Procura della Repubblica di Milano Proc. Pen /05 R. G. N. R

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Procura della Repubblica di Milano Proc. Pen. 10838/05 R. G. N. R Procura della Repubblica di Milano Proc. Pen. 10838/05 R.G.N.R. - MOD. 21

Nasr Osama Mostafa Hassan alias Abu Omar al Masri Nato il 18.3.1963 ad Alessandria (Egitto). Militante della organizzazione estremistica egiziana Jama’a al Islamiya. Nel 1998 giunge in Italia ottenendo poi, ufficialmente, lo status di rifugiato politico. Dal 23.7.2000 si trasferisce a Milano dove risiede in via Conte Verde n.18 appartamento nella disponibilità dell’ICI e già in uso all’estremista egiziano Es Sayed Abdelkader Mahmoud, morto in Afghanistan sotto i bombardamenti americani. Ha ricoperto l’incarico di Imam nella moschea milanese di via Quaranta 54 a Milano. E’ attualmente destinatario di O.C.C. disposta dall’A.G. di Milano per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale ed altri connessi.

Il sequestro di Abu Omar 17.2.2003: Abu Omar scompare intorno alle ore 12.00 in via Guerzoni a Milano, durante il tragitto che quotidianamente compie dalla sua abitazione fino alla moschea di Viale Jenner. 20.02.2003: GHALI Nabila, moglie di NASR Osama, presenta denuncia di scomparsa del marito avvenuta in data 17.02.2003. 26.02.2003: viene acquisita la testimonianza di una donna egiziana che riferisce di aver assistito, in data 17.02.2003 verso le ore 12.00 in v. Guerzoni, al sequestro di NASR Osama da parte alcuni uomini dall’aspetto occidentale. In particolare precisa che uno di questi, durante quegli attimi, era intento a parlare al telefono cellulare e che gli stessi si erano allontanati a bordo di un furgone di colore chiaro. 03.03.2003: le Autorità U.S.A. emettono un dispaccio, trasmesso alla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione (D.C.P.P.), in cui affermano che Abu Omar si troverebbe nei Balcani. 20.04.2004: intercettazione di una telefonata tra NASR Osama e sua moglie GHALI Nabila durante la quale l’uomo, localizzato ad Alessandria d’Egitto, racconta di essere stato liberato dalle Autorità egiziane il giorno prima. 07.05.2004: intercettazione di una telefonata tra NASR Osama ed un cittadino egiziano in Italia al quale spiega le circostanze del sequestro.

Cartina con ubicazione “celle radiobase”

Acquisizione traffico delle “celle radiobase” E’ stato acquisito il traffico telefonico delle utenze che, tra le ore 11.00 e le 13.00 del 17.02.2003, hanno utilizzato come CHIAMANTI oppure come CHIAMATE le “celle radiobase” ubicate nei dintorni di via Guerzoni. Dal traffico telefonico sono emerse 10718 utenze telefoniche. Per diminuire il numero di telefoni su cui concentrare le indagini inizialmente sono state scelte solo le telefonate durante le quali sia il CHIAMANTE che il CHIAMATO erano presenti nella zona coperta dalle “celle radiobase” prese in esame, secondo il seguente schema (con questo metodo il numero delle utenze su cui cominciare l’analisi sono state ridotte a meno di 300): CHIAMANTE che impegna le “celle” esaminate CHIAMATO Telefonata scartata SI NO

Analisi del traffico delle “celle radiobase” Un gruppo di 17 telefoni, per le loro modalità di utilizzo, è risultato sospetto. Infatti tutte le utenze, sebbene occupanti la stessa “cella” e quindi situate a poca distanza l’una dall’altra, hanno effettuato numerose chiamate tra loro, quasi tutte di brevissima durata, intensificandosi tra le ore 12:15:46 e le 12:42:55, lasso di tempo coincidente con il rapimento di Abu Omar.

Analisi del traffico delle “celle radiobase” Tutte le carte SIM risultano attivate e/o vendute tra il mese di novembre 2002 e gennaio 2003; hanno cessato di funzionare pochi giorni dopo il sequestro Alcune schede oggetto di attenzione sono prive di intestatario, altre intestate a nominativi di persone ignare; in ogni caso, per la quasi totalità di esse non era immediatamente individuabile l’effettivo utilizzatore.

Analisi del traffico delle “celle radiobase” Subito dopo il rapimento gli utilizzatori di quattro utenze (indicate dalle icone più grandi), insieme agli utilizzatori di altri cinque telefoni emersi nel prosieguo delle indagini, hanno percorso il tratto autostradale “Milano- Portogruaro” giungendo verso le ore 16:30 ad Aviano (PN), sede della base USAF (United States Air Force), dopo il transito attraverso il casello autostradale di Portogruaro verso le ore 16:00.

Dati acquisiti che hanno consentito di identificare gli utilizzatori dei telefoni presenti in occasione del sequestro Tabulati telefonici (celle, utenze, IMEI, carte pre-pagate), dal giorno della attivazione delle carte SIM fino alla loro cessazione. Sono state così individuate le presenze dei telefoni nella zona del sequestro anche nelle settimane precedenti l’azione (per finalità, dunque, di sopralluogo) Schede alloggi presso gli alberghi, in cui gli utilizzatori dei telefoni risultavano avere pernottato Movimentazione carte di credito Movimentazione tessere frequent flyer Noleggio veicoli Prenotazioni hotel e biglietti aerei, spesso con comunicazione dei numeri dei telefoni presenti il 17.2.03 sul luogo del sequestro Utilizzo tessere Viapass e Viacard Infrazioni al Codice della Strada Copie fotostatiche dei documenti di identità esibiti negli hotel o per i contratti di attivazione carte telefoniche

Indagini per la individuazione degli aerei usati per trasportare illegalmente in Egitto Abu Omar Sono stati percorsi quattro canali diversi di informazione, indipendenti uno dall’altro, onde ottenere la certezza dell’affidabilità dei risultati. In particolare sono stati acquisiti documenti e dati presso: E.N.A.V. (Ente di controllo del volo civile in Italia competente anche sui voli militari non bellici) Aeroporto di Aviano, italiano ma in uso all’Aviazione Statunitense, presso cui comunque opera un comando dei Carabinieri italiani Aeroporto di Poggio Renatico (FE) della NATO, comandato da un generale italiano Eurocontrol di Bruxelles

Indagini per la individuazione degli aerei usati per trasportare illegalmente in Egitto Abu Omar I dati acquisiti dalle quattro fonti prima indicate sono risultati identici e sovrapponibili e hanno consentito di affermare che Abu Omar, arrivato ad Aviano, fu trasportato in volo fino alla base di Ramstein in Germania con il velivolo Lear jet 35, sigla di volo SPAR92, decollato alle ore 18:20 del 17/02/2003, giorno del sequestro. Successivamente, da Ramstein, Abu Omar fu trasportato in volo fino a Il Cairo con il jet Executive Gulfstream (codice identificativo N85VM) decollato alle ore 20:30 dello stesso giorno 17/02/2003. Il proprietario statunitense dell’aereo ha rilasciato il 21 marzo 2005 un’intervista al Boston Globe affermando che l’aereo era normalmente noleggiato alla C.I.A.. Le circostanze del doppio volo con cui Abu Omar venne condotto in Egitto risultano confermate da intercettazioni telefoniche (in cui è stato registrato il racconto del sequestrato) e testimonianze di persone che ebbero a ricevere confidenze dal sequestrato.

Attuale detenzione di Abu Omar Il sequestrato è attualmente detenuto in Egitto, dopo essere stato rilasciato per un breve periodo tra la fine di aprile ed i primi giorni del maggio 2004. La sua attuale detenzione in Egitto è stata anche recentemente confermata dal Gen. AHMED OMAR, assistente del Ministro dell’Interno egiziano, nel corso di una intervista rilasciata al giornale egiziano “Al Ahram Weekly” (numero del 5/11/2006). In tale intervista si afferma che Abu Omar è detenuto per ragioni di sicurezza e che si sarebbe recato spontaneamente in Egitto. Le autorità egiziane non hanno mai risposto alle ripetute richieste della Procura di Milano di poter interrogare Abu Omar ed acquisire notizie sui tempi e modalità del suo ingresso in Egito, nonché sulle ragioni della sua detenzione

Primo esito delle indagini A conclusione dell’attività d’indagine sono stati emessi dai giudici di Milano tre distinti ordini di custodia cautelare in carcere nei confronti di 22 (numero totale) cittadini statunitensi coinvolti a vario titolo, come organizzatori o esecutori, nel sequestro del cittadino egiziano NASR Osama Mostafa Hassan alias Abu Omar al Masri. In particolare: Il 22.6.05 è stato emesso un provvedimento di cattura contro 13 indagati; Il 20.7.05 è stato emesso un altro provvedimento di cattura contro 6 indagati; Il 27.9.05 è stato emesso il terzo provvedimento di cattura contro altri 3 indagati Tutti costoro sono attualmente latitanti e ricercati in Italia e, a seguito di emissione di mandati di arresto europei, nei paesi membri dell’Unione Europea della cd. “area Schengen” Per le ricerche nel resto del mondo, si rimanda alla penultima slide

Materiale sequestrato nel computer di Lady R. il 23. 6 Materiale sequestrato nel computer di Lady R. il 23.6.05 nella sua casa di Penango (Asti) Prenotazioni volo da Zurigo a Il Cairo (per il 24.2.03) e ritorno (per il 7.3.05): egli è stato a Il Cairo come confermato dalle tracce lasciate dal suo telefono mobile Prenotazioni per pernottamento in hotel a Zurigo prima della partenza con volo per Il Cairo Nr. 3 fotografie di Abu Omar scattate il 14/01/2003 sul luogo ove poi avvenne il sequestro dall’interno di un’autovettura Ricerca tramite il sito internet Expedia del miglior percorso stradale da v. Guerzoni (luogo del sequestro) e la base aerea di Aviano in uso all’Aviazione Americana, dove Abu Omar venne effettivamente portato Lettera inviata via e-mail, nel dicembre 2004, al Lady da tale Susan Czaska, poi risultata componente del personale consolare USA a Milano, in cui la mittente si mostra informata sulle indagini dell’Autorità Giudiziaria di Milano, consapevole dell’allarme lanciato a stare lontani dall’Italia, nonché preoccupata al punto da temere che il Lady si trovasse già in carcere in Italia

Persona indagata n.1 ADLER Monica Courtney

Persona indagata n.2 CHANNING Drew Carlyle

Persona indagata n.3 DUFFIN John Kevin

HARBAUGH Raymond Michael Persona indagata n.4 HARBAUGH Raymond Michael

Persona indagata n.5 HARBISON James Thomas

Persona indagata n.6 HARTY Ben Amar

Persona indagata n.7 JENKINS Anne Linda

Persona indagata n.8 KIRKLAND James Robert

Persona indagata n.9 LOGAN Cynthia Dame

Persone indagate da n. 10 a n. 16 ASHERLEIGH Gregory CARRERA Lorenzo Gabriel CASTALDO Eliana CASTELLANO Victor FALDO Vincent GURLEY John Thomas IBANEZ Brenda Liliana

Persone indagate da n. 17 a n. 22 LADY Robert Seldon (ufficialmente noto alle autorità italiane come responsabile CIA a Milano) MEDERO Betnie PURVIS L. George RUEDA Pilar SOFIN Joseph VASILIOU Michalis

Persone indagate da n. 23 a n. 25 Le seguenti persone sono indagate, ma non sono colpite da provvedimenti di cattura e, dunque, non sono ricercate: Col. Joseph ROMANO, responsabile della sicurezza dell’aeroporto di Aviano al tempo del sequestro : ha ricevuto varie telefonate dai sequestratori in avvicinamento ad Aviano Jeffrey CASTELLI, ufficialmente noto come responsabile della C.I.A. in Italia all’epoca del sequestro, accreditato presso l’Ambasciata USA a Roma Ralph Henry RUSSOMANDO, anch’egli noto ufficialmente come appartenente alla C.I.A.. Accreditato presso l’Ambasciata USA a Roma

Personale diplomatico coinvolto nelle indagini LADY Robert Seldon (Milano, indagato) MEDERO Betnie (Roma, indagata) CASTELLI Jeffrey (Roma, indagato) RUSSOMANDO Ralph Henry (Roma, indagato) DE SOUSA Sabrina (Milano) CZASKA Susan (Milano)

Collegamenti investigativi con Ambasciata USA di Roma CASTELLI Jeffrey è conosciuto dalle Autorità Italiane come responsabile della C.I.A. in Italia fino all’estate 2003 2. MEDERO Betnie, accreditata presso l’Ambasciata romana, è una delle esecutrici del sequestro

Collegamenti investigativi con Ambasciata USA di Roma RUSSOMANDO Ralph Henry, accreditato presso l’Ambasciata romana, ufficialmente conosciuto come esponente della C.I.A. in Italia, consegna alle Autorità Italiane, pochi giorni dopo il sequestro una falsa informazione sulla sorte di Abu Omar che viene indicato come presente nella zona dei Balcani RUSSOMANDO è presente in un hotel della Lombardia, con la MEDERO, circa un mese prima del sequestro

Collegamenti investigativi con Ambasciata USA di Roma Quattro telefoni portatili usati dagli esecutori del sequestro, circa un anno dopo, funzionano nella zona di Roma dell’Ambasciata USA, con altri numeri. Le persone che hanno stipulato i rispettivi contratti di utilizzo sono cittadini statunitensi

ATTUALE SITUAZIONE DELL’INDAGINE (1) Attualmente il Procuratore della Repubblica di Milano è in attesa : della risposta delle Autorità USA alla richiesta di assistenza giudiziaria formulata in base al trattato bilaterale, trasmessa all’Ambasciata in Roma, dal Ministro della Giustizia italiano, il 22.1.06 (il Procuratore ha chiesto di potere interrogare i 25 indagati, sentire alcuni testimoni, acquisire informazioni e documenti)

ATTUALE SITUAZIONE DELL’INDAGINE (2) b) della risposta del Ministro della Giustizia italiano alla domanda del 10.11.05 del Procuratore Generale di Milano di inoltrare agli Stati Uniti (ed ai Paesi extra area Schengen) la richiesta di arresto a fini estradizionali del 22 ricercati. Il Ministro, infatti, non ha ancora fatto conoscere le sue decisioni sul punto ed il Procuratore di Milano ha inoltrato sollecito in considerazione del tempo trascorso

Prospettive a breve termine della indagine La chiusura della inchiesta è vicina e potrà essere ritardata solo dall’eventuale accoglimento da parte delle Autorità USA della richiesta di assistenza giudiziaria (in tal caso, il Procuratore della Repubblica di Milano potrà recarsi negli USA per compiervi attività istruttorie) Se invece, la risposta sarà negativa e se sarà negativa quella del Ministro italiano rispetto alla richiesta di estradizione, il Procuratore di Milano chiuderà l’indagine. Altrettanto se non interverrà alcuna risposta Proseguiranno le indagini, nell’ambito di una nuova inchiesta, per individuare altri eventuali complici

Chiusura dell’indagine e pubblico processo Con la chiusura delle indagini, il Procuratore della Repubblica richiederà al Giudice che disponga il rinvio a giudizio degli imputati Non esiste, per crimini gravi come il sequestro di persona, alcuna immunità che potrà impedire la celebrazione del giudizio e l’eventuale condanna In Italia l’azione penale è obbligatoria ed il Pubblico Ministero è indipendente Secondo il sistema italiano è possibile celebrare il processo ed eventualmente condannare gli imputati in absentia

Considerazioni finali Il sequestro di Nasr Osama Mustafa Hassan, alias Abu Omar, non è stato solo un grave delitto contro la libertà delle persone e la sovranità dello Stato Italiano, ma ha anche danneggiato la lotta al terrorismo. Se Abu Omar non fosse stato sequestrato, infatti, le indagini della Polizia italiana avrebbero condotto alla individuazione di altri suoi complici ed al suo arresto. Inoltre, gravi reati come questo producono danni alla credibilità delle democrazie occidentali e rischiano di compromettere il dialogo con le comunità islamiche che si definiscono “moderate”