Maurizio Ambrosini Politiche migratorie. Prima serie di slides.

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Transcript della presentazione:

Maurizio Ambrosini Politiche migratorie. Prima serie di slides

Due principali aree di studio delle politiche migratorie Le politiche dell’immigrazione (regolamentazione degli ingressi, status degli immigrati residenti, contrasto e gestione dell’immigrazione irregolare) Le politiche per gli immigrati (misure di integrazione, tempi e procedure di naturalizzazione, riconoscimento e gestione delle diversità culturali)

Alcune questioni di fondo Il rapporto tra immigrazione, cittadinanza, autorappresentazione della nazione L’accresciuta importanza del tema nell’agenda politica Il rapporto tra retoriche e pratiche, tra politiche dichiarate e politiche in uso La governance dell’immigrazione come tema sempre più complesso, in cui gli Stati devono fare i conti con istanze sovranazionali, apparati burocratici, potere giudiziario, governi locali, attori delle società civili, paesi di origine, reti e associazioni dei migranti

Quattro fasi delle politiche di regolazione in Europa (Hammar) Grandi migrazioni transoceaniche (1830-1914) Regolazione e restrizione (1914-1945) Regolazione liberale (1945-1974) Severa regolamentazione

La questione della regolazione politica delle migrazioni Nessuno Stato nazionale, per quanto democratico, ha mai rinunciato a regolamentare gli ingressi e ad espellere cittadini stranieri ritenuti indesiderati Il problema è trovare un equilibrio tra istanze di difesa delle frontiere, interessi economici che promuovono l’apertura, obblighi internazionali di protezione dei rifugiati Già oggi l’Unione europea (Schengen) ha eliminato le frontiere interne e statuito dei diritti a favore dei cittadini comunitari all’estero

Perché l’immigrazione inquieta e si cerca di frenarla ? L’immigrazione scompagina un’organizzazione sociale basata sugli Stati nazionali e sull’omogeneità della popolazione che vive sul territorio Oggi diventa il simbolo di un mondo esterno minaccioso, incombente, incontrollabile Suscita un allarme antico: l’invasione predatoria di stranieri, ai danni di comunità sedentarie. L’immigrato deve sempre dimostrare di “meritare” di vivere qui: la sua devianza fa più rumore L’immigrazione associa povertà e diversità visibile: noi cerchiamo di starne lontani (caso dei quartieri) Gli immigrati vengono visti come una minaccia per l’ordine simbolico e culturale (caso dei minareti in Svizzera)

L’immigrazione irregolare A maggior ragione, l’immigrazione irregolare è un’incessante e contrastata ridefinizione delle frontiere È il simbolo più forte di uno sconvolgimento dell’ordine sociale, a causa della trasgressione dei confini nazionali e della sfida ai concetti di sovranità e di controllo del territorio Mentre l’economia si globalizza, la politica tende a rinazionalizzarsi

Lo studio della regolazione Ipotesi della convergenza (strumenti, risultati, politiche di integrazione, reazioni) Ipotesi del divario (tra obiettivi e risultati)

Due prospettive per lo studio delle politiche di regolazione 1) le politiche di controllo come mediazione tra forze di mercato e logiche politiche 2) studio delle differenze tra paesi (Sciortino)

Modelli interpretativi (Meyers, 2000) 1) marxista e neomarxista 2) identità nazionale 3) centrato sulla società 4) istituzionale 5) realistico 6) liberale e neo-liberale

Tipologia dei controlli (Brochmann,1998) Controlli esterni Controlli interni Controlli espliciti Controlli esterni espliciti (es., visto) Controlli interni espliciti (es., polizia) Controlli impliciti Controlli esterni impliciti (es., ridefinizione rifugiati) Controlli interni impliciti (esclusione sociale)

Una regolazione instabile Primato esplicativo delle società riceventi: attuale orientamento prevalente verso la chiusura Priorità della repressione dell’immigrazione irregolare: enfasi sui controlli esterni, ma inasprimento anche dei controlli interni La Fortezza Europa e i suoi limiti strutturali: gli Stati possono controllare solo una parte delle migrazioni internazionali e un numero limitato di variabili

La “narrazione” di Lampedusa Identificazione tra immigrati in condizione irregolare e clandestini Identicazione tra sbarcati e clandestini Una narrazione rilanciata dagli arrivi seguiti alle crisi di regime in Nord Africa Per contro la maggior parte degli immigrati irregolari entrano regolarmente, soprattutto con visti turistici La “vittimizzazione” come contro-strategia

Perché è difficile controllare l’immigrazione Le limitazioni confliggono con altri interessi: domanda di lavoro, turismo, scambi economici, rapporti diplomatici, scambi culturali…. Confluenza di mercati e diritti (Cornelius e Al.) Tutti i paesi europei ammettono qualche forma di immigrazione per lavoro: enfasi sugli skilled migrants e sulle migrazioni circolari

La repressione dell’immigrazione irregolare Distinzione tra irregolari e clandestini: nella pratica, conta di più la facilità di identificazione e rimpatrio Ruolo degli accordi di riammissione Problema dei costi e della complessità organizzativa del trattenimento e rimpatrio Problema del “liberalismo incorporato” nelle nostre norme giuridiche: per essere più efficienti, dovremmo essere meno liberali

Le cause dell’immigrazione irregolare Perché entrano immigrati irregolari: 1) convenienza economica (mercato de lavoro e altri interessi: turismo, fiere, ecc.) 2) attivismo delle reti migratorie 3) liberalismo incorporato (diritti umani) 4) costi economici della repressione (meno di 2000 posti nei CIE in tutta Italia) 5) produzione istituzionale dell’illegalità (norme che producono nei fatti soggiornanti irregolari)

La difficile repressione e le sue conseguenze Azione della lobby pro-immigrati: richiesta di sanatorie, offerta di servizi, contrasto verso le politiche repressive Repressione casuale e crudele (18 mesi di trattenimento nei CIE per i pochi fermati) Passaggio attraverso il soggiorno irregolare come percorso “normale” Appannamento della distinzione regolari/ irregolari

Regolarizzazioni in Europa Tra il 19996 e il 2008 22 Stati su 27 dell’UE hanno attuato qualche misura di regolarizzazione di immigrati non autorizzati al soggiorno Si stima prudenzialmente che tra 5 e 6 milioni di immigrati siano diventati regolari Metà delle regolarizzazioni sono avvenute in tre paesi: Italia, Spagna e Grecia L’allargamento dell’UE verso Est è stato fra l’altro un’altra silenziosa operazione di sanatoria

Caratteri delle sanatorie italiane Carattere collettivo e di massa Ricorrenza periodica e ravvicinata: 7 sanatorie in 25 anni Grandi dimensioni raggiunte Elevati livelli di discrezionalità

Visioni degli immigrati irregolari Malfattori Vittime Eroi Attori sociali

Una spiegazione dell’immigrazione irregolare: Lo sviluppo del “welfare invisibile” Persistente centralità delle famiglie come agenzie di organizzazione dell’accudimento e delle cure verso le persone fragili: specialmente nell’Europa mediterranea, ma non solo Prolungamento della vita, aumento degli anziani bisognosi di assistenza e partecipazione delle donne al lavoro extradomestico hanno richiesto una ridefinizione organizzativa Risorse pubbliche sotto forma di indennità di accompagnamento, senza controlli e senza vincoli d’uso La stratificazione internazionale dell’accudimento

L’organizzazione delle cure domestiche Ricorso a lavoro retribuito, sempre più fornito da lavoratrici immigrate, come supporto alle famiglie: triangolazione della gestione delle cure; trasformazione della colf in assistente familiare (detta comunemente badante); trasformazione del care-giver familiare in care manager 800.000 lavoratori/trici registrati presso l’INPS; stime di 1,6 milioni: in ogni caso, più dei dipendenti del SSN

La risorsa dell’immigrazione irregolare Il lavoro di cura richiesto dalle famiglie, soprattutto nel caso degli anziani, è fornito largamente da immigrati in condizione irregolare, come mostrano i dati delle sanatorie È un caso di irregolarità ampiamente tollerata e persino non riconosciuta come tale Protezione e sfruttamento Le immigrate, nell’ambito delle famiglie italiane, risolvono diversi problemi: alloggio, lavoro, vitto, risparmio, protezione dai controlli delle autorità

Che succede all’estero? Molta reticenza e carenza di dati In Austria: 2007, sanatoria per i care workers e sistema semi-ufficiale di importazione In Germania: “segreto manifesto” della soceità tedesca: sistemi di alternanza e pendolarismo (due lavoratrici si alternano sullo stesso posto di lavoro) In Svezia, “chi pulisce il Welfare State”? A Singapore: più della metà degli anziani è assistita prevalentemente da un care worker immigrato

La rivendicazione di utilità sociale Le dieci risorse degli immigrati/e irregolari occupati nell’assistenza domiciliare agli anziani Le reti etniche Il lavoro La rivendicazione di utilità sociale L’accesso ad (alcuni) servizi pubblici Il sostegno delle organizzazioni solidaristiche Le carenze del sistema repressivo e l’aspettativa di potersi regolarizzare

La “familiarizzazione” Le dieci risorse degli immigrati/e irregolari occupati nell’assistenza domiciliare agli anziani La “familiarizzazione” L’instaurazione di relazioni sentimentali e unioni miste La consapevolezza dell’importanza del proprio lavoro e delle rimesse per i familiari in patria L’aiuto dei familiari e le “rimesse inverse”

Immigrazione irregolare e welfare invisibile. Conclusioni La condizione irregolare come fase transitoria: primo stadio di un percorso di integrazione Oltre gli stereotipi criminalizzanti o vittimistici Sul versante delle società riceventi: la tensione tra familismo e difesa dei confini La dimensione transnazionale: famiglie separate dalle migrazioni e flussi di rimesse in entrambe le direzioni La “stratificazione dell’accudimento” e la sfida dei ricongiungimenti

Le politiche per gli immigrati. Tre modelli di inclusione Modello temporaneo (Germania) Modello assimilativo (USA, Francia) Modello pluralistico o multiculturale (Canada, Australia, Olanda, Svezia) Caso italiano: modello “implicito” di inclusione

Modello temporaneo Immigrati come “lavoratori ospiti” Soggiorno limitato nel tempo e (prevista) rotazione degli immigrati Impossibile accesso alla cittadinanza Chiusura verso i ricongiungimenti familiari

Modello assimilativo Immigrazione come popolamento Idea di superiorità della propria cultura politica nazionale Ambizione di trasformare il più rapidamente possibile gli immigrati in cittadini simili agli autoctoni Relativa rapidità della naturalizzazione Chiusura verso le peculiarità culturali e identitarie degli immigrati

Modello pluralistico o multiculturale Riconoscimento degli immigrati come collettività, portatrici legittime di identità culturali e religiose da rispettare Sostegno all’associazionismo immigrato Sostegno alle espressioni culturali delle minoranze (estetica del multiculturalismo) Alcune esperienze di azioni positive (quote) Nella pratica, poche realizzazioni incisive

La perdita di significato dei modelli nazionali Legislazioni stratificate e farraginose, volte a rispondere di volta in volta a problemi specifici Negli ultimi anni: tendenze restrittive ed enfasi sul controllo delle frontiere: neo-assimilazionismo Influenza sull’integrazione di altre politiche e di altri fattori (per es., mercato, società civile) “Vincolo liberale” e ruolo delle Corti di giustizia Diritti dei lungoresidenti e seconde generazioni vedono una convergenza attraverso i modelli nazionali Le politiche locali spesso si discostano dai modelli nazionali Di fatto iniziative “assimilative” e “multiculturali” non si oppongono: il discrimine è piuttosto integrazione/ esclusione

Cittadinanza e diritti Walzer: tre concezioni: famiglia, club, quartiere Jus sanguinis, connubii, soli, domicilii Relativa convergenza delle legislazioni: influenza dei valori democratici, stabilizzazione dei confini, esperienza di società di immigrazione (P.Weil). Tesi contestata in anni più recenti: molti cambiamenti normativi legati ai cambi di maggioranza. Tema sempre più politicizzato Cambiamenti in senso restrittivo dopo il 2001: critica dei modelli multiculturali, enfasi neo-assimilazionista. Importanza della lingua

Immigrazione e cittadinanza Inversione della sequenza marshalliana dei diritti (civili, politici, sociali): importanza del diritto di voto Critiche a Marshall: società nazionali chiuse, senza immigrati Concetto di denizen: statuto intermedio tra straniero e cittadino a pieno titolo

Significati della cittadinanza (Zincone) Appartenenza a uno Stato Emancipazione Dotazione comune (benefici) Standardizzazione (uguaglianza) Nota: la tipologia sembra trascurare la dimensione simbolica dell’identificazione

Dimensione locale delle politiche Quattro ambiti (Alexander): giuridico-politico: consulte, associazionismo… socio-economico: orientamento, formazione… culturale-religioso: luoghi di culto, festival... spaziale: politiche abitative Non sovrapposizione tra modelli nazionali e approcci locali: spesso questi devono compensare i primi

Dimensioni delle politiche locali (Zucchetti) Due aspetti comuni: ottica emergenziale e preoccupazione di visibilità settoriale/globale assistenziale/promozionale Informalità/ strutturazione frammentate/ in rete delega/ concorrenzialità con Terzo settore

L’importanza dello schema cognitivo La dimensione cognitiva: il problem setting e la definizione di immigrato: potenziale deviante: politiche securitarie povero: politiche assistenziali risorsa produttiva: politiche dell’impiego futuro cittadino: politiche di inclusione/ emancipazione

Politiche locali per l’integrazione degli immigrati (F.Campomori) Differenziazione territoriale: localismo dei diritti La dimensione cognitiva: il problem setting e la definizione di immigrato La dimensione organizzativa: il ruolo degli esperti e la funzione di mediazione La dimensione politica: le relazioni con la società civile La differenza tra politiche dichiarate e politiche in uso Il ruolo degli operatori: interpretazione, mediazione, attivazione

Un’integrazione dal basso: azione solidale e advocacy coalition Molte iniziative di accoglienza e integrazione degli immigrati sono scaturite dall’iniziativa della società civile: volontariato, sindacati, chiese… Circuiti informali di integrazione tra operatori pubblici sensibili e attori della solidarietà organizzata Il caso dell’ammissione a scuola dei minori senza permesso di soggiorno Forza di pressione, soprattutto in occasione delle sanatorie: la “forte lobby dei soggetti deboli”

Società civili e politiche migratorie Le contraddizioni delle politiche restrittive ampliano gli spazi di azione degli attori delle società civili. Diverse forme di intervento: Promozione di network Protesta e azione di lobby, campagne di opinione Produzione di servizi Promozione dell’accesso ai diritti (tutela legale)

Iniziative solidaristiche Quattro tipi di associazionismo: Caritativo Rivendicativo Imprenditivo Promosso da immigrati

Tendenze innovative nelle attività caritative tradizionali Ampliamento del pacchetto di servizi Processi di specializzazione, concentrazione e professionalizzazione Riposizionamento e differenziazione Attivazione e responsabilizzazione dei destinatari