LA MIGRAZIONE COME FENOMENO MONDIALE Il Nordafrica Chiara Sebastiani – Università di Bologna Università Migrante 2015 Domenica 13 dicembre ore 9-13 Fabbrica.

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LA MIGRAZIONE COME FENOMENO MONDIALE Il Nordafrica Chiara Sebastiani – Università di Bologna Università Migrante 2015 Domenica 13 dicembre ore 9-13 Fabbrica del Vapore - Via Giulio Procaccini 4 MILANO

PARTE PRIMA: LE MIGRAZIONI CONTEMPORANEE TRA MITO E REALTA’ I flussi visibili del Nordafrica e i flussi invisibili dell’Africa subsahariana Le condizioni precedenti all’integrazione europea e le condizioni successive a Schengen La grande svolta delle primavere arabe L’impossibile controllo dei flussi e la possibile circolarità dei flussi

PREMESSA L’intervista a Abdelwahab Mahjoub (marzo 2011): -La politica d’integrazione dell’Est -La politica della buffer zone nordafricana -Le rivoluzioni colorate -Le primavere arabe L’integrazione europea: apertura ad Est, chiusura a Sud -Gli effetti collaterali dell’integrazione europea -Le guerre jugoslave -L’appoggio ai regimi autoritari

1.LE GRANDI MIGRAZIONI: FLUSSI VISIBILI, FLUSSI INVISIBILI, FLUSSI DIMENTICATI I grandi flussi di mobilità dall’Europa all’Africa: -esploratori (da Savorgnan di Brazza a Raimondo Franchetti), turisti,avventurieri -migranti e profughi (Egitto e Tunisia) -la colonizzazione francese del Maghreb -l’avventura italiana in Libia -L’Inghileterra in Egitto I flussi di ritorno: la decolonizzazione -i pieds-noir d’Algeria -gli Italiani di Tunisia I movimenti profondi: le migrazioni trans-sahariane -La tradizionale mobilità trans-sahariana -Le frontiere artificiali della colonizzazione e il crollo della mobilità e dei commerci trans-sahariani -La decolonizzazione e la ripresa delle migrazioni subsahariane verso il nord nella seconda metà del 20° secolo

LE RADICI STORICHE VICINE E LONTANE DELLE MIGRAZIONI TRANS-SAHARIANE AL NORDAFRICA E ALL’EUROPA La situazione negli anni antecedenti le primavere arabe : la sedentarizzazione forzata dei nomadi, i cambiamenti climatici e la siccità, l’urbanizzazione, il land-grabbing, le guerre Non solo disperati e incolti 1990: le politiche pan-Africane della Libia di Gheddafi: la fase dell’accoglienza e la fase della repressione dei migranti sub-sahariani La complessità delle rotte migratorie Le reti dei passeurs: miti e realtà Le politiche degli stati del Sud Europa Intensificazione dei controlli delle aree di frontiera Tentativi di esternalizzazione dei controlli agli stati Nordafricani Le nuove leggi di Tunisia e Marocco (irrgidimento penale su immigrazione irregolare e traffico. Accordo Italia-Libia Le politiche degli stati del Nordafrica Pressioni dell’Ue Xenofobia interna “Moneta di scambio” in politica estera (sicurezza) ed economica (aiuti allo sviluppo)

2.I DANNI COLLATERALI DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA Due processi paralleli 1. Caduta del muro di Berlino (1989) Trattato di Maastricht (1993) Accordi di Schengen (1995) 2. Processo di Barcellona (1995) Partnership euro-mediterranea Union pour la Méditerranée (2008) Conseguenze Il fallimento dell’Unione per il Mediterraneo e l’allontanamento della Turchia Le nuove politiche dei visti e la pressione sugli stati del Maghreb Gli accordi billaterali per i controlli ed i rimpatrii

3.LA GRANDE SVOLTA DELLE PRIMAVERE ARABE La caduta di Ben Ali e la perdita del gate tunisino L’eliminazione di Gheddafi e la disintegrazione del gate libico La rivoluzione egiziana e il pugno di ferro di Al-Sisi La guerra civile siriana e il “risveglio” dell’Europa

4.LE POLITICHE MIGRATORIE: MITI E REALTA’ I miti: -l’unilateralità dei flussi: in realtà i flussi sono circolari -la stabilità degli insediamenti: non sempre, non desiderata -l’attore unico delle politiche migratorie: in realtà non le fanno solo gli stati ma una complessa rete di attori (enti locali, associazioni, università, ong, camere di commercio…) -il controllo dei flussi La realtà: -migrazioni tra due sponde -transitorietà crescente e positiva -non interesse degli stati nordafricani e subsahariani a consistenti limitazione dell’emigrazione (attenua pressione interna politica e su mdl e genera rimesse) -apertura delle frontiere: facilita i controlli, riduce le spese, favorisc euna circolarità virtuosa e uno sviluppo bilaterale

PARTE II: IL CASO DELLA TUNISIA L’emigrazione italiana in Tunisia La Tunisia tra flussi in entrata e flussi in uscita La Rivoluzione e le sue conseguneze

L’emigrazione italiana in Tunisia La storia degli Italiani di Tunisia La decolonizzazione Il rientro in Italia Gli anni della cooperazione: il caso Rai Il disinvestimento: l’arretramento sulle politiche culturali e linguistiche

Prima della Rivoluzione: la Tunisia tra flussi in entrata e in uscita La crescita del disagio economico-sociale. I movimenti del 2008 La pressione europee e il giro di vite nelle politiche migratorie La politica di cooperazione e di libera circolazione con i partner africani: studenti e funzionari BAD Rotte transaharaine e rotte mediterranee La politica migratoria tra pressioni Ue e pressioni Ua Le nuove figure: -gli studenti africani -i “BADois” (dal 2003 al 2013) Le tensioni occulte e occultate

Dopo la Rivoluzione: la questione securitaria Dopo i grandi flussi verso l’Italia del periodo di transizione le migrazioni irregolari si sono considerevolmente ridotte Non vi sono stati mutamenti significativi nelle politiche sia di controllo dei flussi sia di protezione della manodopera Continua a crescere l’immigrazione subsahariana qualificata (BAD, università) L’istituzionalizzazione democratica di una rappresentanza della diaspora con le elezioni (2011) L’accordo di partenariato privilegiato con l’Ue L’emergenza della questione securitaria e i punti di vista speculari: -”non facciamoci invadere” -”siamo nella stessa barca” … e le voci inascoltate al momento dell’integrazione europea.

Considerazioni generali Il ruolo strategico del Nordafrica nel nuovo contesto mondiale: -il restringimento del Mediterraneo -il Canale di Sicilia -l’impossibilità di controllare i flussi e l’indebolimento dell’Ue Le primavere arabe e lo spostamento del baricentro politico -l’effetto domino nella regione MENA : Egitto, Libia, Siria, Yemen -i riposizionamenti degli “imperi” orientali: Iran, Turchia, Russia -i migranti come “esercito di riserva” sullo scacchiere politico Scenari possibili -il ruolo dei paesi del Golfo e l’immigrazione africana e asiatica -la marginalizzazione dell’Europa e il “deflusso” migratorio -il Nordafrica al centro di flussi da nord e da sud