LE RISORSE E I VISSUTI EMOTIVI DEGLI OPERATORI NELLA GESTIONE DEGLI INTERVENTI m.t.pedrocco biancardi, Genova, 19.3.07.

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LE RISORSE E I VISSUTI EMOTIVI DEGLI OPERATORI NELLA GESTIONE DEGLI INTERVENTI m.t.pedrocco biancardi, Genova,

PARLEREMO DI….. Premessa. Diversi interventi per diversi contesti 1. Oggetto e percorso dellintervento Le caratteristiche della violenza familiare Intervenire sulle relazioni familiari violente La cornice di riferimento degli interventi Le tappe da percorrere in ogni intervento

PARLEREMO DI…. 2. Le risorse a disposizione delloperatore La formazione Lapproccio integrato Léquipe 3. Il ruolo dellemotività Vissuti emotivi come rischio Vissuti emotivi come risorsa I passaggi più delicati e i relativi rischi

PREMESSA: DIVERSI INTERVENTI PER DIVERSI CONTESTI Non tutti devono fare tutto Determinante il contesto in cui emerge la violenza Pure il livello di intervento fa la differenza A ciascuna professione un compito specifico Le specifiche risorse… Le specifiche emozioni… E la specifica responsabilità Ma alcune risorse sono fondamentali per tutti.

1. LE CARATTERISTICHE DELLA VIOLENZA INTRAFAMILIARE E una patologia relazionale a eziologia multifattoriale Consiste nel risolvere con laggressività i conflitti E sommersa, coperta e facilmente negata Pericolosa e dannosa non solo per la vittima Può diventare stile di vita, quindi pervasiva E contagiosa Crea assuefazione Non regredisce spontaneamente E dannosa per i figli

INTERVENIRE SULLA VIOLENZA FAMILIARE Inquieta, perché percepito come intrusivo Suscita emozioni, che esigono elaborazione E attività complessa e complicata Può richiamare vissuti personali dolorosi Può esporre a critiche, squalifiche, minacce Ma anche alla tentazione di negarla Richiede collaborazione tra professionalità E un compito irrinunciabile e non delegabile.

LA CORNICE DI RIFERIMENTO E la risorsa fondamentale delloperatore Traccia i confini e le traiettorie dellattività di tutela E una cornice ampia, che va dalla prevenzione alla terapia e include il nucleo familiare Ma al centro della cornice deve esserci il bambino Il focus è sul danno e sulla riparazione Al fine di ripristinare relazioni familiari sane, in grado di rispettare e favorire lo sviluppo del bambino.

LE TAPPE OBBLIGATE E fondamentale rispettarne la sequenza Rilevare: notare, vedere, capire, ascoltare Valutare: lentità del rischio, del danno Proteggere: dal pericolo Segnalare, se non cè collaborazione Denunciare, quando se ne vedono le condizioni Progettare: un percorso di recupero Ad ogni tappa emerge il rischio di non vedere, negare, minimizzare, sottovalutare, improvvisare….litigare?

2. LE RISORSE DI BASE Lefficacia dellintervento di protezione e tutela dei bambini vittime di violenza intrafamiliare è strettamente correlata alla disponibilità di alcune precondizioni organizzative e strutturali, e da ulteriori condizioni da crearsi in corso dopera. Tali precondizioni e condizioni non sono soltanto garanzia per la miglior conduzione del caso, ma anche di sicurezza per loperatore.

RISORSA DI BASE: FORMAZIONE Intervenire sulla violenza familiare chiede conoscenze e competenze continuamente aggiornate sul piano degli strumenti osservativi e valutativi Lacquisizione di tecniche di dialogo adeguate alle varie età dei bambini/adolescenti La capacità di tenere relazioni con sistemi relazionali in conflitto e violenti La disponibilità a restare sul caso senza fughe nella negazione o nella conservazione del dubbio Formazione a confrontare e integrare gli approcci, i punti di vista, a costruire orientamenti comuni, evitando che i conflitti tra operatori blocchino il pensiero, il dialogo, loperatività.

RISORSA DI BASE: LAPPROCCIO INTEGRATO La multifattorialità della violenza familiare impone interventi multiprofessionali La formazione specifica per ogni professione deve comprendere anche la capacità di integrare i saperi Quindi impegno nel lavoro in équipe, che può far emergere differenze faticose da comporre, ma garantisce la qualità e lefficacia del progetto di intervento e la trasmissione e diffusione di buone prassi.

LE RISORSE STRUTTURALI: LEQUIPE E LA RETE La rete si può costruire solo attraverso continui contatti e confronti non solo tra operatori (équipe) ma tra responsabili dei numerosi servizi coinvolti a vario titolo sul problema La rete deve essere non solo interprofessionale e interservizi, ma anche interistituzionale Questo richiede unorganizzazione costruita e condivisa attraverso tavoli di confronto, per creare pensieri e linguaggi comuni che possano favorire intese sulle procedure e sugli obiettivi.

LE RISORSE A DISPOSIZIONE IN CORSO DOPERA Scuola, insegnanti, pediatri, volontari Colleghi con cui lavorare: léquipe Servizi e istituzioni che collaborano: la rete La famiglia, per capire La famiglia, per evidenziare il sostegno La famiglia, per ottenere il consenso La rete parentale come eventuale risorsa LA.G. e il Tribunale per i Minorenni, quando non è possibile ottenere consenso e collaborazione dalla famiglia violenta.

3. IL RUOLO DELLEMOTIVITA Consente di entrare in sintonia Apre possibilità di comprensione empatica Sostiene il quadro motivazionale Moltiplica le possibilità di ipotizzazione Aiuta nella gestione dei colloqui Suggerisce creatività Deve essere gestita con intelligenza, per non prevalere e indurre a negazioni o a interventi impropri.

VISSUTI EMOTIVI COME RISCHIO Se non sono riconosciuti e legittimati Se manca un luogo in cui esprimerli Se inducono a prendere le parti Se diventano pervasivi e ottundono la lucidità di osservazione Se inducono alla negazione di quanto osservato Se bloccano la collaborazione tra colleghi e condannano alla solitudine Se lasciano senza controllo ladultocentrismo.

VISSUTI EMOTIVI COME RISORSA Consentono accoglienza anche analogica Aprono alla possibilità di comprensione empatica Suggeriscono strategie comunicative efficaci per guadagnare consenso Sono la base su cui costruire alleanze, sia con lutenza che con i colleghi Allontanano il rischio del giudizio Consentono di far percepire allutente sostegno e protezione anche in contesto coatto.

I PASSAGGI PIU DELICATI E RELATIVE ESIGENZE Nellintervento alcune fasi richiedono particolari attenzioni La resistenza alla rivelazione rischia di diventare negazione La segnalazione rischia di essere procrastinata da conflitti tra operatori Lintervento esige capacità di riconoscere e orientare i conflitti e il dolore dellutenza La progettazione impone viva collaborazione tra operatori

CONCLUSIONE Loperatore che si occupa di disagio infantile e familiare dispone di risorse che spesso non conosce, non utilizza o sottovaluta Operare nel disagio non suscita solo vissuti emotivi negativi, comunque legittimi: lemotività può rivelarsi anche una risorsa E necessario impegnarsi per ottenere le risorse di base, strutturali e in corso dopera, ma soprattutto quella costituita dalla possibilità di integrare i saperi professionali e le esperienze.