RIFLESSIONI SUL VOLONTARIATO

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Transcript della presentazione:

RIFLESSIONI SUL VOLONTARIATO A cura di Alessandro Ghionzoli Comitato Scientifico COPIMAV Lucca 6 settembre 2011

Riflessioni sul volontariato Cos’è il volontariato riferito alla sua identità e come si possono delineare i suoi confini, questo è stato il motivo e lo scopo della 266/91. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Già nel 2007, in occasione della Conferenza regionale del Volontariato che si è tenuta a Lucca, la 266 veniva disattesa nella fase dell’identità del volontariato. Infatti si è parlato di volontariati e non più di volontariato. Evidentemente il volontariato aveva perso la propria unitarietà e quindi la sua identità. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato In quella sede, le associazioni si presentavano dopo le istituzioni e gli uomini politici e ciascuna presentava la propria attività chiedendo alla platea ciò di cui aveva bisogno. In questo modo si evidenziava che il volontariato non aveva e non ha una coscienza collettiva di sé perché viveva al tempo e ancor oggi vive, un forte frammentazione. Non c’è collegamento fra le associazioni e con i volontari ….“E’ già faticoso sopravvivere come singola associazione che non si è portati a lavorare insieme con gli altri e/o a cercare il contatto con altre realtà associative”. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato In questa realtà, come fa un’unica legge a regolamentare tutti i volontariati? Per questo motivo nascono tante proposte di riforma per la 266, perché ogni grande associazione cerca di introdurre delle regole che possono aiutare la propria sopravvivenza e, magari, portare una maggiore espansione anche a discapito delle altre associazioni e degli altri “volontariati”. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Ai tempi della 266 andava di moda l’unione, oggi la distinzione e, di conseguenza, la frammentazione. Il riconoscimento della propria peculiarità diventa un diritto ma, spesso, l’individualismo e l’individualità producono egoismo cioè l’esatto opposto dello spirito del volontariato… 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Infatti il volontariato dovrebbe produrre coesione sociale e dovrebbe rappresentare un mezzo, non un fine… dovrebbe, infatti, servire a produrre una società più coesa e più giusta. Invece la frammentazione del volontariato potrebbe addirittura produrre spinte verso l’individualismo e portare a varie forme di egoismo, cioè l’esatto contrario della coesione sociale. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Ed ancora: come fa un universo frammentato a produrre coesione? I volontari fanno volontariato e fare volontariato è un mezzo per diventare ed essere volontariato (fine). Infatti, al giorno d’oggi, fare volontariato è diventato il fine. Comincia e finisce con la nostra azione; una volta realizzata l’azione, si conclude l’opera e l’intervento del volontario. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Non si cerca più di contribuire a “cambiare il mondo” come si intendeva fare negli anni 70 e 80, il volontario cerca solo di fare qualcosa per impiegare il proprio tempo libero “utilmente”… senza progetti più ampi che vadano al di là del gesto stesso (pur encomiabile)…. La domanda quindi, è : “dobbiamo riformare la 266 e realizzare una legge per “fare” volontariato o per diventare ed “essere” volontari”? 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Se la riforma dovrà servire per fare volontariato, allora ci possiamo tenere la 266 che è una buonissima legge che ha dato sviluppo e vigore al movimento del volontariato. In questa ottica: cos’è la gratuità di cui si parla nella legge? Non si dovrebbe trattare di rifiutare ogni remunerazione economica diretta o indiretta o, almeno, non solo… e, quindi, nella riforma della 266 si dovrebbe tenere conto di ciò. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Negli anni 80 nascono la gran parte delle OO.VV. della Toscana per la disillusione della politica e il conseguente passaggio al “sociale”. Si respira una volontà di “purezza” e di disinteresse personale che inducono automaticamente la gratuità intesa nel suo significato più ampio. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Oggi non è più così; gli adulti (compresi i quarantenni) sono diversi e, spesso, si trovano alla guida delle associazioni. I più giovani, in Toscana, che sono dirigenti di OO.VV., sono appena il 3%. Gli adulti hanno risorse e “possono” fare i dirigenti mentre i più anziani sono troppo “idealisti” e affermano di non riconoscersi più in “questo “ volontariato, così diverso dal “loro” volontariato, quello della 266. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Il 3° settore è nato perché il 1° e il 2° erano insufficienti a coprire tutti i bisogni dello Stato sociale e stava fuori dai primi due. Oggi il 3° settore si trova anche nel 2° e nel 1° settore. Firmare la “Carta del volontariato” nel 2007 a Lucca, ha significato entrare nello stato sociale esattamente come lì si trovano il 1° e il 2° settore. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Le OO.VV.- che restano fuori da questa logica restano avulse dal “mercato sociale” che offre finanziamenti, opportunità e anche riconoscimenti di tipo politico. Senza finanziamenti, oggi, un’organizzazione di volontariato è destinata alla decadenza e alla morte, ancor di più senza appoggi politici. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato In conclusione il volontariato, o meglio, quello originario che ha dato corpo alla 266 e che questa ha alimentato per un ventennio, è destinato a tramontare o a trasformarsi in una sorta di pletora di imprese sociali che dialogano stabilmente e in un contatto asfissiante con il 1° e il 2° settore. In questo modo perderà (e sta già perdendo) il valore aggiunto della gratuità e della libertà d’azione e, in certi casi, di denuncia, a meno che non riesca a diventare un vero e proprio “soggetto collettivo” lavorando in rete, scambiandosi esperienze e strategie e diventando, per così dire, autosufficiente. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato In sostanza il volontariato dovrebbe cercare di non essere più così dipendente dal “potere” e dal denaro che mai viene regalato ma in cambio del quale viene chiesta una sempre maggiore integrazione nei primi due settori e il coinvolgimento in logiche politiche ed economiche che poco hanno a che fare con lo spirito originario della 266 che raccoglieva istanze di impegno, socialità e solidarietà veramente gratuite e che, quelle sì, costruivano e realizzavano progetti di coesione sociale indicando ai primi 2 settori la via maestra per una equilibrata, civile e serena convivenza. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato In questa ottica, possiamo ben capire il valore e la fondatezza del COPIMAV: il tentativo di creare rete e dare voce al volontariato e non solo ai volontariati, fermo restando che ogni associazione aderente continua ad occuparsi delle proprie attività di servizio. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato In questa ottica, possiamo ben capire il valore e la fondatezza del COPIMAV: il tentativo di creare rete e dare voce al volontariato e non solo ai volontariati, fermo restando che ogni associazione aderente continua ad occuparsi delle proprie attività di servizio. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato In realtà ciò che fa nascere ed anima il COPIMAV è la ricerca di una più profonda azione unitaria: creare coesione sociale attraverso l’individuazione di nuove o vecchie povertà irrisolte divenendo così stimolo e proposta. In questa logica sarà indispensabile distinguersi dall’azione delle Istituzioni per non creare inefficaci sovrapposizioni o divenire loro supplenti a minor costo rischiando di perdere la propria autonomia che significa libertà di essere e di agire. 06/09/2011

Riflessioni sul volontariato Perché il volontariato senza ritorno non esiste: ma ciò che deve rimanere è la consapevolezza di stare dalla parte buona della vita e aver contribuito al benessere della comunità. 06/09/2011