a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda IL DECADENTISMO a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda
Il Decadentismo è una corrente letteraria che nasce in Francia e si afferma poi in Italia e in Europa fra il 1880 e il 1925 circa. Jove decadent, dipinto di Ramon Casas (1899)
Nasce in antitesi con il Positivismo (e la sua fiducia nella scienza e nella ragione) e con il Naturalismo, perché si fonda non sulla rappresentazione del “vero”, ma sui lati oscuri del mondo e della vita, su quanto sfugge alla ragione (l’inconscio, la sensazione o l’intuizione).
Il termine "decadentismo" deriva dal francese décadent Il termine viene coniato dalla critica naturalistica per indicare spregiativamente un gruppo di giovani intellettuali francesi, il cui atteggiamento veniva considerato dagli avversari come espressione di una degradazione culturale
Questi giovani intellettuali accettano tale termine e ne assumono la definizione facendosene un vanto Una delle più autorevoli riviste francesi porta proprio il nome provocatorio di "Le décadent".
Il Decadentismo si manifesta come un’inquieta e sempre più accentuata sfiducia nelle forze della ragione, che assume le forme di una vera e propria crisi esistenziale
I nuclei fondanti del Decadentismo sono: Esasperazione dell’individualismo e dell’egocentrismo Visione pessimistica del mondo e della vita umana Polemica contro il positivismo Scoperta dell’inconscio e del subcosciente Tormentoso senso della solitudine e del mistero
Lo stato d’animo del poeta decadente è caratterizzato dal taedium vitae (tedio, noia della vita), dallo spleen (= parola inglese che Baudelaire usa per dare il titolo ad una sua poesia e che sta a significare un particolare stato d’animo fatto di tristezza, di disperazione, d’angoscia esistenziale, di incapacità a stabilire un rapporto con il prossimo e a vivere la realtà presente), dal senso del vuoto e del nulla, da un desiderio di autodistruzione Charles Baudelaire
Il Decadentismo si divide in due fasi: La prima fase va dal 1875 fino al 1910 circa e si esprime nella poesia dei Simbolisti (Pascoli in Italia e Baudelaire, Verlain, Rimbaud, Mallarmè in Francia) e nei romanzi dell’Estetismo (D’Annunzio in Italia e Huysmans e Wilde in Europa)
La seconda fase va dal 1900 al 1925 circa e si sviluppa con i romanzi psicologici di Svevo e Pirandello in Italia e di Mann, Joyce, Proust, Kafka, Musil nel resto d’Europa
PRIMA FASE DEL DECADENTISMO Il SIMBOLISMO
Il Simbolismo si propone di trasformare radicalmente il linguaggio poetico per raggiungere quelle zone nascoste della vita umana che l’indagine scientifica non può toccare
Per i poeti simbolisti la poesia appare come il solo mezzo di intendere e svelare la realtà La poetica del Simbolismo si fonda sul valore della parola che, indipendentemente dal suo significato primo e superficiale, rinvia a una realtà più profonda
Per fare ciò i Simbolisti valorizzano alcune figure retoriche, come la sinestesia (cioè l’accostamento simultaneo di percezioni provenienti da sensi diversi), l’analogia (la messa in relazione di due cose distanti da loro nella realtà)
SINESTESIA (l’accostamento simultaneo di percezioni provenienti da sensi diversi) L’odorino amaro (Pascoli) Soffi di lampi (Pascoli) Urlo nero (Quasimodo) Il colore del vento (De Andrè) Colori caldi (modo di dire)
ANALOGIA (la messa in relazione di due cose distanti da loro nella realtà) - es: “… tornano in alto ad ardere le favole” (Ungaretti: tornano in cielo a splendere le stelle, belle come le illusioni delle favole) “Caprioli d’argento scherzano nelle radure del cielo” (Bertolucci: il rapporto analogico tra i caprioli e le costellazioni è reso da d’argento
Le prime manifestazioni del Simbolismo risalgono al 1870 circa con le raccolte di Rimbaud, Verlaine e Mallarmé
A questi precursori si rifanno in Europa: i francesi Valéry e Apollinaire; gli austriaci Rilke e Trakl; l’ango-americano Eliot; lo spagnolo Garcia Lorca THOMAS STEARN ELIOT RAINER MARIA RILKE GUILLAUME APOLLINARE GEORG TRAKL FEDERICO GARCIA LORCA PAUL VALERY
in Italia: Pascoli (con Myricae) e D’Annunzio (con Alcyone) e più tardi Ungaretti e Montale GIOVANNI PASCOLI GABRIELE D’ANNUNZIO GIUSEPPE UNGARETTI EUGENIO MONTALE
PRIMA FASE DEL DECADENTISMO L’ESTETISMO
L’Estetismo si basa sul culto della sensazione, vissuta quale alternativa alla “decadenza” del mondo La sensazione decadente è diversa dal sentimento dei Romantici: implica il primato non del cuore e degli affetti, ma degli istinti e dell’inconscio
Gli intellettuali “decadenti” rinunciano al ruolo di divulgatori del progresso scientifico e sociale e rivolgono la loro attenzione al culto della bellezza intesa come fine a se stessa Nasce la tendenza all’ ”arte per l’arte” I personaggi della narrativa decadente sono malati di bellezza, perciò isolati dal mondo comune che essi giudicano troppo volgare
Il primo personaggio figlio della narrativa decadente fu Des Esseintes (protagonista di A ritroso di Huysmans) JORIS-KARL HUYSMANS
Figura poi replicata in Andrea Sperelli (protagonista de Il piacere di D’Annunzio) e in Dorian Gray (protagonista del romanzo Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde) Per l’esteta decadente non importa compiere azioni “buone”, ma azioni “belle” OSCAR WILDE
In D’Annunzio l’estetismo si esprime con il mito del superuomo, con un connubio fra arte e vita, nell’ambizione di fare della propria vita un’opera d’arte D’Annunzio (come Wilde), coerente con il suo immoralismo, trasformò la sua vita in un seguito di scandali, senza riguardo per le regole sociali o per la morale corrente
SECONDA FASE DEL DECADENTISMO
Vari elementi accomunano Svevo e Pirandello: Si inseriscono nella seconda fase del Decadentismo Italo Svevo e Luigi Pirandello (e Federigo Tozzi) Vari elementi accomunano Svevo e Pirandello: ITALO SVEVO LUIGI PIRANDELLO FEDERIGO TOZZI
entrambi prediligono la prosa entrambi sperimentano nuove soluzioni per il romanzo: utilizzano un linguaggio dimesso e povero rispetto ai simboli di D’Annunzio entrambi raccontano le disavventure di personaggi sconfitti dalla vita: quelli di Svevo sono “inetti” (La coscienza di Zeno), quelli di Pirandello privi di identità (Il fu Mattia Pascal) entrambi narrano vicende in cui l’attenzione si focalizza sull’individuo protagonista attraverso una minuziosa analisi psicologica
James Joyce (irlandese, autore dell’Ulisse) Nello stesso periodo la narrativa europea si esprimeva nei romanzi psicologici di: James Joyce (irlandese, autore dell’Ulisse) Marcel Proust (francese, autore de Alla ricerca del tempo perduto) JAMES JOYCE MARCEL PROUST
Franz Kafka (praghese, autore de La metamorfosi e Il processo) Thomas Mann (tedesco, autore dei Buddenbrook) Robet Musil (austriaco, autore de L’uomo senza qualità) Kafka Mann Musil
Tutti questi autori operano in un mondo segnato dalla crisi del Positivismo e che ha perduto ogni stabile certezza perciò i loro personaggi si aggirano come individui deboli, nevrotici, annullati nella loro dignità
Ne nasce un malessere interiore a cui non vi è rimedio La narrazione si sposta sui processi psicologici interni al personaggio, sulla vita intima e sulle sue continue, dolorose contraddizioni