Radici e percorsi della poesia visuale / Roots & Routes of Visual Poetry a cura di Alessio Liberati Accasarti Cagliari, 16 -3- 2014.

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Radici e percorsi della poesia visuale / Roots & Routes of Visual Poetry a cura di Alessio Liberati Accasarti Cagliari, 16 -3- 2014

Le “origini”: i geroglifici egiziani (3500 a.C.) La scrittura egiziana nasce come ideogrammatica (i geroglifici sono ideogrammi) Ideogramma: segno grafico a cui corrisponde un’idea (persona, oggetto, animale, azione) Molti geroglifici sono stati riconosciuti come alfabetici; ad ognuno è stato dato un approssimativo valore fonetico (approssimativo perché poco sappiamo sui suoni dell’antica lingua egizia) Acqua -> N

Le “origini”: dai geroglifici all’alfabeto Gli ideogrammi egizi vennero usati dai semiti del Sinai, che ne semplificarono la forma e diedero ad essi un valore fonetico corrispondente al suono iniziale delle corrispondenti parole in lingua semita. Ad esempio l’ideogramma “testa di toro” è tradotto aleph = toro, da cui deriva la alfa e quindi la nostra A (se capovolgiamo la A riotteniamo le corna del toro!). L’ideogramma “casa” è tradotto bayt, da cui la B. Questa è la probabile origine dell’ALFA-BETO l’occhio che si trasforma in un cerchio. In ebraico corrisponde alla lettera che significa occhio. E' chiara la somiglianza con la nostra lettera "o", identica a quella latina e quella greca, dove tra l'altro la "o" richiama molto da vicino il suono corrispondente alla radice greca di occhio e di vedere (“ottico”, “oftalmico” ecc.). La "omega" potrebbe essere una "o" doppia, ad indicare una "o" prolungata, che si è fusa in una unica lettera. L’ideogramma “acqua” è molto simile alla nostra lettera M. Per giunta “mem” è la parola che in ebraico significa acqua ed è un'altra lettera dell’alfabeto ebraico che corrisponde alla nostra “m”, e che è simile presso i greci e i fenici. queste coincidenze tra le lingue semitiche, fenicia, egiziana, ebraica e greca non sembrano frutto del caso

Le “origini”: il disco di Festos (1700 a.C.) Scrittura con andamento a spirale dalla periferia verso il centro Non è stata decifrata

Le “origini”: Iscrizione di Cuma (Campania) VII sec. a.C. Iscrizione greca spiraliforme su bronzo “scrittura cinetica” (spirale: antichissimo simbolo del divenire) necessità di adattare la scrittura al supporto, ma potrebbe essere anche il contrario (visto il valore simbolico della spirale) Traduzione: “Era (vedi Giunone) non permette che si torni a vaticinare”.

Le “origini”: iscrizione etrusca (Cerveteri, metà del VII secolo a.C.) iscrizione a spirale : uno dei documenti più antichi di scrittura provenienti dall'Etruria settentrionale Abbiamo già una “scrittura cinetica” (l’atto del leggere è in se cinetico, ma qui la cinetica diventa bidimensionale perchèl’occhio che legge è costretto a percorrere una curva)

Poemi figurati greci: Simia da Rodi (< 270 a.C.) Poemi detti anche tecnopaègnia, (dal greco téchne, arte, e páignon, gioco) poema in forma di uovo (simbolo della creazione) in dialetto dorico non c'è nesso esplicito fra forma visiva e contenuto; la misura dei versi aumenta dal primo (I) all'ultimo (20); insolita disposizione dei versi (forse l'uovo sta ad esaltare le novità metriche). Altra interpretazione: "i cerbiatti si slanciano per le cime dei monti" e in effetti la metà dell'uovo ruotato ha la forma di un monte, come anche la disposizione dei versi all'interno dell'uovo

Simia da Rodi poema in forma di ali celebrazione del dio Eros (alato)

Teocrito (Siracusa, 300-260 a.C. ca) Poema in forma di zampogna (che il poeta offre in dono al dio pastore Pan) ogni coppia di versi rappresenta una canna dello strumento. Lunghezza variabile decrescente dei versi,ad imitare la forma dell'oggetto, ma forse anche la variazione delle note

Dosiada (isola di Coo, III sec a.C.): poema in forma di altare (visto di profilo). Il poema-altare parla al lettore e si presenta come opera di Giasone, che lo edificò nell'isola di Lemno: "mi costruì.."(1° verso). Esiste anche un altro esempio successivo di poema-altare, in dialetto ionico, molto simile a questo (autore: Besantino)

Poemi figurati latini: Optaziano Porfirio (Africa? 320-330 d.C.) poema in forma d'organo. Ogni verso aumenta di una lettera rispetto al precedente. Il testo celebra l'imperatore Costantino, ma descrive anche il funzionamento dell'organo. Il verso centrale ("Augusto..") veniva scritto con argilla rossa

Optaziano Porfirio (326 d.C.) Poema in forma di altare segue i modelli greci di Dosiada e Besantino, e quelli latini di Levio (sec II-I a.C., autore di Erotopaegnia – ”scherzi d’amore”- di cui restano solo frammenti) Anche qui infatti il poema- altare parla al lettore: "non sono stato smussato da uno scalpello..sono fatto di versi". E fa notare l'abilità dell'autore nel far variare la lunghezza dei versi,lasciando inalterato il metro (trimetro acatalettico)

Optaziano Porfirio poema in forma di zampogna leggermente diverso dal modello di Teocrito (ogni esametro diminuisce di una lettera). Di nuovo è il poema-zampogna che parla e dice di essere appeso a una quercia, abbandonato dalle divinità del bosco.

Optaziano Porfirio non si tratta di un poema figurato: i versi evidenziati col minio rosso (come dichiarato nel testo) formano l'immagine di una nave, simbolo dell'impero di Costantino, protetto da Dio (le vele sono composte con le iniziali di Cristo)

Alessio (citato da Eustazio di Tessalonica) Eustazio di Tessalonica, filologo dl XII secolo, ne parla come l'autore di un mirabile carme figurato in onore dell'imperatore: una figura romboidale i cui diametri 'splendevano illuminati da lettere rosse' e il tutto era 'una gioia della vista'

Venanzio Fortunato (Treviso 540 – Poiters 600 ca) Poeta latino-cristiano (“l’ultimo dei poeti classici e il primo dei medievali”) Poema De Sancta Cruce in forma di croce

Rabano Mauro (Magonza 780 ca- Winkel 856) Erudito e scrittore latino-tedesco, vescovo di Magonza “Liber De Laudibus Sanctae Crucis" Augsburg, ca. 845

Calligrafia indiana Poema in sanscrito e tamil (sec XI d.C.) Più tardi, nel 1600, il poeta indiano Magha disegnò con i versi figure varie (zig-zag cerchi spade ruote fiori di loto)

Scrittura ebraica: i “calligrammi” di Masora Note ai margini della Bibbia ebraica

Abraham Abulafia (Spagna 1240-1291) Calligrafia ebraica (from Life of the World to Come, "Circles”) Abulafia, a partire dalla natura astratta e non fisica della scrittura, sviluppò una teoria della contemplazione mistica delle lettere e della loro configurazione, come costituenti il nome di Dio Nella Cabala: credenza nel significato speciale delle lettere della scrittura ebraica

Calligrafia araba: Egitto 1362 Calligrafia mamelucca Effetto cinetico prodotto dall’allungamento delle lettere alif e lam Calligrafia del nome di un sultano

Calligrafia giapponese Particolare del Gohonzon (mandala buddista) XIII secolo

calligrafia cinese “La poesia cinese parla simultanealmente con la vivacità della pittura e con la mobilità dei suoni..” (Ernest Fenollosa, “l’ideogramma cinese come mezzo di poesia” (1908))

Evoluzione di un ideogramma cinese

L’Haiku: Basho (Giappone 1644-1694) Haiku: componimento poetico di 17 sillabe Nel vecchio stagno / una rana si tuffa / rumore d’acqua (Haiku di Basho) La “condensazione visiva” dell’haiku ispirò l’Imagismo di Pound

Calligrafia araba: Iran 1490 il Corano vieta di disegnare la figura umana e in generale gli esseri animati Per questo molti calligrafi mussulmani hanno usato la scrittura, al posto del disegno

Scrittura ebraica: Moses Cordovero (1522-70) Ogni lettera della scrittura ebraica rappresenta un mondo intero e il mistico deve abbandonarsi alla sua contemplazione

Jacques Gaffarel (cabalista del XVII sec) “alfabeto celeste”: le stelle possono essere lette come lettere, i gruppi di stelle come parole: il cielo diventa un poema visuale

François Rabelais (1494-1553) “O bouteille” nell’ edizione del 1605 di “Pantagruel”

Labirinti di scrittura: Johann Neudorffer il vecchio (Norimberga 1497-1563) Incisione all’acquaforte su rame Neudorffer fra i più importanti maestri di calligrafia tedeschi Nei testi labirintici cristiani: labirinto come simbolo delle fatiche e del peccato terreni

Labirinti di scrittura: Johann Agricola (Spremberg 1530- Bautzen 1563) Il testo deplora l’irreligiosità del mondo (l’autore: teologo evangelico)

Poema labirintico (prima metà del 1700) Autore ignoto Dialogo in materia di religione

Jacob Koch (1742) Labirinto spirituale con 4 sorgenti di grazia (i 4 fiumi del Paradiso) Descrive la via che dal labirinto terreno del peccato conduce al Paradiso

Albrecht Wagner Poesia in tedesco e francese Berna 1758 Labirinto su modello di quello di Koch

Johann Caspar Hiltensperger (1710-1754) Poesia a spirale Xilografia su carta Testo religioso (esortazione alla ‘sapienza’)

Poema labirintico (Autore portoghese del Seicento) L’ultima riga va letta da destra a sinistra Quelle intermedie dalla E verso destra e verso sinistra in modo speculare

Luis Nunes Tinoco (Portogallo, Seicento) Labirinto metrico in onore della regina Maria Sofia Isabella L’autore accenna alle 14996480 possibilità di combinazioni diverse nella lettura del testo

Manuel Ferreira Leonardo da Lisbona (1743) Testo a croce Ha un solo verso che può essere letto in tutte le direzioni a partire dalla S centrale

Giordano Bruno Da “De gl’heroici furori” (1585)

Baldassarre Bonifacio (1623) Baldassarre Bonifacio (Vescovo diocesi di Capodistria) calligrammi di "Urania“(1623):la scrittura diviene parte integrante di una simbologia grafica.

Guido Casoni (Serravalle 1561-1642) nel poema intitolato La passione di Cristo scrive dodici poesie figurate rappresentanti gli strumenti utilizzati per torturare Cristo prima della Crocifissione.

Guido Casoni Poema a forma di chiodo

George Wither "Phil'arte's Lament Faire- Virtue / The Mistresse of Phil'arete" London, 1622

George Herbert (1593-1633) Easter wings Poema in forma d’ali (vedi Simia)

Laurence Sterne (1713-1768) “Tristram Shandy”

Calligramma bengalese (meta XIX sec) Figure composte da invocazioni ripetute alla dea Durga

Calligrafia araba: Turchia, XIX sec Stile cufico geometrico L'arte della calligrafia trae il suo prestigio dal suo scopo di comunicare la Parola di Allah. Per cui troviamo spesso riferimenti al Corano

Calligrafia araba: Turchia, XIX sec

Calligrafia araba: XIX sec

Calligrafia araba: 1924 Forma di pera

Calligrafia araba: Abd al Kader (Tunisia, XX secolo)

Calligrafia araba: Hassan Massoudi

Calligrafia araba: Iraq, XX sec Calligramma in forma d’anfora

Calligrafia araba: Egitto, XX sec

Calligrafia araba: Hassan Massoudi (Iraq) Ottenuta ripetendo la parola “libertà”

Calligrafia araba Calligrafia in forma d’uccello

Calligrafia araba moderna: Marocco

Calligrafia araba: Gabriele Mandel Khan Call. In forma d’albero 1946

Lewis Carroll (da “Alice nel paese delle meraviglie”, 1865) The mouse's tale, "La storia del topo" del Capitolo III di Alice: giocando sull'assonanza tra tale e tail ("storia" e "coda"), la poesia ha appunto l'aspetto di una coda. Il topo dice "la mia storia è lunga e triste", ma Alice capisce "la mia coda è lunga e triste" e immagina il racconto del topo in forma di coda PAROLE INVENTATE: Carroll è l'antesignano di questi esperimenti linguistici. Nel libro “Attraverso lo specchio”, fa leggere ad Alice una poesia con parole che la piccola non conosce

Stephane Mallarmé “un coup de dés jamais n’abolira le hasard”(1897) Soppressione delle concatenazioni logiche e della punteggiatura Parole o frasi separate da spazi bianchi per accelerare o rallentare il movimento Le variazioni dei caratteri tipografici suggeriscono variazioni di voce nella lettura Mallarmè vuole che sia letto come uno spartito musicale Gli spazi pieni e vuoti non hanno un valore materico ma sono in relazione al suono e al silenzio

Futurismo italiano: F.T.Marinetti Manifesto del futurismo (1909) “ZANG TUMB TUUUM” (Parole in libertà) (1914) “un movimento che precisa e scatena una rivoluzione totale nelle arti plastiche e nella letteratura”(Masnata)

F.T.Marinetti ZANG TUMB TUUUM (particolare) Uso dell’onomatopea Stile costruito sui sostantivi più che sui verbi

F.T.Marinetti ZANG TUMB TUUUM (particolare: alba) “ossessione lirica della materia”

F.T. Marinetti 12 pagine dalla litolatta "Parole in libertà futuriste, olfattive, tattili, termiche", 1932 Serigrafia a colori su fogli di latta

Futurismo italiano: Paolo Buzzi L’ellisse e la spirale (1915): 19 “tavole parolibere” concatenate come se ciascuna fosse una strofa di un poema

Futurismo italiano: Francesco Cangiullo “Lettere umanizzate”

Futurismo italiano: Fortunato Depero L'importanza dell'onomatopea nel linguaggio dei futuristi creazione (1916) dell'«onomalingua» da parte di Fortunato Depero. Linguaggio delle forze naturali (vento, pioggia, mare, ecc.) e degli «esseri artificiali rumoreggianti creati dagli uomini» (biciclette, tram, treni, automobili e tutte le macchine) l'«onomalingua» è lo strumento più rudimentale e più efficace per esprimere le emozioni e le sensazioni Luigi Russolo: L’arte dei rumori (1916)

Futurismo italiano: Gino Severini

Futurismo italiano: Pino Masnata

cubofuturismo russo: Vasilij Kamensky iniziatore (con V. V. Chlebnikov e Krucenych) del cosiddetto Zaum (linguaggio poetico transmentale), basato su effetti onomatopeici, segni linguistici, vocaboli nuovi o frammenti di vocaboli indipendenti da ogni significato (1914) idea di un linguaggio fonetico come linguaggio universale. La zaum' dei futuristi russi, dove la parola russa sta per «lingua trasmentale», è una lingua priva di regole grammaticali, di prescrizioni sintattiche, di convenzioni semantiche e di norme stilistiche, creata per esprimere le emozioni e le sensazioni primordiali che vanno perdute nei significati della lingua comune L'universalità della zaum' si basa sul fatto che nella storia degli uomini i suoni precedono i significati

Vladimir Majakovskij

Majakowskij e El Lissitskij

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Marcel Duchamp Il pettine da tessitore in francese è “ros”. ros = rugiada in latino (la rugiada degli alchimisti?)

Surrealismo

Il poema oggetto "Le poème-objet est une composition qui tend à combiner les ressources de la poésie et de la plastique en spéculant sur leur pouvoir d’ exaltation réciproque". André Breton El poema-objeto es una criatura anfibia que vive entre dos elementos: el signo y la imagen, el arte visual, y el arte verbal. Un poema-objeto se contempla y, al mismo tiempo, se lee”. Octavio Paz

Ezra Pound (1885-1972) Imagismo Vorticismo Cantos

E.E. Cummings(1894-1963)

Dylan Thomas (1914-1953)

Dylan Thomas

Carlo Belloli (1943) Presentazione di Marinetti Anticipa la poesia concreta

Carlo Belloli Slittamento del significato in un solo movimento

Carlo Belloli 1961

Lettrismo: Isidore Isou metodo lettrista affonda peraltro le sue origini nelle predicazioni schwittersiane che promuovevano la lettera al posto della parola come materiale da poesia: la lettera e il fonema. Di questo debito si fregiano tutte le ulteriori innovazioni lettriste che riposano come quelle dadaiste su un forte assottigliamento semantico e sulla formalizzazione ritmico-tonale.

Isidore Isou

Maurice Lemaitre

Poesia Concreta: manifesto Brasile 1956 Fin dall’inizio ‘concreto’ è in ogni caso qualcosa che determina un atteggiamento poetico volto alla riflessione metalinguistica sulla realtà ‘materiale’ dell’opera, e al contempo sull’aspetto visivo della parola e della lettera, sulla loro bellezza grafica, sul loro valore plastico, sulla ‘presenza’ verbale all’interno dello spazio della pagina e su tutte le componenti che oltrepassano il significato.

Eugen Gomringer Considerato il padre della poesia concreta, G. chiama costellazioni (konstellationen constellations constelaciones, 1953) le poesie che compone raggruppando graficamente le parole

Eugen Gomringer

Eugen Gomringer Baum- wind: albero- vento

Max Bense(1910-1990) Testo statistico (1963): Una serie di 6 “eventi verbali” (6 sono le parole) che si ripresentano come eventi statistici

Decio Pignatari (1957)

Decio Pignatari

Haroldo De Campos Influenza di Pound

Ronaldo Azeredo

Spazialismo: Ilse & Pierre Garnier Lo Spazialismo è una forma di concretismo « Ogni parola è un pittogramma astratto. Una superficie. Un volume. Una superficie sulla pagina. Un volume quando viene pronunciata». La parola è un materiale, un oggetto.

Ilse & Pierre Garnier Divenendo ‘oggetto’, il poema visivo si trasforma nel cosiddetto ‘poema meccanico’ Pierre e Ilse Garnier ne descrivono le leggi ‘dattilografiche’ affermando che in esso gli elementi linguistici sono collegati l’uno all’altro in maniera tale che l’azione di una forza, di una parola, di un gruppo di lettere, di un’energia psichica su uno qualsiasi di essi si trasmette agli altri. Non solo in senso orizzontale ma anche verticalmente: ad esempio il contatto tra il bianco della pagina e la sua dimensione a- sonora è palpabile. È fisica..

Arrigo Lora Totino Spazialismo Ma si è occupato anche di Poesia Sonora

Emmet Williams Meditations n.2 (1958)

Concretismo giapponese: Chima Sunada Ciclo vita-morte

Shutaro Mukai Bambu (1974)

Seiichi Niikuni Pioggia (1963)

Shutaro Mukai Dream (1973) Cantilena che scende dall’alto: “sogno nel sogno nell’uomo nell’uomo nel sogno nel sogno..”

Shohachiro Takahashi (1968)

Bp Nichol Love (1966)

Edwin Morgan (1967) Evaporazione…

Typoesia: Jérôme Peignot (1993) Tratto da ‘Typoésie - Anthologie de poésie typographique’

Adriano Spatola Zeroglifici, 1973 Confine tra poesia e arti visive

Poesia Visiva: Lamberto Pignotti La linea di ricerca della poesia visiva, sviluppatasi nell’atmosfera di avanguardia e sperimentalismo degli anni Sessanta e Settanta, tende a gettare un ponte tra scrittura e pittura. La poesia si presenta come quadro, e si affida quindi a un sistema di produzione e consumo affine a quello delle arti figurative (mostre, esposizioni, ecc.). Si tratta di esperimenti intersemiotici, in quanto mettono insieme il modo lineare di leggere il linguaggio e il modo avvolgente di guardare un quadro. Si è parlato di "scrittura verbovisiva"

Poesia Visiva: Stelio Maria Martini arte "plurisensoriale", che sarebbe legata alla classica figura retorica della sinestesia (scambi tra i cinque sensi) e in generale a un’idea di arte totale capace di mettere in funzione tutte le facoltà dell’uomo.

Ugo Carrega

Eugenio Miccini

Shirin Neshat (1996)

Luca Maria Patella (1978) Arte totale Arte e non-arte Nonsense (che non è il nulla..)

Luca Maria Patella

Ologramma poetico (olopoesia) Una poesia olografica è concepita costruita e rappresentata olograficamente , le parole che la compongono si dispongono in uno spazio 3d che è nello stesso tempo reale e immateriale; il lettore può muoversi attorno ad essa e ad ogni suo spostamento la poesia cambia e fa sorgere nuovi significati.

Olopoesia La percezione di una poesia olografica non è né lineare né simultanea, ma avviene attraverso frammenti visti in modo casuale dall'osservatore in base alla sua posizione rispetto al testo. La percezione spaziale dei volumi, dei colori, i gradi di trasparenza, i cambiamenti di forma, le posizioni relative di lettere e parole, l'animazione, l'apparizione e la sparizione delle forme sono elementi inseparabili dalla percezione sintattica e semantica del testo.