GLI ECONOMISTI DI RIFERIMENTO DEI PRINCIPALI SISTEMI ECONOMICI

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GLI ECONOMISTI DI RIFERIMENTO DEI PRINCIPALI SISTEMI ECONOMICI

I PRINCIPALI SISTEMI ECONOMICI MODERNI (liberista, collettivista, a economia mista) nacquero e si svilupparono con la Rivoluzione industriale, che ebbe origine in Inghilterra nella seconda metà del XVIII secolo e si diffuse nei vari Paesi dell'Occidente.

ADAM SMITH (SISTEMA LIBERISTA)

Adam Smith, economista di riferimento del sistema liberista, nacque in Scozia (Kirkcoldy) nel 1723 e morì a Edimburgo nel 1790. Fu uno dei maggiori filosofi ed economisti liberisti del suo tempo. Come filosofo scrisse nel 1759 “La teoria dei sentimenti morali” e come economista compose nel 1776 la prima vera opera di economia politica, “Ricerche sulla natura e la causa della ricchezza delle nazioni”, dove espose i principi fondamentali per la crescita economica delle nazioni, quali:

la libertà d'iniziativa economica, riconosciuta a ciascun imprenditore, e l'astensione dello Stato dall'attività produttiva, poiché i suoi compiti sono quelli di garantire l'ordine pubblico, di amministrare la giustizia e di difendere i confini del territorio; la divisione del lavoro, con l'introduzione di un sistema organizzativo in cui vengono specificati i tempi, i metodi e le attività affidate a ciascun lavoratore; la regolazione automatica delle forze del mercato (domanda e offerta), che funziona senza regole o interventi da parte dello Stato, come guidato da una sorta di “mano invisibile” che corregge gli eventuali squilibri produttivi tra quanto offerto dalle imprese e quanto domandato dai consumatori.

KARL MARX (SISTEMA COLLETTIVISTA)

Karl Marx, principale esponente del sistema collettivista, nacque nel 1818 in Germania (Treviri) da una famiglia agiata e liberale di origini ebraiche e morì a Londra nel 1883. Studiò legge presso l'università di Bonn e filosofia presso quella di Berlino, dove si laureò nel 1841. Fu un importante filosofo, economista e giornalista politico, che elaborò, assieme ad Engels (filosofo del suo tempo) la concezione del socialismo scientifico, basato sull'analisi delle leggi della storia e del sistema sociale esistente (materialismo storico).

La vita di Karl Marx fu caratterizzata da intensi studi e da un costante impegno politico, che lo portarono a continui spostamenti e in particolare: nel 1843 si trasferì a Parigi, dove rimarrà fino al 1845. In Francia strinse una duratura amicizia con Friedrich Engels ed entrò in contatto con il pensiero comunista. Scrisse i “Manoscritti economico-filosofici” in cui denunciò l'alienazione del lavoro industrializzato ed iniziò la stesura della “Idiologia tedesca” che gli comportò l'espulsione dalla Francia; nel 1846 si spostò a Bruxelles dove, assieme ad Engels, fece parte della “Lega dei comunisti” e, insieme, scrissero il “Manifesto del partito comunista”, basato sull'analisi critica della società capitalistica e del proletariato come forza rivoluzionaria. Marx ricevette l'ordine di abbandonare il Belgio, avendo disatteso l'obbligo di non diffondere opere a contenuto politico;

nel 1850, dopo essere stato nuovamente espulso sia dalla Germania sia dalla Francia, si trasferì a Londra, dove rimase fino alla sua morte. Nella città inglese produsse (nonostante le gravi difficoltà finanziarie e familiari) diverse opere di natura economica, la più celebre delle quali è “Il Capitale”, pubblicata ad Amburgo nel 1867 (il primo libro). Il secondo e il terzo libro della medesima opera saranno pubblicati postumi da Engels nel 1885 e 1894.

Il Capitale racchiude l'analisi socioeconomica che Marx fa del capitalismo. In particolare prende in considerazione: i metodi di produzione e di scambio del sistema capitalista, quali origine dello sfruttamento e dell'alienazione dei lavoratori; la teoria del plusvalore, rappresentata dalla dottrina del valore/lavoro, secondo la quale il valore di una merce è dato dalla quantità di lavoro impiegato per produrla; l'abolizione della proprietà privata e il passaggio dei mezzi di produzione dai privati allo Stato per giungere alla nascita di una società socialista.

JOHN MAYNARD KEYNES (SISTEMA A ECONOMIA MISTA)

John Maynard Keynes, considerato il padre del sistema a economia mista, fu l’economista che indicò una terza via tra liberismo e collettivismo. Nacque in Inghilterra (Cambridge) nel 1883 e morì nel 1946 a Firle Sussex.

John Maynard Keynes si laureò nel 1905 al King's College di Cambridge e, nel corso della vita, rivestì diversi incarichi: professore universitario di economia politica; funzionario pubblico per le finanze dell'India; direttore dell'Economic Journal, la principale rivista accademica economica dell'epoca; consulente per le questioni economico-finanziarie presso il Ministero del Tesoro britannico, durante le Conferenze di pace al termine sia della prima sia della seconda guerra mondiale.

Il modello keynesiano evidenziò i limiti del sistema liberista e, in particolare, come le forze spontanee del mercato, da sole, non fossero sufficienti a garantire l'equilibrio e la stabilità del sistema. Le sue teorie ispirarono la politica del “New Deal” dell'allora Presidente degli Stati Uniti d'America, Franklin Delano Roosevelt, impegnato a risollevare il suo Paese dalla grave crisi economica degli anni Trenta.

Keynes è considerato uno dei massimi studiosi del pensiero economico del Novecento. Le sue idee influenzarono l'elaborazione economica, sociologica e politica dei governi del mondo occidentale. Le sue teorie furono applicate per combattere la disoccupazione e favorire la ripresa economica nella ricostruzione del secondo dopoguerra.

L'opera principale di Keynes è la “Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta” (1936), nella quale espose i concetti fondamentali del sistema a economia mista (es. proprietà pubblica e privata dei mezzi di produzione, intervento attivo dello Stato in economia, redistribuzione dei redditi) che oggi, nel complesso, sono chiamati “politica keynesiana”.