PELLEGRINAGGIO ROMA MAGGIO 2011

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PELLEGRINAGGIO ROMA 13.14.15 MAGGIO 2011 “Il pellegrinaggio a Roma sulla tomba dei Santi Martiri ha lo scopo penitenziale di pregare per la carenza di lavoro e il diffondersi delle malattie. Unitevi alla preghiera.” Con questo messaggio di Don Ildefonso inizia il nostro pellegrinaggio di maggio a Roma. La capitale ci accoglie solare e ricca di vita. E’ bello ritrovarci qui insieme. Dopo la cena Don Ildefonso ci incotra in una sala del nostro hotel. Ribadisce il suo messaggio iniziale. Stiamo vivendo due tragici momenti, lavoro e malattia. Eppure non si devono amplificare in negativo, bensì in positivo con speranza. E proprio per questo noi siamo venuti qui a Roma a fare questo pellegrinaggio coraggioso, per i più piccoli e per i più grandi. C’è poi un “cancro” che è la crisi della Famiglia. Purtroppo c’è in molte famiglie. Non bisogna però spaventarsi, ma bisogna affrontare questo momento con fede, con forza e senza paura. E’ importante che tutti si uniscano alla nostra preghiera, anche chi non è venuto. Questi atti penitenziali ci permetto per il futuro di vivere con maggior serenità.

Ricorda anche che il nostro Papa Benedetto XVI farà il 28 maggio la consacrazione del mondo al Sacro Cuore di Maria. E prima di concludere questo saluto nella preghiera ricorda anche che in questo stesso giorno 94 anni fà la Madonna di Fatima rivela tre messaggi ai tre pastorelli. Era infatti il 13 maggio 1917. Fuori dall’hotel al fresco della sera, prima di coricarci, si ride e si scherza. Tra una battuta ed una presa in giro la giornata si chiude.   L’indomani mattina, dopo la colazione, Don Ildefonso ci aspetta ancora nella stessa sala e riprende a parlarci. Chiedere è un dovere dei figli nei confronti del padre, però la pretesa di ottenere a tutti i costi non è evangelica. Gesù infatti ha detto: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.” Mt 6,33 Questo messaggio è molto importante. La preghiera è altruismo. La carità è spontaneità della condivisione. Non dobbiamo dare le briciole, ma condividere il nostro pane. Bisogna dare totale disponibilità, pur sapendo che potremo non avere nulla in cambio. Questa è fede, questa è carità. Credere non è semplice. Nei momenti di disperazione si arriva anche a dire: Dio non c’è, Dio non mi ascolta. Ma questo è sbagliato. La prima cosa dev’essere la fedeltà! Il concetto di fedeltà è fondamentale. Fedeltà significa accettare il disegno di Dio con gratitudine. Vi dev’essere alla base questo rapporto d’amore nei confronti del Padre. Devo pregare con lo spirito, nel silenzio. Devo pregare in uno spirito di unità con Dio, il quale diventa a sua volta spirito di verità. Se ascoltassimo di pù il nostro cuore, sentiremmo il consiglio di Dio.

Quello che noi dobbiamo fare è rimetterci alla Sua volontà Quello che noi dobbiamo fare è rimetterci alla Sua volontà. Lui sa di cosa abbiamo bisogno, noi dobbiamo aspettare. Non dobbiamo pretendere di avere. Non dobbiamo metterci nella condizione di pretendere. Facciamo quello che dobbiamo fare senza interesse. Ognuno di noi può diventare strumento di Dio. Dio non va trattato come una cosa che usiamo quando ne abbiamo bisogno. La Famiglia Associativa di Preghiera e Carità non deve servire quando mi fa comodo. O ci credo o no. Deve esistere un rapporto di reciprocità. Il prossimo anno la nostra Famiglia Associativa festeggerà il suo 40° anniversario. Ma noi che ne facciamo parte non dobbiamo mai crederci dei privilegiati. Dobbiamo essere come una scopa, oggi magari serviamo e forse domani non più. Eppure dobbiamo sempre ringraziare il Signore. Dice Gesù: “Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta.” Mt 12,38-40 Il segno è quello di comunicare con Dio nel silenzio e chiedere l’amore a Dio. La preghiera va fatta in silenzio. Non siamo abituati a pregare in silenzio. La conversione è una continua crescita e ricerca dentro di noi. Siamo consapevoli che il sacro è nel profondo. E’ più semplice pregare con il cuore e con la mente che andare a destra e a manca nella confusione. In cerca di cosa? I valori fondamentali sono l’aggregazione, lo stare insieme, pregare. E tutto ciò fa parte della fedeltà. Ricordiamoci anche che: “Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto.” Lc 16,10

Alle volte abbiamo troppe preoccupazioni Alle volte abbiamo troppe preoccupazioni. Dobbiamo rimettere a Dio con l’intercessione della Madonna e dei Santi. Chiedete prima il regno dei cieli e poi tutto il resto vi verrà dato in sovrappiù. Dobbiamo cercare che la fiducia e la speranza non vengano mai meno. Sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Se noi riusciamo a dire questo a Dio, allora la volontà di Dio si compie. Chiudiamo anche questo momento nella preghiera. Nel tardo pomeriggio partiamo alla volta della Basilica di Santa Cecilia. Siamo accolti sotto un sole stupendo cullati dall’aria fresca di Roma. Entrati all’interno della basilica scendiamo nella cripta. Qui Don Ildefonso celebra la messa. E’ un momento di profondo raccolgimento per tutta la nostra Famiglia. Siamo in preghiera davanti alla tomba dei nostri Santi. Dopo l’ultimo canto iniziamo ad uscire. Gli ultimi faticano ad allontanarsi da quell’altare. Il cuore non vuole staccarsi. Rientrati all’hotel Don Ildefonso ci saluta tutti davanti all’ingresso. Lo vediamo ripartire verso Agropoli. E’ sempre triste salutarci. Noi ripartiremo l’indomani mattina verso Verona, qualcuno verso Venezia. Abbiamo ancora una serata da passare in compagnia. Abbiamo ancora una sera per stare bene insieme.