Progetto Florence Un cammino verso La “presa in carico”

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
LE CURE AL PAZIENTE CON CRITICITA’ LEGATE ALL’AUTONOMIA
Advertisements

Casa di cura Città di Brà
H.PEPLAU Ha svolto attività clinica presso ospedali pschiatrici.
Cardiopatia Ischemica: dall’acuto alla riabilitazione
Inizio: maggio 2008 dopo levento formativo sulla gestione del rischio che ha coinvolto tutti i professionisti del dipartimento materno infantile Per lattuazione.
APPROCCIO INTER DISCIPLINARE ED I PROGRAMMI NEL SETTING RIABILITATIVO:RIABILITAZIONE NEI PRESIDI TERRITORIALI,STRUTTURE RESIDENZIALI,UNITA’ POLIFUNZIONALI,RIABILITAZIONE.
Parma, 15 aprile 2009 Relatore : Giuseppina Rossi
L’infermiere di famiglia
Esperienze e proposte per la continuità assistenziale fra ospedale e territorio Bologna 11 maggio 2010.
PORTFOLIO Grumo Nevano C.D. "Pascoli" Profilo
Università degli studi di Teramo anno accademico 2003/2004
Deliberazione Giunta Regionale Toscana n. 716 del 3 agosto 2009
L’infermiere come garante della qualità
Valutazione qualitativa per la corretta compilazione della Scheda Unica di Terapia (SUT) Dott. Egidio Sesti ASL Roma B Dott. Maurizio Musolino ASL Roma.
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
LE PROFESSIONI SANITARIE NELLA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE:
Sperimentazione nella SUB-UTI di due metodi: NEMS e NAS a confronto
Tesi di Specializzazione : Assistenza primaria sul territorio: A. C. N
LA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA
Dr.ssa Desirè Caselli Dr.ssa Flaviana Tondi
Il PUNTO di VALUTAZIONE FISIOTERAPICA
Ricercatore Health Search - SIMG
DIFFICOLTA’ DEL LINGUAGGIO
Centro Oncologico “ Ettore M.S. Conti” di Terracina e di Gaeta
1 LONCOLOGIA E LA PSICOLOGIA DI GENERE Reggio Emilia 24 settembre 2010 la competenza educativa dellinfermiere Catia Franceschini Hospice Maria Teresa Chiantore.
L’INFERMIERE DI MEDICINA INTERNA: UNA COMPETENZA SPECIFICA?
AL PERCORSO DI PRESA IN CURA
Descrizione Sintetica del progetto Valutazione dei risultati
1 LONCOLOGIA E LA PSICOLOGIA DI GENERE Reggio Emilia 15 ottobre 2010 la competenza educativa dellinfermiere Claudio Persiani Hospice Maria Teresa Chiantore.
DELLE DIPENDENZE LA PRESA IN CARICO NEI SERVIZI Claudio Leonardi
Corso di formazione Sorveglianza e Prevenzione
LA GESTIONE AMBULATORIALE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE GLOBALE
«organizzare le cure e curare l’organizzazione»
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Lavagna Mara
LE NUOVE FRONTIERE DEL NURSING ONCOLOGICO
S.C. Oncologia Ivrea (TO)
Il percorso ospedale territorio del paz ortopedico traumatologico
LA GESTIONE INTEGRATA DI UTENTI CON BISOGNO RIABILITATIVO SEMPLICE ELEGGIBILI PER CONSULENZA A CURA DEL FISIOTERAPISTA DIPARTIMENTO CURE PRIMARIE -
Assistenza Domiciliare Integrata Dimissione Protetta
ASSISTENZA DOMICILIARE AL MINORE CON PATOLOGIA CRONICA
Direttore SITRA – A.O. della Provincia di Lecco
Il MMG come garante dei passaggi tra domicilio, RSA ed ospedale
CASE MANAGER Infermiere e continuità assistenziale
AUMENTO NUMERO DI ANZIANI INCREMENTO PATOLOGIE CRONICHE
Gioventù e maturità della Medicina Generale: generazioni a confronto Seminario di primavera 2011 La professione attesa Dottoressa Ornella di Carlo Dottor.
La cooperazione tra medici di medicina generale
L’INFERMIERE CASE MANAGER E IL TEAM MULTIPROFESSIONALE
L’EDUCAZIONE DEL PAZIENTE E DELLA FAMIGLIA ED ILRUOLO DEL CASE MANAGER
I sistemi di pianificazione e controllo.
Il progetto regionale di ricerca MACONDO Primo Seminario di Studio
L’importanza dell’Idea e del Progetto “Lungodegenza ospedaliera in Struttura Residenziale” R.I.D. Elisabetta Guidi Inf. Coord. Silvia Nughini.
PIANIFICAZIONE ASSISTENZIALE
Strumenti operativi Si tratta di strumenti la cui finalità è quella di migliorare l’organizzazione dell’assistenza e, di conseguenza, favorire l’erogazione.
1 ACCORDO REGIONALE MG 2006 NCP MODELLO ORGANIZZATIVO promosso in Emilia – Romagna a cura di Ester Spinozzi Rimini 21 ottobre 2006 DIREZIONE GENERALE SANITA.
Dispositivi di Protezione Individuale per gli operatori della sanità
Convegno “Governance sanitaria, modelli unici regionali
Il Coordinamento dell’assistenza sul territorio
Il Disease and Care Management
Le teoriche del nursing
Percorso Diagnostico-Terapeutico (PDT)
IL TRATTAMENTO OBIETTIVI - PIANI - PROGETTI - SETTING
La scheda modulare degli accessi nell’ADI
Virginia Henderson cenni storici
La genetica clinica costituisce la parte applicativa di tutte le conoscenza ed attività genetiche a vantaggio della salute della singola persona e dell’intera.
CTRH di CHIARI. RILEVAZIONE BISOGNI FORMATIVI DELLE SCUOLE DEL TERRITORIO.
Sezione Controlli, Governo e Personale – Area Sanità e Sociale - Regione del Veneto 1 IL CARE MANAGEMENT DEL PAZIENTE COMPLESSO NELLE CURE PRIMARIE Elisabetta.
Strumento per la presa in carico integrata: UVM
= serie di fasi pianificate per risolvere un problema
Esperienza nell’Azienda Ospedaliro - Universitario S.Orsola-Malpighi Settore Sorveglianza L.d.D. Relazione : Inf. Mirella Fontana Riccione 15 Maggio 2008.
1 PREVENZIONE DEL SUICIDIO DI PAZIENTE IN OSPEDALE Raccomandazione n. 4, Marzo 2008.
Transcript della presentazione:

Progetto Florence Un cammino verso La “presa in carico” Í M O Progetto Florence Un cammino verso La “presa in carico” Claudia Gatta – Valentina Derossi Dipartimento di Medicina ASR 12 Biella Bologna 23 maggio 2008 SSOCIAZIONE AZIONALE NFERMIERI EDICINA SPEDALIERA

La nostra storia……………… ………………..inizia 10 anni fa

Inizia nel 97 con un organizzazione ferrea per compiti e mansioni ma………..suddivisa per gruppi, perché era più facile gestire l’interazione con i medici e ci permetteva una maggior conoscenza dei pazienti. Lo storico era un’organizzazione funzionale pura. Lo scambio di informazione avveniva con una scheda infermieristica che comprendeva un’anamnesi per ogni paziente con relativo diario giornaliero.

PRIMO PROBLEMA Il primo problema affrontato è stato quello del percorso della prescrizione terapeutica

ANALISI DELLA REALTA’ I medici “declamavano” e scrivevano in cartelle i farmaci e le infermiere li trascrivevano in taccuini e nelle schede terapia = un gran numero di incongruenze tra la cartella clinica e le varie schede.  

OBIETTIVO RAGGIUNTO Risultato dopo qualche mese di studio: un grafico unico di terapia in cui il medico scrive e l’infermiere firma l’avvenuta somministrazione. Tale grafico è ancora oggi in uso e ha abolito, inoltre, tutto quell”ambaradan” dell’aggiornamento della visita

SECONDO PROBLEMA errore di trasmissione o mancata comunicazione di notizie riguardanti i pazienti durante i cambi turni “consegne”, è stato sperimentato che eliminare le consegne verbali ma leggere la documentazione migliora l’attenzione e diminuisce la possibilità di errori e di commenti inutili, favorendo la trasmissione di dati oggettivi e diminuendo quelli soggettivi.  

IL FUTURO FATTO DI ………..PICCOLI PASSI Abbiamo partecipato al rinnovamento della cartella infermieristica come obbiettivo aziendale, tale strumento era centrato sulla valutazione dei bisogni. Al nostro interno ci sono stati vari adattamenti successivi fino ad arrivare alla cartella centrata sull’individuazione dei problemi assistenziali. Tali problemi sono stati inclusi in una scheda che li classificava come problemi infermieristici ATTIVI O PASSIVI.  

TERZO PROBLEMA Accorpamento con l’oncologia oltre a tanti danni morali ha portato dei cambiamenti positivi: il briefing, come momento comune di scambio di informazioni su ogni singolo pazienti tra infermieri/medici/personale di supporto. Questa attività prosegue, tra alti e bassi, fino ad oggi.  

DIAGNOSI INFERMIERISTICHE

COMMENTI · cos’è questa perdita di tempo! · altri fogli da scrivere! ·        cose scolastiche! queste le osservazioni più gentili………………… Il passaggio al metodo Diagnostico ha permesso di unificare il linguaggio professionale e di utilizzare le conoscenze di migliaia di infermieri raccolte nei manuali delle diagnosi.  

FORMAZIONE E CRESCITA Abbiamo utilizzato il metodo dell’aggiornamento professionale come momento di formazione e confronto sui problemi e abbiamo iniziato un corso di medicina interna annuale che si sviluppa da gennaio a dicembre

In un primo momento abbiamo utilizzato solo il titolo diagnostico e i fattori correlati poi solo successivamente quando abbiamo migliorato la nostra capacità diagnostica siamo passati ad una formulazione completa e corretta delle diagnosi. Ultimamente abbiamo ulteriormente sviluppato il processo diagnostico con l’esplicitazione dell’obiettivo per ogni diagnosi e la valutazione se quest’ultimo è stato raggiunto  

Abbiamo sviluppato un elenco di diagnosi prioritarie e relativi interventi. Nel mentre abbiamo introdotto uno strumento per la pianificazione assistenziale basata sulle diagnosi evidenziate per ogni singolo caso: il PIANO DI ASSISTENZA INDIVIDUALE (PAI)

ORA

GLI STRUMENTI  Cartella infermieristica completa formata da: Anamnesi con evidenziazione dei problemi di assistenza Schede di approfondimento: ADL, SPMSQ, BRADEN, SGC, COONLEY, GESTIONE CVC, MEDICAZIONE. DOLORE, ACCERTAMENTO NUTRIZIONALE, ACCERTAMENTO DISFAGIA, DIARIO ALIMENTARE, DIMISSIONE  

3. PAI con individuazione delle diagnosi e problemi collaborativi, prescrizioni infermieristiche e verifica con firma dell’avvenuta esecuzione 4. Note progressive “diario giornaliero” 5.Lettera di dimissione infermieristica: per garantire una continuità ospedale territorio

ORGANIZZAZIONE ATTIVITA’ fino al 16 marzo 2007 Infermiera di riferimento per gruppo di pazienti in relazione all’organizzazione medica briefing Infermiera che fa il Jolli poiché svolge alcune mansioni in modo funzionale ad esempio i prelievi, terapia endovena e medicazioni Suddivisione dei pazienti per numero e camere,non per presa in carico/intensità di cura

FLORENCE Progetto ORMAZIONE DE PR FESSIONISTA INFE MIERE sulla PR SA I ARICO dell’ UT NTE

PROGETTO FLORENCE Cambiamento del modello organizzativo da modello di assistenza funzionale a assistenza individualizzata con l’utilizzo di case manager primary nurse

Data inizio sperimentazione: 17 marzo 2007 Variazioni formali richieste: ·        Possibilità di richiedere variazioni di orari di turni in base alla situazione contingente ·        Aumento di un’unità infermieristica nel turno notturno c/o sezione uomini per poter ridistribuire il carico di lavoro adeguandolo ai nuovi orari di turno ·        Vari ed eventuali cambiamenti potrebbero essere necessari in corso d’opera  

Scopo Migliorare l’efficacia assistenziale Trattenere gli infermieri nella pratica clinica aumentando la loro soddisfazione

primary nursing + case manager Proposta: Modello primary nursing + case manager  

 PRIMARY NURSE (PN): Questo modello si è sviluppato a partire dagli anni settanta, come alternativa all’assistenza infermieristica di equipe o funzionale e come un modo per migliorare la qualità dell’assistenza e il livello professionale degli infermieri. Il PN è orientato alla continuità dell’assistenza. È stato rilevato che con questo modello migliora l’autonomia professionale e il rapporto con i medici.

NURSING CASE MANAGER (NCM): viene proposto per controllare i costi dell’assistenza migliorando la qualità attraverso una collaborazione interdisciplinare. Il NCM si orienta su una specifica popolazione di pazienti, che segue durante l’intero percorso di cura ne garantisce la fluidità e continuità del percorso di cura dall’ingresso alla dimissione. Gli obiettivi del NCM includono: la riduzione della frammentazione delle cure il miglioramento dell’autocura del paziente e della qualità della vita l’ottimizzazione dell’uso delle risorse la riduzione dei costi

NURSING CASE MANAGER (NCM): LE FUNZIONI Per definire le funzioni del NCM bisogna fare riferimento a un processo di cura, definendo un insieme di compiti di carattere generale che devono essere assolti indipendentemente dal settore operativo: VALUTAZIONE PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI MONITORAGGIO CONTINUO VALUTAZIONE DELL’ESITO

Attuazione: suddivisione in 5 equipe del reparto impostazione di due tipi di turnazione: Una fissa per il NCM Una modulare sui tre turni PN

PRIMARY NURSE Responsabili di equipe sui 3 turni su sette giorni. Responsabilità sul gruppo di riferimento (equipe): terapie interazione con il medico relazioni con parenti pianificazione assistenziale Ricoveri

NCM (1 per sezione), turno 6/14 su 5 giorni lavorativi. Responsabilità organizzativa Gestione dell’organizzazione cure primarie con organizzazione oss Controllo e valutazione distribuzione carico di lavoro con metodo di rilevazione standardizzato Responsabilità dei pazienti individuati come “difficili” Pianificazione assistenziale pazienti individuati Gestione lesioni cutanee Gestione piani educativi per caregiver Gestione relazioni assistenti sociali, infermieri territorio, parenti Elaborazione lettera di dimissione infermieristica, controllo prescrizioni Interazione con il medico di riferimento dei casi individuati

Risultati attesi Gli esiti misurabili:   Gli esiti misurabili: soddisfazione dei bisogni assistenziali del paziente tramite l’individuazione delle diagnosi infermieristiche appropriate al caso Miglioramento della prevenzione delle ldd efficacia di risultato. intesa come la capacità di raggiungere all’obiettivo prefissato efficienza, le attività più complesse vengono svolte da persone con competenze adeguate la riduzione delle riammissioni per incapacità alla gestione domiciliare del paziente o della terapia, la soddisfazione e la stabilità dell’equipe infermieristica.

Prima verifica PROGETTO FLORENCE L’avvio della sperimentazione ha dato subito esito favorevole, il personale è partito agguerritissimo e l’organizzazione ha retto molto bene, anzi meglio del previsto, le loro osservazioni più frequenti durante le verifiche sono state: Si conoscono meglio i pazienti la figura del CM fissa garantisce maggior continuità ai pazienti “infermieristicamente” più complessi bisogna migliorare l’organizzazione ad incastro con i medici

Considerazioni generali dopo tre mesi di sperimentazione Vanno considerati almeno 3 aspetti: assistenziale soddisfazione del lavoro organizzativo

Assistenziale E’ stato più mirato il tipo di approccio per intensità di cura (pazienti più complessi=personale più esperto). L’individuazione delle diagnosi infermieristiche è stata più precisa e puntuale, la pianificazione assistenziale tramite stesura del PAI ha permesso una forte integrazione con il personale OSS Consapevolezza della situazione per un autogestione della condizione clinica e aumento della soddisfazione famiglia-paziente. Continuità ospedale e territorio

Soddisfazione del lavoro i PN sono molto contenti conoscono meglio i pazienti e sbagliano meno terapie. I CM sono molto motivati, si sentono “protagonisti” e responsabili

Organizzativo La figura del CM su 5 giorni ha dato continuità e fluidità al lavoro, inoltre organizzando il lavoro degli oss dalle 6 alle 8 si riesce a prevenire tempi morti e interventi inappropriati.

Quindi………. La figura del CM non ha generato CONFLITTI,poiché il gruppo infermieristico lavora per obiettivi e non per mansioni: Maggiore autonomia del paziente e della famiglia nella gestione della malattia

DAL GENNAIO 2008 Tenendo in considerazione l’evoluzione e la maturità professionale del gruppo e l’esperienza maturata in questo periodo si compie un ulteriore cambiamento: Un CM per entrambe le sezioni, di turno 8/16, in modo tale da avere un rapporto più continuativo con i parenti e caregiver istituendo dei momenti di formazione/addestramento codificati. La gestione mattutina delle cure primarie viene affidata a infermiere part time orizzontale (aiuto CM) con turnazione fissa settimanale.

LA GESTIONE DEL PAZIENTE PRESO IN CARICO DAL NCM

PRESA IN CARICO In collaborazione con i PN (responsabili dei ricoveri) individua i pazienti difficili, Per “difficile” si intende una difficoltà sia di tipo fisico (dipendenza) che di tipo cognitivo (comprensione/scelta) per cui il soggetto non è in grado di mantenersi in equilibrio sull’asse salute/malattia, e ciò compromette il suo percorso di dimissione. In pratica collega lo stato di malattia ai bisogni assistenziali generati e li rappresenta secondo un ordine di priorità

RICERCA DELLE INFORMAZIONI Cartella infermieristica Cartella medica Medico referente di reparto per conoscere il programma del ricovero e la prognosi Valutazione complessità assistenziale Colloquio parenti, infermieri territorio, MMG, ecc

COLLOQUIO CON I PARENTI Conoscere le aspettative Stabilire obiettivi coinvolgendo la famiglia ALLEANZA TERAPEUTICA

GLI STRUMENTI scheda case manager

GLI STRUMENTI Piani educativi: Lettera di dimissione infermieristica: Insulinoterapia Paziente non autosufficiente Medicazioni Cvc, peg, stomie Lettera di dimissione infermieristica: per garantire una continuità ospedale territorio

A Michela, Monica, Gabriella, Stefania, Valentina, Anna, Federica, Elena, Giuseppe, Monica, Enrica, Ketty, Monica, Elisa, Andrea, Enrica, Carola, Marilena, Cristina, Monica, Manuela, Chiara, Francesca, Chiara, Elena, Michela, Elena, Francesca, Raffaella, Patrizia, Stefania, Monica, Valentina, Paola, Claudia, Simona, Daniela, Teresa e Manuela Elena, Manuela, Solidea, Rosa, Enza, Elvira, Rita, Rossana, Alfonsa, Enza, Ornella, Elena, Monica GRAZIE