BancaSinaptica foglio informativo a cura di Nino Esposto SAB di Venezia – Via Cappuccina, 9/g 30172 Mestre (VE) tel. 041987890 fax 041962880 mail:

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BancaSinaptica foglio informativo a cura di Nino Esposto SAB di Venezia – Via Cappuccina, 9/g Mestre (VE) tel fax mail: Fabi FABIFABI NUMERO SPECIALE: SCIOPERO DEL 31 OTTOBRE NOILORO strike!

FABIFABI Ci siamo! Su tutto il territorio nazionale si stanno svolgendo le assemblee dei lavoratori bancari in vista dello sciopero proclamato per giovedì 31 ottobre. Dal 16 settembre, giorno in cui i banchieri rappresentati dalABI hanno formalmente disdettato il nostro contratto di lavoro con largo anticipo rispetto alla scadenza prevista, molto si è scritto,discusso e commentato. Ora siamo in prossimità di una data, il 31, che segnerà linizio di un confronto che non potrà che essere aspro, duro, acceso, per limportanza della posta in gioco. Riportiamo in questo foglio informativo il volantino unitario, che riassume efficacemente la situazione, anche per ribadire la posizione univoca, compatta del Sindacato. Leggetelo, o rileggetelo. 31 ottobre sciopero di tutta la categoria per la difesa del contratto nazionale LAbi ha formalmente assunto un atteggiamento irresponsabile che avrà conseguenze estremamente gravi per la nostra Categoria. Lunedì 16 settembre, con circa 10 mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale, i banchieri hanno disdettato il Contratto Nazionale di Lavoro di Settore; un CCNL che sarebbe scaduto il 30 giugno 2014 e che da norme vigenti avrebbe potuto essere disdetto a Dicembre 2013, sei mesi dalla scadenza naturale. Una decisione improvvida assunta nel momento peggiore della crisi del Paese. Le banche stanno sicuramente attraversando alcune difficoltà, ma Abi addebita ogni responsabilità a fattori esterni al settore ( la crisi economica e la fiscalità ) o interni allo stesso (i vincoli economici e normativi del CCNL) e prova ad approfittare del momento di insicurezza che investe la società, le imprese e le famiglie per imporre le proprie soluzioni: scaricare i costi sulla fiscalità generale (cioè sui contribuenti italiani) e sui lavoratori (cioè su salari e occupazione). Nulla dice sullincapacità del top management del settore a trovare una nuova prospettiva strategica attraverso progetti industriali in grado di far crescere i ricavi; nulla dice sulle gravi responsabilità degli alti vertici aziendali sulla crescita esponenziale delle sofferenze. In una fase in cui occorrono coesione sociale e senso di responsabilità il settore bancario non accetta di fare la propria parte per lo sviluppo e per la crescita: si disimpegna da ogni suo ruolo e funzione produttiva e approfitta per lucrare a spese dei più deboli.

FABIFABI Con la disdetta Abi distrugge un patrimonio di relazioni sindacali È evidente ed esplicita lintenzione delle banche di arrivare a una completa deregolamentazione del settore, attraverso la cancellazione dellattuale modello contrattuale, del Contratto Nazionale e del Fondo di Solidari- età, con il declassamento della stessa contrattazione di secondo livello a mera contrattazione di prossimità, di carattere derogatorio e funzionale alle necessità di flessibilità delle imprese. Abi approfitta dei cambiamenti introdotti dalla legge Fornero per mettere in discussione lo strumento più importante utilizzato per gestire le ristrutturazioni: il Fondo di Solidarietà, poiché ne ritiene eccessivi i costi. La gestione degli esuberi avrebbe così altre soluzioni ben più drastiche: luso dellAspi (sussidio di disoc- cupazione) con licenziamenti, della solidarietà difensiva obbligatoria (riduzione di stipendio per salvare i posti di lavoro) e delle previsioni di legge (la 223 sui licenziamenti collettivi). Invece il tema della Solidarietà espansiva (lavoratori vicini alla pensione in part-time, affiancati da nuovi assunti in part-time) e della legge sui part-time incentivati per laccompagnamento alla pensione, viene liqui- dato con un giudizio di non applicabilità nella situazione data. Abi sferra un attacco pesantissimo ai lavoratori del settore: troppo vecchi e inadeguati. I lavoratori del settore vengono etichettati come troppo vecchi, scarsamente motivati, culturalmente distanti dalle nuove esigenze delle banche, marcatamente resistenti o comunque poco disponibili al cambiamento, alla riconversione e alla riqualificazione professionale e, parimenti, il lavoro, con il 97% di contratti indeter- minati, appare troppo stabile e poco flessibile. Abi intende scaricare la cattiva organizzazione del settore, frutto di scelte manageriali, interamente sui lavoratori. Il ricettario dellAbi è drastico e chiaro. La crisi deve essere pagata a carissimo prezzo dalle Lavoratrici e dai Lavoratori del Settore attraverso un maggiore utilizzo degli impianti produttivi: in parole semplici si tratta di intervenire sulla flessibilità e sugli orari; di eliminare i percorsi di carriera prefissati (percorsi professionali) e gli automatismi in genere (ad esempio scatti di anzianità); di ridurre gli inquadramenti con creazione di un gestore unico nel settore com- merciale, di abbassare il salario, rendendo le parti variabili (VAP) esclusivamente legate alle performance aziendali. Emblematico è il caso della questione degli sportelli: ABI ritiene di dover rivedere numero, localizzazione e organizzazione, una strategia che è stata perseguita a seguito di precise scelte manageriali in vena di grandezza: mentre in Europa si riduceva la presenza di sportelli, in Italia si faceva lopposto! E come non ricordare che alcune fusioni (Monte dei Paschi/Antonveneta ad esempio, costate uno sproposito, erano state fatte per acquisire le reti sul territorio dellIstituto acquistato).

FABIFABI Lo stato del settore: fra crisi aziendali e manager inadeguati. Ciò che è invece assolutamente inadeguata è lattuale classe dirigente delle banche. Lo stato dei bilanci bancari, zavorrati dalle sofferenze e dagli accantonamenti. La Banca dItalia ha posto in evidenza anche gravi deficienze nella valutazione dei rischi: è una considerazione grave perché punta il dito su uninadeguatezza organizzativa e formativa, figlia dellorientamento commerciale delle Banche, con labbandono di professionalità legate alla valutazione dei rischi, alla conoscenza del territorio, alla trasparenza e sicurezza dei prodotti offerti alla clientela, alla capacità e professionalità nella lettura e analisi dei bilanci e ad una ormai scarsa propensione per le nostre banche a investire nelle idee, nel rinnovamento, nella ricerca di nuove strade imprenditoriali che sappiano essere concorrenziali con i mercati esteri. Una classe dirigente che si è preoccupata più di generare profitti che di avere attenzione alle ricadute economiche e sociali dei processi dimpresa, o di mettere in atto comportamenti socialmente respons- abili. Una classe dirigente che – mentre chiede lintervento del Governo a sostegno dei bilanci delle banche, non si preoccupa di dedicare attenzione alleconomia reale, alle imprese, alle famiglie, ai temi dello sviluppo della crescita e delloccupazione. Una classe dirigente che chiede sacrifici ai lavoratori, producendo un divario inaccettabile tra le retribuzioni e che aumenta i propri bonus e stipendi e liquidazioni proprio mentre i danni per le aziende bancarie sono sotto gli occhi di tutti. Come rispondiamo a questo attacco? La riduzione dei costi deve innanzitutto essere applicata a dirigenti, consulenze e appalti. I motivi della forte esposizione delle banche su sofferenze e accantonamenti, derivano principalmente da cause esterne e da errate scelte manageriali; certamente non sono imputabili a chi lavora. I diritti, i livelli occupazionali rappresentano la tutela per chi lavora e la garanzia per i risparmiatori. La difesa delloccupazione e della qualità professionale significa mantenere un modello di banca efficiente e Vicino ai settori economici più colpiti dalla crisi. La lotta per la difesa dei bancari e del loro futuro sarà lunga e aspra. Inevitabile come risposta allattacco dei Banchieri. Cosciente di rappresentare la richiesta di una buona banca per i lavoratori, i cittadini e le imprese. Il 31 Ottobre scioperiamo per la difesa del nostro futuro LE SEGRETERIE NAZIONALI DIRCREDITO FABI FIBA/CISL FISAC/CGIL SINFUB UGL UILCA

FABIFABI Non è giusto! In fin dei conti 2 milioni di euro allanno sono lordi, e più della metà se ne vanno in tasse. Ma sapete cosa vuol dire dirigere una banca? Cercare continuamente capitali, combattere con le Fondazioni e i politici; remunerare gli azionisti, tagliare il personale, fare di tutto per non pagare le scelte manageriali sbagliate, e con i bancari che ti criticano di continuo!! Ma va a quel paese! Ho letto che hanno approvato la proposta sindacale del tetto allo stipendio dei banchieri.. Ricordi? lo scorso marzo i sindacati dei bancari hanno chiesto di limitare lo stipendio medio degli amministratori delegati da 85 a 20 volte quello del bancario medio. Aargh! Come farà mio padre a mantenermi? Dove troveremo i soldi per la Bocconi, lo yacht, la colf, la casa al mare, la casa in montagna?