… “Garibaldi è vivo ed è grande nel cuore di tutti gli Italiani, nel cuore di tutti i popoli redenti o che aspirano alla loro redenzione o muoiono per.

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Transcript della presentazione:

… “Garibaldi è vivo ed è grande nel cuore di tutti gli Italiani, nel cuore di tutti i popoli redenti o che aspirano alla loro redenzione o muoiono per essa . Nel culto della sua memoria è la salute dell’ Italia. Morta sarebbe la nostra patria, quel giorno che nel cuore degli Italiani si spegnesse quel culto …..” Nicola Scarano

I MILLE A levante di Genova è una villa Nascosta negli aranci. Qui, tra l’ ombre appiattato, Come un ladro in agguato, L’ Eroe attese. E vennero a drappelli, Cauti, furtivi, con taciti e lanci, Intorno a lui nell’ alberata fossa, E tutti avevano la camicia rossa, E tutti erano belli. E giovinetti: da città e da monti scesi , da tutte bande; Lasciando nelle case le fanciulle, Le madri, i vecchi tremuli e le culle, Portando in fondo al cuore Il sogno d’ una Italia ottima e grande E una sete di vincere infinita: Sdegnosi d’ ogni umano bene, pronti A donar la vita Come si dona un fiore. Erano mille appena I giovinetti araldi Della fortuna italica nascente: Mille contro un esercito potente Armato di cannoni, Mille inermi … che importa? Avevano un coraggio da leoni, Era con loro l’ anima risorta Dei martiri sepolti, e la serena Forza di Garibaldi! Angiolo Silvio Novaro

Regno delle due Sicilie Regno di Sardegna Re Vittorio Emanuele II Lombardo Veneto Granducato di Toscana e ducati di Parma e Modena Stato Pontificio Regno delle due Sicilie Gli Stati italiani nel 1859

1859 REGNO D ’ITALIA 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele lI primo RE d’ Italia

SPEDIZIONE DEI MILLE 6 Maggio 1860 “ Questi Mille Cavalieri crociati correvano al pericolo, al fuoco, alla morte, sempre che l’Eroe li chiamasse sempre ciechi e devoti … Perché tanta dedizione e tanto amore? I figli lasciavano le madri piangenti, i padri abbandonavano i figli, i giovani le spose, e correvano a lui . Che aveva lui per tirar a sé con forza così superiore a ogni altra forza ? Era bello, forte, glorioso. Ma non basta . Quell’ amore e quella dedizione vogliono ancora qualche cosa. Garibaldi aveva il più grande dei cuori nel petto, e nell’ anima il più radioso degli ideali . Se i suoi Mille col loro cuore si erano sacrati a lui, lui col suo gran cuore si era sacrato all’ ideale; il potere dell’ attrazione dell’ ideale è straordinario.” Un esercito formato da mille volontari partì da Quarto, un porto vicino Genova Quarto Teano Napoli Giuseppe Garibaldi guidava la spedizione Messina Palermo Reggio Calatafimi Milazzo Marsala SPEDIZIONE DEI MILLE

La partenza dei Mille da Quarto “ Chi erano quei Mille? Più che metà uomini di studio. Avvocati, medici, ingegneri, farmacisti, capitani marittimi, una decina tra pittori e scultori, parecchi scrittori e professori di lettere e scienze. Tre sacerdoti, parecchi seminaristi. Una donna. E poi centinaia di artefici e commercianti. Il resto operai. Nessun contadino. 350 lombardi. 160 genovesi. Gli altri veneti, trentini, istriani, delle province dell’Italia superiore. Un centinaio di esuli siciliani e napoletani, 18 stranieri.” “Dai diciotto ai cinquant’ anni d’età. Uno di settanta, stato giovanetto a combattere con Napoleone I, e c’era un fanciullo di undici anni, che il padre, vicentino, conduceva seco.” “Quali esperti della vita e provati al fuoco o scampati alla morte. Quali ignari del dolore e dei pericoli. Quali adusti o sbattuti come querce sui gioghi appennini; e quali belli e freschi come fiori di primavera. In tutti la bellezza dell’anima illuminata da un grande amore. Tutti degni che la storia li ricordi e che la poesia li cinga della sua aureola.”

“Prima dell’alba del 6 maggio i due vapori finalmente vennero là dove erano la barche. Si chiamavano l’uno Piemonte e l’altro Lombardo. Garibaldi salì sul Piemonte, Bixio sul Lombardo. Ma quelli dei volontari che salirono sul Lombardo si sentirono come invasi da un’onda di malinconia; perché tutti nella vittoria e nella morte volevano sempre essere accanto all’eroe. Il 10 il Piemonte avanza e sparisce all’occhio di quelli che sono sul Lombardo. I quali a non vedere più il vascello su cui era Garibaldi furono assaliti da tristezza, specialmente col cader della notte.”

Lo sbarco dei Mille a Marsala “ Eccoli in vista di Marsala. Nel porto vedono ancorate due grandi navi da guerra. Si sentono mancare. Seppero che erano navi inglesi. Allora animosi e rapidi corrono verso il porto; e parve loro che la costa si muovesse a incontrarli. Avevano alle spalle tre incrociatori borbonci. Lo sbarco dei Mille a Marsala Era l’una pomeridiana. Cominciò lo sbarco. Le navi borboniche si diedero a cannoneggiare; ma senza danno di quelli che in poco più di un’ora furono tutti sulla sicula terra e poi tutti dentro Marsala. Dentro Marsala sbigottita per quell’arrivo di forestieri e per il cannoneggiamento. Il nome di Garibaldi corse di bocca in bocca e destò la gioia e accese il coraggio”.

Garibaldi a Calatafimi “Nel momento più dubbio Bixio che non si mosse dal fianco del Generale, quel Bixio d’acciaio, aveva detto:- Temo che bisognerà ritirarsi. - Che dite mai, Nino? Qui si fa l’Italia o si muore.- aveva risposto l’Eroe. L’impresa dei Mille lì a Calatafimi fu virtualmente compiuta. Il successo destò la fiducia del popolo siciliano, e con la fiducia il coraggio e la vittoria” Clicca qui per guardare il VIDEO

Reggio “… Poi lo sbarco sulla penisola e la presa di Reggio … La marcia trionfale fino a Napoli era assicurata.”

Napoli “… Il nome dell’Eroe era bufera che disperdeva o spazzava dinanzi quell’esercito ridotto in frammenti … Garibaldi il 7 settembre entrava a Napoli.”

Battaglia del Volturno “… Cinque giorni dopo prendeva i suoi e li conduceva sulla sinistra del Volturno. Là 20 mila Garibaldini contro 40 mila Regi appoggiati alla fortezza di Capua. Passò il settembre. Garibaldi da Monte sant’Angelo spiava il nemico. La sera del 30 disse ai suoi: -Fate buona guardia. Domattina saremo attaccati. Alle cinque della sera del 1° ottobre egli telegrafava a Napoli: -Vittoria su tutta la linea! –E divenne proverbiale. … Il 21 ottobre le due Sicilie votarono l’annessione”

“Scendeva da Venafro Vittorio Emanuele; e Garibaldi la mattina del 24 mosse con due brigate a incontrarlo. Si incontrarono il 26 ottobre presso Teano; si strinsero la mano, e il dittatore salutò il Re d’ Italia … L’ eroica gesta era compiuta. L’ Eroe aveva nel cuore l’ amaritudine. Roma del Papa. Venezia dell’ Austria. Nizza … Ah la ferita era sempre aperta … Il 7 l’Eroe fu a Napoli con Vittorio a cui consegnò l’8 il voto plebiscitario Teano Il 9 novembre con quattro amici … s’ imbarcò per la sua Caprera petrosa.”

“ Ecco il sommario della maggiore delle imprese dell’ Eroe dei due mondi, del cavaliere della umanità. Il suo genio si mostrò meraviglioso, grande il suo cuore, forte il suo braccio. … Innocente come un lattante, ingenuo come un bambino, tenero e dolce come una delicata fanciulla. Pianse a sett ’anni per avere strappato le ali a un grillo. A Caprera grave di anni udì belare nel cuore della notte una capretta e s’alzò a cercarla. Se in marcia di notte udiva il canto dell’usignolo, si fermava a inebriarsi di dolcezza. Il suo spirito era una grande e mirabile armonia. Quando morì Mazzini, mente del suo braccio e cuore del suo cuore egli da Caprera ordinava: Su la tomba del grande Italiano sventoli la bandiera dei Mille- Sentiva anche lui che quella era l’impresa più grande”

17 Marzo 1861 REGNO D ’ITALIA

I testi sono stati tratti dal libro: “La Spedizione dei Mille” di NICOLA SCARANO editrice Isotta Scarano 1983 Hanno lavorato: gli Alunni della Classe Quinta A della Scuola Primaria di Trivento guidati dalla Maestra Maria Scarano Anno scolastico 2010-2011

Fine della presentazione

Gli alunni, al computer, nell’aula multimediale, inseriscono, sulle giuste diapositive, i seguenti testi, tratti dal libro : “La spedizione dei Mille” del letterato triventino Nicola Scarano: “Garibaldi è vivo ed è grande nel cuore di tutti gli Italiani, nel cuore di tutti i popoli redenti o che aspirano alla loro redenzione o muoiono per essa . Nel culto della sua memoria è la salute dell’ Italia.” “ Chi erano quei Mille? Più che metà uomini di studio. Avvocati, medici, ingegneri, farmacisti, capitani marittimi, una decina tra pittori e scultori, parecchi scrittori e professori di lettere e scienze. Tre sacerdoti, parecchi seminaristi. Una donna. E poi centinaia di artefici e commercianti. Il resto operai. Nessun contadino. 350 lombardi. 160 genovesi. Gli altri veneti, trentini, istriani, delle province dell’Italia superiore. Un centinaio di esuli siciliani e napoletani. 18 stranieri “ “ Eccoli in vista di Marsala. Nel porto vedono ancorate due grandi navi da guerra. Si sentono mancare. Seppero che erano navi inglesi. Allora animosi e rapidi corrono verso il porto; e parve loro che la costa si muovesse a incontrarli. Avevano alle spalle tre incrociatori borbonci.” “Dai diciotto ai cinquant’ anni d’età. Uno di settanta, stato giovanetto a combattere con Napoleone I. e c’era un fanciullo di undici anni, che il padre, vicentino, conduceva seco.” “Era l’una pomeridiana. Cominciò lo sbarco. Le navi barboniche si diedero a cannoneggiare; ma senza danno di quelli che in poco più di un’ora furono tutti sulla sicula terra e poi tutti dentro Marsala.” “Prima dell’alba del 6 maggio i due vapori finalmente vennero là dove erano la barche. Si chiamavano l’uno Piemonte e l’altro Lombardo. Garibaldi salì sul Piemonte, Bixio sul Lombardo. “ “Dentro Marsala sbigottita per quell’arrivo di forestieri e per il cannoneggiamento. Il nome di Garibaldi corse di bocca in bocca e destò la gioia e accese il coraggio”. “Ma quelli dei volontari che salirono sul Lombardo si sentirono come invasi da un’onda di malinconia; perché tutti nella vittoria e nella morte volevano sempre essere accanto all’eroe.” “Nel momento più dubbio Bixio che non si mosse dal fianco del Generale, quel Bixio d’acciaio, aveva detto:- Temo che bisognerà ritirarsi.- Che dite mai, Nino? Qui si fa l’Italia o si muore.- aveva risposto l’Eroe”. “ Il 10 il Piemonte avanza e sparisce all’occhio di quelli che sono sul Lombardo. I quali a non vedere più il vascello su cui era Garibaldi furono assaliti da tristezza, specialmente col cader della notte.”

“ Questi Mille Cavalieri crociati correvano al pericolo, al fuoco, alla morte, sempre che l’Eroe ci chiamasse sempre ciechi e devoti … Perché tanta dedizione e tanto amore? I figli lasciavano le madri piangenti , i padri abbandonavano i figli , i giovani , le spose, e correvano a lui . Che aveva lui per tirar a sé con forza così superiore a ogni altra forza ? Era bello , forte, glorioso. Ma non basta . Quell’ amore e quella dedizione vogliamo ancora qualche cosa. Garibaldi aveva il più grande dei cuori nel petto , e nell’ anima il più radioso degli ideali . Se i suoi Mille col loro cuore si erano sacrati a lui, lui col suo gran cuore si era sacrato all’ ideale ;il potere dell’ attrazione dell’ ideale è straordinario.” “L’impresa dei Mille lì a Catalifimi fu virtualmente compiuta. Il successo destò la fiducia del popolo siciliano, e con la fiducia il coraggio e la vittoria “ “Scendeva da Venafro Vittorio Emanuele ;e Garibaldi la mattina del 24 mosse con due brigate a incontrarlo . Si incontrarono il 26 ottobre presso Teano ; si strinsero la mano ,e il dittatore salutò il Re d’ Italia … L’ eroica gesta era compiuta . L’ Eroe aveva nel cuore l’ amaritudine . Roma del Papa . Venezia dell’ Austria . Nizza … Ah la ferita era sempre aperta …” “ Ecco il sommario della maggiore delle imprese dell’ Eroe dei due mondi , del cavaliere della umanità . Il suo genio si mostrò meraviglioso , grande il suo cuore , forte è il suo braccio. Cialdini disse di lui ai suoi pari : -Nessuno di noi gli arriva al ginocchio . Innocente come un lattante , ingenuo come un bambino , tenero e dolce come una delicata fanciulla. Pianse a sett ’anni per avere strappato le ali a un grillo. A Caprera grave di anni udì belare nel cuore della notte una capretta e s’alzò a cercarla. Se marcia di notte udiva il canto dell’usignolo, si fermava a inebriarsi di dolcezza. Il suo spirito era una grande e mirabile armonia. Quando morì Mazzini , mentre il suo braccio e cuore del suo cuore egli da Caprera ordinava: Su la tomba del grande italiano sventoli la bandiera dei Mille- Sentiva anche lui che quella era l’impresa più grande” “Quali esperti della vita e provati al fuoco o scampati alla morte. Quali ignari del dolore e dei pericoli. Quali adusti o sbattuti come querce sui gioghi appennini; e quali belli e freschi come fiori di primavera. In tutti la bellezza dell’anima illuminata da un grande amore. Tutti degni che la storia li ricordi e che la poesia li cinga della sua aureola.” “Il 9 novembre con quattro amici … s’ imbarcò per la sua Caprera petrosa.”