DINAMICA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI

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Transcript della presentazione:

DINAMICA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI Introduzione

L’esperienza interiore del neonato, ne convengono tutti, è caotica e non organizzata. Il neonato comincia la sua vita in un ambiente che lo avviluppa, ambiente che può capire o trasformare solo in minima parte. Il compito dei teorici della psicoanalisi dello sviluppo è di tracciare il percorso del bambino dall’informe alla forma. Nel fare ciò ciascun autore dovrà fare alcune scelte a priori, poiché nessuna mappa può contenere tutte le informazioni. Mappe ugualmente accurate, ma che rispondono ad esigenze diverse, possono addirittura non sembrare la stessa cosa o non apparire mappe a colui che non ha familiarità con il loro uso.

L’elemento a priori che organizza la mappa dello sviluppo proposta da Freud è: Lo sviluppo si organizza intorno agli spostamenti, nel modo prevalente che il bambino usa, per mettere in atto la scarica pulsionale e per sperimentare il piacere; I teorici che operano all’interno del modello relazionale al contrario rifiutano in toto il principio organizzativo della sequenza del piacere, sottolineando l’apparire di nuovi modi di mettersi in relazione con gli altri. I teorici fedeli di Freud nel tempo hanno cercato di aggiungere qualcosa alla sua mappa, che rendesse ragione del contatto dell’uomo con la sua realtà. Il primo e più significativo rappresentante di tale intento fu Heinz Hartmann che incluse nella “mappa” il problema dell’adattamento.

“venire a patti con l’ambiente umano” Nel tempo l’ambiente al quale il bambino (nei primi anni di vita) era tenuto ad adattarsi, divenne sempre più “umano”. Margaret Mahler enfatizzerà l’aspetto personale delle relazioni con la realtà. Nel suo lavoro il “problema dell’adattamento” sarà specificatamente descritto come “venire a patti con l’ambiente umano” L’autrice guarda al movimento evolutivo come un cammino da una matrice simbiotica figlio-madre, al raggiungimento di una identità stabile, all’interno di un mondo di persone prevedibili e realisticamente percepite.

DINAMICA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI Gli autori: Margaret Mahler Psicologia dell’Io

Margaret Mahler La vita Nasce il 10 maggio 1897 a Sopron, una piccola città ungherese, da una famiglia ebrea; Il matrimonio dei suoi genitori non appare sereno, sua madre allora molto giovane, non tollera di doversi occupare di una figlia e non mostra affetto verso la piccola Margaret; Suo padre è allora l'unico appoggio che la incoraggia negli studi di matematica e scienze; Con la nascita della secondogenita la madre si mostra molto più disponibile, dichiarando che la piccola Suzanne sia la sua ragione di vita; Margaret diviene gelosa del rapporto che sua madre ha con sua sorella, tanto che molti anni dopo attribuirà a questa situazione affettiva il suo interesse per le vicende dello sviluppo infantile;

Margaret Mahler La vita Nel settembre 1916 Margaret si iscrive all'Università di Budapest per studiare Storia dell’arte e diventare scultrice, ma dopo aver constatato il suo scarso talento, nel gennaio 1917 decide di iscriversi a medicina. Dopo 3 semestri comincia la pratica a Monaco di Baviera, ma è presto costretta ad andare via a causa delle tensioni nei confronti degli ebrei; Nel 1920 si trasferisce all’università di Jena e li si accorge per la prima volta di quanto importanti siano le esperienze e l’amore per la crescita fisica e psicologica sana di un bambino; Due anni più tardi si laurea con lode, torna a Vienna e decide di rivolgere la sua attenzione alla psichiatria, cominciando il suo lavoro di analisi. Viene accettata come analista solo sette anni più tardi; Sostiene di amare il lavoro con i bambini per l’attenzione e la gioia che mostrano di avere nel lavorare con lei;

Margaret Mahler La vita Nel 1936 sposa Paul Mahler e nel 1938, con lui, si trasferisce negli Stati Uniti, dove ha inizio la sua carriera di psicoanalista; Nel 1939 incontra Ben Spock e nel ‘40 tiene il suo primo seminario di “analisi del bambino”; In 1944 il suo padre muore, un mese dopo l'invasione tedesca dell'Ungheria. A sua madre viene consigliato di andare via, Margaret cerca di farsi raggiungere negli Usa, ma il visto arriva in ritardo, sua madre viene catturata e muore un anno più tardi ad Auschwitz. Per Margaret è un grosso dolore; Sebbene l'interesse principale di Margaret sia verso lo sviluppo normale del bambino, spende molto del suo tempo con i bambini psichiatrici per comprenderne la formazione del “sé”; L’autrice è principalmente conosciuta per il suo lavoro sulle fasi dello sviluppo del bambino in direzione del processo di separazione-individuazione, al fine di raggiungere la formazione della piena identità; Margaret muore il 2 ottobre 1985.

Margaret Mahler Il ruolo genitoriale nello sviluppo infantile Le nevrosi infantili, lo sviluppo normale dell’io e le prime espressioni di affetto, sono descritti come il risultato dell’interazione dei bisogni del bambino e la personalità dei genitori, in particolare la madre. L’autrice da un lato afferma che la personalità dei genitori abbia un impatto notevole nello sviluppo del figlio, dall’altro sottolinea che tale influenza sia mediata e resa possibile dalla loro funzione di “oggetti” nel senso più classico. La funzione dei genitori nella visione della Mahler è di “offrire” al bambino una opportunità relazionale per la canalizzazione, utilizzazione ed amalgama delle sue tendenze all’amore e all’aggressività. La tensione tra teoria pulsionale e osservazioni, fa si che l’autrice giunga a modificare la struttura classica per inserirvi la sua nuova prospettiva.

Margaret Mahler Dall’ “autismo” all’ “individuazione” Per la Mahler i determinanti critici dell’esito dello sviluppo sono i due poli di: separazione-individuazione e maturazione-sviluppo. La sincronia del progredire di aspetti maturativo-biologici e di progresso strutturale-relazionale, sono determinanti per buon esito dello sviluppo e stabilità dell’identità. Le tappe dello sviluppo si caratterizzano per l’autrice in fasi che vanno dall’iniziale “autismo”, in cui il bambino non rivolge la sua attenzione all’esterno, passa attraverso la “simbiosi” con l’oggetto esterno più vicino, per giungere alla “individuazione” stabile di una identità che riconosce sé e gli altri.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Fase autistica normale; Fase simbiotica normale; Sottofase della differenziazione; Sottofase della sperimentazione; Sottofase del riavvicinamento. Fase della costanza dell’oggetto libidico. Separazione/ Individuazione

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Fase autistica normale: Durante le prime settimane di vita il neonato appare relativamente indifferente ad ogni tipo di stimolazione; I periodi di sonno superano quelli di veglia; Viene detta autistica poiché si ipotizza che il neonato stia funzionando come un sistema chiuso, lontano dal mondo esterno; La sua esperienza è limitata al mantenimento e rottura dell’ omeostasi fisiologica, ad una sequenza di frustrazioni e gratificazioni che possono essere tanto “reali” quanto allucinatorie.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Fase simbiotica normale: A tre o quattro settimane (crisi di maturazione fisiologica) con l’accresciuta reattività il bambino ha una confusa consapevolezza della madre come oggetto esterno in grado di aiutarlo a ridurre la tensione. Presenza di risposta di sorriso al generico viso umano (Gestalt) Comincia ad organizzare l’esperienza classificandola in “buona/piacevole” e “cattiva/dolorosa”, grazie alla maturazione delle funzioni primarie dell’io quali ad esempio la memoria. Fase preoggettuale.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE ha 4 sottofasi: DIFFERENZIAZIONE SPERIMENTAZIONE RIAVVICINAMENTO COSTANZA OGGETTUALE Segue due linee evolutive che si intersecano fra loro: Separazione: comprende la differenziazione, l’allontanamento, la formazione di un confine e lo sganciamento, in senso corporeo, dalla madre. Si riferisce all’emergere dalla fusione simbiotica con la madre; Individuazione: consiste nella conquista di autonomie intrapsichiche quali la percezione, la memoria, il pensiero e l’esame di realtà, ovvero quelle conquiste che segnalano la presa di possesso delle sue caratteristiche individuali. I due processi possono andare avanti con lo stesso ritmo e facilitarsi tra loro, o procedere con modesti scarti temporali. Questa distinzione è simile a quella di Hartman tra “maturazione e sviluppo”.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Sottofase della differenziazione: Da 4/5 mesi a 10 mesi: Incubazione → è la prima delle fasi di separazione-individuazione. L’iniziale tendenza a fondersi con la madre lascia il posto ad una posizione più attiva: Esplora la madre, le tira i capelli, abiti, occhiali; Più tardi scivola dal grembo materno fino al pavimento ma senza allontanarsi troppo, esplora il mondo esterno e torna a ritroso dalla madre per confrontarlo con lei. Distingue le sensazioni interne da quelle esterne, gli oggetti da sé e, più avanti, la madre dagli altri oggetti esterni. Prova di questa acquisizione è l’angoscia dell’estraneo intorno ai 6 mesi.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Sottofase della sperimentazione: comincia a 10 mesi con la capacità di camminare carponi. Si divide in due momenti. Sperimentazione iniziale: Il bambino è ora in grado di allontanarsi un po’ dalla madre, che resta comunque la “casa base” da cui ricevere “rifornimento emotivo”: Interesse rivolto anche verso gli oggetti inanimati, uno dei quali potrà diventare ciò che Winnicott chiama oggetto transizionale; Sviluppo della differenziazione corporea dalla madre e allo stesso tempo di uno specifico legame basato sulla capacità della madre di fornire rifornimento affettivo; Sviluppo delle capacità dell’io.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Sottofase della sperimentazione: comincia a 10 mesi con la capacità di camminare carponi. Si divide in due momenti. Sperimentazione vera e propria: coincide con “la nascita psicologica” ovvero con l’acquisizione della deambulazione eretta. Il bambino si trova in “relazione amorosa con il mondo” ed il suo interesse è concentrato sulle sue crescenti capacità, che percepisce come onnipotenza; Fase di allegria legata anche alla possibilità di evadere dal coinvolgimento simbiotico con la madre; La madre deve permettere ed incoraggiare con gioia l’allontanamento per far si che lo sviluppo del bambino proceda in modo soddisfacente; La madre dovrà adattarsi al suo particolare bambino e rispondere a lui piuttosto che alle proprie idee preconcette su come il figlio dovrebbe essere.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Sottofase del riavvicinamento: Dal 2° anno (tra 15 e 18 mesi) il bambino si rende conto che contrariamente al senso iniziale di onnipotenza, è in realtà una persona molto piccola in un mondo molto grande. Si ha un perdita del senso del sé con un ritorno dell’angoscia di separazione; La frustrazione viene sperimentata più frequentemente e la madre deve essere avvicinata ad un nuovo livello. Il bambino condivide con lei le scoperte del modo esterno, “corteggiandola” al fine di ottenere la partecipazione della madre al suo mondo.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Sottofase del riavvicinamento: Dai 18 ai 24 mesi si verifica quella che l’autrice chiama “crisi di riavvicinamento”; Il bambino ha bisogno di aiuto esterno ed allo stesso tempo ha bisogno di negare che provenga da un’altra persona. E’ una fase ambivalente in cui si alternano manifestazioni affettive e conflitti aggressivi. Il bambino teme la perdita dell’amore materno, ma allo stesso tempo di essere nuovamente risucchiato nella sua orbita; La felice risoluzione della crisi di riavvicinamento è per la Mahler un requisito essenziale per evitare future psicopatologie gravi.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Sottofase del riavvicinamento: Appartiene a questa fase il rapido sviluppo del linguaggio, la comparsa dell’esame di realtà e l’iniziale comprensione delle differenze anatomiche tra i sessi; Il riavvicinamento pone alla madre nuovi problemi, poiché quel bambino che pochi mesi prima sembrava indipendente appare ora bisognoso, ansioso ed esigente; Alcune madri accolgono con piacere questa fase soffocando la spinta verso la differenziazione; altre la rifiutano sottovalutando i bisogni del figlio; La reazione della madre in questa come in tutte le sottofasi, influisce in modo decisivo sul risultato finale.

Margaret Mahler Le Fasi dello sviluppo Fase della costanza dell’oggetto libidico: comincia durante il 3° anno e di norma è relativamente stabilizzata al termine dei 3 anni. Compiti di questo periodo sono: Formazione di un concetto stabile del sé, della propria individualità; Formazione di un concetto stabile dell’altro come presenza interna, investita positivamente. La costanza dell’oggetto libidico presuppone l’unificazione di rappresentazioni buone e cattive dell’oggetto, insieme con la fusione delle pulsioni libidiche e aggressive. La forza innata delle pulsioni e lo sviluppo delle precedenti sottofasi, influiscono in modo decisivo sugli eventi di questa fase. I fattori determinanti dello stabilirsi della costanza dell’oggetto emotivo sono: Lo sviluppo dell’esame di realtà e della tolleranza della frustrazione; Il senso di fiducia e sicurezza infuso dalla presenza fisica della madre e trasferito poi alla sua rappresentazione interna; Le acquisizioni cognitive.

Margaret Mahler Contributi alla Psicoanalisi L’autrice ha sottolineato la stretta relazione tra i cambiamenti nei bisogni del bambino e la capacità materna di sintonizzarsi con questi cambiamenti; Lo sviluppo del bambino è il risultato dell’interazione tra i suoi comportamenti specifici di ogni sottofase e le risposte della madre: La volontà materna iniziale ad essere disponibile a fare da cuscinetto tra il figlio ed il mondo esterno e funzionare come un io ausiliario e barriera agli stimoli; deve lasciare il posto alla volontà di rinunciare a tale intimità in favore di scambi caratterizzati da crescente autonomia del bambino; I requisiti della “madre ottimale” della Mahler sono molto simili a quelli della “madre sufficientemente buona” di Winnicott.

Bibliografia Jay R. Greenberg, Stephen A. Mitchell, Le Relazioni oggettuali nella teoria psicanalitica, Il Mulino, Bologna 1986 Adriana Lis, Silvio Stella, Giulio Cesare Zavattini, Manuale di psicologia dinamica, Il Mulino, Bologna 1999 J. De Ajuriaguerra, D. Marcelli, Psicopatologia del Bambino, Masson, Milano 1986