Giovanni Reggimenti Simoni Moreno Riccardo Corbini Henri Avancini Scuola di Alpinismo e Scialpinismo C.A.I. LUCCA nata dalla fusione tra le scuole “Focolaccia” e “Roccandagia” 9° CORSO D’INTRODUZIONE ALLO SCI ALPINISMO Neve e Valanghe Giovanni Reggimenti Simoni Moreno Riccardo Corbini Henri Avancini
Lezione Condizione Climatiche Neve Valanghe Stabilita Incidenti ARVA e Autosoccorso Organizzazione prima uscita: Abetone ©Henri Avancini
Condizione Climatiche Neve Lezione Condizione Climatiche Neve Valanghe Stabilita Incidenti ARVA e Autosoccorso Organizzazione prima uscita: Abetone ©Henri Avancini
Condizione climatiche e Neve La formazione della neve ©Henri Avancini Cap.6
Condizione climatiche e Neve Classificazione neve ©Henri Avancini
Condizione climatiche e Neve Fattori che influenzano la superficie del manto nevoso Pressione Temperatura Vento Sole e nuvole, pioggia, nebbia, flusso geotermico ©Henri Avancini
Condizione climatiche e Neve Le superfici del manto nevoso Neve fresca Neve Compattata dal vento Crosta da rigelo Neve primaverile Erosioni da superficie Neve pallottolare Brina di superficie Brina opaca ©Henri Avancini
Condizione climatiche e Neve Evoluzione del manto nevoso Trasformazioni della neve al suolo ©Henri Avancini
Condizione climatiche e Neve Proprietà della neve Isolamento acustico e termico Propagazione di onde elettromagnetiche Riflessione di raggi solari visibili e di raggi infrarossi Densità Coesione Resistenza Plasticità ©Henri Avancini
Lezione Valanghe Condizione Climatiche Neve Stabilita Incidenti ARVA e Autosoccorso Organizzazione prima uscita: Abetone ©Henri Avancini
Sono masse di neve in movimento lungo un pendio V A L A N G H E Sono masse di neve in movimento lungo un pendio Cap.7
Le valanghe possono essere classificate secondo diversi caratteri ©Henri Avancini
Le valanghe a debole coesione il movimento di poche particelle di neve incoerente si propaga alle masse circostanti durante la caduta. caratteristica forma triangolare, “a pera”. solo con neve poco compatta, raccogliendola con la pala si forma in cono. possono essere di neve asciutta o di neve umida. ©Henri Avancini
Valanghe a lastroni distacco improvviso di un intero lastrone di neve coerente esistono tre condizioni imprescindibili: strato superiore con coesione (test della pala) tale da trasmettere sollecitazioni a distanza; scarso legame con lo strato sottostante (anche fondo) pendenza sufficiente (normalmente tra 30° e 50°) distacco quasi sempre provocato rottura in blocchi con fortissime accellerazioni se la neve è particolarmente soffice diviene valanga nubiforme possono essere pericolosi anche su pendii piccoli (10m*10m*50cm = 15t). ©Henri Avancini
Valanghe a lastroni ©Henri Avancini
Valanghe a lastroni ©Henri Avancini
le valanghe di neve bagnata presenza di acqua allo stato liquido (T>0°) distacco tanto puntiforme (debole coesione) che a lastroni (con coesione)ù solo a seguito di rialzi termici di più giorni (tipicamente primaverili) bassa velocità, ma molto dense ©Henri Avancini
le valanghe di neve asciutta normalmente su pendii molto ripidi origine da lastroni, ma anche da scaricamenti formazione aereosol neve/aria a bassissima densità (15kg/m3), ma altissima velocità (fino a 300 km/h) caratterizzate dal “soffio”: un’onda di pressione che precede il fronte (che può essere anche qualche decina di metri) possono essere molto distruttive ©Henri Avancini
Quando cadono le valanghe? sui pendii agiscono “forze attive” che tendono a far scendere la neve verso valle e “resistenze” e “attriti” che tendono a mantenerla sul posto quando si equivalgono il pendio si trova in “equilibrio limite” ©Henri Avancini
Aumento dello Forze Attive da nuovi apporti di neve da nuove nevicate accumuli da vento da apporto di acqua pioggia fusione da sovraccarico naturale causato dall’uomo ©Henri Avancini
Riduzione delle Resistenze importante aumento della Temperatura presenza di strati critici croste da fusione e rigelo brina di fondo brina di superficie ricoperta neve pallottolare grani sfaccettati ©Henri Avancini
I Lastroni in particolare le 3 condizioni necessarie: pendii più ripidi di 30° se neve asciutta, 25° se bagnata strato superficiale con coesione (la neve trasportata dal vento ha sempre coesione) deve esistere uno piano di scorrimento (strato critico) e pochissimo legame tra questo e lo strato con coesione soprastante Brina di fondo, brina di superficie ricoperta e cristalli sfaccettati si dicono “strati deboli permanenti”perché durano per molto tempo e sono la causa di circa il 60% degli incidenti da valanga ©Henri Avancini
L’azione del Vento sulla neve Sollevamento Trasporto Accumulo Anche con precipitazioni modeste il pericolo aumenta molto se l’azione del vento è forte Il vento lavora molto sui cristalli di neve, riducendone le dimensioni: il lastrone da vento, tipicamente ha una elevata coesione interna e molto scarsa con gli altri strati specie se si deposita su uno strato critico ©Henri Avancini
L’azione del Vento sulla neve zone di erosione: localizzate in crinali e convessità superficie irregolare con scanalature e crestine spessore copertura molto ridotto, certe colte assente zone di accumulo: in corrispondenza delle concavità, ma anche ai piedi di pendii ripidi e adiacenti ad ostacoli naturali sui versanti aperti (anche sopravento) superficie uniforme, priva di asperità spessore spesso considerevole Il vento al suolo è molto influenzato dalla micromorfologia del terreno ©Henri Avancini
L’azione del Vento sulla neve Sempre per azione del vento, sulle creste e ai lati delle gole si formano le cornici: depositi di neve (spesso instabile) che sporgono sul versante sottovento ©Henri Avancini
La Pioggia può provocare un forte apporto di acqua allo stato liquido, che comporta aumento del peso del manto nevoso, quindi instabilità In particolare se l’acqua trova strati “impermeabili” (come una crosta da fusione e rigelo) si ha un effetto “lubrificazione” che diminuisce la resistenza tra i due streti. La superficie della neve su cui è piovuto, si presenta “a buccia d’arancia”. ©Henri Avancini
I Sovraccarichi naturali cornici, sassi o seracchi, ma anche.. scaricamenti di neve a debole coesione possono innescare valanghe più pericolose da parte dell’uomo possono essere molto variabili in funzione del tipo di attività e, ovviamente del numero delle persone. Prendendo a riferimento uno scialpinista in salita: un alpinista sovraccarica 3 X una discesa lenta e controllata 4X caduta o discesa “energica” 8X ©Henri Avancini
La Temperatura riscaldamento generalizzato → tutti i versanti, caratteristico della stagione più avanzata, ma anche di circolazioni di venti caldi riscaldamento da irraggiamento → dipendente dall’esposizione. riscaldamento brusco e intenso→ aumento pericolo a breve termine. riscaldamento lento e meno intenso→ azione di assestamento ©Henri Avancini
La Temperatura la neve è un pessimo conduttore termico, quindi per interessare gli strati più profondi è necessario che l’aumento di temperatura duri per alcuni giorni. Il freddo conserva il pericolo, mantenendo inalterate le tensioni (ma un raffreddamento consolida molto la neve umida) lubrificazione, quando l’acqua supera l’8% e percolando incontra strati duri impermeabili (croste) ©Henri Avancini
La Temperatura in pieno inverno giorni più caldi possono favorire l’assestamento, particolarmente sui versanti meridionali, mentre su quelli settentrionali (e NW) possono permanere strati critici e proseguire anche la loro formazione in primavera normalmente il manto si presenta assestato da numerosi cicli di fusione e rigelo. In questa stagione il pericolo dipende piuttosto dal forte riscaldamento da irraggiamento che può interessare le varie esposizioni nel corso della giornata, specie a ridosso delle rocce anche la quota influisce sulla temperatura: 0.6° ogni 100m di quota. ©Henri Avancini
La Morfologia del Terreno marcate discontinuità → aumento stabilità, offrendo ancoraggi fondi uniformi, erba o rocce lisce → favorito il distacco di valanghe di fondo creste e dossi → più sicuri perché non vi si accumula neve trasportata da vento. impluvi e conche → più pericolosi per accumuli N.B. gli ostacoli naturali influiscono solo finché affiorano ©Henri Avancini
La Morfologia del Terreno Il Bosco in generale aumenta la sicurezza, rompendo la continuità del pendio, meno probabile la formazione della brina (isolamento termico) e la neve che cade dalle fronde facilita l’assestamento Diversamente arbusti come i rododendri o i pini mughi favoriscono la formazione di uno strato di aria che aumenta la probabilità di formazione di brina di fondo ©Henri Avancini
I bollettini valanghe Il bollettino nivometeorologico (bollettino valanghe) fornisce informazioni sull’innevamento e sul grado di assestamento; indicando il pericolo in base alla scala europea del pericolo valanghe. Vengono riportate previsioni sulle evoluzioni del manto, ovvero una previsione del pericolo. AINEVA sull’arco alpino www.aineva.it METEOMONT sull’Appennino www.meteomont.org ©Henri Avancini
Lezione Stabilita Incidenti Condizione Climatiche Neve Valanghe ARVA e Autosoccorso Organizzazione prima uscita: Abetone ©Henri Avancini
Preparazione della gita SA Fase 1: a livello regionale (a casa) Le condizione Meteo-nivo Il terreno Partecipanti ed equipaggiamenti Fase 2: a livello locale (sul luogo) Equipaggiamenti e comportamenti Fase 3: sul singolo pendio Condizioni meteo-nivo Comportamento dei partecipanti ©Henri Avancini
Stabilita del manto nevoso Pendenza (inclinazione con il bastoncino) Coesione (Test della pala) Stabilita (Test del bastoncino/sonda) ©Henri Avancini
Misura dell’inclinazione di un pendio Valutazione sulla Cartina topografica (F1) Valutazione sul terreno (F2-3) ©Henri Avancini Cap.8
Stabilita del manto nevoso Test della pala per determinare la coesione della neve Test del bastoncino/sonda per avere indicazioni sulla stabilita del pendio ©Henri Avancini
Stabilita del manto nevoso Profilo stratigrafico e test della mano Evidenziare strati di neve e durezza Valutare I potenziali piani di slittamento Individuare forma e dimensione dei grani Misurare l’andamento della temperatura Valutare il contenuto in acqua ©Henri Avancini
Stabilita del manto nevoso Test del blocco di slittamento Miglior sistema per valutare sul luogo la resistenza al taglio ©Henri Avancini
Stabilita del manto nevoso Pendenza (inclinazione con il bastoncino) Coesione (Test della pala) Stabilita (Test del bastoncino/sonda) ©Henri Avancini
Incidenti da valanghe e probabilità di sopravivenza Vittime da valanga sulle Alpi (sci fuori pista) Analisi della situazione Italiana ©Henri Avancini Cap.9
Incidenti da valanghe e probabilità di sopravivenza Percentuale vittime Italia Travolti ogni incidente ©Henri Avancini
Incidenti da valanghe e probabilità di sopravivenza Ritrovamento dei travolti Ritrovamento dei sepolti ©Henri Avancini
Incidenti da valanghe e probabilità di sopravivenza Ritrovamento dei sepolti Incidenti e grado di pericolo ©Henri Avancini
Lezione ARVA e Autosoccorso Condizione Climatiche Neve Valanghe Stabilita Incidenti ARVA e Autosoccorso Organizzazione prima uscita: Abetone ©Henri Avancini
Apparecchi di Ricerca in Valanga Analogici Digitali ARVA Apparecchi di Ricerca in Valanga Analogici Digitali Analogico - digitali ©Henri Avancini Cap.10, 13
Funzionamento dell’ARVA ©Henri Avancini
ARVA Metodi di ricerca … ©Henri Avancini
Fasi operative e strategie di ricerca Autosoccorso Fase organizzativa Ordine -> esecuzione -> rapporto Fasi operative e strategie di ricerca Ricerca vista-udito Ricerca con ARVA e aree primarie Sondaggio (sepolti senza ARVA) Richiesta di soccorso organizzato ©Henri Avancini
Organizzazione prima uscita: Abetone Lezione Condizione Climatiche Neve Valanghe Stabilita Incidenti ARVA e Autosoccorso Organizzazione prima uscita: Abetone ©Henri Avancini
Organizzazione prima uscita: Abetone Materiale Ritrovo Attività: Sabato Domenica ©Henri Avancini