Il linguaggio cinematografico Un film non è altro che una sequenza di inquadrature montate tra loro…
L’INQUADRATURA L’inquadratura è l’unità elementare di un film, la sua più piccola componente. Un film, infatti, è un insieme di tante immagini percepite in movimento. L’inquadratura può essere definita come la porzione di spazio che viene delimitata dalla macchina da presa. Più inquadrature successive formano un’unità narrativa detta sequenza; l’insieme delle sequenze andrà poi a comporre il film.
Distanza d’osservazione Inquadratura Distanza d’osservazione Punto di vista
Variare la distanza Campo lungo Campo totale Piano a figura intera Piano americano o a mezza figura Primo piano Primissimo piano Dettaglio
Campo lungo Se il regista sceglie di rimanere molto distante da un soggetto lo fa tendenzialmente perché intende inquadrarlo nella sua interezza, ma magari confonderlo con l’insieme che lo circonda; Se ha interesse a mostrare da vicino un’espressione del volto, o di mettere a nudo gli stati d’animo e le emozioni del soggetto, sceglie un’inquadratura molto ravvicinata. Usato per fornire un quadro d’insieme di un ambiente, di un luogo. Nell'immagine un'inquadratura La città proibita(2006), un film di Zhang Yimou.
Campo totale si riprende un intero ambiente, cioè la totalità dello spazio scenico. È il caso dell’inquadratura che mostra la stanza in cui si svolge la scena
Punto di vista oggettivo o soggettivo Descrive ciò che vede il personaggio Consente di immedesimarsi maggiormente Oggettivo Racconto delle vicende esterno ai sentimenti o alle emozioni dei personaggi Voce fuori campo o voce off: non proviene direttamente da una persona che stiamo guardando sullo schermo ma dall’esterno. Può essere la voce di un personaggio non inquadrato (tipo il narratore di un film) o di un personaggio inquadrato (i suoi pensieri ad esempio).
Il punto di vista si modifica l’angolo con cui viene effettuata la ripresa. frontale: m. da presa davanti alle figure. punto di vista comune, connota persone o ambienti in maniera neutra dall’alto: m. da presa in un punto sopraelevato. apparirà più piccolo di come è realmente. idea di oppressione, di miseria o di solitudine dal basso: m. da presa in una posizione più bassa rispetto al soggetto, appare più grande e, quindi, più fiero, forte o imponente a piombo: m. da presa in posizione perpendicolare rispetto al soggetto. aumenta il senso di oppressione, segnala uno stato di tensione, o di pericolo. inclinata: m. da presa in posizione obliqua rispetto ai margini dell’inquadratura. immagini sghembe, con un orizzonte non lineare, idea di squilibrio e di alterazione situazione anormale ed eccezionale.
Movimenti di macchina sono, insieme al montaggio, lo strumento con cui passare da un’inquadratura all’altra, per poter procedere nella narrazione del film http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=c2Bkvh8GPM4
Carrellata in avanti, all’indietro, laterale, circolare, a precedere, quando il carrello scorre davanti a un soggetto in movimento, a seguire quando il carrello scorre alle spalle di un veicolo in movimento. Si realizza installando la macchina da presa su un carrello mobile che scorre su ruote o su binari, in modo da poterla fare correre lungo un piano.
Panoramica Si ruota la macchina da presa attorno a un’asse che resta fermo Il movimento è simile a quello di una persona che ruota la testa. La panoramica si distingue in: Orizzontale Verticale Obliqua
Altri movimenti Dolly o gru. Si realizza sistemando la macchina da presa all’estremità di un braccio mobile, sostenuto da una piattaforma munita di ruote, in modo tale che allo spostamento lungo il piano, reso possibile dalla piattaforma, si può associare anche quello in verticale e in orizzontale effettuato muovendo il braccio. Di fatto con questo tipo di supporto si riesce a passare da un’inquadratura molto ravvicinata, come quella di un dettaglio, a un campo lunghissimo: è sufficiente, infatti, far retrocedere la piattaforma e contemporaneamente alzare il braccio della gru per ottenere l’effetto sperato. Ripresa a mano. Si realizza disponendo la macchina da presa sulla spalla di un operatore, in modo da seguirne gli stessi movimenti. È ovvio quindi che se l’operatore si muove velocemente, anche le immagini seguiranno un movimento veloce, mosso e traballante. Steadycam. Si realizza, come nella ripresa a mano, disponendo la macchina sul corpo dell’operatore. In questo caso, però, proprio per evitare i sobbalzi tipici della ripresa a mano, la macchina da presa viene fissata al corpo dell’operatore tramite una particolare intelaiatura, munita di un sistema di ammortizzatori che riesce a tenere ferma la macchina anche nel corso del movimento. Skycam. Si realizza agganciando la macchina a un cavo di acciaio e comandandola a distanza attraverso impulsi elettronici. Tramite un monitor è anche possibile verificare la stabilità delle immagini che la macchina via via riprende. Questo tipo di movimento è utile soprattutto per realizzare riprese aeree di grande estensione.
Zoom Non si tratta propriamente di un movimento di macchina, anche se visivamente appare come tale. Di fatto serve per effettuare movimento simili a una carrellata in avanti o all’indietro, senza però spostare la macchina, affidandosi a un movimento ottico governato dall’operatore.
Fini espressivi il movimento serve a sviluppare il racconto del film mostrando nuovi elementi molte volte un movimento di macchina può suggerire informazioni allo spettatore che vanno oltre o addirittura negano quanto affermato dai dialoghi