LA FIERA DEL PERDONO DI GIORGIA MARINO
PIO IV … Nel 1559 Giovanni Angelo Medici viene eletto papa con il nome di Pio IV. Da subito Pio IV volle intorno a se i suoi parenti, tra cui Carlo Borromeo che venne eletto cardinale all’età di 22 anni PIO IV
…. E LA BOLLA…. Nel 1563 Pio IV concesse la Bolla con l’indulgenza del perdono alla città di Melegnano. La bolla dice che i fedeli, visitando la chiesa di San Giovanni, nel periodo che va dal giovedì santo al venerdì santo, o nel giorno della natività di San Giovanni il 24 giugno, otterranno l’indulgenza totale e la remissione di tutti i peccati propri, potendo applicare l’indulgenza ad altre persone viventi o morte
L’ORIGINARIA FIERA DEL PERDONO «la fiera del perdono è una fonte di guadagno estesa a ogni ramificazione del commercio e tanto meravigliosa in quei giorni, particolarmente per i venditori di commestibili, che non è raro procuri loro in poche ore quanto guadagno ebbero in molti mesi; ed è loro necessario ai comodi della vita per l’intera annata Inizialmente alla festa del perdono le emergenze socioeconomiche erano il movimento religioso, l’affollamento nelle osterie, il divertimento, gli articoli casalinghi, per l’agricoltura e per l’abbigliamento. La festa del perdono era basata sull’agricoltura, cioè sulla vendita delle produzioni locali, e sul commercio dei cavalli. Questo comportò un’enorme andamento all’agricoltura da parte dei cittadini melegnanesi
LE DIFFICOLTA’ SANITARIE E RELIGIOSE Nella lunga storia del Perdono vi furono circostanze in cui si dovette sospendere la celebrazione. Questo per causa di malattie contagiose, come il colera e il tifo, dove venne sospesa la fiera per far si che le malattie non si diffondessero più velocemente stando tutti a contatto, o per causa di guerre. I cittadini tenevano però molto alla Fiera del Perdono, tanto che chiesero di disporre una vigilanza rigorosa perché non avvenga che il Perdono venga tolto loro di nuovo.
L’ULTIMA FIERA TRADIZIONALE L’ultima fiera tradizionale, avvenuta nel 1941, era ancora impostata sul settore agricolo. Si temeva di non poterla organizzare per le vicende belliche e per le difficoltà sociali, politiche ed economiche. L’ Amministrazione comunale chiese l’autorizzazione per organizzare la fiera, scrivendo una lettera nella quale affermava che la fiera si sarebbe basata sull’organizzazione della mostra di macchine agricole, di arte casearia, e di animali da cortile. Ci sarebbero poi state esposizioni di cavalli, di bovini da allevamento e di torelli. I cavalli persero però il loro valore originale perché erano, in questo periodo, ritenuti solo animali da tiro
LA TRASFORMAZIONE DEL PERDONO Inizialmente la fiera si basava sul mercato dei cavalli, dei bovini, ….; ma dopo la seconda guerra mondiale , cambiando il clima politico, mutata la profondamente la società melegnanese perchè diventata più direttamente attiva e vivacemente presente nelle discussioni politiche, vi era voglia di partecipazione a tutto. Questo influenzò molto la Fiera del Perdono del 1946 e quelle che vennero dopo.
LA NUOVA FIERA DEL PERDONO Gli organizzatori della fiera non tennero troppo conto dell’importanza della Bolla e della loro presenza diretta al momento dell’esposizione in chiesa, ma si preoccuparono di rendere popolare ed universale la Fiera nelle sue attività. Comparirono accanto alle mostre di animali mostre fotografiche, mostre di pittura, partite a pallone, gare sportive, omaggi ai monumenti dei Caduti, corse nei sacchi, inni nazionali, fuochi d’artificio, giochi e baracconi.
LA NUOVA FIERA DEL PERDONO Per organizzare la nuova fiera del perdono furono allargati i Comitati di organizzazione, che lavoravano diversi mesi per preparare la fiera. La nuova fiera aveva però un punto debole: non vi era più una manifestazione unitaria e prioritaria (i cavalli). Tutti comprendevano che stava per diventare impossibile trovare un’iniziativa tipica riducibile ed una sola categoria commerciale.