumo è un prodotto della combustione che NON determina la diminuzione della temperatura. L’incendio di norma NON viene suddiviso in due fasi: a) Fase iniziale o ignizione;b) Fase finale o estinzione. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale combustibile partecipa nella sua totalità alla combustione con valore della temperatura generalmente alto. Il " flash over " NON è una fase dell'incendio in cui la temperatura diminuisce. Il " flash over " è una fase dell'incendio in cui la temperatura cresce in tempi brevissimi fino a valori molto alti. Il " flash over " è l'istante di tempo in cui l'incendio dalla fase di espansione passa ad incendio generalizzato. Nella fase d'incendio generalizzato lo spegnimento è difficile.

Fasi dell'incendio Ignizione: fase iniziale dell'incendio, dove i vapori delle sostanze combustibili, siano esse solide o liquide, iniziano il processo di combustione e la combustione è facilmente controllabile. Propagazione: caratterizzato da una scarsa quantità di combustibile coinvolta; il calore ma soprattutto le fiamme propagano l'incendio e si determina un lento innalzamento della temperatura, con emissione di fumi. Flash Over: brusco innalzamento della temperatura ed aumento massiccio della quantità di materiale che partecipa alla combustione. Incendio generalizzato: tutto il materiale presente partecipa alla combustione, la temperatura raggiunge valori elevatissimi (anche oltre 1000 °C) e la combustione è incontrollabile. Estinzione: fase di conclusione della combustione per esaurimento del combustibile (termine della pirolisi dei combustibili solidi); presenza di braci Raffreddamento: fase post-conclusiva del incendio che comporta il raffreddamento della zona interessata ed è in concomitanza con il solidificarsi al suolo delle sostanze volatili più "pesanti" dei residui della combustione.

L’INCENDIO: La dinamica Ignizione Propagazione Incendio generalizzato Estinzione Flash-over (o incendio generalizzato) Tempo Temperatura Raffreddamento Durante il flash-over la temperatura dell'ambiente aumenta velocemente. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale partecipa nella sua totalità alla combustione. Nell’evoluzione dell’incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche: fase d’ignizione, fase di propagazione, incendio generalizzato, estinzione e raffreddamento. La fase di propagazione di un incendio è caratterizzata anche dalla riduzione della visibilità a causa dei fumi della combustione. Il fumo è un prodotto della combustione che NON determina la diminuzione della temperatura. L’incendio di norma NON viene suddiviso in due fasi: a) Fase iniziale o ignizione;b) Fase finale o estinzione. Viene indicata come "fase di incendio generalizzato" quella situazione in cui il materiale combustibile partecipa nella sua totalità alla combustione con valore della temperatura generalmente alto. Il " flash over " NON è una fase dell'incendio in cui la temperatura diminuisce. Il " flash over " è una fase dell'incendio in cui la temperatura cresce in tempi brevissimi fino a valori molto alti. Il " flash over " è l'istante di tempo in cui l'incendio dalla fase di espansione passa ad incendio generalizzato. Nella fase d'incendio generalizzato lo spegnimento è difficile.

VENTILARE IN UN INCENDIO ? LA VENTILAZIONE CONSENTE DI: Allontanare le fiamme ed i fumi Abbassare la temperatura Migliorare la visibilità Ing. Cusin Cristiano

FLASHOVER Prima del FLASH OVER LA VENTILAZIONE CONSENTE DI: ELIMINARE FUMI E CALORE ABBASSARE TEMPERATURA EVITARE IL FLASHOVER Ing. Cusin Cristiano

INCENDIO GOVERNATO DAL COMBUSTIBILE INCENDIO GOVERNATO DAL COMBURENTE Ignizione Propagazione Incendio generalizzato Estinzione Flash-over (o incendio generalizzato) Tempo Temperatura Raffreddamento

BACKDRAF dopo il FLASH OVER LA VENTILAZIONE CONSENTE DI: Introdurre comburente che alimenta la combustione FLIM! FILM 2 BACKDRAF Ing. Cusin Cristiano

INCENDIO GOVERNATO DAL COMBUSTIBILE PROBLEMI PERSONE INCENDIO GOVERNATO DAL COMBURENTE PROBLEMI ELEMENTI STRUTTURALI Ignizione Propagazione Incendio generalizzato Estinzione Flash-over (o incendio generalizzato) Tempo Temperatura Raffreddamento

Domande ? cristiano.cusin@vigilfuoco.it Ing. Cristiano Cusin

MECCANISMI DI ESTINZIONE Corso base di specializzazione di prevenzione incendi MECCANISMI DI ESTINZIONE

PER PREVENIRE INCENDIO DEVO ROMPERE IL ………. ? TRIANGOLO QUADRILATERO INNESCO TEMPERATURA AUTOCATALISI Ing. Cristiano Cusin Ing. Cristiano Cusin 203

QUADRILATERO DEL FUOCO ·       CONDIZIONI NECESSARIE AFFINCHE SI MANTENGA LA COMBUSTIONE SONO:   1.    PRESENZA COMBUSTIBILE 2.    PRESENZA COMBURENTE 3.    PRESENZA TEMPERATURA 4. PRESENZA RADICALI LIBERI (autocatalisi) TEMPERATURA AUTOCATALISI TEMPERATURA AUTOCATALISI Ing. Cristiano Cusin

perché l’acqua spegne il fuoco ? Ing. Cristiano Cusin

1 ESAURIMENTO DEL COMBUSTIBILE Per ottenere lo spegnimento dell'incendio si può quindi ricorrere a tre sistemi: ESAURIMENTO DEL COMBUSTIBILE allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d'incendio 1 INCENDIO E PREVENZIONE INCENDI

Per ottenere lo spegnimento dell'incendio si può quindi ricorrere a tre sistemi: SOFFOCAMENTO separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di comburente in aria; 2 INCENDIO E PREVENZIONE INCENDI

Per ottenere lo spegnimento dell'incendio si può quindi ricorrere a tre sistemi: RAFFREDDAMENTO sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione. 3 INCENDIO E PREVENZIONE INCENDI

Per ottenere lo spegnimento dell'incendio si può quindi ricorrere a tre sistemi: ANTICATALISI Catturo i radicali liberi bloccando la catene della reazione 4 INCENDIO E PREVENZIONE INCENDI

1 2 3 4 RICAPITOLANDO RAFFREDDAMENTO SOFFOCAMENTO Per ottenere lo spegnimento dell'incendio si può quindi ricorrere a tre sistemi: RICAPITOLANDO 1 RAFFREDDAMENTO 2 SOFFOCAMENTO 3 ESAURIMENTO DEL COMBUSTIBILE 4 ANTICATALISI Normalmente per lo spegnimento di un incendio si utilizza una combinazione delle operazioni di esaurimento del combustibile, di soffocamento e di raffreddamento. INCENDIO E PREVENZIONE INCENDI

SOSTANZE ESTINGUENTI Scelte sbagliate possono portare ad amplificare l'entità dell'incidente INCENDIO E PREVENZIONE INCENDI

Le sostanze estinguenti normalmente utilizzate sono:   ACQUA   SCHIUMA   POLVERI   GAS INERTI   IDROCARBURI ALOGENATI (HALON)   agenti estinguenti alternativi all'halon INCENDIO E PREVENZIONE INCENDI

ACQUA L’acqua è la sostanza estinguente per antonomasia conseguentemente alla facilità con cui può essere reperita a basso costo. Azione antincendio La sua azione estinguente si esplica con le seguenti modalità: raffreddamento del combustibile per assorbimento del calore; azione di soffocamento per sostituzione dell’ossigeno con il vapore acqueo; diluizione di sostanze infiammabili solubili in acqua fino a renderle non più tali; imbevimento dei combustibili solidi. L’acqua quale agente estinguente è consigliato per incendi di combustibili solidi Attenzione L’acqua non può essere usato: su apparecchiature elettriche sotto tensione su idrocarburi e liquidi infiammabili più leggeri dell’acqua su sostanze che reagiscono con l’acqua dando origine ad esplosioni o altre pericolose reazioni (es. sodio e potassio a contatto con l’acqua liberano idrogeno, il carburo di calcio a contatto con l’acqua libera acetilene, sodio, etc.)

SCHIUMA La schiuma è un agente estinguente costituito da una soluzione in acqua di un liquido schiumogeno. Sono disponibili diversi tipi di liquidi schiumogeni che vanno impiegati in relazione al tipo di combustibile Esse sono impiegate normalmente per incendi di liquidi infiammabili. In base al rapporto tra il volume della schiuma prodotta e la soluzione acqua-schiumogeno d’origine, le schiume si distinguono in: alta espansione 1:500 - 1:1000 media espansione 1:30 - 1:200 bassa espansione 1:6 - 1:12 Azione antincendio L’azione estinguente delle schiume avviene per: separazione del combustibile dal comburente raffreddamento. Attenzione La schiuma non può essere usata: su apparecchiature elettriche sotto tensione

liquidi schiumogeni fluoro-proteinici Sono formati da una base proteinica addizionata con composti fluorurati. Essi sono adatti alla formazione di schiume a bassa espansione, hanno un effetto rapido ed molto efficace su incendi di prodotti petroliferi. liquidi schiumogeni sintetici Sono formati da miscele di tensioattivi. Essi sono adatti alla formazione di tutti i tipi di schiume e garantiscono una lunga conservabilità nel tempo, sono molto efficaci per azione di soffocamento su grandi superfici e volumi. liquidi schiumogeni fluoro-sintetici (AFFF - Acqueous Film Forming Foam) Sono formati da composti fluorurati. Essi sono adatti alla formazione di schiume a bassa e media espansione che hanno la caratteristica di scorrere rapidamente sulla superficie del liquido incendiato. L’impiego degli schiumogeni AFFF realizza una più efficace azione estinguente in quanto consente lo spegnimento in tempi più rapidi con una minore portata di soluzione schiumogena per metro quadrato di superficie incendiata. liquidi schiumogeni per alcoli Sono formati da una base proteinica additivata con metalli organici. Essi sono adatti alla formazione di schiume a bassa espansione e sono molto efficaci su incendi di alcoli, esteri, chetoni, eteri, aldeidi, acidi, fenoli, etc.

POLVERI Le polveri sono costituite da particelle solide finissime a base di bicarbonato di sodio, potassio, fosfati e sali organici. Azione antincendio L’azione estinguente delle polveri, in seguito alla decomposizione delle stesse per effetto delle alte temperature raggiunte nell’incendio, determina: effetto chimico sulla fiamma e inibizione del processo di combustione con azione anticatalitica soffocamento (separazione del combustibile dal comburente) raffreddamento del combustibile incendiato Attenzione Le polveri sono adatte per fuochi di classe A, B e C, mentre per incendi di classe D devono essere utilizzate polveri speciali. Da usare in luoghi aperti Danni alle apparecchiature

GAS INERTI I gas inerti utilizzati per la difesa dagli incendi di ambienti chiusi sono generalmente l’anidride carbonica e in minor misura l’azoto. L’anidride carbonica non risulta tossica per l’uomo, è un gas più pesante dell’aria perfettamente dielettrico, normalmente conservato come gas liquefatto sotto pressione. Azione antincendio L’azione estinguente dell’anidride carbonica si esplica: soffocamento, riducendo la concentrazione del comburente fino ad impedire la combustione raffreddamento del combustibile, dovuto all’assorbimento di calore generato dal passaggio dalla fase liquida alla fase gassosa. 1 Kg di anidride carbonica (0 0 C e 1 Atm) = 509 litri di gas Nella seguente tabella sono riportate le percentuali in volume di anidride carbonica e di azoto necessarie per inertizzare l’atmosfera in modo tale da renderla incapace di alimentare la combustione di alcune sostanze infiammabili:

IDROCARBURI ALOGENATI - HALON Gli idrocarburi alogenati, detti anche HALON (HALogenated - hydrocarbON), sono formati da idrocarburi saturi in cui gli atomi di idrogeno sono stati parzialmente o totalmente sostituiti con atomi di cromo, bromo o fluoro. Gli HALON sono efficaci su incendi che si verificano in ambienti chiusi scarsamente ventilati e producono un’azione estinguente che non danneggia i materiali con cui vengono a contatto Azione antincendio L’azione estinguente degli HALON avviene attraverso : azione chimica (interruzione chimica della reazione di combustione tramite catalisi negativa) effetto inertizzante, riduce il campo di infiammabilità azione secondarie :soffocamento e raffreddamento Attenzione HALON per effetto delle alte temperature dell’incendio si decompongono producendo gas tossici per l’uomo già a basse concentrazioni, facilmente raggiungibili in ambienti chiusi e poco ventilati. Il loro utilizzo è stato vietato da disposizioni legislative (Legge 28/12/93 n. 549) emanate per la protezione della fascia di ozono stratosferico.

AGENTI ESTINGUENTI ALTERNATIVI ALL’HALON Gli agenti sostitutivi degli HALON generalmente combinano al vantaggio della salvaguardia ambientale lo svantaggio di una minore capacità estinguente rispetto agli HALON. Esistono sul mercato prodotti inertizzanti e prodotti che agiscono per azione anticatalitica. Agenti sostitutivi degli HALON che sono trattati nello standard NFPA 2001 (edizione 1994):

TIPI DI ESTINTORI Estintori ad Acqua Estintori a schiuma Estintori a polvere Estintori ad Anidride Carbonica Estintori a Idrocarburi Alogenati Ormai in disuso Soluzione di acqua e sostanze schiumogene miscelata con aria Miscela di polveri a base di Bicarbonato di sodio o di potassio o di solfato di ammonio o fosfato di ammonio Gas incolore, inodore, non nocivo per concentrazioni < 22 % Attualmente in disuso. Il più usato è stato il bromotrifluorometano (HALON 1301)

Domande ? cristiano.cusin@vigilfuoco.it Ing. Cristiano Cusin