Giornata della memoria

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Giornata della memoria

Le tappe Perpetrators, helpers, bystanders Colpa e riparazione Modernità e olocausto

1. LE TAPPE LE TAPPE LE TAPPE

La pianificazione dello sterminio : i reparti speciali di massacro (Einsatzgruppen) Nell'estate del 1941 questi reparti seguirono l'esercito tedesco in territorio russo; essi rappresentavano un' efficiente arma per realizzare lo sterminio del popolo ebraico. Infatti riuscirono ad uccidere circa 2 milioni di ebrei russi, con l’eliminazione diretta: gli ebrei erano rastrellati, condotti fuori dall’abitato, costretti a scavare la propria fossa e poi fucilati Fucilazione di massa presso Kiev

I nazisti, nel periodo compreso tra il dicembre 1941 e l'estate 1942, costruirono in Polonia diversi centri di sterminio: Chelmno, Treblinka, Sobibor, Belzec. Gli ebrei che erano condotti nei centri di sterminio erano tutti uccisi subito, per mezzo del monossido di carbonio (il gas di scarico dei motori a scoppio). In tal modo, si procedette alla liquidazione di tutti i ghetti polacchi, per un totale di circa 2 milioni di individui. Solo a Treblinka, probabilmente, vennero assassinate 900 mila persone Klaus Franz, comandante del campo di sterminio di Treblinka Immagini scattate dalle SS : deportati a Treblinka

Con l'invasione della Polonia, i nazisti si trovarono di fronte ad una popolazione ebraica di gran lunga più numerosa che in occidente, i provvedimenti di discriminazione apparvero irrealizzabili e per questo si passò alla segregazione coatta degli ebrei all'interno di una serie di quartieri cittadini. Queste zone vennero chiamate ghetti e all'inizio non ci furono resistenze da parte degli ebrei, anche perché era ancora inimmaginabile il folle progetto di Hitler (la soluzione finale ). Nel ghetto nazista gli ebrei erano visti come prigionieri e perdevano qualsiasi diritto. L'occupazione tedesca della Polonia implicò la costruzione di numerosi ghetti, con il consenso del popolo polacco, qualsiasi forma di resistenza venne schiacciata con la violenza. Nel giro di un anno i ghetti vennero sigillati e l'operazione proseguì anche quando i nazisti optarono per l'eliminazione fisica di tutti gli ebrei (e di tutti quelli considerati un "pericolo" per la stabilità del regime ), si iniziò con le fucilazioni di massa per poi passare alle camere a gas.

I ghetti europei, soprattutto nell’Europa orientale, diventarono durante la II guerra mondiale dei veri i propri campi di concentramento dove le persone morivano di fame, malattia e stenti, poiché non potevano più lavorare e procurarsi denaro per il cibo e vivevano in 10-12 persona per stanza, come nel ghetto di Varsavia Rastrellamento nel ghetto di Varsavia

Immagini del Ghetto di Lodz

Ghetto di Varsavia

Tessera annonaria del ghetto di Varsavia. Ad ogni tagliando corrispondeva una quantità di cibo per persona, ad esempio un chilo di riso o 400 gr di farina al mese

Ben presto, con il volgere della guerra a sfavore dei nazisti, Hitler si rese conto della necessita di accelerare i tempi dell’eliminazione. Venne così decisa, nel corso della Conferenza di Wannsee, la cosiddetta “soluzione finale”, che consisteva nell’eliminazione fisica di tutti gli ebrei dopo averli concentrati nei ghetti e poi inviati ai campi di sterminio. Vennero coinvolti chimici, ingegneri, industriali, nella progettazione e realizzazione concreta dei campi di sterminio. Le località dei campi vennero scelta sulla base del facile collegamento ferroviario, poiché si era pensato di deportare gli ebrei con vagoni merci. R. Heydrik, uno dei principali collaboratori di Hitler, fu l’organizzatore della Conferenza di Wannsee nel 1942 dove venne decisa la Soluzione Finale. Con lui Göring e Himmler Göring Himmler

La linea ferroviaria che da tutta Europa portava gli Ebrei nei campi di sterminio, in viaggi lunghi anche alcuni giorni in vagoni piombati, in cui venivano stipate anche 120 persone

Il campo più grande era Auschwitz-Birkenau, un enorme estensione di circa 30 km di lato, divisa in tre sottocampi. Di questi, due erano destinati alla detenzione dei prigionieri ancora in grado di lavorare, che venivano inviati alle fabbriche vicine, finché riuscivano a restare vivi. Birkenau era destinato all’eliminazione: il binario arrivava vicino alle camere a gas, dove i prigionieri venivano inviati e gasati, dopo averli convinti di doversi lavare. I cadaveri venivano raccolti da altri ebrei, costretti a questo ripugnate lavoro: i Sonderkommando. Costoro prelevavano i cadaveri, estraevano i denti d’oro, li mettevano su montacarichi che li portavano direttamente ai forni, che lavoravano incessantemente , anche 24 ore al giorno.

I nazisti, nel periodo compreso tra il dicembre 1941 e l'estate 1942, costruirono in Polonia diversi centri di sterminio: Chelmno, Treblinka, Sobibor, Belzec. In tal modo, si procedette alla liquidazione di tutti i ghetti polacchi, per un totale di circa 2 milioni di individui. Solo a Treblinka, probabilmente, vennero assassinate 900 mila persone Immagini scattate dalle SS : deportati a Treblinka Klaus Franz, comandante del campo di sterminio di Treblinka

AUSCHWITZ BIRKENAU

Il lavoro rende liberi

I binari di ingresso nel campo, da cui scendevano i deportati

Queste immagini di deportati al loro arrivo ad Auschwitz vennero scattate dalle SS di servizio come foto ricordo. Sono state ritrovate nel Campo abbandonato dopo l’arrivo degli Alleati

Dopo la camera a gas La storia di queste due foto è molto interessante: vennero scattate clandestinamente dagli ebrei addetti al l’eliminazione dei cadaveri, a grave rischio della vita, perché restasse almeno una testimonianza dello sterminio perpetrato Forni crematori Interno di una camera a gas

PERPETRATORS HELPERS BYSTANDERS 2. PERPETRATORS HELPERS BYSTANDERS

Perpetrators Helpers Bystanders La psicologia sociale, soprattutto americana e anglosassone, che si è occupata della Shoah e di altri genocidi, ha individuato tre ruoli fondamentali in questa tragedia: Perpetrators Helpers Bystanders Della Shoah conosciamo bene le vittime, gli ebrei. Pensiamo di conoscere molto sui carnefici. Molte storie di aiuto eroico a ebrei perseguitati ci sono arrivate, grazie a testimonianze, racconti, film. Resta indistinta e anonima la numerosa schiera di quelli che sono stati a guardare.

B Y S T A N D E R Amsterdam. Una famiglia ebrea ha raccolto quello che ha potuto e si avvia al suo destino di deportazione. Intorno a loro la vita continua in una bella mattina di sole

Foto ricordo con cagnolino. Il cartello, posto all’ingresso di un paese olandese, dice: Gli Ebrei qui non sono benvenuti”.

Da un giorno all’altro, insegnanti e studenti ebrei scompaiono dalla scuola. “La Stampa” ne dà notizia

Studenti e insegnanti ebrei del liceo Tito Livio di Padova, espulsi dalla scuola. 1939

Che cosa pensavano le persone vedendo gli Ebrei che venivano deportati Che cosa pensavano le persone vedendo gli Ebrei che venivano deportati? Erano spaventate, angosciate, partecipi e contente, indifferenti? Potevano intervenire? Furono vigliacchi? Erano a loro volta terrorizzati? Condividevano quello che accadeva? Quando i ragazzi ebrei scomparvero dalle scuole, gli altri studenti si chiesero dove finivano i loro amici, i loro compagni di banco? Che cosa risposero i loro genitori?

H E L P E R S

Raoul Wallenberg. Discendente di famosi banchieri, diplomatici e industriali, era un uomo d'affari, dirigente di una società di import-export. Salvo con vari espedienti molti ebrei. Giusto tra le Nazioni

Giacomo Bassi (1886 – 1968) è stato un funzionario italiano Giacomo Bassi (1886 – 1968) è stato un funzionario italiano. Salvò i cinque componenti di una famiglia di ebrei milanesi dai rastrellamenti che insanguinavano l'Europa . Giusto tra le Nazioni

Monsignor Federico Vincenti (primo a sn), parroco di Sant’ Andrea in Porta Santa Susanna a Perugia, coordinò una rete di aiuto agli Ebrei Deportati o in fuga. Giusto tra le Nazioni

Come Superiora del Monastero delle Benedettine di Ghiffa, Viterbo, Madre Maria Giuseppina Lavizzari salvò dallo sterminio alcune donne ebree. Giusto tra le Nazioni

Emidio Iezzi, di Guardiagrele, Chieti, salvò a rischio della vita alcuni ebrei polacchi dai rastrellamenti dei tedeschi. Giusto tra le Nazioni

Giovanni Palatucci: come questore di Fiume presso l’Ufficio stranieri ebbe modo di salvare migliaia di ebrei. Giusto tra le Nazioni

חסידי אומות העולם Con il titolo di Giusti tra le Nazioni, lo Stato di Israele riconosce l’eroismo dei non ebrei che , a rischio della propria vita, hanno salvato migliaia di uomini, donne e bambini dal loro destino di morte. Per ogni Giusto, viene piantato un albero con il suo nome nel Viale dei Giusti tra le Nazioni, nel Memoriale della Shoah, presso lo Yad VaShem di Gerusalemme

Viale dei giusti tra le nazioni, Yad VaShem Memoriale della Shoah, Gerusalemme

3. COLPA E RIPARAZIONE

Quando finì la guerra, a poco a poco vennero fuori, in tutta la loro estensione, gli orrori dei crimini commessi. I primi filmati, le prime fotografie e le prime testimonianze vennero raccolti dai militari delle truppe Alleate o dai Sovietici a scopo di documentazione Stalin, Roosevelt e Churchill alla Conferenza di Theeran Già prima della fine della guerra, però, durante la Conferenza di Mosca del novembre 1943, venne presa da Inglesi, Americani e Russi la decisione di processare i principali responsabili dell’Asse

In quell’occasione, venne stilato un primo elenco di nomi da processare in caso di vittoria; i principali erano: Adolf Hitler, cancelliere della Germania Benito Mussolini, capo del governo d'Italia Heinrich Himmler, comandante delle SS Joseph Goebbels, ministro della propaganda tedesco Hermann Göring, comandante della Luftwaffe Joachim von Ribbentrop, ministro degli esteri tedesco Adolf Eichmann, responsabile della sezione dell'RSHA dedicata alle questioni ebraiche Josef Mengele, ufficiale medico nelle SS ad Auschwitz

Vennero così definiti i vari crimini, tra cui il GENOCIDIO: Inizialmente si decise che i criminali di guerra sarebbero stati processati secondo i codici penali del proprio Stato, ma successivamente si pensò che questo concetto di crimine di guerra doveva essere ampliato e definito in modo sovranazionale. Robert Jackson fu Procuratore capo per gli Stati Uniti al Processo di Norimberga. Egli chiese che il concetto di crimine di guerra venisse definito affinché fosse giuridicamente fondato e non vi fossero possibilità di contestazione. Vennero così definiti i vari crimini, tra cui il GENOCIDIO: Il termine venne coniato per la prima volta dal giornalista ebreo polacco Rapahel Lemkin nel 1944 Rapahel Lemkin Robert Jackson

GENOCIDIO Viene così definito dall’art. II della Convenzione per la repressione e la prevenzione dei genocidi, Assemblea generale delle U.N. (1948): uno dei seguenti atti effettuato con l'intento di distruggere, totalmente o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale: Uccidere membri del gruppo; Causare seri danni fisici o mentali a membri del gruppo; Influenzare deliberatamente le condizioni di vita del gruppo con lo scopo di portare alla sua distruzione fisica totale o parziale; Imporre misure tese a prevenire le nascite all'interno del gruppo; Trasferire forzatamente bambini del gruppo in un altro gruppo. Oggi per giudicare un genocidio è necessaria la Corte penale internazionale dell’Aja, fondata con lo Statuto di Roma del 1998 e operante dal 2002. Attualmente sono riconosciuti come genocidi, dal pdv penale, quello degli Armeni in Turchia, dei Tutsi in Ruanda e la Shoah, con i suoi aspetti specifici.

Il Processo di Norimeberga vide protagonisti tre giudici delle potenze vincitrici (USA, Gran Bretagna, URSS), ai quali si aggiunse un giudice francese. Gli avvocati degli imputati nazisti contestarono la legittimità del processo, sostenendo che le leggi non possono avere valore retroattivo e che i vincitori non possono processare i vinti. L’obiezione venne respinta poiché, sostennero i giudici, in realtà non si trattava di crimini di guerra, ma di crimini contro l’umanità. Il processo durò 10 mesi. A maggioranza la corte decise per 16 condanne a morte mediante impiccagione, dieci ergastoli e varie altre condanne. Il Processo doveva insegnare molte cose: non basta a rendere lecita l’azione malvagia l’ordine di un superiore il soldato ha il dovere di ribellarsi piuttosto che compiere gesti inumani non esistono autorità che non possano essere chiamate a rispondere delle loro gesta

Adolf Eichmann sfuggi al processo di Norimberga, rifugiandosi in Argentina grazie all’aiuto di una rete nazista di soccorso a criminali di guerra. Nel 1960, grazie all’investigazione del Mossad, Eichmann venne trovato, rapito, portato in Israele, dove , a Gerusalemme, venne processato. La sua linea difensiva consisté nell’affermare che lui non aveva nulla di personale contro gli ebrei, ma si era limitato ad eseguire gli ordini, come ogni buon soldato dovrebbe fare. Non mostrò alcun segno di rimorso per il suo operato, né criticò mai la politica razziale del III Reich.

Anche Joseph Mengele, il terribile dottore famoso per i suoi esperimenti medici a Auschwitz, sfuggì al processo di Norimberga, grazie alla stessa rete di aiuti che fece fuggire Eichmann. Si rifugiò in Sud America, dove morì per un attacco cardiaco nel 1979. Martin Bormann, segretario personale di Hitler, venne condannato a morte in contumacia. Di lui non si seppe nulla per anni e si pensò che avesse trovato rifugio in Sud Amarica. Nel 1972 venne però ritrovato a Berlino un cadavere, che venne identificato sicuramente per Bormann, perito forse negli ultimi giorni della guerra

Hermann Goering, capo delle SS, venne condannato a morte mediante impiccagione nel processo di Norimberga. Chiese di essere fucilato, ma la Corte lo vietò. Si suicidò in carcere, grazie ad una capsula di cianuro, procuratagli da un soldato americano con cui aveva rapporti amichevoli Heinrich Himmler, capo della Polizia e delle forze di sicurezza del Reich, venne arrestato dalle truppe inglesi. Si suicidò in carcere con una capsula di cianuro.

Joachim von Ribbentrop fu Ministro degli Esteri del Reich Joachim von Ribbentrop fu Ministro degli Esteri del Reich. Arrestato e processato a Norimberga, fu condannato a morte mediante impiccagione Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda del Reich, si suicidò con la moglie e i loro sei figli nelle ultime ore di Berlino.

LE ALTRE CONDANNE

Conference on Jewish Material Claims Against Germany - CLAIMS La Claims Conferenze fu creata a New York nel 1951 dopo che l’allora cancelliere tedesco Konrad Adenauer riconobbe i delitti perpetrati dalla Germania e si disse pronto a offrire riparazione economica :“indicibili crimini sono stati commessi nel nome del popolo tedesco, che richiedono riparazione morale e materiale (…) Il Governo federale è pronto, insieme ai rappresentanti dell’ebraismo e dello Stato d’Israele, a offrire una soluzione al problema della riparazione materiale, tentando così di agevolare il cammino verso la pacificazione spirituale dell’infinita sofferenza”. Dopo alcuni mesi di lavoro, furono firmati due protocolli fra l’organizzazione stessa, la Repubblica federale tedesca e lo Stato d’Israele, in cui la Germania si impegnò sia al risarcimento diretto delle vittime del nazismo sia a versare 450 milioni di marchi alla Claims Conferenze per aiutare i sopravvissuti a reinserirsi nella società.

Peter Eisenman, Memoriale della Shoah, Berlino 4. MODERNITÀ E OLOCAUSTO Peter Eisenman, Memoriale della Shoah, Berlino

IN UNA PAROLA, COME È POTUTO SUCCEDERE ? COME POSSIAMO ANCHE LONTANAMENTE CONCEPIRE CHE CI SIA ACCADUTA UNA SIMILE MOSTRUOSITÀ ? COME POSSIAMO PENSARE CHE UOMINI QUALSIASI, IN GRANDE NUMERO, SI SIANO MACCHIATI DI SIMILI COLPE ? IN UNA PAROLA, COME È POTUTO SUCCEDERE ? ACCADRÀ ANCORA ? ?

CIPOSSIAMO PENSARE ALLA SHOAH IN DUE MODI: è qualcosa che è accaduto agli ebrei, a causa dell’antisemitismo, e quindi è un fatto unico, irripetibile è qualcosa che è accaduto a causa dell’aggressività che fa parte della natura umana, e che ha condotto a tanti episodi orribili della Storia, ma per fortuna la società moderna educa a reprimere questi fenomeni. nel primo caso, si tratta di una cosa orribile, che ha una sua “motivazione esclusiva” nelle persecuzioni contro gli ebrei, a partire dall’antigiudaismo cristiano fino al razzismo biologico nel secondo caso, la shoah è un fenomeno unico, ma tutto sommato “assimilabile ad altri”, se consideriamo, ad esempio, le crociate, il massacro degli armeni, i campi di concentramento inglesi nella guerra boera

tuttavia la sociologia si è chiesta: chi furono le persone che materialmente eseguirono questo massacro? in quali circostanze le altre persone “perbene” hanno consentito loro di eseguirlo? Alcuni autori, come Helen Fein, sostengono che un tale evento è possibile solo quando in una società vengono meno le regole imposte dalla civilizzazione sul comportamento umano: “In una condizione svincolata dalla regolazione sociale è possibile che gli individui reagiscano ignorando il danno che arrecano agli altri” Il compito della regolazione sociale è proprio quello di imporre dei vincoli morali all’egoismo e alla bestialità dell’animale uomo. Questo è il compito della civiltà moderna. Possiamo dunque dire che la civiltà moderna ha fallito?

Secondo altri sociologi, come Zygmunt Bauman, la shoah ha solo rivelato un volto diverso della società moderna: La shoah sarebbe un nuovo sviluppo della società moderna, uno sviluppo certo aberrante e imprevedibile, ma strettamente dipendente dai caratteri intrinseci della modernità e della società industriale. il sociologo polacco Zygmunt Bauman

Scrive Henry Feingold: “Auschwitz fu l’estensione di un moderno sistema di fabbrica. Invece di produrre merci, esso utilizzava gli esseri umani come materia prima e sfornava la morte come prodotto finale, con le quantità giornaliere accuratamente riportate sul rendiconto del dirigente (...) La rete ferroviaria europea trasportava un nuovo genere di materia prima (...) Nelle camere a gas le vittime respiravano vapori tossici, generate da pastiglie di acido prussico, prodotte dall’avanzata industria chimica tedesca. Gli ingegneri progettarono i crematori, gli amministratori crearono un sistema burocratico funzionante con un fervore e un’efficienza che nazioni più arretrate avrebbero invidiato. Perfino lo stesso progetto complessivo era un riflesso del moderno spirito scientifico, deviato dalla propria strada” H. L. Feingold, How unique is the Holocaust?

Nella coscienza della società occidentale esiste la profonda convinzione che con la modernità l’umanità sia uscita dalla barbarie e si sia incamminata verso la civiltà e verso la soluzione dei problemi: la storia, dall’Illuminismo in poi, è vista come lotta vittoriosa della ragione sulla superstizione siamo dominati dalla razionalizzazione, tesa al raggiungimento del massimo risultato col minimo sforzo siamo convinti che l’uomo può, con la razionalità, imbrigliare l’animale che è ancora in lui, sconfiggendo così il male, la violenza, la guerra pensiamo che i problemi dell’umanità siano il risultato di politiche sbagliate e che l’adozione di politiche corrette comporta la soluzione dei problemi lo Stato deve comportarsi come un “giardiniere”, per cui la società deve essere sistemata, con la coltivazione di piante desiderabili e l’eliminazione delle erbacce infestanti

la shoah sarebbe così spiegabile come insuccesso della nostra società che non ha ancora raggiunto un grado sufficiente di civilizzazione, in cui il processo di civilizzazione deve essere ancora portato a termine. TUTTAVIA, SECONDO ALCUNI SOCIOLOGI, LA SHOAH NON SAREBBE SPIEGABILE SENZA LA SOCIETÀ MODERNA E LA CIVILTÀ INDUSTRIALE, CHE RAPPRESENTANO LA CONDIZIONE, NON SUFFICIENTE, MA NECESSARIA, PER LA SUA REALIZZAZIONE IN ALTRE PAROLE, NON SAREBBE POTUTA ACCADERE AL DI FUORI DELLA SOCIETÀ MODERNA

QUALI FURONO I FATTORI CHE LA RESERO POSSIBILE? con la nascita della società di massa, l’uomo è declassato da persona a consumatore/produttore: da homo sapiens a homo consumens l’appannamento della spiritualità, la scomparsa delle religioni tradizionali, la razionalizzazione della società riducono l’uomo a materia, numero, massa anonima. L’esistenza umana tende a perdere ogni tensione metafisica. L’individuo è ridotto al solo corpo, l’umanità viene valutata in termini numerici, quantitativi, ridotta a allevamento di bestiame i processi produttivi sono dominati dalla alienazione e dalla catena di montaggio l’organizzazione scientifica dei processi produttivi, attraverso la burocrazia, annulla la coscienza individuale nelle decisioni e distanzia l’esito finale da chi lo attua

Possiamo dunque concludere che: “ La scelta dello sterminio come strumento adeguato a risolvere il problema degli ebrei fu il prodotto di normali procedure burocratiche (...) fu il risultato di uno sforzo estremamente serio a trovare la soluzione razionale a una serie di problemi (...) per un ottimale conseguimento dell’obiettivo. Esso non fu un prodotto irrazionale dei residui barbarici della società premoderna, (...) bensì la società moderna creò l’atmosfera appropriata in cui l’olocausto poté essere concepito, sviluppato e portato a compimento” Z. Bauman, Modernità e Olocausto

L’INDIFFERENZA MORALE Spesso la shoah è stata interpretata come come un misfatto compiuto da criminali incalliti, da sadici, da pazzi, ma questo non ha mai trovato nessuna conferma nella realtà dei fatti. La maggior parte delle persone che ne fu artefice era costituita da persone “normali”, come erano normali le strutture organizzative che resero attuabile il genocidio. Secondo Herbert Kelman, ci sono tre condizioni che rendono possibile eliminare le inibizioni morali che istintivamente impediscono all’uomo di fare del male:

quando la violenza è autorizzata, cioè l’ordine ufficiale viene da una autorità legale quando le pratiche violente sono routinizzate, cioè rispondono a norme e ruoli ben precisi quando le vittime sono disumanizzate Hannah Arendt, che raccontò il processo contro Eichmann a Gerusalemme, ci dice che la difesa dell’organizzatore dei campi di sterminio consisté nell’affermare che egli obbediva agli ordini dei superiori, che non giudicò mai se le misure prese fossero morali o immorali e che subordinò la sua coscienza al fatto di essere un soldato; le responsabilità morali competevano a coloro che ordinavano di agire in un certo modo.

La disciplina e l’obbedienza erano, per le SS, un dovere assoluto, al punto da cancellare la propria identità e coscienza morale e far coincidere il massimo onore con la massima capacità di realizzare gli ordini ricevuti. Eichmann durante la sua deposizione al processo

La disciplina e l’obbedienza erano, per le SS, un dovere assoluto, al punto da cancellare la propria identità e coscienza morale e far coincidere il massimo onore con la massima capacità di realizzare gli ordini ricevuti. Eichmann durante il processo di Gerusalemme

Infine, ebbe un ruolo fondamentale la propaganda nazista che declassò gli ebrei, col passare del tempo da “nemici” a “pidocchi”, “esseri aberranti e mostri”, al punto da non farli più individuare come esseri umani. Le stesse pratiche seguite dalle SS nei campi di concentramento, come la spersonalizzazione attraverso la perdita del nome e l’assegnazione di un numero, il divieto di far uso di abilità tipicamente umane, come la parola e la scrittura, l’imposizione dell’anonimato attraverso il taglio dei capelli e l’uso di una uniforme, avevano lo scopo di far vedere i prigionieri come massa informe e non come persone.