ALESSANDRIA Martedì 10 Febbraio 2009 ALESSANDRIA
Matteo Sacchetti Responsabile Area Formazione Confartigianato Alessandria Alessandria 10 Febbraio 2009 ALESSANDRIA IL NUOVO RAPPORTO BANCA – IMPRESA ALESSANDRIA
Giuseppe Mortara Responsabile Area Credito e Finanza Confartigianato Alessandria Alessandria 10 Febbraio 2009 ALESSANDRIA IL NUOVO RAPPORTO BANCA – IMPRESA ALESSANDRIA
Gian Guido Piccione Responsabile Prodotto Aziende Cassa Risparmio Alessandria Alessandria 10 Febbraio 2009 ALESSANDRIA IL NUOVO RAPPORTO BANCA – IMPRESA ALESSANDRIA
Evoluzione storica di Basilea 2 La Sede della Banca dei Regolamenti Internazionali, presso cui è insediato il Comitato di Basilea cui si deve la stesura degli accordi di Basilea. ALESSANDRIA
Che cosè laccordo di Basilea ? E un Accordo internazionale che ha profondamente rivisitato le regole per la determinazione delladeguatezza Patrimoniale delle Banche e degli Intermediari Finanziari; Laccordo di Basilea 2 serve a rispondere alla domanda : quanto capitale deve detenere una Banca a fronte del totale dei Prestiti concessi ? Basilea 2 intende stabilire una più stretta correlazione tra valutazioni delladeguatezza patrimoniale e principali elementi di rischio dellattività bancaria;
Che cosè laccordo di Basilea ? Lobbiettivo perseguito dal Comitato di Basilea costituito nel 1974 tra governatori delle banche centrali dei paesi più industrializzati) è quello di prevenire attraverso ladozione di una politica economica e finanziaria comune, il rischio di fallimento delle banche; Basilea 2 che va a sostituirsi ed a integrare i contenuti del primo accordo, prevede tre principi fondamentali detti nella terminologia dei sottoscrittori PILASTRI
Che cosè laccordo di Basilea ? 1° Pilastro: REQUISITI MINIMI PATRIMONIALI Vengono stabilite le regole per la quantificazione dei rischi per determinare ladeguatezza patrimoniale 2° Pilastro: PROCESSO DI CONTROLLO PRUDENZIALE vengono stabiliti i nuovi principi guida per la supervisione da parte degli istituiti di vigilanza ad assicurare che gli intermediari si dotino di adeguati sistemi di misurazione e controllo dei rischi e adottino politiche e procedure per la valutazione delladeguatezza patrimoniale. 3° Pilastro: DISCIPLINA DEL MERCATO viene stabilito il libello minimo di informazione che ogni banca, deve fornire al mercato in tema di: patrimonio di vigilanza,esposizione al rischio, nonché dei processi di valutazione dei rischi adottati.
Basilea 2: i tempi Il Nuovo Accordo di Basilea entrerà in vigore nel 2007; le Autorità di Vigilanza devono approvare lutilizzo dei modelli interni. Per richiedere lapprovazione, le Banche dovranno dimostrare, a quella data, lutilizzo dei modelli interni da almeno due anni.
IL RATING Probabilità di Default = RATING I requisiti richiesti da Basilea 2 per il sistema di Rating Il Rating esprime un giudizio sulla capacità di una controparte di adempiere correttamente alle obbligazioni di rimborso del debito contratto
AAA Classe 1 (sicurezza elevata) AA Classe 2 (sicurezza) A Classe 3 (ampia solvibilità) BBB Classe 4 (solvibilità) BB Classe 5 (vulnerabilità) B Classe 6 (rischio medio) CCC Classe 7 (rischio elevato) Il rating è espresso su una scala composta da valori, numerici e/o alfabetici, di minimo 7 livelli di rischiosità crescente ed uno o piu livelli di default. Ad ogni livello di rating corrisponde un livello diverso di probabilità di default ossia di insolvenza Default = Insolvenza Ogni banca definirà i pesi e adotterà la propria scala di valori per ogni classe di rischio. Esempio di scala di rating
Coefficienti di ponderazione del rischio di credito per le imprese Coefficienti di ponderazione in funzione del Rating DebitoreDa AAA a ADa A a A-da BBB a BB-Inf. a B+Senza Rating Imprese 20%50%100%150%100% Esempio accantonam. Banca Su ,00 40,00 80,00 120,00 80,00 Retail 60,00
da BASILEA 1 IMPIEGO X 8% = REQUISITO PATRIMONIALE CALCOLO DEL REQUISITO PATRIMONIALE a BASILEA 2 Impiego X Rischio di insolvenza RATING X ( Ponderazione Esposizione e Perdita previste in base al tipo di impiego e di prenditore ) X 8% = REQUISITO PATRIMONIALE
Sono previste 3 opzioni utilizzate dalle banche METODO STANDARD Si basa sul rating concesso dalle Agenzia specializzate. Per le imprese non dotate di RATING esterno, con un fatturato inferiore a 5 milioni di Euro e con esposizioni inferiori a 1 milione di euro sarà prevista una ponderazione unica al 75% ( ponderazione al 6% ). METODO RATING INTERNO (base) La Banca attribuisce alla propria clientela un proprio giudizio di rating mediante un sistema interno con approccio semplificato per cui alcuni parametri di calcolo sono dati dallAutorità di Vigilanza. METODO RATING INTERNO (avanzato) Il modello di calcolo del giudizio di rating è interamente interno alla Banca che ne deve dimostrare allAutorità di Vigilanza la sua tenuta ed efficacia tivo di valorizzare la peculiarità di ciascuna azienda. Tale modello di valutazione considera le seguenti aree di analisi del cliente prenditore di fondi:
Rating interni base e avanzato Le componenti di analisi del rischio di inadempienza della controparte utilizzate con lapproccio dei rating interni (IRB) sono quattro: PD probability of default: la probabilità di insolvenza che indica il rischio che un debitore sia incapace dio onorare i propri impegni (base e avanzato) LGD loss given default: il tasso di perdita in caso di insolvenza che esprime, in termini percentuali, il grado di perdita potenziale subita dalla banca sullammontare del prestito, al termine delle procedure di recupero nei confronti del debitore insolvente (solo avanzato) EAD exposure at default: che stima la dimensione dellesposizione della banca al momento dellinsolvenza del debitore
Rating interni base e avanzato M maturity: che valuta la maturità delle esposizioni (standard 2 anni e mezzo nella versione base ed effettiva nel metodo avanzato) A quanto sopra si aggiunge: G granularity: diversificazione che stima rispetto ad un brenchmark la maggiore o minore diversificazione
Tale modello di valutazione considera le seguenti aree di analisi del cliente prenditore di fondi: a) analisi quantitativa: effettuata sulla base di valutazioni economico- finanziarie quali, ad esempio, investimenti, liquidità, produttività, redditività, capitale circolante; b) analisi qualitativa: effettuata sulla base di dati non direttamente quantificabili quali, ad esempio, le informazioni sulla storia dellazienda, sulla storia societaria ed organizzativa, sulla coerenza strategica e sulla posizione competitiva; c) analisi andamentale: effettuata sulla base di variabili interne quali, ad esempio, livelli e forme di utilizzo delle linee di credito concesse presso il sistema bancario/finanziario. Garanzie : dirette – esplicitate – irrevocabili – attivabili tempestivamente Limpresa che avrà un rating buono, potrà avere tassi più bassi in quanto la banca accantonerà a Patrimonio di Vigilanza una % inferiore all8% stabilito da Basilea2
DUPLICE STRATEGIA: TRASPARENZA INFORMATIVA, PER UN RATING REALISTICO: TRASPARENZA INFORMATIVA, PER UN RATING REALISTICO: Bilanci trasparenti Bilanci trasparenti Equilibri patrimoniali ed economici solidi Equilibri patrimoniali ed economici solidi Utilizzo linee di credito preciso e puntuale Utilizzo linee di credito preciso e puntuale Qualità e completezza informazioni elevata Qualità e completezza informazioni elevata STRUMENTI DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO (GARANZIE) PER UN PRICING MIGLIORE STRUMENTI DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO (GARANZIE) PER UN PRICING MIGLIORE Garanzie individuali Garanzie individuali Garanzie Reali Garanzie Reali Ipotecarie Ipotecarie Finanziarie Finanziarie Commerciali Commerciali La sfida del rating: come vincerla?
Come affrontare e risolvere dubbi e timori delle imprese? La mossa vincente è il dialogo banca-impresa, essendo primario lobiettivo di rendere più trasparente la situazione aziendale al fine di poter valutare correttamente le realtà aziendali. Per le imprese saranno determinanti i necessari miglioramenti dei processi amministrativi e finanziari. Infatti, bassa capitalizzazione, prevalenza dellindebitamento a breve e pluri affidamento restano le caratteristiche negative e tipiche del sistema produttivo nazionale delle piccole imprese (ma non soltanto …) che devono essere superate.
SCHEMA STATO PATRIMONIALE
RICAVI NETTI - ACQUISTI, COSTI PER PRESTAZ. SERVIZI +/- VARIAZIONE MAGAZZINO VALORE AGGIUNTO - COSTO DEL LAVORO MARGINE OPERATIVO LORDO - AMMORTAMENTI - ACCANTONAMENTI A FONDI RISCHI MARGINE OPERATIVO NETTO +/- SALDO PROVENTI / ONERI DIVERSI +/- PROVENTI / PERDITE FINANZ.DIVERSI - AMMORT. ATTIVITA IMMATERIALI REDDITO OPERATIVO - ONERI FINANZIARI UTILE CORRENTE +/- SOPRAVVENIENZE ATTIVE / PASSIVE - IMPOSTE UTILE / PERDITA DESERCIZIO GESTIONECARATTERISTICA GESTIONE EXTRACARATTERISTICA GESTIONE FINANZIARIA GESTIONE STRAORDINARIA E FISCALE SCHEMA CONTO ECONOMICO
CICLO MONETARIO DELLA GESTIONE DIMPRESA
Periodo di tempo in cui lazienda deve sostenere il fabbisogno del circolante attingendo a fonti esterne GG SCORTA MEDIA + GG DILAZ. CRED.COMM. + GG DILAZ.DEBITI COMM. - GIORNI DI SCOPERTO CICLO COMMERCIALE GIORNI DI SCOPERTO CICLO COMMERCIALE
Fabbisogno di circolante che lazienda deve sostenere attingendo a fonti esterne (con Finanziamenti bancari autoliquidabili) (FATTURATO / 365) X GIORNI DI SCOPERTO DEL CICLO COMMERCIALE FABBISOGNO DEL CICLO COMMERCIALE FABBISOGNO DEL CICLO COMMERCIALE
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